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interventi & rubriche<br />
19<br />
Novembre 2009 •<br />
redazione.ilpiave@libero.it<br />
COMITATO IMPRENDITORI VENETI “PIAVE 2000”<br />
Casella postale N.1<br />
31010 PONTE DELLA PRIULA (TV)<br />
Alla cortese att. del Ministro dell’Ambiente, Ministro dell’Interno, Presidente Regione del Veneto e Carabinieri N.O.E.<br />
Ponte della Priula, 07-10-2009<br />
Giornata che ricorda il 438° ann. della vittoria della Serenissima Rep. a Lepanto il 7-10-1571.<br />
E-mail e Fax: ESPOSTO per segnalare il pericolo alluvione in caso di piene del fiume PIAVE.<br />
In riferimento a notizie stampa, si apprende del via libera alle casse di espansione nel medio e basso <strong>Piave</strong><br />
da parte del Consiglio dei Ministri.<br />
Chiedo alle vostre Spettabili Autorità di riflettere con urgenza su quanto è stato deciso, in quanto il progetto<br />
dei Governi di sinistra è stato da tutti contestato e bocciato precedentemente quindi improponibile, perché<br />
fa perdere tempo prezioso e, se realizzato, causerebbe alluvioni e disastri anche peggiori a quelli accaduti<br />
anche recentemente in varie regioni italiane; bastano alcune CONSIDERAZIONI: il fiume <strong>Piave</strong> è a carattere<br />
torrentizio, quindi ha avuto una funzione naturale per millenni scaricando la sua forza nel letto delle<br />
valli montane defluendo nella pianura, uscendo nella stretta gola tra i colli di Colfosco e Nervesa dove la<br />
Serenissima fin dal 1509 (celebre architetto Fra Giovanni Giocondo) realizzò alcune solide arginature e<br />
speroni in croda.<br />
Nella storia si sono susseguite piene storiche ogni 30/50 anni, il 4-11-1966 di 5.500 mc. sec. l’acqua era a<br />
filo argini ed alcuni si sono rotti a tratti da Nervesa a Salgareda; non c’è argine che tenga, anzi basta una<br />
piena anche di circa il 50% del ‘66 per avere problemi, in quanto dal 1966 la situazione OGGI è molto<br />
peggiorata a causa della mancata: manutenzione del letto del fiume, pulizia di piante infestanti fuorilegge,<br />
rettifica ed asporto ghiaie, rinforzo argini e mancata regimentazione delle acque, come previsto dalla<br />
commissione interministeriale DE MARCHI e Convegno a Villa Fianchetti nel 1982 dove tutte le autorità<br />
convenute “gridavano” di far presto per procedere a realizzare opere di laminazione in difesa dei rivieraschi<br />
e di Venezia, per scongiurare la disastrosa alluvione del 4-11-66. Da allora nulla è stato fatto!<br />
Come è possibile realizzare delle casse di espansione a valle di Ponte della Priula a Ponte di <strong>Piave</strong> se nel<br />
‘66 l’acqua era a filo degli argini e in altre zone gli ha scardinati! L’acqua non è comprimibile, quindi in<br />
queste zone sassose permeabili non è possibile alzare le arginature cementificandole, in quanto l’acqua<br />
trafilerebbe sotto gli argini creando dei fontanazzi incontrollabili.<br />
In base a dati delle piccole piene susseguitesi negli ultimi 10 anni ca. di circa 1500/1800 mc. sec., abbiamo<br />
visto che il livello dell’acqua raggiungeva un livello preoccupante tanto che mancava poco a superare l’argine<br />
a Ponte di <strong>Piave</strong>, quindi non ci vuole un esperto per capire che l’acqua non defluisce. E’ chiaro che il<br />
letto del fiume è ostruito da materiali che impediscono il normale deflusso delle acque in caso di piene.<br />
<strong>Il</strong> letto del fiume fino agli anni ‘70 poteva scaricare da Ponte di <strong>Piave</strong> al mare circa 3.000 mc. sec. e a monte<br />
circa 5.000, quindi è evidente che bisogna intervenire con estrema urgenza per rettificare il letto del fiume<br />
e rinforzare gli argini rovinati per riportare il fiume nella situazione degli anni ‘60.<br />
In via urgente progettare dei serbatoi di laminazione a monte da Falzè di <strong>Piave</strong> a Belluno (come quelli<br />
realizzati in Friuli per salvare Motta di <strong>Livenza</strong>) in modo di trattenere per alcuni giorni una possibile piena<br />
che superi i 3.000 mc. sec., dopodiché aprire le paratie per il deflusso.<br />
Esempio: se arrivasse una piena come nel 1966 di 5.500 mc. sec. per la sicurezza dei rivieraschi si devono<br />
trattenere a monte della gola di Falzè di <strong>Piave</strong> 2.500 mc sec. sempre che da Ponte di <strong>Piave</strong> al mare si effettui<br />
la manutenzione e si possano scaricare i 3.000 mc. sec.<br />
Questi dati sono anche riportati in diversi libri di stimati tecnici di ingegneria idraulica e non ci venga detto<br />
che per fare la manutenzione con la rettifica del fiume servano fondi, perché con gli introiti della vendita<br />
delle ghiaie si autofinanzia la riparazione e rinforzo degli argini e speroni.<br />
Fin dagli anni ‘80 ci siamo battuti con le autorità per la sicurezza dei rivieraschi e nel 1994 siamo riusciti,<br />
con un intervento da noi sollecitato: il Ministro Maroni sollecitava il Prefetto di Treviso di creare un gruppo<br />
di lavoro (VISTA L’alluvione in Piemonte) per far partire 27 punti di intervento da Nervesa della Battaglia<br />
a Zenson, ma solo una decina circa sono stati eseguiti con un incasso di circa L. 15.000.000.000, poi il<br />
Governo cadde e, pur avendo la collaborazione e il cambio di 5 Prefetti (che erano a capo del gruppo di<br />
lavoro voluto dal Min. Maroni), in circa 6 anni poco a poco i lavori si assottigliarono.<br />
Riteniamo, dagli studi pubblicati sui nostri libri - autore il M.d.L. Ing. Alfredo Dal Secco - confermata l’importanza<br />
del lavoro svolto (libri, report, studi,ricerche, piante geografiche storiche ecc. depositate presso la<br />
Biblioteca del <strong>Piave</strong> di San Polo di <strong>Piave</strong>) avendo ricevuto i complimenti da luminari idraulici, poiché si<br />
evidenzia che la situazione idraulica del Fiume <strong>Piave</strong> è fuorilegge, sia per il male ambientale dalla presenza<br />
di una boscaglia di piante anche di grosso fusto pericolose per distruggere i ponti, in quanto vengono estirpate<br />
dai vortici in caso di piena e si parano sulle pile dei ponti creando un effetto diga, sia per l’accumulo<br />
di ghiaie derivato dalle brentane e …..(segue parte ris.)<br />
Se nel nostro territorio arrivasse una piena come il 4-11-1966 avrebbe effetti catastrofici, perché il letto del<br />
fiume non è in grado di scaricare come la portata del 1966, quindi la furia dell’acqua scardinerebbe l’arginatura<br />
sinistra da Colfosco - Ponte della Priula al mare; ricordiamo che nel ‘66 l’esercito aveva minato l’argine<br />
(per farlo saltare) di questi paesi per salvare Treviso qualora nella notte continuasse lo scardinamento<br />
dell’argine di Nervesa d. B. poi il livello calò salvando la complessa situazione di pericolo di alluvionare<br />
fino a Conegliano Veneto, Oderzo e al mare.<br />
Si prega di intervenire tempestivamente per allontanare il pericolo di morte e distruzione (in caso di piene)<br />
che porterebbe in caso di piene storiche (a causa del fiume in balia di se stesso) alcuni metri di acqua, fango<br />
e inquinamento nelle città e nei paesi rivieraschi in destra e sinistra <strong>Piave</strong>.<br />
In attesa di risposta, distinti saluti. <strong>Il</strong> Presidente<br />
Diotisalvi Perin<br />
P.s.: Preghiamo vedere i filmati per i problemi di male ambientale<br />
e non con ricerche storiche ecc.. nel WEB youtube digitando:<br />
pericolocaveborgomalanotte o museodelpiavevincenzocolognese<br />
Alluvione del 4 novembre 1966<br />
Le acque hanno rotto e scardinato in più<br />
punti gli argini da Nervesa Della Battaglia<br />
a Ponte di <strong>Piave</strong>, Zenson, Salgareda<br />
ecc.., causando la morte di diverse persone<br />
e ingentissimi danni in vasti territori<br />
rimasti allagati per diverso tempo.<br />
Pensate se sucedesse prossimamente<br />
nel tanto decantato Nord Est, con attività<br />
ad alta tecnologia che verrebbero alluvionate<br />
e sommerse da alcuni metri di<br />
acqua, fango ed inquinamento.<br />
in collaborazione con il<br />
MUSEO DEL PIAVE “VINCENZO<br />
COLOGNESE” Caorera di Vas (BL)<br />
Zenson di <strong>Piave</strong><br />
IL DIRETTORE RISPONDE<br />
Politici a luci rosse<br />
Egregio direttore<br />
In tempi di incontri a luci rosse,<br />
dove la Camera è meno<br />
frequentata di certe camere…<br />
l’ultimo scandalo con protagonista<br />
il presidente della regione<br />
Lazio, ha lasciato il segno.<br />
Beh, fra l’accoppiarsi con una donna e il partecipare a dei coca party con dei transessuali forse<br />
qualche differenza c’è. Non a caso Marrazzo ha ritenuto subito, di sua spontanea volontà, di dimettersi.<br />
Ma al di la di qualsiasi considerazione di natura sessuale, la questione è la seguente: la<br />
vita privata di un personaggio pubblico deve essere privata o di dominio pubblico? Ed è giusto che<br />
la vita privata possa interferire in quella pubblica fino a rovinare la carriera di un uomo. In teoria<br />
no. Almeno così abbiamo sempre inteso fino a ieri. Ma in questi ultimi tempi sta cambiando. I casi<br />
Berlusconi, Boffo, Marrazzo, pur nella loro diversità, sono gli esempi più eclatanti. E se cambiare<br />
la società che alimenta il mondo mediatico è difficile, se non impossibile, allora è necessario<br />
interpretare il cambiamento. Ai politici non resta che prendere atto che la privacy non esiste più,<br />
che viviamo – piaccia o no - in un grande reality. Se sei un personaggio pubblico devi vivere la<br />
tua vita privata comode se fosse pubblica. Pena la morte, politica e morale. Queste sono le nuove<br />
regole del gioco.<br />
Alessandro Biz<br />
fUORI E DENTRO IL BANALE QUOTIDIANO<br />
E se oggi fosse l’ultimo giorno?<br />
Ogni giorno siamo presi<br />
da ciò che dobbiamo,<br />
vogliamo e possiamo<br />
fare. Questo almeno per la<br />
maggior parte delle persone che<br />
al mattino iniziano una nuo-<br />
va giornata. L’eventualità che<br />
proprio oggi potrebbe essere<br />
l’ultimo giorno della nostra esistenza<br />
potrebbe cambiare la nostra<br />
mentalità. Diversi modi di<br />
reagire. Rinnegare la nostra esi-<br />
stenza, staccarcene oppure fare<br />
le solite cose fino alla fine per<br />
l’impossibilità di comprendere<br />
ciò che sta per accaderci.<br />
Eugenio Morelli<br />
In un mondo così, impariamo dai lupi<br />
che sanno aiutarsi e fare branco<br />
Che strano paese è l’Italia<br />
spesso accadono cose<br />
che hanno qualche cosa<br />
di irreale, incredibilmente assurde<br />
che sembrano uscite da<br />
qualche testa di legno o peggio<br />
ancora da qualche mente perversa.<br />
Possono cambiare i governi<br />
(credo siano una sessantina<br />
dal ’48 ad oggi), ma la musica<br />
non cambia a dettare le regole è<br />
sempre e solo il dio denaro e se<br />
ti trovi per assurdo tagliato fuori,<br />
sei fregato, non conti nulla,,<br />
sei emarginato.<br />
Se poi per un qualsiasi motivo<br />
dovessi perdere il posto di lavoro,<br />
puoi bussare a tutte le porte,<br />
alle Istituzioni, ma troverai solo<br />
ed esclusivamente promesse ed<br />
illusioni.<br />
Non hai qualche santo in paradiso<br />
o non sei amico di qualche<br />
“potente”? Peggio per te .<br />
Politicanti da strapazzo che magari<br />
illudono i giovani durante i<br />
convegni o nei circoli, ma che<br />
in concreto nulla fanno per loro,<br />
per aiutarli nelle politiche sociali<br />
o quant’altro.<br />
Istituzioni dotate di completa<br />
cecità e di demenzialità nei confronti<br />
di persone, e sono molte,<br />
come chi scrive il quale a causa<br />
di un infortunio con conseguente<br />
invalidità, si vede umiliato<br />
ogni qual volta tende di bussare<br />
a qualche porta.<br />
Marrazzo ha scelto di dimettersi<br />
mentre Berlusconi è ancora<br />
al proprio posto. Perché?.<br />
C’è forse qualche differenza<br />
di…sesso?<br />
Giovanni Neri<br />
e-mail<br />
Mentre agli extracomunitari,<br />
per il solo fatto di prolificare figli,<br />
vengono dati più aiuti.<br />
Conosco ragazzi caduti per i<br />
più validi motivi nel tunnel della<br />
droga, ma lasciati all’angolo<br />
perché tanto sono un peso per<br />
la società:” che si arrangino, per<br />
loro non c’è posto”.<br />
E noi cittadini continuiamo ad<br />
andare a votare ed ogni volta ci<br />
illudiamo, con la penna, di cambiare<br />
le cose, ma loro( i politici)<br />
fanno come il” gattopardo” di<br />
Tommasi di Lampedusa ovvero<br />
cambiare tutto perché nulla<br />
cambi. Devo anche dire che è<br />
anche un po’ colpa nostra, perché<br />
alle volte non siamo uniti<br />
e solidali tra di noi invece bi-<br />
sognerebbe imparare dai lupi<br />
i quali per difendere il proprio<br />
territorio si alleano tra loro e<br />
scelgono un capo che li possa<br />
difendere da eventuali sgradite<br />
intenzioni,.<br />
Ecco se anche noi facessimo<br />
come queste straordinarie bestie,<br />
potremo forse un giorno<br />
cambiare questo povero e disgraziato<br />
Paese pieno di risorse<br />
con gente nuova pulita che possa<br />
rispondere del proprio operato<br />
e non più come la maggior<br />
parte dei governanti che quotidianamente<br />
mettono in crisi il<br />
sistema illudendo i poveri cittadini<br />
con menzogne e falsità .<br />
vivi e lascia vivere!<br />
Richard Vanderhoeven