Come La salute nasce nel uno mondo statoFoto: iStockphoto.com (michaelgzc; mdurstewitz)per il ripristino delle legittime autoritànazionali. L’avvio di una missione dipeace-keeping presuppone una richiestaformale, dunque il consenso, dello statosul cui territorio l’operazione dovrà svolgersi.Spetta al Consiglio di sicurezza autorizzareuna missione di pace attraversola definizione di un mandato che ne indichigli scopi; l’istituzione o la modificadi un mandato devono essere approvatemediante risoluzione da almeno novedei quindici stati membri, salvo il poteredi veto riconosciuto ai cinque membripermanenti (Cina, Federazione russa,Francia, Regno Unito e Usa). Un ruolofondamentale è attribuito anche al Segretariatogenerale, che procede alle necessarieconsultazioni con gli stati membri,le parti belligeranti, eventuali attoriregionali e i paesi potenziali finanziatorie compie un’attenta analisi della situazionemilitare in atto, dei contingenti edelle risorse disponibili e delle possibiliimplicazioni di un intervento, notificandonei risultati al Consiglio. Dopo l’approvazionedel mandato il Segretariogenerale procede alla conclusione degliaccordi necessari con gli stati membri e,attraverso il Dipartimento delle operagliimpegni di pace assunti dalle partiin conflitto e favorire il risultato deglisforzi diplomatici, dalla fine della guerrafredda, grazie alla caduta dei vincoli postial Consiglio di sicurezza dal bipolarismo,si è evoluto in un sistema multidimensionale(il peace-keeping di secondagenerazione) in cui un ruolo maggiorerispetto al passato è riconosciuto allacomponente civile, non più impiegatasolo per fini umanitari o assistenziali dicarattere secondario rispetto all’attivitàL’International Reconciliation Year 2009militare ma anche in ambiti strettamenteconnessi al problema della sicurezza. Ilcampo di azione delle operazioni multifunzionalisi estende oggi anche all’assistenzadei rifugiati, la tutela dei dirittiumani fondamentali, il consolidamentodelle condizioni necessarie a uno statodi diritto, il sostegno economico e socialenonché la supervisione sul correttosvolgimento delle procedure elettorali.Gli interventi hanno comunque caratteretransitorio, limitato al tempo necessarioIl 20 novembre 2006, nella sua 61 a sessione, l’Assemblea generale delle NazioniUnite, su iniziativa del Brasile, dell’Argentina, di El Salvador, del Guatemala,del Nicaragua e dell’Honduras, considerando l’urgenza e la centralità del ruolodella riconciliazione nei paesi sconvolti dalla guerra, ha proclamato il 2009 annointernazionale della riconciliazione. Tutti i governi, le organizzazioni internazionalie quelle non governative sono invitate, a tal fine, a promuovere ed elaborareprogrammi educativi, sociali e culturali diretti alla diffusione della cultura dellariconciliazione quale suprema forma di dialogo. Alcune ong (ad esempio lafondazione tedesca Ser) hanno già elaborato efficaci piani di azione cheattribuiscono un ruolo importante non solo agli istituti educativi ma anche a chi haa disposizione strumenti per assicurare una diffusione davvero generalizzata delmessaggio come i mass-media, con una partecipazione diretta del mondo artistico,cinematografico e sportivo. L’anno culminerà con una cerimonia, presieduta dalSegretario generale Ban Ki Moon, con la consegna dei premi per i migliori progettirealizzati.24 • n. 1, gennaio-aprile 2009
Come La salute nasce nel uno mondo statozioni di pace (Dpko), istituito nel 1992per fronteggiare la crescente domandadi peace operations, dirige e gestisce ilcomplesso delle operazioni strategiche.Il sistema di comando risulta particolarmentecomplesso a causa della sovrapposizionedi una serie di funzionie competenze che fanno capo a diversisoggetti responsabili. Spesso al verticedi una missione di peace-keeping vieneposto un rappresentante speciale del Segretariogenerale, per la gestione dell’attivitàpolitica e diplomatica e il coordinamentodi tutte le componenti dellamissione; d’altro canto responsabile perle operazioni militari è il comandantedella forza, nominato dal Segretario,salvo approvazione del Consiglio di sicurezza,e posto al vertice dei comandidei diversi contingenti statali. Le risorseamministrative e tecnologiche e la logisticarisultano invece gestite dal Dipartimentodi supporto sul campo. Infinela sicurezza del personale impiegato èincombenza dello stato ospitante nonchédi un ufficiale designato, generalmenteindividuato in quello di più alto gradostanziato nel paese. È sempre competenzaesclusiva del Consiglio di sicurezzadisporre la chiusura dell’operazione seIn alto: il ponte simbolo della città diMostar, una delle più duramente colpitedalla guerra della Bosnia-Erzegovinanegli anni Novanta. In basso: un trattodel Canale di Suez, il primo scenario incui vennero impiegate le truppe di peacekeepingdell’Onu.gli scopi del mandato risultano raggiunti.Le spese per il finanziamento dellepeace-operations, attenendo alla pace ealla sicurezza internazionale, vengonoripartite obbligatoriamente fra gli statimembri sebbene l’onere maggiore ricadasui membri permanenti del Consigliodi sicurezza; come complemento le NazioniUnite sollecitano gli stati al versamentodi ulteriori contributi volontari.Peace-buildingSi tratta di un processo, nato dopo lafine della Guerra fredda e connesso alpeace-keeping multidimensionale, cherichiede lunghi periodi di attuazione perporre le fondamenta di una pace stabilee duratura attraverso una serie di misureche possono consistere nell’organizzazionee supervisione delle operazionielettorali e nel ripristino dello stato didiritto, nella ricostruzione istituzionaleed economica, nella ristrutturazionedel settore sicurezza, nella garanzia deidiritti umani e nel reinserimento degliex-combattenti nel tessuto sociale. Unruolo preponderante è affidato in questocontesto alla Commissione di peace-building,un nuovo organo intergovernativoconsultivo istituito congiuntamentedall’Assemblea generale e dal Consigliodi sicurezza nel dicembre del 2005:essa favorisce il dialogo tra i principaliattori del peace-building, proponendolinee strategiche integrate e distribuendole risorse a disposizione. L’architetturaistituzionale è completata dal Fondofiduciario del peace-building e da unbibliografiaForadori P., Caschi blu e processidi democratizzazione: le operazionidi peace-keeping, Vita e pensiero,Milano 2007.Gargiulo P., Le peace-keepingoperations delle Nazioni Unite,Editoriale Scientifica, Napoli 2000.Leone L., Srebrenica: i giorni dellavergogna, Infinito, Roma 2005.Pineschi L., Le operazioni delleNazioni Unite per il mantenimentodella pace, Cedam, Padova 1999.Pontecorvo C.M., Somalia e NazioniUnite, Cedam, Padova 1995.Sciso E., L’intervento in Kosovo,Giuffrè, Milano 2002.ufficio di supporto alle operazioni dellaCommissione.Peace-enforcementUno spazio intermedio tra il peace-keepinge l’aggressione armata è occupatodal peace-enforcement. Mentre nelleoperazioni di peace-keeping il divietodi ricorrere alla forza subisce un’eccezioneesclusivamente per fini di legittimadifesa, in una missione di peaceenforcement,comunque autorizzata dalConsiglio, la forza diviene lo strumentoordinario per imporre la pace in situazioniin cui la soluzione del conflitto appareancora lontana.Il fallimento di una serie di recentipeace-operations, quale la missione inBosnia-Erzegovina del 1995, conclusasicon il massacro compiuto dalle milizieserbe a Srebrenica, ha messo in evidenzal’importanza di distinguere le operazionidi peace-keeping da quelle di peaceenforcement,poiché in nessun caso leforze impiegate per le prime possono essereconsiderate idonee a svolgere vere eproprie operazioni militari, con il graverischio di porre in pericolo le vite di chi,militare o civile, sia stanziato in territoriche necessitano l’intervento della comunitàinternazionale per il ripristino dellapace.panorama per i giovani • 25