Come nasce uno statoLA CRISI DEL CONCETTO DISTATOsa di sovranità, ovvero dell’esercizio illimitatoe incontrastato della forza sui sudditie sul suo territorio. In secondo luogo,lo stato è limitato dai suoi confini. Questedue caratteristiche lo differenziano da altreorganizzazioni politiche preesistenti comela polis greca, l’impero romano, le cittàmedievali, la Lega anseatica o la confederazioneelvetica. La pretesa al dominioassoluto sui propri sudditi, in particolare, èchiaramente affermata in Niccolò Machiavelli,Jean Bodin o Thomas Hobbes, consideratii primi teorici dello stato. Ne segueche lo stato, cui l’aggettivo “moderno” èattaccato come un pleonasmo, è una formanuova di organizzazione politica. La suanascita può essere determinata nel tempo enello spazio: l’Europa dopo il XIV secolo.Altri considerano lo stato un’espressionenaturale, cioè sviluppatasi spontaneamente,della società. Una risposta decisamenteprovocatoria potrebbe essere che lo stato,che trova nella coercizione il suo unicostrumento di finanziamento, non è piùnaturale di quanto non lo siano il furto el’omicidio. Come distingue il sociologoFranz Oppenheimer, esistono due modidi accaparrarsi i mezzi di sostentamento:il mezzo economico (tramite il lavoro elo scambio volontario) e il mezzo politico(tramite il furto e la coercizione). Lo statoapparterrebbe, per i suoi caratteri di nonvolontarietà e coattività, indubbiamentealla seconda categoria.duzione, è una critica feroce al concetto ealla necessità dello stato. Lo stesso stato chedomina la politica occidentale da almenotre secoli e mezzo (la data di nascita vienespesso associata alla pace di Westphalia del1648) e la cui eternità viene spesso consideratauna categoria dello spirito. Ma è davverocosì? Sul serio lo stato è un’istituzionenaturale, eterna e indispensabile? Questoarticolo cercherà di dare una risposta (negativa)a tutte e tre le domande.Innanzitutto, con Max Weber possiamodefinire lo stato come “il monopolio dellaviolenza (legittima) su un territorio”. Taledefinizione attribuisce allo stato una pretediMattia BacciardiFoto: iStockphoto.com (cydebergerac; LUke1138)La serrata critica intellettuale e le numeroserivoluzioni succedutesi negli ultimitrecento anni hanno avuto quest’unico,sostanziale effetto sul concetto di stato:farci passare da “l’Etat c’est moi” del presuntuosoLuigi XIV al pretenzioso, maegualmente effimero, “lo stato siamo noi”dei nostri giorni.Detto in altre parole, l’invasione deiMcDonald, cui assistiamo da trent’anni aquesta parte, esprime una carica rivoluzionarianei confronti delle categorie politicheoccidentali maggiore di quella esercitata daimoti nazionalistici del 1848, dalla democratizzazionedella rappresentanza politicae persino dalla rivoluzione d’ottobre. Laprima infatti, in quanto espressione dell’abbattimentodelle barriere doganali e dellaglobalizzazione dei consumi e della pro-A destra: il Reno a Strasburgo. Sopra: ilsimbolo del Re Sole sulla cancellata diVersailles.16 • n. 1, gennaio-aprile 2009
Come nasce uno statoA questo proposito è interessanteanalizzare alcune implicazioni pratichedell’estensione del concetto di stato, tramitei concetti di democrazia e nazionalismo,intesi proprio al fine di creare neipopoli sentimenti di fedeltà e attaccamentoal proprio stato. Un esempio è datodal fatto che nel diritto penale modernoi crimini più severamente puniti non sonoquelli contro privati cittadini ma quelliperpetrati ai danni dello stato e dei suoiservitori (tradimento, renitenza alla leva,attentato alla vita dei capi di stato, evasionefiscale, contraffazione della moneta).Ancor maggiore è l’impressione chesi ricava dall’evoluzione della guerra, cheha assunto un carattere totale, di pari passocon il rafforzarsi della presa ideologicadello stato sui cittadini. Così mentre leguerre rinascimentali erano schermagliedi eserciti, spesso mercenari, di pochecentinaia di soldati che lasciavano il piùdelle volte incolumi i civili, le due guerremondiali hanno il carattere di guerre civili,in cui gran parte della popolazionemaschile veniva arruolata forzosamente egli scontri non solo non risparmiavano maanzi erano spesso volontariamente rivolticontro le popolazioni (si pensi ai bombardamentiaerei contro i civili inaugurati aGuernica dai nazisti).Proprio i massacri della Grande Guerrahanno indotto il pensiero sociologico aripensare lo studio dello stato, non da ultimoper negargli i caratteri di assolutezzae atemporalità che gli erano sempre statiassociati. Ma ancor più evidente è l’effettoche la Seconda Guerra Mondiale, coni suoi cinquantacinque milioni di morti,in gran parte civili, ha scatenato nellepopolazioni del mondo libero. Per stessaammissione dei suoi fondatori (Schuman,Adenauer e Monnet) la Comunità Europeaaveva come primo obiettivo quello difare in modo che lungo il Reno non avvenisseropiù spargimenti di sangue. Perfarlo, i padri fondatori dell’Europa unitapensarono bene di rendere gli stati europeieconomicamente interdipendenti, liberalizzandoil mercato dei due beni indispensabiliper fare la guerra: il carbone el’acciaio. Fedeli in questo alla massima diBastiat secondo la quale “un confine chenon è attraversato dalle merci, sarà prestoattraversato dagli eserciti”.Per questo stesso motivo, la globalizzazionedei mercati e l’abbattimento dellefrontiere, con la libera circolazione dellepersone e delle merci che ne consegue, contribuisconosenza dubbio al mantenimentodi pacifiche e stabili relazioni tra i popoli.“Le doux commerce” di Montesquieu, dicui il protezionismo strisciante nei discorsipolitici degli ultimi mesi è fiero avversario,contribuisce a migliorare il benesseredi tutti popoli che vi partecipano e nonsolo di quelli che godono di un vantaggiocomparato (Ricardo). Inoltre, riducendoil potere sovrano degli stati, mettendo incontatto popoli e persone e disperdendole decisioni di consumo e produzione tramilioni di individui, evita quei conflitti diinteressi tra monopoli e nazionalismi chefurono la causa della Grande Guerra.Rimane da rispondere all’ultima domanda:lo stato è davvero indispensabile?Rispondere che se così non fosse sarebbegià scomparso significherebbe giustificarefatalisticamente la realtà. Alcuni ritengonoche la funzione prima dello statosia di garantire la sicurezza pubblica e ilrispetto dei contratti e che essa non possaessere demandata. L’emergere di cortiinternazionali di arbitraggio privato e ilcrescere del ruolo delle truppe mercenarienelle ultime guerre (i famosi contractor inIraq) ci spinge a dubitare anche di questo.Quel che è sicuro è che lo stato stia perdendoparte delle funzioni e della legittimitàche fino a ieri sembravano assicuratee a giudicare dalla storia è difficile farsi ditutto ciò un’opinione negativa.La Comunità europea è un progettoambizioso e di lunga data: prima chenell’evoluzione politica del secondodopoguerra affonda le sue radicinel sogno di numerosi intellettualicosmopoliti del XIX e XX secolo.Le due “guerre civili europee”che si avvicendarono nel corsodi vent’anni caricarono tuttavia leélite politiche di un arduo compito:trasformare un’ideale repubblicadelle lettere partorita dalle menti dipochi intellettuali lungimiranti, in unprogetto politico concreto e stabile,capace di scongiurare nuove guerree dare prosperità ai popoli europei.Fu così che dalla collaborazionedi tre ambiziosi statisti: KonradAdenauer, cancelliere tedesco, RobertSchuman, primo ministro francese,e Dean Acheson, segretario di statoamericano, nacquero prima la Cecanel 1951 (Comunità economica delcarbone e dell’acciaio) e poi la Ceenel 1957 (Comunità economicaeuropea). Il progetto era fedelealla prudente logica funzionalistaabbracciata dal politico franceseJean Monnet e prevedeva chel’integrazione economica facesseda volano a quella politica. Fu cosìche dopo trent’anni di espansione,in cui la Comunità europea giunsea inglobare gran parte degli stati aOvest della cortina di ferro, nel 1992si giunse al Trattato di Maastrichte alla fondazione dell’Unioneeuropea. L’Ue è un’ambiziosa quantocomplessa costruzione istituzionalecon lo scopo di estendere lacooperazione intergovernativa allapolitica estera e all’amministrazionedella giustizia. Tuttavia le complicateregole decisionali, i veti incrociatidei paesi restii a rinunciare così infretta alla propria sovranità statale el’ulteriore allargamento ai dieci paesidell’Europa dell’Est avvenuto nel 2004ha reso l’Ue un organismo politicodifficilmente governabile. Il resto ècronaca, con le due bocciature delTrattato Costituzionale nella primaveradel 2005 in Francia e Olanda el’ulteriore rifiuto irlandese di accettareil Trattato di Lisbona nel Giugno 2007,ultimo tentativo in ordine di tempo dirilanciare la cooperazione europeasnellendone e semplificandone leprocedure decisionali.panorama per i giovani • 17