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POLITECNICO

Scarica il PDF (5174KB) - Rivista Politecnico - Politecnico di Milano

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Il Contributo del Politecnico di Milano<br />

alle ricerche spaziali<br />

Introduce il Rettore del Politecnico Prof. Adriano De Maio<br />

I1 Politecnico di Milano ha una grande tradizione<br />

di sviluppo e applicazione di tecnologie<br />

in campo spaziale. In particolare, i tre dipariimenti<br />

promotori di questo convegno rappresentano<br />

l'anima "spaziale" del nostro ateneo,<br />

essendo impegnati da tempo nell'ambito delle<br />

telecomunicazioni, dell'osservazione della<br />

Terra, della progettazione di strutture per<br />

moduli orbitanti e, più recentemente dell'analisi<br />

quantitativa del comportamento motorio<br />

dell'uomo durante l'esposizione prolungata<br />

alla microgravità.<br />

Questo convegno è stato organizzato nell'ambito<br />

di quest'ultimo settore ed è specificatamente<br />

dedicato allo studio del comportamento<br />

motorio dell'uomo in microgravità con la partecipazione<br />

di esperti nazionali ed internazionali<br />

del settore. Ringrazio il Professor Pedotti,<br />

Direttore del Dipartimento di Bioingegneria,<br />

per aver contribuito a far si che questo Convengo,<br />

di cui è principale promotore, sia anche<br />

un'occasione per presentare il ruolo che il<br />

Politecnico di Milano ha svolto nell'ambito<br />

del Programma Spaziale Internazionale.<br />

E un onore e un piacere avere con noi il<br />

Capitano Michael Baker, comandante dello<br />

Space Shuttle e veterano delle missioni spaziali.<br />

La sua visita è uii'opporiuniti unica per<br />

avere una diretta testimonianza delle attività<br />

dell'uoino nello spazio, che in questo caso,<br />

hanno riguardato l'ultima missione del<br />

comandane Baker, culminata con il quinto<br />

dockiiig della navetta Shuttle Atlantis alla<br />

Stazione Spaziale Mir, nell'ambito del programma<br />

congiunto russo-americano "Shuttle<br />

to Mi". Di seguito interverranno il Capitano<br />

Baker e quattro colleghi dei Dipartimenti di<br />

Bioingegneria, Elettronica e Aerospaziale, che<br />

illustreranno le diverse aniine dell'attività del<br />

Politecnico di Milano in campo spaziale.<br />

Ringrazio i relatori e i partecipanti a questo<br />

convegno e vi auguro un proficuo lavoro.<br />

"Human Performance" in microgravità<br />

Antonio Pedotti. Guido Baroni, Giancarlo Ferrigno<br />

Dipartimento di Bioingegneria<br />

Introduzione<br />

Dall'avvento dell'Era dell'esplorazione spaziale<br />

segnata dal lancio dello Sputnik 40 nel 1957 e in<br />

seguito dal volo di Juri Gagarin nel 1961, la ricerca<br />

scientifica e tecnologica in rnicrogravità ha assunto<br />

dimensioni ed importanza sempre crescenti.<br />

Per il mondo medico-scientifico delle Scienze della<br />

Vita, l'assenza di gravità è vista come una condizione<br />

sperimentale unica, in grado di far emergere in una<br />

diversa e spesso più illuminante prospettiva aspetti del-<br />

I iirtemi firiologiu<br />

pii initcrrati dagli oHem<br />

delreiporiuonr alla<br />

miuograviti<br />

Sistema xhelttrito<br />

listenta medare<br />

listema cardiorartolarc<br />

* lirtema rtrpiratorio<br />

* Siami wnrPnali<br />

Sistema rnnoro autonoirio<br />

* Sistema mnoso unink<br />

la fisiologia degli organismi biologici.<br />

I primi voli con equipagjo umano hanno dato il via<br />

allo studio degli effetti che l'esposizione alla microgmviti<br />

comporta sull'uomo.<br />

L'interesse si è sviluppato sotto l'aspetto dell'approfondimento<br />

delle conoscenze fisiologiche, ma anche<br />

più propriamente sulla prevenzione delle degenerazioni<br />

indotte dalla microgravità su molti sistemi dell'organismo<br />

di astronauti e cosmonauti.<br />

Accanto a fenomeni di degenerazione a carico del<br />

sistema muscolo-scheletrico, cardiovascolare e respiratorio,<br />

l'interesse primario del Dipartimento di<br />

Bioingegneria del Politecnico di Milano è stato rivolto<br />

ad aspetti neurofisiolgici di adattamento dei meccanismi<br />

di integrazione seusori-motoria e delle strategie<br />

posturali au'ambiente rnicrogravitario.<br />

In questo senso, le tecnologie di analisi del movimento<br />

sviluppate presso il nostro Dipartimento hanno trovato<br />

un'iniportante applicazione in ambito spaziale, unendo<br />

all'interesse prettamente scientifico una stimolante sfida<br />

tecnologica.<br />

Analisi del movimento in microgravità<br />

L'analisi auantitativa tridiniensionale del movimento<br />

di soggetti in assenza di gravità rappresenta un'aiiività<br />

soerinientale di estremo interesse in anibito scientifico<br />

e tecnologico. In particolare, la caratterizzazione delle<br />

sirategie di movimento investe aspetti di approfondimento<br />

conoscitivo nel campo delle neuroscienze di<br />

base e pone obbiettivi più specificatamente di applicazione<br />

clinica e di ottimizzazione delle prestazione dell'uomo<br />

in ambiente microgravitario.<br />

La raccolta di informazioni di natura cinematica sul<br />

movimento dell'equipaggio di missioni spaziali è stata<br />

basata in esperienze precedenti sull'analisi di fotogmfie<br />

e di video acquisiti in volo.<br />

Metodiche di osservazione qualitativa o video digitalizzazione<br />

bidimensionale (una telecamera) non hanno<br />

tuttavia consentito di ottenere risultati ailidabili in termini<br />

di accuratezza e ripetibilità, precludendo ogni<br />

possibilità di osservare in modo quantitativo e sistematico<br />

l'attività motoria degli astronauti, sia durante attività<br />

lavorative di routine, sia durante l'esecuzione di<br />

specifici protocolli di movimento. Una possibile alternativa<br />

è la cosiddetta "tuta biomeccanica" ("raiige of<br />

i~ioiioii sirit ") che compare come facilif~, disponibile<br />

per attività sperimentali a bordo di ISSA.<br />

L'esperimento tecnologico T3 della missione ESA-<br />

EUROMIR '95 basato proprio su uno strumento del<br />

genere (ANBRE), ha tuttavia evidenziato i limiti di<br />

tale tecnoloeia. "<br />

La costrizione dei movimenti, la necessità di sviluppare<br />

un modello HW specifico per ogni soggetto, una<br />

diilicile e poco stabile calibrazione del sistema ed una<br />

accuratezza che ammette errori anche di IO0 nella<br />

misura degli angoli articolari precludono la possibilità<br />

di raggiungere l'obbiettivo di una accurata e sistematica<br />

valutazione quantitativa delle performance motorie.

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