Come La salute nasce nel uno mondo statoI mestieri dello state buildingSupplenti o insegnanti?La crescita dell’interesse per lo state building ha determinato anche unaumento dei professionisti che lavorano in questo campo. Tuttavia, èforse il momento di chiedersi che cosa esattamente deve saper fare chisi occupa di “costruire uno stato”.di Luca ValerioDa quando sono entrate nell’agenda politicainternazionale, le attività di state buildingsi sono sviluppate velocemente. Esebbene la pratica sia arrivata prima dellateoria, è stato sin da subito chiaro che sitrattava di attività interdisciplinari.Ma quali figure professionali sono statecoinvolte in concreto nello state building,e quali hanno buone probabilità dilavorare in questo campo nel futuro?Le cose cambiano considerevolmentea seconda di che cosa intendiamo perstate building, dato che quest’etichetta èusata per operazioni con finalità e metodimolto diversi.Usando la classificazione suggerita dauno dei maggiori esperti del settore, FrancisFukuyama, il più semplice tipo di statebuilding è il rafforzamento di uno statodebole, cioè uno stato in cui l’autoritàstatale esiste, ma pur avendo una capacitàaccettabile di gestire alcuni dei suoi doveri,come la politica economica, è piuttostocarente in altri campi quali la protezionecivile o la difesa della proprietà privata (èil caso di paesi sudamericani come Perù eMessico) oppure è debole su tutta la linea(soprattutto paesi africani come Ghana eKenya). Gli operatori principali di questosettore sono la Banca mondiale e il Fondomonetario internazionale, che concedonoaiuti economici agli stati che ne hanno bisogno,posto che rispettino alcuni criteri diperformance che servono a garantire (anchese molti li reputano insufficienti) chei fondi erogati siano spesi effettivamenteper motivi di interesse pubblico. Questotipo di operazioni richiede professionistidel campo economico-finanziario, che assegnanoi fondi, gestiscono il loro trasferimentoe offrono consulenza agli amministratoripubblici del paese beneficiario.Altra interessante figura è quella degliosservatori elettorali, che fanno da garanti(senza però reale autorità) sulle procedureelettorali del paese; sono soprattuttooperatori dell’Unione europea o del Consigliod’Europa, mentre l’Onu preferisceoccuparsi del supporto tecnico all’organizzazionedelle elezioni.Un secondo tipo di intervento è la ricostruzionedi stati indeboliti o giovani,che non sono in grado di sopravvivereautonomamente. Ciò accade solitamentein paesi che hanno sofferto, nel passatorecente, di gravi conflitti interni; l’esempiopiù noto è quello della Bosnia, i cuigoverni, sin dagli accordi di Dayton del1995, sono coadiuvati dal Peace ImplementationCouncil (Pic), un organismointernazionale che si occupa di facilitarela fase di transizione verso la piena democraziae l’economia di mercato. Il Picrappresenta un esperimento unico nel suogenere: convogliando operatori diplomaticidi numerosi paesi occidentali e tutte leorganizzazioni internazionali che operanoin Bosnia nel suo organo esecutivo, l’HighRepresentative for Bosnia and Herzegovina,collabora infatti tanto all’edificazionedi nuove istituzioni politiche quantoall’introduzione di riforme in campopolitico ed economico, nella prospettivadi farsi progressivamente da parte fino aquando i cittadini di Bosnia ed Erzegovinanon saranno in grado di vivere dasoli. Tutto lascia pensare che questa nonsia che la prima di una serie di esperienzeche, in futuro, richiederanno professionisti“ad hoc”.Il tipo più radicale di state building èinvece la ricostruzione post-bellica, cioèil supporto a paesi in cui l’apparato stataleè stato completamente distrutto da unconflitto armato. Gli ultimi quindici annihanno offerto più di un esempio: Afganistan,Somalia, Kosovo, Iraq. Tipicamente,queste operazioni implicano l’interventodiretto di altri stati o coalizioni internazionalinel territorio del paese, a cominciaredalle forze militari – sia perché l’ordinepubblico è condizione necessaria per losviluppo di qualsiasi altra funzione statale,sia perché è l’unico modo di evitarerazzie, genocidi e violenze.In assenza di strutture amministrativee burocratiche, è necessario interveniredirettamente anche nell’assistenzasanitaria, nelle opere di sanità pubblicae negli affari giudiziari. Questo implicaFoto: iStockphoto.com(Yuri_Arcus; narvikk; millerpd)36 • n. 1, gennaio-aprile 2009
che professionisti stranieri si assumanodirettamente la responsabilità di questefunzioni. Nella maggior parte dei casi,essi dipendono dalle forze armate (e sitratterà quindi di medici militari e professionistidel genio militare, mentre lagiustizia è amministrata dai tribunalimilitari formati dagli ufficiali delle forzeoccupanti) o dalle organizzazioni nongovernative (e saranno quindi medici,ingegneri e urbanisti volontari). Fannoeccezione le gravi violazioni dei dirittiumani: amministratori e leader politici diprecedenti governi possono essere giudicatida una corte di giustizia internazionalecome il tribunale per i diritti umanidell’Aja, in Olanda. È quanto è accadutoal leader serbo Slobodan Milosevic nel2002.Solo a seguito della messa a regimedi queste funzioni si ha un salto di qualità.Le forze occupanti possono formareun’autorità che vicaria lo stato, come laCoalition Provisional Authority in Iraq,a sancire il passaggio della responsabilitàda militari a professionisti della diplomazia,della politica o della pubblicaamministrazione – esemplificato, nel casodell’Iraq, dal passaggio di testimone dalgenerale Jay Garner al diplomatico PaulBremer nel 2003.La fase terminale, almeno sulla carta,è rappresentata dal trasferimento diresponsabilità dall’autorità straniera a unnuovo stato formato dagli autoctoni. È ilmomento più delicato: Afganistan e Iraqhanno dimostrato che il successo non èaffatto garantito.Come lo stesso Fukuyama fa notare,tuttavia, la vera distinzione fra i tipi di statebuilding è forse un’altra. L’approcciotradizionale delle ong e degli aiuti internazionaliè quello di portare un aiuto direttoalle popolazioni in difficoltà, in modo dapoter verificare i frutti del proprio lavoro.Questo tipo di attività interessa soprattuttoprofessionisti di ciascuna area: in particolare,medici e dirigenti di ong.In Kenya l’organizzazione statale è carentesotto molti aspetti (nella foto sopra: unapiazza della capitale Nairobi). Sotto: uncarro armato abbandonato testimoniauna delle numerose guerre che hannoattraversato la Somalia, paese in cui è statonecessario l’intervento internazionale.Tuttavia, per molti queste attività sarebberoviziate da un equivoco di fondo.Se il nostro scopo è favorire la crescita delpaese che vogliamo aiutare, difficilmenteci riusciremo fornendo servizi una tantume sostituendoci agli attori locali chedovrebbero imparare a occuparsene. Nonsolo: autorevoli osservatori sostengonoche in molti paesi africani il know-howdell’amministrazione statale fosse addiritturamaggiore all’indomani della loroindipendenza che alle soglie del TerzoMillennio, forse proprio a causa di questepolitiche.Se si terrà conto di questa posizione,è facile prevedere che in futuro acquisterannointeresse le figure dei tecnicidella pubblica amministrazione da unlato, e quelle di formatori e istitutoridall’altro.Una cosa è certa: gli interessi chesostengono lo state building non sonodestinati a indebolirsi, ma a rafforzarsi.Dunque, è probabile che un numerosempre maggiore di lavoratorisarà impiegato in quella che per ora èun’attività svolta in modo incidentaleda professionisti o accademici di disciplineafferenti alle attività fondamentalidello stato, e che in futuro potrebbediventare una vera e propria scelta dicarriera.panorama per i giovani • 37