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numero 1/2009 - Collegio Universitario Lamaro Pozzani

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Le fondamentadello state buildingSguardo sul processo di ricostruzione post-bellico dal punto di vistainfrastrutturale, trascurando, per un solo istante, la visione giuridica delproblema.di Andrea TraficanteUna ricostruzione post-conflitto deve essere,nella visione proposta dalla Bancamondiale, un “sostegno alla transizionedal conflitto alla pace grazie alla ricostruzionedel contesto socio-economico di unpaese”: il problema che sorge dall’analisidi questa definizione è quello di individuare,progettare e infine formare ilcontesto in cui la popolazione si dovràmuovere. Molto spesso è stata propostauna visione esclusivamente giuridica di“contesto socio-economico”, posticipando,o al limite anche trascurando, la parteinfrastrutturale: le conseguenza di questotipo di scelta sono tuttora visibili nei paesipiù duramente colpiti da conflitti.Per analizzare meglio la situazione,è necessario visualizzare lo stato in cuisi trova un paese a seguito di un conflitto.Sempre più spesso, i conflitti hannoluogo in zone in cui la lotta avviene trafazioni che si contendono non ricchezzenel senso “classico” del termine, ma fontidi sostegno indispensabili per la sopravvivenza,prima fra tutte l’acqua: la causascatenante, quindi, non si individua più,o meglio esclusivamente, in differenze ditipo religioso e culturale, ma è fortementelegata alle tematiche di sostegno e aiuto,anche di tipo umanitario. Da queste riflessioniscaturisce la considerazione che èposta alla base delle tante critiche mossenei confronti di tutte quelle organizzazioni,governative e non, che hanno agitonel segno della ricostruzione trascurandol’aspetto infrastrutturale. Di fatto, la primamossa è stata spesso effettuata nelladirezione di una profonda ristrutturazio-ne degli apparati legislativi e giudiziari:ancora più spesso, la prima mossa è stataanche l’ultima.Fissare l’attenzione sul ripristinodelle infrastrutture andate distrutte durantei combattimenti o progettare nuoveopere é il primo passo da compiere permigliorare la vita di ogni giorno di interepopolazioni, spesso sopravvissute alunghe e feroci guerre. Si possono farevari esempi: un pozzo permette l’accessoa risorse idriche altrimenti inaccessibili,una strada permette di ridurre drasticamentei tempi di trasporto di beni e persone,per non parlare dei benefici derivantidalla presenza di un ospedale o diuna postazione sanitaria in zone isolateo inaccessibili. Questi sono risultati chesi riescono a “vedere” in tempi relativamentebrevi dal momento in cui le opererisultano compiute e agibili. Diverso è ilcaso di installazioni che, nonostante sianoa carattere strutturale, hanno un finedi tipo socio-culturale che si apprezzasolo col tempo: è il caso delle scuole e ditutti quei luoghi in cui si sviluppano nonsolo il sapere scientifico, ma l’aggregazionesociale della comunità.Se, infatti, la ricostruzione infrastrutturaleha un’impronta prettamente ingegneristica,indicando con questo termineun qualcosa di fortemente “materiale”,non bisogna affatto trascurare il signifi-Foto: iStockphoto.com (BirdImages;lagereek; archives)30 • n. 1, gennaio-aprile 2009

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