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Scarica il PDF (5174KB) - Rivista Politecnico - Politecnico di Milano

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TabeUa 1<br />

al) Equazione<br />

-=-<br />

PT<br />

G ~ A ~<br />

4,l'<br />

i2) P~ G ~ A ~<br />

-<br />

PT 4,l'<br />

Limitato da:<br />

c"xumcna di<br />

pimiamcnto<br />

o C ~ U r s<br />

rnrrimaanni conh<br />

durrmi di<br />

.ntenoasbado<br />

aauotenadipmamerd<br />

a m a anni eonh<br />

dimmriardi mnnm<br />

dimemimedi anicm<br />

Introduzione<br />

Considerando le limitate capacità dei primi vettori di<br />

lancio, le comunicazioni satellitari sono cominciate<br />

con satelliti sperimentali LE0 (Low EartA<br />

Orbit)(Telstai e Rela~i).<br />

A questa fase segui una dimostrazione di fattibilità e<br />

una diffusa applicazione dei GEO (satelliti geosiazionari)<br />

i cui vantaggi, identificati chiaramente fin dall'iniziale<br />

proposta di Clarkel, si identificano nella loro<br />

capacità di definire un sistema "fisso" rispetto alla<br />

Terra. Ciò permette di richiedere unicamente la presenza<br />

di tre satelliti per ottenere una copertura globale<br />

(con esclusione delle regioni polari). Questo vantaggio<br />

è apparso così importante, da porre in secondo piano<br />

le perplessità riguardo la considerevole propagazione<br />

del ritardo che, nonostante fosse di un livello accenabile,<br />

produce effetti percettibili sulla velocità di comunicazione.<br />

Di. particolare rilievo tra le succitate applicazioni<br />

è stata la rete Intelsat, che realizzò il sogno di<br />

connettere tutti gli stati nel mondo, anche se isolati o<br />

in via di sviluppo. A causa delle limitazioni nella<br />

potenza e misura dei satelliti, erano tuttavia necessari<br />

imponenti terminali di terra, con antenne del diametro<br />

di 30 metri. Questo requisito è risultato accettabile<br />

anche se ben lontano da un'ottimiiione economica,<br />

perché queste stazioni potevano essere condivise a<br />

livello di un intero Stato. L'evoluzione dei sistemi<br />

satellitari ha portato comunque verso terminali più<br />

piccoli che potessero servire un'area più ristretta o<br />

addirittura un singolo utente. Inoltre, è cresciuta la tendenza<br />

verso l'uso di più alte frequenze, per ottenere<br />

maggiori capacità di comunicazione. A questo pmposito<br />

permettetemi di fare qualche considerazione. In<br />

Appiicdone tipica<br />

Rapporto di trarmissione<br />

Tabella l sono riportate le maggiori caratteristiche<br />

concernenti alcuni sistemi GEO, ME0 e LE0 esistenti<br />

o proposti, che usano frequenze a partire dalla banda L<br />

(1-2 GHz) alla banda Ka (20-30 G~Z)~". in ciascuna<br />

delle categorie GEO, ME0 e LEO, le prime due<br />

colonne sono relative a sistemi mobili o mobili personali,<br />

dove il temine "mobile" indica operazioni con<br />

piccoli terminali di tetra capaci di essere montati e utilizzati<br />

su veicoli e di usare, moderatamente, antenne<br />

direzionali; il termine "mobile-personale" indica operazioni<br />

con terminali palmari che usano antenne omnidirezionali<br />

per evitare problemi di puntamento.<br />

L'ultima colonna relativa ai satelliti GEO e LE0<br />

riguarda sistemi a larga banda che usano piccoli terminali<br />

da installare presso siti predefiniti dall'utente.<br />

Copertura completa versus copertura "a spotn<br />

L'architettura dei sistemi satellitari può essere classificata,<br />

in principio (Figura 2) in due categorie concettualmente<br />

differenti: a) sistemi che usano un transponder<br />

trasparente ed un'antenna a copertura completa<br />

(cioè un'antenna che copra I'inera area di nutenza);<br />

b) sistemi cellulari che usano antenne multifascio e<br />

on-boardnvitchirig. Da notare è che sebbene i satelliti<br />

multifascio producono una copertura cellulare concettualmente<br />

identica alla copertura di sistemi cellulari<br />

terrestri, c'è una difirenza fondamentale riguardo alla<br />

dimensione della cellula, che è molto più elevata nel<br />

caso dei satelliti. La soluzione a) è ottimale quando lo<br />

stesso segnale èinviato a tutti gli utenti connessi in<br />

"broadcastiiig". E tuttavia lontana dalla soluzione 0thmale<br />

quando segnali differenti sono inviati ad utenti<br />

differenti e, nel caso estremo, quando ogni segnale<br />

particolare è inviato ad un siigolo utente; questo chia-<br />

ramente awiene in conversazioni bilaterali, cioè nei<br />

classici sistemi di telecomunicazioni.<br />

In effetti, inviando dappertuito un segnale che abbia<br />

una specifica destiiazione, si produce dispersione di<br />

potenza e di spettro di frequenza. In questo caso, la<br />

soluzione b) è più conveniente perché permette di:<br />

risparmiare potenza da satellite e da tetra concentrando<br />

e focalido l'irradiazione e la captazione del segnale<br />

lungo la direzione di interesse, di riutilizzare le<br />

medesime frequenze su fasci non adiacenti.<br />

Questi vantaggi, tuttavia, vengono raggiunti a costo di<br />

una maggiore complessità e di una flessibilità molto<br />

ridotta. Con riferimento all'ultimo punto, si consideri<br />

ad esempio che la soluzione a), al contrario di b), consente<br />

di cambiare, in un determinato sistema satellitare<br />

anche se gia operativo, il metodo di modulazione e di<br />

accesso senza la necessità di variare il segmento di<br />

spazio.<br />

Broadcasting<br />

Sulla base delle considerazioni precedenti e valutando<br />

le potenzialità dei satelliti che posso essere costnllti e<br />

lanciati ai nostri giorni, è immediato concludere che i<br />

satelliti GEO sono particolarmente adatti ad ofire,<br />

con configurazioni semplici e flessibili, broadcastitig<br />

televisivi con l'impiego di terminali a ridotta apertura<br />

(antenne con diametri di pochi decimetri). La menzionata<br />

flessibilità permette oggi di variare in un deteminato<br />

satellite la trasmissione di segnali visivi da analogica<br />

a digitale, approfittando in questo modo delle tecniche<br />

moderne ed avanzate di compressione a larghezza<br />

di banda. E possibile la allocazione di almeno cinque<br />

canali digitali in vece di un canale analogico.<br />

Comunicazioni bilaterali<br />

Quando, contrariamente al puro broadcasti~~g, è necessaria<br />

la trasmissione di ritorno da un piccolo terminale,<br />

nascono notevoli difficoltà a causa delle limitazioni di<br />

potenza nei terminale stesso. Casi estremi sono :<br />

Catiale di iitortio coli tiiolta riiiriore<br />

capacità rispelto al canale diretto<br />

Questa è una situazione che nasce ad esempio in sistemi<br />

di teleeducazione, quando un segnale video è trasmesso<br />

da un centro di insegnamento ad una comunità<br />

di utenti mentre un segnale audio è messo a disposizione<br />

per una comunicazione di ritorno (per domande,<br />

osservazioni etc.). ,Alcuni sistemi V-SAT, rientrano in<br />

questa categoria. E in effetti la modesta capacità del<br />

canale di ritorno che consente di mantenere entro limiti<br />

accettabili la potenza di trasmissione da piccoli terminali<br />

di terra. Un'ulteriore riduzione di tale potenza<br />

pub essere ottenuta usando un sistema multifascio sul-<br />

I'irplink, a patto che tale riduzione sia così importante<br />

da giustificare l'incremento di complessità.<br />

Figura 3<br />

Funzioni di accesso ed interconnessione in un sistema<br />

multisatellitare: il sistema corrisponde ad una rete<br />

terrestre in cui le stazioni di base, le stazioni<br />

di controllo e le reti di interconnessione sono state<br />

trasferite nello spazio. Una singola stazione gateway<br />

b sufficiente in linea di principio per connettere il<br />

sistema alla rete terrestre (ad esempio la soluzione<br />

IRIDIUM, vedi Tabella I).<br />

Figura 4<br />

Funzione di accesso solo In sistema mutisatellitare:<br />

corrisponde ad una rete terrestre in cui le stazioni<br />

di base sono state trasierite nello spazio (ad esempio<br />

la soluzione Globestar. vedi Tabella I).<br />

Comirriicazioiii bilanciate bilaterali irtente-iriente<br />

Come già rilevato, questa soluzione è tipica di classiche<br />

telecomunicazioni per le quali la soluzione ottimale<br />

in termini di potenza e spettro di frequenza k un<br />

sistema multifascio (o cellulare). Daremo attenzione a<br />

questo aspetto nei prossimi paragrafi. in Figura 2, si fa<br />

riferimento a soluzioni che sono tipiche dei sistemi<br />

GEO e particolarmente di un satellite GEO che serve<br />

una determinata regione.<br />

Se si considerano sistemi multiisatellitari (e questo è<br />

sempre più il caso per sistemi ME0 e LEO) i collegamenti<br />

intersatellitari possono dare la possibilità di

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