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numero 1/2009 - Collegio Universitario Lamaro Pozzani

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Come La salute nasce nel uno mondo statoLa natio romana nell’Alto Medioevo:ENIGMA TRA STORIAE IDEOLOGIAdi Maria Teresa RachettaIl Medioevo è stato tradizionalmente illuogo in cui l’arte, l’ideologia e talvolta lesocietà stesse hanno cercato le origini diquelle nazioni europee che sarebbero diventatei modelli dell’idea di stato. Originiper lo più abbastanza remote, spesso dotatedi alcune delle caratteristiche proprie delmito, non raramente inventate in età molto“Dopo la caduta dell’Impero d’Occidente neidocumenti ufficiali e nelle testimonianze narrativecontinua a comparire il nome romano, ma secondodinamiche che spiazzano gli studiosi moderni”vicina a noi. Un Medioevo dotato di unasua propria epicità, in cui certo non si potevapretendere esistessero le radici delleistituzioni statuali moderne, ma che certoera il teatro delle gesta di quella moltitudinedi popoli distinti da origini e tradizioniche secoli dopo si sarebbero trasformati innazioni secondo corrispondenze generalmentebiunivoche. È questa una prospettivadi lunga tradizione, che in Italia ha caratterizzatol’intera storiografiarisorgimentalee ha un padrinoillustre, l’AlessandroManzoni del Discorsosopra alcuni puntidella storia longobardain Italia, secondo un modello giàripetuto innumerevoli volte nello spazio enel tempo, quasi per ogni gruppo umano,più o meno grande, bisognoso di una qualcheforma di legittimazione.Questa prospettiva ha subito revisionianche profonde, che un caso apparentementemolto particolare può aiutarci a illustraree soprattutto a trasformare in unariflessione costruttiva sulla natura dellenationes medievali. Si tratta di quello chegli studiosi hanno definito un “enigmaarchivistico”: prima di esporlo appare necessariofare alcune precisazioni.Nel 211 d.C., con l’editto di Caracalla,la cittadinanza romana venne estesa anchealle popolazioni delle province. Il testodell’editto ci è giunto in condizioni nonottime, generando varie interpretazioniche oggi sembrano convergere su quellasecondo la quale la cittadinanza sarebbestata estesa, a fini prettamente fiscali, allesole élites cittadine, cioè a quelle fascedi popolazione ricche e colte capaci diparlare latino o greco. Oggi, infatti, sappiamoche l’impero non era affatto quelmondo culturalmente omogeneo che si èa lungo immaginato, unito dalla culturagreco-romana, ma che nelle campagne enei piccoli centri le tradizioni, i culti e leFoto: iStockphoto.com (pkfawcett; HultonArchive)14 • n. 1, gennaio-aprile 2009

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