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Pag. 1699 PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LUCIANO ... - Antimafia

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del resto, anche l'allora nostro capogruppo onorevole Scottisi era rivolto ai colleghi ed alla presidenza perché l'analisifosse più ampia.Ho ascoltato vari interventi, tra i quali quellodell'onorevole Folena ieri e quello del senatore Imposimatooggi: entrambi mirano a precisare - e do loro atto di questeosservazioni - che nessuno, tantomeno la relazione, vuolecriminalizzare un solo partito, la democrazia cristiana, e chepertanto ogni semplificazione è dannosa. Convengo che larelazione non criminalizza affatto un partito in modo globale,ma punta la sua attenzione su diversi schieramenti politici,facendo le opportune distinzioni al loro interno. Do altresìatto al presidente Violante di aver ben puntualizzato talequestione quando ieri ha introdotto i nostri lavori. Vorreituttavia dire ai colleghi che, se ogni semplificazione ècertamente dannosa, ciò che preoccupa non è soltanto lavalutazione politica che una lettura frettolosa può fornire alriguardo della democrazia cristiana o di suoi esponenti, ma èla possibile interpretazione, magari fatta in modo frettoloso(prendendo due brani, staccandoli dal contesto e mettendoli aconfronto), che si può dare ad una sorta di rapportonecessitato fra le forze politiche di Governo e la mafia. Mipreoccupa soprattutto questo aspetto della relazione.In diversi punti la relazione - convengo, forse piùnell'implicito che non nel veramente esplicitato - lasciaintravvedere una specie di equazione, secondo la quale ilsistema democratico italiano, almeno fino agli anni settanta,si è imperniato sulla mafia: democrazia italiana fino aglisettanta .004 mafia. Ripeto, signor presidente, che se sileggono attentamente i vari passi della relazione si devericonoscere che si tratta di un'interpretazione frettolosa edanche errata. Temo tuttavia che qualche interprete dellarelazione, magari anche qualche giornalista poco attento,possa giungere a queste conclusioni. L'equazione democraziaitaliana .004 mafia (fino agli anni settanta perché daglianni settanta in poi, ne convengo, vi è una riflessionediversa sulla quale non sto a soffermarmi) non riguarda per laverità soltanto la democrazia cristiana, ma - e forse questo èanche peggio - il Governo democratico del nostro paese,cosicché si potrebbe quasi concludere, sempre in base aun'interpretazione frettolosa, che la prima Repubblica è larepubblica della mafia. Della relazione del presidente mipreoccupano soprattutto le possibili speculazioni esemplificazioni che su di essa possono essere fatte.Del resto ieri l'onorevole Folena ha affermato in uninciso del suo intervento - ero presente - che l'effetto dellaguerra fredda, se ha causato una mancanza di libertà nei paesidell'est (quindi delle grosse compromissioni dei regimidemocratici<strong>Pag</strong>. 1707dell'est), ha però determinato nel nostro paese un intrecciodi rapporti con la mafia, lasciando in un certo senso sfocato

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