Come La salute nasce nel uno mondo statoFoto: iStockphoto.com(manxman; KeithBinns; nordmannjj)Diritto e giustizia negliscenari post-belliciLa ricostruzione del sistema legislativo e giudiziario di un paese cheesce da un conflitto armato richiede interventi “su misura”. Comedimostrano le recenti esperienze, il problema fondamentale risiede nonnel tipo di modello promosso, bensì nella sua accettazione da partedella società. Fermi restando i principi della rule of law.di Jelena PajicLa ricostruzione del sistema legale in contestipost-conflittuali costituisce un fattorecruciale per il successo delle operazioni distate building. Nessun piano di riassettoeconomico, politico o sociale può sperarein risultati duraturi se non viene inscrittoin un più ampio progetto comprendenteil ristabilimento della cosiddetta rule oflaw: un clima di legalità, di certezza deldiritto, di uguaglianza di fronte alla leggesia dei governati sia dei governanti e difiducia nel sistema giudiziario sono riconosciutipacificamente come le necessarieprecondizioni della pace, della democraziae dello sviluppo.Si tratta di un compito delicatissimoche, se da un lato richiede decisioni rapide,dall’altro presuppone la conoscenzadelle peculiarità e dei bisogni dellasocietà coinvolta. Infatti, è scorretto,ma soprattutto controproducente, individuareun’unica formula di intervento,come spesso è stato fatto, e applicarlaunilateralmente da parte degli attori internazionali.Nonostante le migliori intenzioni,questi ultimi, in molti casi, nonsono stati in grado di individuare l’assistenzaappropriata alle diverse situazioni,determinando così il fallimento deipropri sforzi: per l’incapacità del tessutosociale di adeguarsi alle riforme, perchéimpermeabile ai nuovi principi; per lanaturale tendenza all’autodeterminazioneche respinge le imposizioni esterne oper l’opposizione degli stessi magistratiai nuovi modi di procedere. Per evitarequesta sorta di “rigetto”, ogni interventodeve iniziare con lo studio di una molteplicitàdi elementi, che comprendono,fra l’altro, la natura del conflitto, eventualipregresse tradizioni democratiche,la cultura giuridica sottostante, il livellodi istruzione del popolo, l’esistenza diIn queste pagine: alcune immaginidell’Afganistan e la mappa del paeseasiatico.minoranze etniche, linguistiche o religiose,la presenza di eventuali sistemiinformali di soluzione delle controversie.Un esempio può chiarire meglio:la storia giuridica dell’Afganistan ètutt’altro che povera e vanta la presenzadi costituzioni fin dal 1923. Accanto aldiritto statale, si sono storicamente sviluppatialtri due sistemi giuridici paralleli,l’uno costituito dal diritto islamico(per l’insegnamento del quale esistevala facoltà di sharia, distinta dalla facoltàdi giurisprudenza), l’altro da un dirittoinformale e non scritto, basato su consuetudinie codici d’onore, vigente soprattuttonelle zone rurali. Quest’ultimoera in grado di gestire le controversie inmodo più efficiente rispetto alle strutturestatali, contribuendo in maniera mirabileal mantenimento dell’ordine sociale nellearee meno sviluppate. Ebbene: duranteil processo di ricostruzione del paese,questo tratto caratteristico del sistema èstato opportunamente mantenuto in vitae valorizzato, con interventi limitati adalcune correzioni e al suo coordinamentocon lo stato.Queste considerazioni preliminarisono indispensabili per una corretta interpretazionedel compito cui si è chiamati.Lo state building non deve imporreo esportare questo o quel modello distato, ma deve creare i presupposti istituzionalie culturali necessari all’autonomavita e allo sviluppo sostenibile di unasocietà. Lo stesso vale nell’ambito qui10 • n. 1, gennaio-aprile 2009
preso in considerazione: non è questionedi sostituzione agli attori locali, ma disostegno alle riforme di cui essi devonoessere i protagonisti; non di importazionedi esperti e di modelli stranieri, madi mobilitazione delle professionalità nazionalie di promozione di consultazioni;non di offrire la nostra giustizia, ma, perdirla in termini economici, di creare “domandadi giustizia”. Non senza motivo igiuristi ripetono costantemente che l’effettivitàdi un ordinamento, la sua tenutacomplessiva, deriva soprattutto dallaspontanea adesione dei consociati allesue regole, e non tanto dalla forza deterrentedelle sanzioni.È in questa cornice che vanno collocaticorrettamente gli interventi di caratteretecnico-giuridico. Essi si dispieganotradizionalmente secondo due direttriciprincipali: la ricostruzione del sistema legislativoe quella del sistema giudiziario.Infatti negli scenari post-bellici emergono,primariamente, da una parte problemirelativi alla obsolescenza delle leggi, allaloro incompatibilità con gli standard internazionalidi tutela dei diritti umani, allairreperibilità dei testi legislativi causatadalla distruzione di biblioteche, archivi,registri e fonti; dall’altra parte c’è carenzadi giudici e di personale legale competente,per non parlare del clima di corruzioneche contraddistingue tale ambiente.Per quanto riguarda la prima direttrice,gli interventi “a caldo” sono volti allaricognizione e alla revisione delle leggiesistenti più importanti e urgenti (in particolare,civili e penali) e alla stesura dinuovi strumenti legislativi miranti ad assicurarela tutela dei diritti umani e l’eserciziodelle libertà fondamentali. Successivamente,il campo di azione si estendefino ad abbracciare la legislazione di tuttele branche dell’ordinamento, ma questoè un compito di lungo termine che deveessere affidato ai ricostituiti corpi legislativinazionali; in attesa di tale momento,l’esperienza degli attori internazionalisvolge un ruolo importantissimo di coordinamentoe consulenza tecnica.La seconda direttrice, invece, richiedearticolate azioni di riorganizzazione deitribunali, fra i quali l’istituzione di corsidi formazione per giudici e avvocati, losviluppo del sistema universitario, la ricostruzionedelle infrastrutture giudiziarie edetentive. Questi sforzi, però, si rivelerebberovani se non fossero calati in un contestocontrassegnato dalla centralità deiprincipi di indipendenza e separazione delpotere giudiziario da quello politico. Siffattacondizione si raggiunge mediante laprevisione di garanzie istituzionali, qualigli organi di autogoverno della magistratura(sul modello del Csm), e procedurali,quali i criteri di nomina e rimozione dallafunzione che siano trasparenti ed efficientinell’eliminazione di ogni sorta di influssopolitico. Dall’altra parte, a controllarel’operato della magistratura e a controbilanciarnel’indipendenza, si devono predisporrestrumenti quali la pubblicità delprocesso e delle decisioni e sistemi di valutazionedel loro operato.È necessario sottolineare che l’una el’altra direttrice si completano a vicenda,poiché la riforma del corpus juris puòesplicare costruttivamente i suoi effettisolo se l’applicazione delle leggi viene affidataa un corpo giudiziario tecnicamentepreparato e moralmente integro.Tuttavia, se nella teoria tutto sembrafilare liscio, nella pratica non è semprecosì. Infatti, il pericolo di fare passi indietronon si può scongiurare una volta pertutte, come dimostra la recente legge afganasul diritto di famiglia che, nonostantel’esplicito riferimento in costituzionealla parità dei sessi, si presenta gravementelesiva dei diritti delle donne. Corruzione,interessi politici e abuso dei poterida parte delle autorità sono circostanzetutt’altro che eventuali e la possibilità perla comunità internazionale di intervenireè una soluzione solo parziale. A lungo andare,l’assenza di una rinnovata coscienzagiuridica nei cittadini (comprendente nonsolo la volontà di rispettare i diritti umanie la legge, ma anche la pretesa di vederlirispettati dai governanti) vanificherà ognialtro sforzo.Non si deve, quindi, trascurare questoterzo campo di azione, che funge da legantedei primi due. Esso si attua attraverso ladiffusione e la formazione di una culturalegale, nel modo più ampio possibile, frala popolazione, mediante campagne informativevolte a creare consapevolezzadei propri diritti, delle proprie responsabilitàe delle modalità di accesso alla tutelagiurisdizionale.Ogni ricostruzione giuridica che sialungimirante deve cercare di realizzareun equilibrio fra tutte queste variabili. Èqui il fulcro del problema ed è qui chesi gioca la scommessa più importante.Riforme sostenibili richiedono apertura,responsabilità, condivisione delle regolee soprattutto tanto tempo: la rule of lawnon ammette improvvisazioni.panorama per i giovani • 11