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Semeiotica Fabris.pdf - AppuntiMed

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Prof. <strong>Fabris</strong><br />

<strong>Semeiotica</strong><br />

Il primo punto importante da valutare nell’esame obiettivo generale sono i segni vitali:<br />

1) polso arterioso ⇒ informativo sulle caratteristiche dell’apparato circolatorio del paziente<br />

2) pressione arteriosa ⇒ può essere troppo alta (edema polmonare) o bassa (shock ipovolemico)<br />

3) respiro ⇒ ci può essere dispnea, iperventilazione…<br />

4) febbre ⇒ possibile quadro di sepsi. Se ne parlerà nella sezione dedicata<br />

Si tratta di valutare questi parametri, che in pazienti con particolari criticità dovrebbero essere mantenuti stabili.<br />

Polso Arterioso<br />

Un esame meticoloso del polso è a basso costo ed alta resta per<br />

quanto riguarda le informazioni che si possono derivare sul<br />

sistema circolatorio. Rappresenta quindi il primo e più semplice<br />

approccio al malato, simbolicamente è una manovra semeiologica utile<br />

a far capire al paziente che vi state prendendo cura di lui.<br />

Definizione<br />

E’ una variazione pressoria corrispondente all’onda sfigmica<br />

generata dalla sistole cardiaca, trasmessa nel sistema vascolare e<br />

percepibile sui vasi periferici sotto forma di “pulsazione”.<br />

Si distinguono le onde…<br />

a ⇒ anacrote: fase ascendente. Il piede, all’origine dell’onda a,<br />

corrisponde alla sistole, ed alla PMIN (diastolica)<br />

b ⇒ plateau: ci troviamo in questo momento alla PMAX (sistolica)<br />

c ⇒ onda dicrota: chiusura delle valvole semilunari. Percepibile<br />

al polso solo in condizione particolari quali<br />

- Ammalati Infettivi Acuti<br />

- Ipotensione arteriosa<br />

- Anemici<br />

Corrisponde al secondo tono cardiaco.<br />

d ⇒ onda catacrota: sostanzialmente è la fase discendente,<br />

l’onda dicrota s’inserirebbe come una<br />

incisura all’interno di questa.<br />

Nb: può essere utile a distinguere i diversi toni la contemporanea auscultazione e palpazione del polso.<br />

Giuseppe Marini: <strong>Semeiotica</strong> <strong>Fabris</strong> (a.a. 2009 / 2010) 1


Ovviamente si può rilevare il polso in numerose sedi:<br />

- carotideo<br />

- temporale: importante solo in clinica. Può essere espressione dell’arterite temporale di Horton, una<br />

patologia di tipo infiammatoria, che si caratterizza per un aspetto indurito, serpiginoso di questa<br />

arteria<br />

- radiale<br />

- brachiale (nella piega del braccio)<br />

- femorale (nell’inguine)<br />

- popliteo (nell’incavo del ginocchio… auguri!)<br />

- dorsale del piede<br />

- tibiale posteriore (a livello del tallone)<br />

La determinazione di questi polsi periferici è importante per valutare eventuali sindromi ischemiche,<br />

trombotiche… ovunque ci sia un possibile blocco del circolo.<br />

Fattori determinanti il polso ⇒ informazioni deducibili<br />

1) gittata ⇒ sulla gittata stessa / energia contrattile / frequenza e ritmicità cardiaca<br />

2) elasticità arterie ⇒ stato anatomico del vaso<br />

3) resistenze periferiche ⇒ pervietà dell’arteria<br />

4) volume ematico ⇒ sulla volemia stessa<br />

5) viscosità ematica<br />

Polso Radiale<br />

Si esercita una leggera pressione a livello dell’arteria radiale sinistra con il 2° 3° e 4° dito destri… al di sopra<br />

dell’apofisi stiloide del radio.<br />

Viene percepito come sollevamento della parete. Se l’onda sfigmica viene generata dall’azione cardiaca si ha<br />

una latenza, che sarà minima a livello radiale, più evidente man mano che il distretto si fa più periferico…<br />

ricordiamo che l’onda ha una diffusione che si attesta su 4,5m/s…<br />

Il polso, come già detto, presenta un’onda detta dicrota, che se rilevata determina un polso, appunto, dicroto:<br />

questo è permesso dall’ipotonia della parete arteriosa, che facilita la trasmissione di questa “onda di rimbalzo”<br />

che può essere così sensata dall’osservatore<br />

§<br />

Caratteristiche del Polso<br />

Frequenza, ritmo, uguaglianza, ampiezza, tensione, consistenza, durata, simmetria.<br />

Frequenza<br />

E’ la cosa più semplice ed immediata. Viene detta frequenza di polso, che può coincidere, ma non è sinonimo di<br />

frequenza cardiaca: vari fenomeni possono influire sulla conduzione delle onde, nel qual caso si parla di deficit<br />

di polso… Per quanto riguarda i valori normali bisogna tenere conto di alcune cose…<br />

» maschi adulti: 60/80 BPM<br />

» donne & bambini: battiti leggermente più elevati (90-100 nel bambino)<br />

» situazioni fisiologiche: possono provocare iper/ipostimolo del tono vagale o di altri sistemi di<br />

controllo (pasto, sonno, attività fisica, emozioni…)<br />

tachisfigmia ⇒ 80+ BPM. Può originare da..<br />

• febbre: normalmente +10BPM = + 1°C<br />

• ipertiroidismo<br />

• embolia polmonare<br />

• miocarditi, pericarditi, insufficienze cardiache: il miocardio non avrà più la stessa energia<br />

contrattile, e cerca di sopperire la mancanza di<br />

gittata con un aumento di frequenza.<br />

• tachicardia parossistica: 150+ battiti al minuto. Il rilievo del polso è patognomonico, esordio<br />

improvviso e brusca cessazione sono segni di conferma<br />

Giuseppe Marini: <strong>Semeiotica</strong> <strong>Fabris</strong> (a.a. 2009 / 2010) 2


adisfigmia ⇒ 60 - BPM<br />

• stimolazione vagale<br />

» meccanica: ipertensione endocranica<br />

» umorale: digitalici, ittero occlusivo<br />

» riflessa: del seno carotideo, a partenza viscerale<br />

• shock<br />

• disturbi di conduzione seno-atriale o atrio-ventricolare<br />

Nb: bradisfigmia ≠ bradicardia, possono essere separate: nel bigeminismo extrasistolico si ha un deficit di<br />

polso: le extrasistoli sono così deboli da non essere rilevabili in periferia<br />

Ritmo<br />

E’ così definito se gli intervalli fra le singole pulsazioni sono costantemente della stessa durata. Talvolta il<br />

polso può apparire ritmico in condizione di aritmia cardiaca:<br />

» flutter atriale a conduzione regolare (⇒ intervalli R-R regolari, 1 battito ogni 3)<br />

» dissociazione atrio ventricolare completa<br />

Nb: aritmia respiratoria: si manifesta con lieve incremento della frequenza durante l’inspirazione<br />

ed una lieve diminuzione di frequenza durante l’espirazione. Questa aritmia<br />

scompare in apnea<br />

è benigna<br />

frequente in bambini / giovani (


Uguaglianza<br />

Ci riconduce ad una genesi e ci fa capire quanto bene funziona il cuore. L’uguaglianza è tale quando tutte le<br />

pulsazioni palpabili hanno la stessa ampiezza, nel qual caso l’energia di contrazione è sempre uguale, quindi le<br />

capacità contrattili dell’organo sono integre. Diverse ampiezze generano un polso diseguale:<br />

Ampiezza<br />

» polso alternante: abbastanza raro: battiti ritmici alternativamente più o meno ampi. E’ una grave<br />

alterazione della capacità contrattile del cuore. Il metodo più efficace per<br />

rilevarlo è durante la misurazione auscultatoria della pressione, ma se PSIST<br />

varia oltre un range di 20 mmHg allora è anche apprezzabile alla palpazione<br />

del polso periferico.<br />

infarto miocardico<br />

miocarditi<br />

cardiopatia intensiva<br />

L’alternanza si potrebbe spiegare invocando la legge di Maestrini-Starling: il<br />

battito più forte sarebbe dovuto al maggior carico diastolico che consegue alla<br />

precedente sistole insufficiente…<br />

Ben diverso dall’extrasistolia (polso bigemino p.es), dove si hanno onde<br />

diseguali (più piccole p.es) associate ad una pausa compensatoria che genera<br />

una diastole dilatata.<br />

» polso paradosso di Kussmaul detto anche pulsus inspiratione intermittens è un polso<br />

disuguale caratterizzato da cicliche variazioni d’ampiezza in relazione al<br />

respiro; si definisce tale se la caduta pressoria dovuta alla inspirazione<br />

supera i 10mmHg, soglia entro la quale l’oscillazione è presente in molti<br />

soggetti sani.<br />

Sostanzialmente l’insufflazione genera un sequestro vascolare (pooling)<br />

sanguigno che determina un minor afflusso al cuore sinistro, che<br />

sorprendentemente avviene anche in casi di tamponamento cardiaco<br />

⇒ gittata meno potente; può arrivare a -20 / -40 mmHg in caso di…<br />

Asma bronchiale<br />

Versamenti pericardici<br />

Enfisema polmonare grave<br />

Maggiore o minore grado di espansione dell’arteria sotto l’onda di pressione: dipende da:<br />

contrazione ventricolare<br />

VCE<br />

elasticità e tono della parete arteriosa<br />

1) polso ampio (pulsus magnus)<br />

a. ipertrofia ventricolare sinistra, in perfetto compenso (insuff. aortica, ipertensione…)<br />

b. bradicardia: la sistole è più ampia perché la diastole dura di più e quindi si ha un maggior<br />

riempimento delle camere cardiache. Nei blocchi A-V si dice che il polso diventa<br />

“solenne”<br />

c. pletore: come conseguenza ad aumentata VCE (la pletora è l’aumento inusuale di VCE)<br />

d. fisiologicamente: sforzi fisici o emozioni<br />

Giuseppe Marini: <strong>Semeiotica</strong> <strong>Fabris</strong> (a.a. 2009 / 2010) 4


2) polso piccolo (pulsus parvus)<br />

a. Deficiente gittata sistolica<br />

- tachicardie parossistiche della stenosi mitralica<br />

- stenosi mitralica<br />

- pericarditi<br />

b. Debole contrazione miocardica<br />

- miocarditi<br />

- infarti miocardici<br />

c. Ipovolemia<br />

Il polso quindi può variare da una condizione di polso ampio > normale > piccolo > filiforme …<br />

Tensione<br />

E’ in rapporto con la pressione, che è presente all’interno dell’arteria che si palpa. Si valuta esercitando con il<br />

polpastrello dell’anulare una compressione sull’arteria radiale, e si accerta con l’indice e il medio quando l’onda sfigmica<br />

scompare: maggiore è la pressione necessaria maggiore la pressione arteriosa.<br />

Questo presupponendo l’assenza di compromissioni strutturali del vaso che possano influire sulla sua elasticità<br />

1) polso teso ⇒ ipertensioni arteriose (polso a filo di ferro)<br />

2) polso molle ⇒ ipotensione arteriosa; spesso appare come dicroto: si rilevano cioè due sollevamenti, uno<br />

maggiore ed uno minore, corrispondente alla chiusura delle semilunari<br />

⇒ ampiezza e tensione sono due informazioni che integrate possono essere molto importanti:<br />

• piccolo e molle ⇒ grave compromissione della portata circolatoria e della capacità di contrazione del<br />

miocardio, all’estremo se il polso è filiforme<br />

• piccolo e teso ⇒ può essere dovuto alle gravi ipertensioni, testimoniando la scarsa capacità del vaso di<br />

espandersi sotto l’onda pressoria..<br />

consistenza<br />

• dura ⇒ alterazioni sclerotiche e clacifiche causano tortuosità, irrigidimento… il polso diventa meno<br />

palpabile, meno sensibile alla pressione digitale<br />

• a trachea di pollo ⇒ nel caso di arteriosclerosi avanzata, facendo scorrere le dita leggermente sul vaso,<br />

si possono apprezzare delle piccola calcificazioni circolari talvolta rilevabili anche<br />

attraverso RX, stranamente simili ad una trachea di pollo, appunto (o ad un rosario).<br />

Durata<br />

Sarebbe il tempo fra l’inizio dell’anacrote e la fine della catacrote, rilevabile con precisione tramite<br />

sfigmogramma periferico, ma anche alla palpazione, con un po’ di esperienza.<br />

• polso celere: può essere dovuto a due cause, principalmente:<br />

svuotamento ventricolare eccessivamente rapido<br />

diminuzione delle resistenze periferiche<br />

» insufficienza aortica: polso di Corrigan: l’anacrote è particolarmente breve, a causa<br />

della energica e rapida contrazione ventricolare, ed al conseguente<br />

reflusso aorto ventricolare proto diastolico che rende breve la<br />

catacrote. E’ detto anche polso “a testa d’ariete”<br />

» stati febbrili<br />

» morbo di Basedow - Graves (malattia autoimmune tiroidea)<br />

» Nevrosi<br />

• Polso Tardo<br />

» Stenosi Aortica: lento e difficile svuotamento del ventricolo sinistro per l’ostacolo<br />

infundibolare ed ostiale. Crea un anacrotismo del polso, cioè<br />

un’incisura nella branca ascendente.<br />

• Polso piccolo & tardo: Stenosi Aortica Grave. L’onda che s’incide nell’anacrote (durante la sistole),<br />

causa il polso bispheriens, caratterizzato dal succedersi di<br />

- un’onda di percussione<br />

- un’onda di reflusso<br />

ne sono causa comune (1)stenoinsufficienza aortica (2)insufficienza aortica,<br />

(3)cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva, (4)attività fisica (a volte). Può essere palpato più<br />

facilmente nella carotide, e dipende da una gittata sistolica elevata…<br />

Giuseppe Marini: <strong>Semeiotica</strong> <strong>Fabris</strong> (a.a. 2009 / 2010) 5


Simmetria<br />

Va ovviamente valutata tra due polsi omologhi; Se si ha asimmetria si deve sospettare:<br />

- anomalia di decorso dell’arteria radiale<br />

- ostruzione a monte data da processi arteriosclerotici o embolici<br />

- anomalia dell’arco aortico (congenita o acquisita)<br />

- TOS (Toracic Outolet Syndrome) o Costa Cervicale o Sindrome dello Scaleno:<br />

consiste sostanzialmente in una compressione del fascio neuromuscolare<br />

dell’arto superiore.<br />

Inoltre i polsi femorali vanno sempre valutati entrambi sia per l’ampiezza che per il tempo d’arrivo…<br />

§<br />

Polso Bifido<br />

Si definisce come qualunque polso nel quale si possano rilevare due<br />

punte, due battiti.<br />

di percussione<br />

di trasmissione o di marea (o di reflusso ?)<br />

durante la sistole ⇒ polso bispheriens / anacroto<br />

durante la diastole ⇒ polso dicroto<br />

Polso Anacroto<br />

Tipicamente rilevato a livello carotideo presenta due punte sistoliche per<br />

la presenza di una incisura molto marcata nella branca ascendente,<br />

definita appunto anacrota, che tuttavia è spesso difficile da rilevare.<br />

Dato per assodato che questa situazione si rileva quasi sistematicamente nella stenosi aortica, si è visto come la<br />

vicinanza di quest’onda al piede del polso sarebbe direttamente proporzionale alla gravità della stenosi.<br />

Ci sono due spiegazioni possibili<br />

rimbalzo: l’onda anacrota sarebbe frutto del rimbalzo della parete dell’aorta legata alla sua rapida<br />

espansione, che provocherebbe un fenomeno di vuoto e di risucchio<br />

valvola stenotica: in sostanza il primo picco sarebbe dovuto alla contrazione ventricolare contro la<br />

valvola, che ancora non si apre, il secondo al lento efflusso di sangue dalla camera<br />

ventricolare<br />

Polso Dicroto<br />

E’ rappresentato da una esacerbazione dell’incisura dicrota, che avviene dopo il secondo tono cardiaco,<br />

diversa quindi dal polso Bispheriens: li si può distinguere perché il secondo (bispheriens) essendo sistolico non<br />

viene cancellato nonostante una forte pressione sul vaso; al contrario, il polso dicroto, essendo diastolico, viene<br />

cancellato comprimendo il vaso.<br />

Giuseppe Marini: <strong>Semeiotica</strong> <strong>Fabris</strong> (a.a. 2009 / 2010) 6


§<br />

Respiri Patologici<br />

Respiro di Cheyne Stokes<br />

E’ una dinamica tipica del sonno REM, ma al di fuori di<br />

questa evenienza è riconducibile ad una diminuita eccitabilità<br />

del centro respiratorio.<br />

La ventilazione prima cresce e poi decresce fino ad un periodo<br />

di apnea più lungo del normale, quindi l’accumulo di CO2 porta ad una stimolazione dei centri respiratori che<br />

provoca una ripresa dell’attività ventilatoria.<br />

Può essere indotto da:<br />

lesioni cerebrali<br />

• del centro respiratorio<br />

• diffuse<br />

ritardo nel trasporto di gas polmoni-encefalo (insufficienza cardiaca grave)<br />

intossicazione da oppiacei<br />

Respiro di Kussmaul<br />

E’ caratterizzato da una profonda e rumorosa<br />

inspirazione, da una pausa inspiratoria, una espirazione<br />

breve, ed una pausa respiratoria assai prolungata.<br />

Tipico di alcuni stati di acidosi<br />

Respiro di Biot<br />

Esprime sofferenza del centro respiratorio,<br />

alternando apnea a periodi di ventilazione normale.<br />

Ha un cattivo significato prognostico:<br />

- meningiti, encefaliti<br />

- tumori cerebrali<br />

- edema cerebrale<br />

Respiro Dissociato o Atassocinetico di Grocco<br />

Dipende dall’incoordinazione costo frenica, cioè dal mancato sincronismo fra la contrazione dei muscoli<br />

diaframmatici e della parete toracica.<br />

E’ di prognosi severa, perché denota un profondo turbamento bulbare.<br />

Respirazione Stertorosa<br />

“Stertor” = russare. E’ il tipico respiro predittivo di fine imminente di tipo rumoroso, accompagnato da rantolii.<br />

Giuseppe Marini: <strong>Semeiotica</strong> <strong>Fabris</strong> (a.a. 2009 / 2010) 9


Dispnea<br />

La dispnea è importantissima per la frequenza e le modalità con cui si presenta. E’ principalmente soggettiva:<br />

è il paziente che la comunica, con termini non tecnici (come sempre). E’ anche un segno nel momento in cui sia<br />

visibile all’esterno oggettivamente.<br />

Sgradevole sensazione soggettiva di affanno o difficoltà respiratoria non dolorosa. O meglio, sono due cose<br />

separate: il dolore non la esclude, ma non è collegato. Si tratta di una modalità di respirazione avvertita dal<br />

soggetto come faticosa e tomentosa, compiuto con l’intervento dei muscoli respiratori ausiliari o accessori.<br />

Classificazione delle Dispnee<br />

1) Eziopatogeneticamente / Fisiopatogeneticamente (dispnea da…)<br />

a. anemia<br />

b. alterazioni (del, di, dei..)<br />

• centro del respiro (meccaniche, chimiche…)<br />

• muscoli (paralisi del diaframma, tetania..)<br />

• apparato respiratorio (ostacolo delle vie aeree bronchiali, polmonari… )<br />

• apparato cardiovascolare: insufficienza cardiaca<br />

• aria atmosferica (ipossia, alta quota…)<br />

2) fase del ciclo respiratorio<br />

a. inspiratoria<br />

b. espiratoria<br />

c. mista<br />

3) condizioni d’insorgenza<br />

a. da decubito<br />

b. da sforzo<br />

c. accessionale o parossistica<br />

d. a riposo o continua<br />

4) Temporale<br />

a. acuta: il paziente non riesce a respirare, è una situazione di emergenza, che in alcuni casi può<br />

portare alla tracheotomia d’urgenza<br />

dispnea inspiratoria: estrema difficoltà ad inspirare<br />

capo iperesteso<br />

stridore inspiratorio<br />

tirage: rientramento di giugulo e fosse sopraclavicolari<br />

modificazione della voce<br />

cianosi<br />

turgore delle vene del collo<br />

tachicardia, ipotensione<br />

reazioni allergiche cutanee: orticarie…eritemi…<br />

Nb: il paziente va prima di tutto messo in sicurezza, quindi una laringoscopia o una<br />

broncoscopia possono identificare il corpo estraneo, se è facilmente estraibile si procede,<br />

altrimenti s’intuba e poi ci si pensa.<br />

Può avere diverse origini (3: 4,5,3)<br />

• vie aeree superiori<br />

- Corpi estranei<br />

- Patologie laringee (infettive p.es)<br />

- Edema della glottide:<br />

a. puntura di insetto<br />

b. allergie (alimenti, farmaci, vaccini, sieri…)<br />

c. edema di Quinke<br />

d. malattie linfo proliferative<br />

- Neoplasie<br />

Giuseppe Marini: <strong>Semeiotica</strong> <strong>Fabris</strong> (a.a. 2009 / 2010) 10


. cronica<br />

• polmone<br />

• cuore<br />

- Pneumotorace<br />

- Tromboembolia polmonare<br />

- Polmonite<br />

- Asma bronchiale<br />

- Acute Respiratory Distress Syndrome: danno diffuso dei capillari alveolari<br />

determinante grave insufficienza<br />

respiratoria con ipossiemia arteriosa<br />

refrattaria alla somministrazione di ossigeno<br />

- Asma cardiaca<br />

- Dispnea parossistica notturna<br />

- Edema polmonare acuto<br />

• malattie cardiovascolari<br />

- riduzione della gittata cardiaca<br />

- PVENOSA polmonare ↑<br />

- Shunt destro - sinistro<br />

- Pericardite Ostruttiva<br />

• sindrome da iperventilazione<br />

• disturbi psichici<br />

• gravidanza<br />

• altro… (acidosi, lesioni cerebrali, ipertiroidismo…)<br />

• retrazioni cicatriziali: intubazioni croniche, operazioni…<br />

ci saranno quindi diverse malattie dell’apparato respiratorio di tutti gli ambiti possibili:<br />

- vie aeree<br />

- parenchimali<br />

- vascolari<br />

- pleuriche<br />

- della parete toracica<br />

• asma bronchiale: tipicamente espiratoria; la diagnosi è accessionale (in pazienti con<br />

anamnesi propria e familiare di malattie allergiche: raramente si<br />

assiste al primo episodio ed è pertanto possibile raccogliere la storia di<br />

analoghe crisi). Si assiste ad un sibilo che spesso si sente bene:<br />

il paziente risulta piegato in avanti con torace in atteggiamento<br />

inspiratorio, spesso si accompagna a tosse secca. La diagnosi è<br />

tipicamente clinica, ma si può servire di<br />

» Prove Spirometriche<br />

» RX toracico: appiattimento diaframmatico con iperinflazione<br />

» Prove Allergometriche (IgE sieriche, RAST, eosinofili…)<br />

» Emogasanalisi: permette di valutare con precisione il grado<br />

di ipossiemia, e in di alcapnia. Da un punto<br />

di vista della prognosi è meglio trovare il<br />

paziente ipocapnico.<br />

Giuseppe Marini: <strong>Semeiotica</strong> <strong>Fabris</strong> (a.a. 2009 / 2010) 11


• BPCO (Bronco Pneumopatie Croniche Ostruttive): si ha dispnea cronica, con tosse ed<br />

espettorato, con anamnesi di fumo di sigaretta o polluzione ambientale; rientrano<br />

in questa definizione patologie come:<br />

a. bronchite cronica<br />

b. brochiectasie, caratterizzate da rumori umidi alle basi polmonari<br />

c. enfisema: può essere favorito da fattori genetici<br />

In pazienti affetti da BPCO è possibile vedere:<br />

quadro clinico con dispnea da sforzo ingravescente nel tempo<br />

quadro auscultatorio caratterizzato da polmone quasi silente (murmure<br />

diminuito: enfisema e grave broncoostrizione), con<br />

rantoli (crackles: umidi) e ronchi.<br />

infezioni intercorrenti, che causano una variazione del quadro, con<br />

caratteri purulenti dell’escreto e suo aumento,<br />

associato a febbre.<br />

riacutizzazioni che possono manifestarsi in modo simile all’asma<br />

bronchiale, come dispnea espiratoria<br />

eventuali esami strumentali possono essere..<br />

» RX Torace: si evidenziano peribronchite, bronchi ectasie,<br />

enfisema polmonare<br />

» ECG: deviazione assiale dx, P polmonari, bassi voltaggi<br />

nell’enfisema<br />

Nel quadro delle BPCO si riconoscono quindi due tipi fondamentali di pazienti:<br />

Pink Puffer ↓ blue bloater ↓<br />

Prevale la componente enfisematosa:<br />

• in genere longilinei<br />

• iper distensione del torace (a botte)<br />

• dispnea da sforzo variabile<br />

• tosse ed espettorato di modesta entità<br />

• Non cianotici<br />

• respirano classicamente a labbra<br />

socchiuse con espirazione prolungata<br />

prevale la componente ostruttivo -<br />

iper secretoria<br />

• tosse / espettorato di tipo mucoso<br />

o purulento<br />

• ipossiemia & cianosi<br />

• Dispnea spesso presente<br />

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Malattie dell’Interstizio Polmonare<br />

Sono malattie croniche caratterizzate dalla infiammazione e degenerazione dell’interstizio polmonare.<br />

A ciò consegue una perdita funzionale di unità alveolo capillari.<br />

quadro clinico: nelle malattie trattate in questo raggruppamento è estremamente costante:<br />

a. dispnea da sforzo: sintomo d’esordio più frequente accompagnata da.. a<br />

b. affaticabilià̀ e malessere durante le attività quotidiane;<br />

c. tosse non produttiva<br />

d. altri sintomi (rari): dolori toracici aspecifici, emoftoe, febbricola, calo ponderale…<br />

esame obiettivo<br />

a. rantolii crepitanti alla base del polmone (a strappo di velcro), di tipo tele inspiratorio<br />

b. ippocratismo digitale (in fase avanzata)<br />

Gli esami laboratoristici possono essere..<br />

» RX torace: presenza di reticolo-nodulia diffusa (non sempre)<br />

» Test funzionali polmonari: sindrome restrittiva ed alterazione della diffusione alveolo capillare<br />

» Emogasanalisi: ipossiemia aggravata dall’esercizio, ipocapnia<br />

Embolia Polmonare<br />

Quadro clinico:<br />

a. dispnea improvvisa a riposo, apparentemente inspiegabile, può accompagnarsi a…<br />

b. tosse & emoftoe (espettorato rosso chiaro, schiumoso e frammisto a muco in seguito<br />

ad un colpo di tosse)<br />

c. dolore toracico di tipo pleuritico<br />

Nell’embolia massiva il quadro è drammatico, con<br />

d. dolore toracico a tipo infarto del miocardio o dissecazione aortica<br />

e. grave dispnea<br />

f. sincope & shock<br />

Risk Factors:<br />

a. TVP<br />

b. lungo allettamento<br />

c. periodo post-operatorio<br />

Esame obiettivo: in genere povero:<br />

a. tachipnea<br />

b. tachicardia<br />

c. segni di insufficienza acuta del ventricolo destro<br />

esami strumentali associati…<br />

» ECG<br />

» Emogasanalisi<br />

» Scintigrafia polmonare<br />

Pneumotorace (PNX) Spontaneo<br />

Quadro Clinico<br />

a. dispnea acuta dopo un colpo di tosse o uno sforzo<br />

b. dolore toracico<br />

Risk Factors: tipico di soggetti leptosomici (longilinei) talvolta con storia di PNX recidivanti<br />

E.O.: caratteristico, accertamento tramite RX del torace<br />

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Malattie della Gabbia Toracica e dei Muscoli Respiratori<br />

Sono rari i casi in cui la dispnea ha questa origine.<br />

1) Malattie della gabbia<br />

solitamente ben visibili all’Esame Obiettivo<br />

a. spondiliti<br />

b. petto excavato (patologia in genere congenita)<br />

c. cifoscoliosi: se grave può portare a insufficienza respiratoria e cuore polmonare<br />

2) Malattie Neuromuscolari<br />

normalmente però i sintomi respiratori sono evidenti in una seconda fase, e prevalgono inizialmente quelli di altri<br />

gruppi muscolari<br />

a. insufficienza respiratoria<br />

b. dispnea<br />

Malattie Cardiache<br />

Quadro Clinico (tipi di dispnea)<br />

a. dispnea da sforzo ingravescente nel tempo, fino ad arrivare ad…<br />

b. ortopnea<br />

c. dispnea parossistica notturna<br />

Patogenesi<br />

a. ipertensione arteriosa<br />

b. vizi valvolari (mitralici o aortici)<br />

c. infarto miocardico<br />

d. cardiomiopatie<br />

E.O.<br />

profilo auscultatorio<br />

a. rantolii polmonari in zone declivi (sono rumori umidi: versamenti…)<br />

b. sibli inspiratori ed espiratori: asma cardiaca 2<br />

c. aritmie, soffi: tipicamente il ritmo di galoppo (terzo tono cardiaco: S3)<br />

possibili segni<br />

d. cianosi<br />

e. edemi declivi<br />

f. turgore delle giugulari<br />

g. epatomegalia (fegato da stasi)<br />

esami strumentali / di lab<br />

a. RX toracico:<br />

• cardiomegalia<br />

• segni di congestione del circolo polmonare<br />

• edema interstiziale<br />

• ridistribuzione del flusso verso gli apici<br />

• versamenti pleurici scissurali o basali<br />

b. Ecocardiogramma<br />

• vizi valvolari<br />

• ipocinesia<br />

• versamento pericardico<br />

• ipertrofia ventricolare<br />

c. ECG<br />

• cardiopatie pre esistenti (infarti, ipertrofie, P mitraliche…)<br />

• infarto, aritmie acute<br />

2<br />

bronco costrizione causata dalla riduzione del lume delle piccole vie aeree e dei bronchioli per edema<br />

Giuseppe Marini: <strong>Semeiotica</strong> <strong>Fabris</strong> (a.a. 2009 / 2010) 14


Edema Polmonare Acuto<br />

Da un punto di vista fisiopatogenetico può dipendere da:<br />

• malattia cardiaca pre esistente: stenosi mitralica (⇒ congestione delle vene)<br />

• evento acuto: infarto miocardico, aritmie<br />

Fisiopatologia<br />

prime fasi: edema interstiziale<br />

a. tachipnea<br />

b. ipossia<br />

c. ipocapnia (PCO2↓)<br />

d. RX<br />

• strie (lines) di Kerley (imm)<br />

• perdita di definizione delle impronte<br />

vascolari<br />

stadio avanzato: edema alveolare<br />

e. ipercapnia<br />

f. acidosi (deriva dall’ipossia evidentemente)<br />

g. RX<br />

• distribuzione del flusso ematico polmonare agli apici<br />

• comparsa di trasudato polmonare a farfalla (più denso sugli ili)<br />

Quadro Clinico: in funzione della gravità dell’evento. Può essere drammatico:<br />

a. cianosi<br />

b. posizione seduta (assunta spontaneamente)<br />

c. paziente visibilmente sofferente<br />

d. sudorazione profusa<br />

e. tosse<br />

• non produttiva normalmente, accentuata in clinostatismo<br />

• con emissione di schiuma rosea nei casi peggiori (emoftoe)<br />

f. pressione arteriosa<br />

• alta ⇒ insufficienza sinistra secondaria ad ipertensione<br />

• bassa ⇒ prognosi meno favorevole<br />

profilo auscultatorio<br />

a. rantoli 3 & ronchi in tutti gli ambiti: dalla base agli apici<br />

b. broncospasmo (raro)<br />

esami<br />

a. ECG: può dirimere dubbi sull’origine (infarti, aritmie, blocchi…)<br />

Ortopnea<br />

E’ una dispnea che insorge rapidamente (minuti) passando da una posizione ortostatica in una clinostatica, per<br />

cui si distingue dalla dispnea parossistica notturna, che insorge nell’arco della notte.<br />

Fisiopatologia: si ha questa situazione in caso di insufficienza ventricolare limitatamente a<br />

sinistra: l’aumento di ritorno venoso che si ha con il reflusso del 1/2 litro che dalle porzioni<br />

caudali del corpo quando ci si pone sdraiati porta ad un aumento di gittata, che non viene<br />

smaltito a sinistra. Il ventricolo destro (sano) quindi provoca un intasamento del circolo<br />

polmonare ⇒ PVENOSA↑ ⇒ resistenze ↑ ⇒ dispnea<br />

3 spesso udibili già entrando nella stanza del paziente: si dice essere un rumore di pentola che bolle<br />

Giuseppe Marini: <strong>Semeiotica</strong> <strong>Fabris</strong> (a.a. 2009 / 2010) 15


Dispnea Parossistica Notturna<br />

Si può dire che questi attacchi siano quasi una esacerbazione dell’ortopnea; il paziente si risveglia con una<br />

sensazione di soffocamento, si mette seduto completamene dritto, assorbito nello sforzo di respirare.<br />

Altre Dispnee<br />

Fisiopatologia: questa condizione si può attribuire a diversi fattori che concorrono:<br />

a. asma cardiaca: con vero e proprio broncospasmo, dovuto all’edema<br />

b. VINTRATORACICO↑<br />

• lento riassorbimento interstiziale delle regioni declivi del corpo<br />

• posizione supina e sopraelevazione del diaframma<br />

c. eventi fisiologici durante il sonno:<br />

• depressione centro respiratorio<br />

• depressione attività noradrenergica<br />

Anemica: compare tipicamente come dispnea da sforzo, probabilmente per lo scarso apporto di O2 ai<br />

muscoli respiratori in attività. Si associa solitamente a<br />

• tachicardia<br />

• palpitazioni<br />

Psicogena: associata spesso alla nevrosi d’ansia, è più frequente nelle giovani donne, e si accompagna a<br />

• nodo in gola<br />

• senso di soffocamento<br />

• palpitazioni<br />

• toracoalgie (spesso puntorie al precordio)<br />

• formicolio periorale ed alle estremità<br />

• spasmo carpale (sintomi questi ultimi dovuti alla iperventilazione con alcalosi respiratoria)<br />

• respiro spesso “sospirante”<br />

• nessun segno obiettivo di cardio- o bronco- pneumopatie<br />

⇒ diagnosi per esclusione<br />

Conclusioni<br />

In caso di dispnea sarà quindi necessario chiarire alcuni punti; da cui le domande chiave da porre al paziente…<br />

• Modalità di insorgenza: la dispnea è insorta a riposo ? cosa stava facendo prima ed al<br />

momento della comparsa della dispnea ?<br />

• Ingravescenza nel tempo<br />

• Eventuale associazione con altri segni o sintomi: era presente dolore toracico ?<br />

• Rapporto tra l’entità della dispnea e le condizioni generali: sono evidenti patologie in<br />

grado di provocare dispnea ?<br />

• Frequenza, durata e circostanze del suo apparire<br />

• Rapporto con postura, sforzo, trauma, inalazione di gas, vapori o pollini, assunzione di<br />

farmaci o altre sostanze<br />

• Caratteristiche ambientali<br />

• Familiarità<br />

• Segni e sintomi di accompagnamento<br />

Giuseppe Marini: <strong>Semeiotica</strong> <strong>Fabris</strong> (a.a. 2009 / 2010) 16


Pressione Arteriosa<br />

Il senso della dizione “normale alta” nella pressione si riferisce a valori che per un individuo sano sono ancora in<br />

un range di normalità (130-139/85-89) ma che in alcune situazioni invece non sono fisiologici (insufficienza<br />

renale e diabete p.es)<br />

Rilevamento della Pressione<br />

Preparazione: la pressione si rileva con calma, a paziente disteso o seduto. In ortostatismo va presa in<br />

determinate condizioni patologiche (sospetta ipotensione ortostatica 4 ). Inoltre bisogna<br />

assicurarsi che il paziente<br />

a. non abbia appena mangiato<br />

b. non abbia appena fatto attività fisica, compresi eventuali sforzi isometrici per mantenere<br />

sollevato il braccio.<br />

c. non parli prima o durante la procedura<br />

d. non sia agitato (aspettare 5 minuti prima della misura)<br />

e. non abbia la vescica piena<br />

f. non accavalli le gambe (sembra stupido ma è importante)<br />

g. non abbia appena fumato<br />

Sfigmomanometro: composto da un bracciale con una parte esterna non gonfiabile ed una camera d’aria<br />

interna. Dei due tubi che fuoriescono dal bracciale, uno si dirige alla valvola, l’altro<br />

alla colonnina. la lunghezza del bracciale dipenderà dal fenotipo del paziente..<br />

normalmente s’individuano 3 bracciali (bambino, adulto, obeso).<br />

- camera d’aria troppo piccola: range d’errori elevati, si rischia sovrastima<br />

- “ “ troppo grande: range ancora più elevati, sottostima<br />

Posizionamento: la pressione si misura inizialmente su entrambe le braccia, se non si rilevano differenze<br />

oltre i 10mmHg si utilizzerà per successivi controlli il braccio in cui entro i 10mmHg,<br />

la pressione è più elevata: le due braccia infatti possono essere diverse per una diversa<br />

anatomia del distacco dell’arteria brachiale / omerale. La misura si eseguirà sull’arteria<br />

radiale, controllando quindi prima che il polso (⇒ l’arteria) non sia alterato.<br />

Il bracciale si pone sopra la piega del gomito, con la camera d’aria sopra l’arteria, e<br />

va posizionato (per motivi idraulici) all’altezza del cuore.<br />

Misura:<br />

a. palpazione: inizialmente non si utilizza il fonendoscopio, ma si procede palpando: la pressione<br />

sistolica sarà quella alla quale il polso scompare: questo per evitare poi col fonendo di<br />

gonfiare troppo il bracciale (il che creerebbe reazioni vasali spastiche).<br />

b. auscultazione: individuata all’incirca la pressione sistolica per palpazione, si prosegue col<br />

fonendoscopio, dove si andranno ad auscultare i toni di Kortkoff, dove quelli<br />

d’interesse sono il I, V, IV.<br />

- comparsa del tono ⇒ è detto “primo tono” quando si arriva, sgonfiando, alla PSISTOLICA<br />

- scomparsa del tono ⇒ “quinto tono”<br />

- persistenza del tono ⇒ in molti pazienti succede che si sentano comunque i toni, anche<br />

se attenuati: si tratta del “quarto tono”. Questo si vede spesso<br />

in soggetti con vascolopatia, ed una conseguente riduzione<br />

delle capacità elastiche in grado di dare luogo a questa<br />

problematica.<br />

c. lettura: ovviamente bisogna leggere i valori di comparsa e scomparsa dei toni per avere la<br />

massima e la minima, facendo attenzione al problema del parallelasse: quando la<br />

colonnina non è in asse con il nostro sguardo: questo può provocare errori di lettura..<br />

Oltre al classico Riva, ci sono strumenti automatici che sfruttano comunque una camera d’aria, che viene insufflata e<br />

desufflata automaticamente e che rispondono ad algoritmi precisi per arrivare la PMIN e PMAX.<br />

La loro affidabilità risponde a standard internazionali, ma in molti sono ancora scettici.<br />

4<br />

problemi ai barocettori, farmaci …<br />

Giuseppe Marini: <strong>Semeiotica</strong> <strong>Fabris</strong> (a.a. 2009 / 2010) 17


Giuseppe Marini: <strong>Semeiotica</strong> <strong>Fabris</strong> (a.a. 2009 / 2010) 20


Esame Obiettivo Generale<br />

<br />

fenotipo clinico<br />

Prevede il controllo dei segni vitali (polso, pressione, respiro, febbre…)<br />

§<br />

età<br />

Non è banale, c’è quella apparente e quella anagrafica (anamnesi). Ci possono essere evidenti anacronismi<br />

dovuti a ritardi / anticipazioni nella registrazione... ovviamente ci sono malattie associate a determinate età:<br />

maturazione precoce<br />

invecchiamento precoce<br />

tumore al seno: è più preoccupante un nodulo al seno di una persona di 50 anni, piuttosto che di 25<br />

diabete: si manifesta differentemente in soggetti giovani e vecchi<br />

§<br />

sesso<br />

Inutile dire che ci sono malattie legate al sesso, o più frequenti più in uno che nell’altro. Inoltre ci sono malattie<br />

dove il fenotipo non è poi molto indicativo; si distinguono sesso…<br />

cromosomico: serve una mappa cromosomica<br />

gonadico: semplicemente definito dalla presenza di testicoli ed ovaie<br />

somatico: si suddivide in sesso gonadico, sesso genitale esterno e fenotipo, caratteri<br />

secondari a comparsa tardiva, dalla comparsa e distribuzione dei peli, del grasso…<br />

psicologico: legato alla percezione intrapsichica dell’identità sessuale ed è legata ad eventi sia<br />

pre che postnatali.<br />

klinefelter: fenotipicamente maschio, c’è una mappa cromosomica alterata.<br />

cardiopatia ischemica: prima della menopausa è molto più probabile nell’uomo.<br />

§<br />

conformazione somatica e biotipo costituzionale<br />

• 1a combinazione: prevalenza di ∅ longitudinali sui trasversali<br />

⇒ tipo longilineo, hanno normalmente collo lungo, le scapole spesso sono late (preponderanti<br />

all’esterno), arti lunghi, coste oblique. Sono soggetti introversi, instabili, con grande<br />

dispersione del calore spesso associata ad ipertiroidismo, frequentemente associati ad<br />

ipogonadismo giovanile (poi si risolve)<br />

• 2a combinazione: normopeso, è il soggetto ideale; Diciamo che approssimativamente l’apertura braccia<br />

equivale alla statura.<br />

• 3a combinazione: quella nella quale i ∅ trasversali predominano sui longitudinali.<br />

⇒ Brevilineo (brachitipico, picnico..). Avrebbero caratteristiche opposte ai longilinei, oltre ad<br />

essere esposti a maggiori rischi cardiovascolari e di diabete.<br />

§<br />

Psiche e Sensorio<br />

Stato di coscienza del paziente, ovvero capacità di relazionarsi col mondo che lo circonda, che in quel momento<br />

siamo noi, che lo stiamo vistando. Se il colloquio avviene normalmente ed egli interagisce normalmente, si dice<br />

che il tipo di reattività a diversi tipi di stimoli è normale: “Paziente sensorio integro o lucido” = stato di<br />

coscienza normale, di consapevolezza si se stessi. Questo comportamento cosciente è il risultato dell’insieme di<br />

due componenti fondamentali:<br />

a. contenuto di coscienza: funzioni mentali / affettive ⇒ funzione dell’integrità corticale<br />

b. vigilanza: stato di prontezza nell’interazione con l’ambiente ⇒ integrità del tronco encefalico<br />

L’esame clinico ovviamente valuta la mancanza, i difetti vengono catalogati in modo diverso:<br />

Giuseppe Marini: <strong>Semeiotica</strong> <strong>Fabris</strong> (a.a. 2009 / 2010) 21


Alterazioni dello stato di Vigilanza<br />

Si hanno diversi gradi, ovviamente, che in ordine progressivo si identificano con…<br />

annebbiamento: stato di diminuita prontezza del paziente che talora si può manifestare con<br />

ipereccitabilità alternata a sonnolenza. Il sintomo più precoce è una diminuzione<br />

dell’attenzione, rivelata dalla facile distraibilità del soggetto.<br />

obnubilamento: E’ uno stato che assomiglia alla normale sonnolenza. La stimolazione del paziente<br />

porta ad uno stato di completa vigilanza e collaborazione, anche se egli tende a<br />

sprofondare di nuovo nel sonno quando la stimolazione cessa. Normalmente si può<br />

eseguire la visita neurologica completa.<br />

a. interessamento diretto o indiretto del mesencefalo<br />

b. intossicazione da farmaci<br />

stupore: Lasciato a se stesso, il paziente sembra completamente privo di coscienza (stato simile ad un<br />

sonno profondo), ciò nonostante può essere irrequieto. In seguito ad una stimolazione<br />

vigorosa lo si può risvegliare fino a renderlo capace di opporre resistenza agli stimoli dolorosi,<br />

o persino, per brevi periodi, di obbedire a comandi o rispondere a domande semplici. Ma non si<br />

ottiene una collaborazione soddisfacente e, non appena la stimolazione cessa, il paziente<br />

ritorna al suo stato originario.<br />

a. patologie bilaterali degli emisferi cerebrali (di tipo anossico, tossico o traumatico)<br />

b. compressione / patologie del mesencefalo<br />

coma: il paziente è in stato di profonda incoscienza; risponderà nel modo più elementare agli stimoli<br />

dolorosi e non potrà in alcun modo essere indotto a collaborare. Di solito giace immobile ed è<br />

incontinente.<br />

coma superficiale: confina con lo stupore<br />

coma profondo: un coma in cui non esiste più alcuna forma di attività<br />

spontanea anche riflessa. I gradi più profondi d’incoscienza<br />

sono comuni nelle lesioni del ponte e del bulbo; i riflessi<br />

pupillari, corneali e di deglutizione possono essere aboliti<br />

GCS: Glasgow Coma Scale: valuta le riposte del paziente in tre contesti diversi, ottenendo un punteggio variabile,<br />

che sarà informativo sullo stato del paziente stesso:<br />

Il punteggio totale, derivante<br />

dalla somma delle singole prove<br />

determina lo stato del paziente:<br />

15 ⇒ norma<br />

12-15 ⇒ deficit di live intensità<br />

9-12 ⇒ deficit di media entità<br />


§<br />

facies<br />

E’ l’insieme di quegli elementi che fanno si che il soggetto abbia una determinata espressione.<br />

Normalmente una facies composita è quella di una persona in perfetto equilibrio fisico e mentale. Se questo<br />

non avviene, si hanno modificazioni che inducono particolari facies, diverse dal normale, ma tipica di<br />

determinate patologie.<br />

Classicamente si divide la faccia in tre segmenti, dove la dominanza in uno di questi definisce 3 tipologie…<br />

1) vertice - arco sopraccigliare ⇒ tipo cerebrale<br />

2) arco sopraccigliare - radice del naso ⇒ tipo respiratorio<br />

3) radice del naso - punta del mento ⇒ tipo masticatorio<br />

alterazioni dell’atteggiamento psicoaffettivo<br />

Si possono avere facies…<br />

alterazioni scheletriche<br />

- triste e malinconica<br />

- agitata: maniaci<br />

- angosciosa: tipica di infarto del miocardio o crisi anginosa<br />

- peritonitica fino a ippocratica, che è lo stato più grave, espressione di dolore intenso, da naso<br />

affilato, occhi incavati, labbra secche, colorito pallido<br />

1) acromegalia, (esposizione al GH in fase post-puberale) dove si ha…<br />

- accrescimento in senso verticale<br />

- salienze ossee molto sporgenti<br />

- macroglossia & ispessimento di palpebre, orecchie e labbra<br />

- mandibola: sporgente, con prognatismo (mascella in avanti), ciò unito alla crescita in senso<br />

verticale provoca la mancata corrispondenza delle arcate dentarie<br />

- pelle: è pallida grigiastra, spessa, rugosa<br />

L’aspetto generale diventa bestiale e triste:<br />

2) facies adenoidea: è un adattamento dello scheletro faciale, p.es in soggetti con ipertrofia adenoidea:<br />

- coane nasali: ristrette<br />

- labbro superiore sporgente<br />

- incisivi superiori (denti): sporgenti<br />

- bocca: permanentemente socchiusa, che conferisce un<br />

aspetto poco intelligente<br />

Il soggetto tipicamente respira con la bocca piuttosto che col<br />

naso, il che con il tempo porta a<br />

- palato ogivale<br />

- labbro a tapiro: l’arcata superiore sporge anteriormente<br />

Giuseppe Marini: <strong>Semeiotica</strong> <strong>Fabris</strong> (a.a. 2009 / 2010) 23


3) facies acondroplasica: dei soggetti che presentano questo tipo di nanismo<br />

(eng. Achondroplasia); è determinata da un difetto di<br />

ossificazione encondrale: durante la crescita, infatti, le<br />

ossa della base cranica subiscono un rallentamento<br />

nello sviluppo, mentre le ossa della volta cranica si<br />

accrescono normalmente<br />

- manifesta disarmonia strutturale<br />

- fronte convessa e sporgente<br />

- naso infossato, piccolo e tozzo.<br />

alterazioni della cute e del sottocutaneo<br />

1) facies ippocratica: rientra anche in questa classificazione perché caratterizzata anche da<br />

- disidratazione<br />

- deplezione di grasso<br />

2) facies nefritica: si ha appunto nella sindrome nefrosica, caratterizzata da proteinuria, in particolare<br />

albuminuria. Si caratterizza per<br />

- imbibizione o ansarca: l’edema appare particolarmente a livello dei tessuti più molli, dove il<br />

sottocutaneo è più lasso, questo è più<br />

evidente al risveglio<br />

- pallore biancastro<br />

3) facies mixedematosa: caratteristica dei gravi ipotiroidismi:<br />

- Tumefazione del volto (su base mixedematosa), porta<br />

all’infossamento dei bulbi oculari entro<br />

palpebre ispessite, cioè…<br />

- Occhi Infossati (porcini)<br />

- Labbra tumide dalle quali spesso protrude una grossa lingua<br />

- Cute arida e secca<br />

- Capelli secchi, radi e fragili<br />

- Caduta delle sopracciglia nella loro porzione esterna<br />

- Mimica faciale: marcatamente ridotta<br />

- Torpore con espressione particolare che rende evidente il deficit<br />

psichico<br />

4) Facies lunaris della malattia di Cushing (adenoma ACTH secernente)<br />

- arrotondamento del viso (a luna piena), per accumulo di grasso ed<br />

imbibizione<br />

- ristrettezza di rima palpebrale e della bocca (a pesce)<br />

- cute rosso cianotica per la frequente iperglobulia<br />

- ipertricosi del volto (particolarmente visibile nella donna)<br />

5) Facies Sclerodermica: si determina a seguito delle gravi alterazioni tessutali<br />

proprie di questa malattia<br />

- Viso amimico levigato (senza rughe) come quello di una statua di<br />

marmo. Nelle fasi più<br />

avanzate di malattia ciò<br />

porta a<br />

- notevole impedimento ai movimenti di<br />

apertura della bocca<br />

- Rughe sottili contornano la bocca<br />

- labbra sottili e rigide<br />

- denti visibili<br />

Giuseppe Marini: <strong>Semeiotica</strong> <strong>Fabris</strong> (a.a. 2009 / 2010) 24


6) Rinofima: determina, con la grossolana nodulazione del naso una facies<br />

caratteristica<br />

Alterazioni della Muscolatura Mimica<br />

Alterazioni della muscolatura del viso, secondarie a lesioni nervose o primitive possono<br />

determinare “facies” caratteristiche<br />

1) Facies Parkinsoniana: è dovuta alle alterazioni dei centri extrapiramidali<br />

regolatori della sfera vegeto-emotiva ed è caratterizzata da:<br />

- Immobilità dell’espressione del volto che assume espressioni<br />

stereotipate che possono variare di volta in volta, generalmente sono di<br />

stupore o di paura e mai correlate al reale stato emotivo del soggetto<br />

- aspetto lucido e untuoso del viso per la spiccata produzione di sebo<br />

2) Facies Miastenica: trova gli elementi caratteristici (immagine) nella<br />

- Ptosi palpebrale che costringe il malato ad inclinare la testa indietro.<br />

Particolarmente evidente la sera per stanchezza<br />

muscolare, e per la…<br />

- Divergenza dei globi oculari che gli conferiscono un aspetto sonnolento<br />

3) Facies Tetanica: caratterizzata da persistente contrattura dei muscoli mimici<br />

facciali<br />

Alterazioni Oculari<br />

- “riso sardonico”; la rima labiale è stirata trasversalmente e così le rime palpebrali, in guisa da<br />

simulare chi ride sardonicamente<br />

1) Facies Oftalmoplegica: che consegue a paralisi di due o più muscoli oculari può dipendere da lesioni del<br />

III nervo cranico o da lesioni centrali. E’ caratterizzata da: Ptosi palpebrale e<br />

corrugamento della fronte volto ad ovviare le conseguenze<br />

2) Facies Basedowica: della malattia di Graves-Flajani- Basedow si caratterizza per:<br />

- Esoftalmo accompagnato a retrazione della palpebra superiore<br />

(occhi sbarrati)<br />

- Inquietudine del volto<br />

- Fissità dello sguardo (Segno di Stellwag)<br />

- Tremori dei margini palpebrali (segno di Rosenback)<br />

- Estrema mobilità della mimica facciale<br />

alterazioni del colorito del volto<br />

1) Facies Poliglobulica: della malattia di Vaquez e delle poliglobulie secondarie; si caratterizza per:<br />

- Colorito rosso vinoso del volto<br />

2) Facies Vultuosa: del morbillo (eng. measles, immagine)<br />

- Rosso acceso<br />

- congestione delle congiuntive<br />

- fitto esantema del volto<br />

3) Facies Mitralica della stenosi della valvola mitralica si<br />

caratterizza per:<br />

- Cianosi distrettuale ai pomelli, al naso, alle labbra<br />

e al mento<br />

- pallore delle restanti parti del volto<br />

⇒ conferisce al paziente una curiosa maschera<br />

Giuseppe Marini: <strong>Semeiotica</strong> <strong>Fabris</strong> (a.a. 2009 / 2010) 25


decubito<br />

La posizione che l’ammalato assume nel letto, può essere attiva o passiva, legata all’attività (o inattività) dei<br />

muscoli antigravitari. Se non è caratterizzato da nessun atteggiamento, si dice essere indifferente.<br />

Supino Obbligato<br />

Quello che il paziente deve assumere per evitare uno stato di grave sofferenza.<br />

• situazioni dolorose vertebrali: fratture del rachide, spondiliti acute o croniche, ernie discali…<br />

nelle quali i più piccoli spostamenti scatenano vivo dolore…<br />

• processi infiammatori acuti peritoneali nei quali la pressione sulla parete addominale è intensamente<br />

dolorosa, quindi il paziente tende ad adagiarsi sul lato sano.<br />

obbligato di origine muscolare<br />

Il paziente si presenta rigido e incapace a modificare spontaneamente il decubito mentre il suo corpo assume<br />

particolari curvature:<br />

opistotono: concavità dorsale<br />

emprostotono: concavità ventrale<br />

pleurostotono: concavità laterale<br />

Si osservano nelle sindromi meningee, nel tetano, nell’avvelenamento stricnico. Atteggiamenti analoghi<br />

possono essere assunti per cause psichiche (grande arco di Charcot delle crisi di male isterico).<br />

Prono Preferito<br />

Tipicamente di tipo antalgico, è una posizione assunta spontaneamente dal soggetto, che ne trae notevole<br />

sollievo.. P.es nelle coliche addominali di natura spastica nelle quali la pressione dell’addome sul letto attenua il<br />

dolore.<br />

Decubito laterale preferito<br />

si può osservare in alcune malattie dell’apparato respiratorio:<br />

• pleurite acuta fibrinosa: decombe sul lato sano in quanto la pressione sull’emitorace colpito, con<br />

l’avvicinamento dei foglietti pleurici, aggrava il dolore;<br />

• pleurite essudativa / grandi idrotoraci: sul lato del versamento in quanto questa posizione favorisce le<br />

escursioni respiratorie dell’emitorace indenne;<br />

• grosse caverne / ascessi polmonari comunicanti con un bronco, particolari decubiti laterali consentono<br />

di impedire un continuo deflusso del materiale contenuto in queste cavità che<br />

determinerebbe fastidiosi accessi di tosse e di soffocazione; il paziente impara<br />

a regolare “ab libitum” lo svuotamento della cavità polmonare variando la<br />

posizione.<br />

Decubito ortopnoico<br />

• scompenso cardiaco di tipo sinistro: è inteso a sollevare l’ammalato dalla dispnea; il paziente sta<br />

seduto nel letto, con le gambe penzoloni, e si appoggia fermamente alla<br />

sponda con le braccia estese per rendere più facili le escursioni respiratorie del<br />

torace e del diaframma e formare un solido appoggio alla trazione dei muscoli<br />

ausiliari della respirazione (scaleni, pettorali, e sternocleido mastoidei)<br />

posizione di Blechman / posizione genupettorale (di preghiera mussulmana)<br />

Caratterizzate da paziente assiso con ginocchia flesse e tronco fortemente piegato in avanti. Assieme alla<br />

posizione maomettiana, tendono a far raccogliere anteriormente il liquido contenuto nel pericardio e a rendere<br />

meno difficile lo svuotamento delle vene cave nell’atrio destro, vengono assunte da pazienti con grande<br />

versamento pericardico<br />

Giuseppe Marini: <strong>Semeiotica</strong> <strong>Fabris</strong> (a.a. 2009 / 2010) 26


Cute ed Annessi Cutanei<br />

E’ prettamente di dominio dermatologico, comunque anche nell’esame generale vanno definite lesioni che<br />

possono essere importanti:<br />

lesioni elementari cutanee<br />

a. macule, papule, cisti…<br />

b. nei preoccupanti<br />

c. psoriasi<br />

d. ferite<br />

e. cicatrici<br />

f. …<br />

Annessi Cutanei<br />

1) Peli<br />

a. crescita normale ? Da verificare in ambo i sessi.<br />

perdita di peli: la rarefazione dei peli può segnalare ipogonadismo è caratteristica<br />

modificabile che deve attrarre l’attenzione nel maschio…<br />

irsutismo: aumento di crescita di peli in sedi proprie<br />

ipertricosi: aumento di peli in zone non proprie (schiena, areola mammaria,<br />

natiche…)<br />

b. quantità: può essere un fattore secondario nell’adulto maschio, mentre in bambini o donne può<br />

sottendere una patologia<br />

2) Unghie<br />

a. colorito<br />

b. lunula<br />

c. sfaldamento / facilità alla rottura<br />

3) Capelli<br />

a. eventuali perdite, patologiche o meno.<br />

b. attaccatura del cuoio<br />

E.O. della Tiroide<br />

Introduzione Sul Collo<br />

Il collo è valutabile secondo un triangolo anteriore ed uno posteriore. Quello anteriore si trova ad essere<br />

definito dai due capi dello sternocleido mastoideo; Anteriormente alla trachea ovviamente c’è la tiroide. Il<br />

triangolo posteriore è definito tra sternocleidomastoideo e trapezio, importante per la valutazione dei linfonodi.<br />

Il passaggio di carotide e giugulari è sempre individuabile a livello collico ovviamente. Può essere visibile in un<br />

paziente disteso a 45° un turgore della giugulare, che indica una ipertensione venosa tipica dello scompenso<br />

cardiaco destro.<br />

Aspetti Anatomici<br />

E’ una ghiandola endocrina altamente vascolarizzata (aa. tiroidee superiori e inferiori) , con una regolazione a<br />

feedback che transita attraverso l’asse ipotalamo-ipofisi. Si localizza nella zona anteriore del collo; la trachea si<br />

pone posteriormente, la ghiandola è formata da due lobi collegati da un istmo collocato più in basso. Si trova<br />

anche situata caudalmente rispetto alle cartilagini laringee. E’ possibile osservare in alcuni casi anche un lobo<br />

piramidale, una presenza fisiologica non sempre riscontrabile<br />

(15% dei casi)<br />

Giuseppe Marini: <strong>Semeiotica</strong> <strong>Fabris</strong> (a.a. 2009 / 2010) 28


Contiguità importanti:<br />

Struttura Istologica<br />

nervi ricorrenti (dx & sx): passano in contiguità con la tiroide e risultano essere molto importanti<br />

perché soprattutto quando si va a ingrossare o togliere la tiroide bisogna fare<br />

attenzione che questi nervi non vengano compromessi perché danno mobilità alle<br />

corde vocali. Se c’è un aumento di dimensioni della ghiandola può andare ad<br />

inglobarli, strozzandoli e dando problemi come la voce bitonale.<br />

- Noduli / lesioni maligne<br />

- ingrossamento della ghiandola<br />

paratiroidi: 4 ghiandole: le due paratiroidi superiori e due inferiori. Il PTH è un importante regolatore<br />

del metabolismo Ca-fosforo. Non si ha mai sofferenza delle paratiroidi in conseguenza<br />

a sofferenza tiroidea. Più che altro sono importanti per il chirurgo che vada ad operare la<br />

tiroide, che deve individuarle ed evitare lesioni.<br />

follicoli: vi vengono accumulati gli ormoni tiroidei nel colloide<br />

cellule C: sono le cellule parafollicolari, producono calcitonina, che risulta forse meno importante a<br />

causa dell’evoluzione filogenetica. Tener presente che questa viene utilizzata come marker<br />

tumorale, che va verificato in caso di noduli tiroidei.<br />

<br />

Ispezione<br />

1. individuare i triangoli del collo (porsi di fronte al paziente seduto, con tronco e arti ben eretti)<br />

2. verificare la motilità: invitando il paziente ad estendere bene il collo ed a deglutire (far bere un sorso<br />

d’acqua). Con tale manovra si può verificare che la ghiandola (solidale con le strutture<br />

laringo tracheali), si sposti verso l’alto.<br />

3. le finalità dell’ispezione sono di ricercare<br />

• segni a carico della cute<br />

arrossata in certe forme di tiroidite acuta<br />

• ingrossamenti della ghiandola<br />

la tiroide in genere non è molto visibile, ed è di difficile palpazione. Vi è generalmente<br />

la tendenza ad avere una tiroide più sviluppata nella donna rispetto all’uomo.<br />

Generalmente può non vedersi nulla…<br />

• tiroidi non migrate alla base della lingua<br />

l’origine del dotto tireo glosso occasionalmente può essere sede di una tiroide linguale<br />

non migrata (molto rara)<br />

• aspetti più generali di disturbi della tiroide<br />

- segni e sintomi oculari (morbo di Basedow Graves: autoAb TSH simili)<br />

- mixedema pretibiale (sempre Basedow Graves)<br />

- segni e sintomi periferici (tireotossicosi o ipotiroidismo)<br />

<br />

Palpazione<br />

Una tiroide normale (20-40g) è difficilmente palpabile nella donna in menopausa e nell’uomo; è invece<br />

palpabile in una donna in età fertile, dove si presenta liscia, di consistenza molle, tanto che eseguendo<br />

un’eccessiva pressione si può finire per palpare gli anelli della trachea, senza ispezionare la ghiandola stessa (da<br />

evitare, quindi).<br />

Approccio Posteriore<br />

Il medico si pone alle spalle del paziente, seduto a testa eretta e collo non rigido:<br />

Palpare la cricoide (sotto il margine inferiore della cartilagine tiroidea) in modo<br />

che le dita (indice e medio) si trovino situate esattamente sopra la tiroide nel<br />

triangolo anteriore. Appoggiare i pollici sulla nuca, le dita semiflesse sulle<br />

rispettive metà omologhe della regione tiroidea facendo deglutire più volte il<br />

paziente. E’ molto comune comunque non riuscire a palparla.<br />

Giuseppe Marini: <strong>Semeiotica</strong> <strong>Fabris</strong> (a.a. 2009 / 2010) 29


approccio anteriore (metodo di Lahey).<br />

Si pone il pollice contro la parete supero laterale della trachea e si<br />

preme in senso laterale rendendo il più prominente possibile il<br />

lobo del lato opposto della tiroide che viene afferrato e palpato con<br />

le dita dell’altra mano.<br />

Cosa si Rileva<br />

a. volume / forma / superficie: se si ha un aumento si è di fronte ad uno struma o un gozzo, che può associarsi<br />

ad ipo / iper / eu - tiroidismo. I gozzi possono anche svilupparsi verso il basso,<br />

sviluppandosi sotto il giugulo..<br />

• gozzi diffusi<br />

• gozzi nodulari: uni o multi - nodulari, nello specifico<br />

b. consistenza:<br />

c. dolorabilità:<br />

• morbida (o assente) ⇒ normale: o non si palpa o è molto morbida<br />

• parenchimatosa ⇒ Basedow: una forma di ipertiroidismo, che vede una<br />

ipervascolarizzazione<br />

• lignea, calcificata ⇒ tiroiditi, calcificazioni, tumori…<br />

• tiroiditi acute e subacute ⇒ dolorabilità da palpazione<br />

• tiroiditi croniche ⇒ bassa dolorabilità, fastidi<br />

d. mobilità: da valutare sempre, la tiroide è solidale con la trachea, tende a muoversi: quindi è già valutabile<br />

facendo bere un sorso d’acqua (deglutizione). Quello che si nota è una risalita verso l’alto<br />

durante la deglutizione.<br />

• carcinoma tiroideo infiltrante ⇒ riduce la mobilità<br />

• gozzi voluminosi (benigni) ⇒ esauriscono gli spazi limitando la mobilità<br />

• gozzo immerso (sotto il giugulo) ⇒ nella deglutizione risulta palpabile<br />

e. fremito: sensazione tattile corrispondente al soffio vascolare. Succede quando la ghiandola è molto<br />

vascolarizzata, tipicamente nel Basedow, dove la ghiandola oltre ad essere aumentata di volume è<br />

anche iper vascolarizzata.<br />

f. adenopatie: le linfoadenopatie sono collegate alle situazioni di cancro, ovviamente, quindi può essere utile<br />

andare a palparle nei pressi di un gozzo (adeniti satelliti). Soprattutto i linfonodi latero<br />

cervicali sono indicativi, anche se una linfoadenopatia in questa sede può avere origini più<br />

banali, oltre al fatto che una volta stimolati (tonsilliti, …) possono restare iperattivi,<br />

ingrossati…<br />

g. palpazione oculare: si sa che il morbo di Basedow si accompagna ad<br />

esoftalmo (riducibile con la palpazione), quindi può<br />

esser utile verificare questo aspetto, così come eventuali<br />

pulsatilità.<br />

Il gozzo immerso può dare turgore delle giugulari<br />

(immagine) ed ectasie (dilatazioni) venose evidenti,<br />

segno di una compressione.<br />

Giuseppe Marini: <strong>Semeiotica</strong> <strong>Fabris</strong> (a.a. 2009 / 2010) 30


Percussione<br />

In presenza di uno struma retrosternale la percussione può mettere in evidenza l’esistenza di una ottusità<br />

retrosternale alta, sopramediastinica. Il margine inferiore della zona di ottusità può essere convesso o<br />

continuare immediatamente con l’area di ottusità cardiaca..<br />

Nb: altri sintomi dello struma retrosternale sono<br />

Auscultazione<br />

Tre dinamiche importanti:<br />

Manovre Particolari<br />

• dispnea da compressione (stridore laringeo)<br />

• disfagia<br />

• compressione del nervo ricorrente (afonia o<br />

voce bitonale)<br />

• stasi venosa con turgore delle vene del collo,<br />

del torace e delle braccia (compressione della<br />

cava superiore)<br />

soffio vascolare sistolico: si associa al fremito palpatorio. E’ dovuto all’ipervascolarizzazione ed<br />

alla situazione iper dinamica del circolo che si ha nel Basedow.<br />

ronzio venoso cervicale, sempre nell’ipertiroidismo<br />

soffi da stenosi vascolare: in struma non iperfunzionante<br />

trans illuminazione: servirebbe per discriminare tra cisti o noduli solidi, anche se in questo caso è<br />

sicuramente più indicativa l’ecografia<br />

segno di Pemberton: nel gozzo retro sternale le vie di accesso al torace sono ridotte dallo struma retro<br />

sternale. Facendo alzare le braccia sopra la testa al paziente si ottiene (se è presente tale<br />

gozzo) un ulteriore restringimento dello stretto toracico superiore dovuto alla risalita<br />

della massa, che provoca dispnea e congestione facciale, altamente indicative.<br />

Funzionalità<br />

Bisogna richiedere i livelli di T3 e T4, e del TSH. Le due informazioni incrociate sono informative sullo stato<br />

funzionale, e sul livello della patologia (se è primariamente tiroidea o magari ipofisaria). Ricordiamo che<br />

l’ormone realmente attivo è il T3.<br />

Cause di Iper / Ipo - tiroidismo<br />

• T3/4 ↓ & TSH ↑ ⇒ patologia tiroidea. Questo nell’ipotiroidismo primario<br />

• T3/4 ↓ & TSH ↓ ⇒ patologia ipotalamica (se TRH ↓)<br />

• T3/T4 ↑ & TSH ↓ ⇒ ipertiroidismo<br />

• T3/T4 ↑ & TSH ↑ ⇒ in caso di patologie ipofisarie o ipotalamiche (se TRH↑)…<br />

1. morbo di Basedow Graves (gozzo tossico diffuso) ⇒ iperstimolazione della ghiandola tiroidea da parte<br />

di auto Ab TSH simili (patologia autoimmune di II tipo)<br />

2. Tiroidite di Hashimoto: è sempre autoimmune, ma la reazione è di tipo IV (cellulo mediata: infiltrati<br />

linfocitari), e si ha danno al tessuto della tiroide: TSH↑, T3/4 ↓<br />

3. morbo di Plummer (adenoma tossico) ⇒ nodulo secernente non controllabile tramite meccanismi di<br />

feedback<br />

4. gozzo multi nodulare tossico ⇒ più noduli che assumono indipendenza funzionale<br />

5. Tiroidite subacuta ⇒ si ha infiammazione, con una fase transitoria iniziale di ipertiroidismo, dove il<br />

processo flogistico lede i follicoli rilasciando gli ormoni, quindi un calo di T3/T4.<br />

6. Tireotossicosi factitia: disturbo psiconevrotico dovuto ad ingestione di eccessive quantità di ormoni<br />

tiroidei (p.es attraverso carne di manzo mal trattata: cfr. sotto)<br />

Giuseppe Marini: <strong>Semeiotica</strong> <strong>Fabris</strong> (a.a. 2009 / 2010) 31


7. Forme rare: come la tireotossicosi da hamburger (eccesso di ormoni tiroidei), che si è avuta in America<br />

a causa dei McDonalds, quando ancora venivano usati T3/4 nei mangimi e veniva<br />

processata nella carne anche la tiroide dell’animale (ora è vietato). Ci possono essere anche<br />

tumori ipofisari secernenti TSH, resistenza ipofisaria a T3/4…<br />

Nb: tireotossicosi ≠ ipertiroidismo. La prima è un eccesso di ormoni tiroidei nel sangue, la seconda gli<br />

effetti di una tireotossicosi.<br />

Effetti dell’Ipertiroidismo<br />

Cardiovascolari<br />

a. tachicardia, che sotto sforzo possono portare a dispnea da sforzo.<br />

b. angina pectoris: se il cuore è sano la dispnea si risolve così, ovviamente se il cuore presenta già<br />

alterazioni di suo, lo stress metabolico è in grado di aggravare la situazione<br />

c. flusso coronario: si fa iperdinamico, il tempo diastolico ridotto e quindi si ha un cuore meno<br />

nutrito.<br />

d. disfunzione ventricolare: in forme particolarmente aggressive, anche a partire da un cuore sano.<br />

e. PSISTOLICA ↑ ⇒ PD ↑<br />

f. polso: ampio e celere<br />

g. Click mesositolico della punta<br />

h. ECG: tachicardia sinusale e tachiaritmia sopraventricolare<br />

i. Prolasso della mitrale<br />

Metabolici<br />

a. ↑metabolismo basale<br />

- ↑produzione di calore / sudorazione<br />

- calo ponderale<br />

- catabolismo proteico<br />

b. IPOcolesterolemia<br />

Gastrointestinali<br />

a. ↑frequenza dell’alvo (⇒ diarrea se si era normali / regolarità se si era stitici)<br />

b. iperemesi<br />

Neuropsichiatrici / Neuromuscolari<br />

a. nervosismo<br />

b. insonnia<br />

c. agitazione psico-motoria ⇒ psicosi<br />

d. fini tremori<br />

e. facile stancabilità (quindi l’agitazione e il nervosismo non portano ad una iperattività)<br />

f. retrazione della palpebra superiore<br />

Oculari (solo nel Basedow)<br />

a. esoftalmo: dato da accumulo retro orbitario di elementi infiammatori; E’ tipico (ma non costante)<br />

proprio del Basedow<br />

b. congestione congiuntivale<br />

c. chemosi: Sporgenza della congiuntiva dovuta ad accumulo di<br />

liquido al di sotto:sollevandosi viene così a formare un<br />

orletto rilevato attorno alla cornea, che appare quindi<br />

infossata rispetto alla superficie del bulbo oculare<br />

d. fotofobia<br />

e. oftalmoplegia con diplopia (rispettivamente paralisi oculomotori e visione doppia)<br />

f. lagoftalmo ⇒ cheratiti (mancata chiusura completa rima palpebrale ⇒ infiammazione cornea)<br />

g. PRETROBULBARE↑: può portare a stasi venose, neuriti ottiche, atrofia ottica<br />

Giuseppe Marini: <strong>Semeiotica</strong> <strong>Fabris</strong> (a.a. 2009 / 2010) 32


⇒ segno di Graefe: facendo fissare al paziente un dito che venga abbassato dall’alto verso il basso, la<br />

palpebra superiore del paziente non segue → tratto di sclera rimane scoperto<br />

⇒ segno di Moebius: avvicinando un dito centralmente al naso, uno o entrambi gli occhi sfuggono alla<br />

convergenza portandosi lateralmente.<br />

⇒ segno di Dalrymple: retrazione palpebrale superiore e/o inferiore che può associarsi ad edema ed<br />

ispessimento palpebrale<br />

⇒ segno di Kocher: si valuta anche nella facies, è caratterizzato da sguardo fisso, ipervigile, quasi<br />

spaventato<br />

⇒ segno di Rosenbach: fine tremore palpebrale alla chiusura<br />

⇒ segno di Stellwag: riduzione della frequenza e dell’ampiezza dell’ammiccamento (quello<br />

fisiologico), che può portare ad infiammazioni, arrossamenti…<br />

Dermopatia Basedowiana: è una specie di edema pretibiale, tipico ed esclusivo di questa forma di<br />

ipertiroidismo.<br />

Indagini Strumentali<br />

Si palpano i noduli, tramite eco si verifica la loro consistenza. La situazione si valuta anche tramite il dosaggio<br />

degli ormoni. Una scintigrafia può testimoniare la funzionalità o l’autonomia dei noduli, che possono andare a<br />

sopprimere anche la normale attività tiroidea. Si dice che nella scintigrafia si ha un minus nel caso di un<br />

nodulo freddo, dove non c’è captazione e quindi si ha scarsa attività.<br />

1) Ecografia / ecodoppler<br />

• aumentati di volume<br />

• presenza di noduli e loro consistenza (solidi o cisti)<br />

• ipervascolarizzazione della ghiandola (funzione doppler)<br />

• vascolarizzazione periferica o meno di un nodulo (sempre doppler)<br />

• rilevazione di calcificazioni<br />

• omogeneità della ghiandola (se sana) o meno<br />

2) Agoaspirato Tiroideo (FNA: Fine Needle Aspiration)<br />

Quando viene palpato un nodulo tiroideo; La patologia è più nettamente<br />

femminile, e c.a il 5% dei noduli è maligno. Il nodulo singolo è più<br />

pericoloso di una situazione di multinodularità; Questa analisi permette di<br />

verificare se un nodulo è o meno maligno: si utilizza un ago sottile che viene<br />

posizionato nel nodulo 7 , per capillarità le cellule lo risalgono, quindi si attua<br />

una analisi anatomopatologica del campione: Si allestiranno diversi vetrini:<br />

- lasciati essiccare all’aria (air dried) per la colorazione con MGG<br />

- messi in etanolo 95% per la colorazione papanicolau.<br />

Non è un esame particolarmente doloroso (solo fastidioso) o pericoloso. Gli unici rischi possono essere<br />

• episodi vaso vagali<br />

• perforazione della trachea: quasi impossibile soprattutto se si esegue su guida<br />

ecografica, che è assolutamente essenziale in caso di ago<br />

aspirato di cisti.<br />

• non favorisce la dispersione di (eventuali) cellule tumorali (dimostrato)<br />

7 se questo è < 1cm si eseguirà una procedura guida ecografica, con paziente con collo iperesteso grazie al posizionamento<br />

di un cuscino. Si esegue una mobilizzazione ripetuta (10-15 volte) dell’ago per assicurare il prelievo.<br />

Giuseppe Marini: <strong>Semeiotica</strong> <strong>Fabris</strong> (a.a. 2009 / 2010) 33


Pressione Venosa<br />

Il metodo migliore per misurarla è cruento, tramite cateterismo, ma non è il caso della semeiotica.<br />

La misurazione si esegue misurando la distanza (cm) dall’angolo sternale (del Louis) fino al menisco superiore<br />

della colonna ematica della vena giugulare esterna destra. Si misura sostanzialmente fin dove arriva il turgore.<br />

Per questa misurazione testa e spalle devono essere sollevate di<br />

45°. Questo è critico, e va tenuto presente. Normalmente con questa<br />

inclinazione non si dovrebbero vedere né turgore né pulsatilità.<br />

I valori normali sono c.a di 3cm variabili (angolo-menisco) + 5cm<br />

fissi (louis-centro dell’atrio destro). L’aumento della pressione<br />

venosa a livello di giugulare si traduce in un inevitabile aumento di<br />

pressione a livello dell’atrio.<br />

Questa misura è effettuabile<br />

anche a livello della mano: si fa<br />

tenere la mano a livello più basso<br />

del cuore, fino a far emergere le<br />

vene del dorso della mano.<br />

A questo punto, facendo rialzare l’arto, normalmente il turgore scompare<br />

arrivati all’altezza dell’angolo del Louis. Questa tecnica è meno precisa però.<br />

Onde<br />

Oltre alla turgidità delle vene del collo, se ne possono valutare anche eventuali pulsatilità. Diciamo che in linea<br />

generale nel paziente con decubito a 45° non si dovrebbero vedere pulsatilità (come non si dovrebbe notare<br />

turgore), ed è necessario in questo caso valutare anche le giugulari interne (al di sotto dello sternocleido<br />

mastoideo). la DD con pulsatilità carotidea si basa su alcune sostanziali differenze; le vene infatti…<br />

- tendono ad avere pulsatilità multifasica (min. 2 sollevamenti / ciclo)<br />

- sono influenzate dal decubito: s’accentuano in posizione supina e diminuiscono da seduti<br />

- il riflesso epato giugulare ne esacerba la pulsatilità e il turgore: questo consiste in una manovra<br />

dove si applica una pressione con mano a piatto in ipocondrio destro. Nel giro di 30sec si assiste ad<br />

un aumento di turgore e pulsatilità delle vene del collo, particolarmente accentuato in caso di<br />

scompenso cardiaco (il cuore non smaltisce il ritorno).<br />

<br />

Polso Giugulare<br />

Si registra graficamente dalle pulsazioni della vena giugulare, considerata come<br />

“manometro dell’atrio destro”.<br />

1) onda A: ⊕; dovuta alla contrazione atriale (corrisponde ala P dell’ECG)<br />

non la si rileva in caso di …<br />

a. fibrillazione atriale (mancata contrazione)<br />

b. ipertensione polmonare<br />

c. stenosi della tricuspide<br />

d. casi in cui la compliance ventricolare destra è ridotta<br />

2) onda C: ⊕; contrazione isometrica: le atrioventricolari sporgono nell’atrio<br />

e generano così quest’onda positiva.<br />

3) onda X: ; il così detto effetto cannoncino (“rinculo”) del cuore che<br />

espellendo il sangue vede l’aorta allargarsi (windkassel),<br />

“risucchiando” le atrioventricolari e generando un’onda<br />

opposta a C. Corrisponde anche all’itto.<br />

Giuseppe Marini: <strong>Semeiotica</strong> <strong>Fabris</strong> (a.a. 2009 / 2010) 35


4) onda V: ⊕; corrisponde al polso sistolico è quasi sincrona col polso carotideo. E’ dovuta alla distensione<br />

dell’atrio dovuta al continuo ritorno venoso e culmina con l’apertura della tricuspide<br />

a. insufficienza tricuspidale: accentua quest’onda<br />

- organica: non scompare con la terapia dello scompenso<br />

- sistemica: dovuta al sovraccarico volumetrico, si risolve trattando lo<br />

scompenso.<br />

5) onda Y: ; (o “collasso diastolico”) è dovuta allo svuotamento dell’atrio e al conseguente azione di<br />

“risucchio” a livello dei vasi venosi.<br />

Semeiologicamente si rilevano solo la A e la V, con i significati sopra evidenziati.<br />

• palpebre<br />

• congiuntiva<br />

• ghiandola lacrimale<br />

E.O. dell’occhio<br />

<br />

Occhio Esterno<br />

Ispezione delle Palpebre<br />

L’esame esterno si esegue in modo sistematico, dalle sopracciglia e tessuti circostanti, andando verso l’interno.<br />

1) Sopracciglia: dimensioni, estensione, consistenza dei peli<br />

2) Zona orbitaria:<br />

a. edemi<br />

b. turgidità o cedimento dei tessuti circostanti<br />

c. xantelasmi: placche rilevate di colesterolo depositato più frequentemente a<br />

livello della porzione nasale della palpebra superiore o<br />

inferiore (imm. )<br />

3) Occhi chiusi: per valutare tremori o fasciolazioni delle palpebre.<br />

4) Palpebre<br />

a. lagoftalmo: quando la rima palpebrale non si richiude in maniera completa<br />

b. blefariti: sono infiammazioni del bordo libero della palpebra, si presentano con arrossamento,<br />

desquamazione, o tumefazione del margine palpebrale<br />

c. ptosi: l’iride deve essere parzialmente coperto, ma non la pupilla, nel qual caso si ha ptosi<br />

ipotonia del m. elevatore della palpebra, congenita o acquisita<br />

paresi di una branca del III paio<br />

S.Bernard Horner / Paralisi del simpatico cervicale: se associata a miosi ed<br />

enoftalmo 8<br />

d. entropion: il margine libero palpebrale è rivolto all’interno,<br />

così che le ciglia finiscono per strisciare<br />

l’occhio dando irritazione e facilitando la<br />

comparsa di infezioni (immagine )<br />

8 In questo caso i sintomi dipendono dalla perdita di tonicità del m. di mueller.<br />

Giuseppe Marini: <strong>Semeiotica</strong> <strong>Fabris</strong> (a.a. 2009 / 2010) 36


e. ectropion: protrusione verso l’esterno; non si ha grattamento,<br />

ma la congiuntiva è più esposta a stimoli esterni<br />

(irritazione, infezioni..)<br />

f. orzaiolo: corrisponde al foruncolo della pelle, interessa le<br />

ghiandole di Zeiss, che si trovano in corrispondenza<br />

della base delle ciglia. Si tratta di una tumefazione<br />

arrossata centrata su una ciglia, quindi. (imm)<br />

g. trichiasi: alterazione acquisita abbastanza frequente che vede le<br />

ciglia dirigersi verso l’interno, in modo da grattare la<br />

superficie corneale. Diverso dall’entropion, dove le<br />

ciglia sono normalmetne orientate, ma è il margine<br />

palpebrale ad essere intra ruotato.<br />

h. calazio: infiammazione granulomatosa delle ghiandole di<br />

meibomio (sono gh.sebacee). In genere è una<br />

infiammazione cronica in conseguenza dell’occlusione<br />

del dotto ghiandolare con compartecipazione al processo<br />

dei tessuti circostanti. (imm)<br />

Palpazione<br />

a. noduli<br />

b. capacità dell’occhio di rientrare (senza troppo fastidio del paziente)<br />

c. consistenza elastica: indurimenti, resistenza alla pressione, dolore, potrebbero essere sintomo di<br />

ipertiroidismo o tumori retro orbitari.<br />

Ispezione della congiuntiva<br />

Di solito non visibile, dev’essere chiara e libera da edemi; si sfrutta generalmente la palpebra inferiore:<br />

l’ispezione dalla palpebra superiore viene fatta solo in casi particolari, in quanto richiede manovre più<br />

complicate: in caso di presenza di corpi estranei. Facendo presa sulle ciglia, si chiede al paziente di guardare in<br />

basso, si tira per vincere la forza di suzione tra palpebra e globo…<br />

1) alterazioni vascolari: semplici da osservare e comuni da trovare.<br />

a. iperemia: la più banale: l’arrossamento. Si associa spesso alla sensazione di corpo estraneo<br />

(la tipica bruschetta nell’occhio..), fotofobia, bruciori<br />

processi flogistici<br />

forma transitoria per stimoli irritativi ambientali: freddo, fumom vento, luce intensa..<br />

forma cronica: trichiasi, alcolismo, difetti metabolici,<br />

b. emorragie: si ha la presenza di un versamento ematico. Appare in una zona ben definita attorno<br />

ad un congiuntiva normale; il sangue rimane rosso vivo grazie allo scambio di<br />

ossigeno che ha attraverso la congiuntiva, che è molto sottile. Eziologia:<br />

tosse<br />

sforzi (comune dopo il parto p.es)<br />

traumi<br />

infiammazioni della congiuntiva<br />

criptogenico (o idiopatico: senza causa apparente)<br />

2) alterazioni flogistiche: congiuntiviti. Sono la patologia oculare più comune. Si ha senso di pesantezza,<br />

corpo estraneo, prurito e arrossamento (diffuso o localizzato) lacrimazione,<br />

secrezione. Cornea e pupilla sono normali. Possono esserci diverse cause:<br />

a. settiche: batterico / virali<br />

b. allergiche: si riscontra facilmente un aspetto a ciottolato romano<br />

c. tossiche (immagine)<br />

d. fungine<br />

e. parassitarie<br />

Giuseppe Marini: <strong>Semeiotica</strong> <strong>Fabris</strong> (a.a. 2009 / 2010) 37


3) alterazioni degenerative<br />

a. pterigo: piega di tessuto congiuntivale che progredisce al di sopra della cornea, di solito dal<br />

lato nasale. Può interferire con la visione se avanza fino ad interessare la Pupilla.<br />

Rappresenterebbe la reazione ad un processo di irritazione prolungata da flogosi<br />

croniche o da agenti atmosferici<br />

b. pinguecola: comunissima negli adulti, si presenta sotto forma di nodulo giallastro rilevato, più<br />

spesso nel lato nasale… E’ la degenerazione ialina del tessuto sottoepiteliale;<br />

4) lesione traumatiche<br />

5) tumori<br />

occhio interno<br />

Richiami di Anatomia<br />

La tonaca fibrosa è l’involucro più esterno del globo<br />

oculare, avascolare, si suddivide in due porzioni, che si<br />

continuano l’una nell’altra, divise dal limbus,<br />

differiscono per struttura, curvatura e funzioni:<br />

- cornea ( 1 /6 ant): trasparente (mezzo diottrico).<br />

Anteriormente a contatto con l’ambiente<br />

esterno, posteriormente delimitante la<br />

camera anteriore, è priva di vasi,<br />

venendo alimentata dall’umor acqueo e<br />

dai vasi del limbus.<br />

- sclera ( 5 /6 post): parte più interna, è di natura<br />

connettivale, molto resistente; prende le<br />

inserzioni dei muscoli intrinseci<br />

dell’occhio.<br />

Nb: a livello della giunzione sclero corneale si<br />

trova il sistema trabecolare<br />

sclerocorneale: importante nella<br />

regolazione della pressione endoculare,<br />

laddove si ha un circolo che dal corpo<br />

ciliare (produzione) si porta alle vene<br />

episclerali.<br />

La tonaca vascolare, altrimenti detta uvea, è situata tra tonaca fibrosa e nervosa, ed è costituita da una<br />

membrana connettivale ricca di vasi, la cui funzione fondamentale è nutrire la retina. E’ formata da:<br />

§<br />

- coroide ( 2 /3 post del bulbo): ha colorito brunastro, esternamente viene ad essere connessa con la sclera,<br />

internamente è invece a contatto con parete ottica della retina, posteriormente ha un foro che<br />

da passaggio al nervo ottico.<br />

- corpo ciliare (p.te intermedia): è la continuazione della coroide (sono strutturalmente simili); Inizia a<br />

livello dell’ora serrata (p.te ant della retina), continuando fino al margine ciliare<br />

dell’iride. Si divide in due parti, caratterizzate da piccoli rilievi radiali:<br />

p.te ant ⇒ corona ciliare: vi si individua la zonula ciliare di Zinn, formata da filamenti che vanno a<br />

disporsi in vallecole, depressioni radiali che descrivono così dei rilievi detti processi ciliari<br />

p.te post⇒ orbicolo ciliare, con sottili pieghe radiali<br />

- iride (p.te ant), che definisce la pupilla: è la porzione più anteriore della tunica vascolare. Divide le due<br />

camere anteriore e posteriore, come un diaframma; E’ di colore variabile, e presenta una serie di<br />

depressioni (cripte) e creste a decorso radiale. La sua faccia posteriore è appoggiata al<br />

cristallino, ed è di colore nero per l’abbondante pigmento.<br />

Giuseppe Marini: <strong>Semeiotica</strong> <strong>Fabris</strong> (a.a. 2009 / 2010) 38


Ispezione della Cornea<br />

Sclera<br />

1) trasparenza: si valuta con una fonte luminosa tangenziale; non ci devono essere elementi vasali<br />

2) sensibilità: stimolando la cornea con un batuffolo di cotone: si nota il riflesso dell’ammiccamento: questo<br />

richiede l’integrità delle fibre del V paio (sensitive) e del VII paio (motorie).<br />

3) affezioni flogistiche: cheratiti<br />

a. ulcerative: comuni; si ha<br />

dolore anche diffuso, di tipo trigeminale (retro/peri - oculare)<br />

sensazione di corpo estraneo che si accentua coi movimenti palpebrali<br />

lacrimazione<br />

blefarospasmo: distonia focale che provoca chiusura palpebrale involontaria<br />

fotofobia<br />

ridotta acuità visiva (dipende dai singoli casi)<br />

b. non ulcerative<br />

4) Processi degenerativi<br />

cause endogene (esoftalmo, lagoftalmo, ectropion)<br />

forme infettive (tipicamente virali)<br />

a. gerontoxon o arco senile: formazione semicircolare o anulare biancastra<br />

dovuta al deposito di esteri colesterinici, separati<br />

dal limbus da un bordo trasparente. Fisiologico<br />

oltre i 70 anni, è indice di alterazioni del<br />

metabolismo lipidico nei giovani.<br />

Dev’essere di colore bianco e dovrebbe essere visibile al di sopra dell’iride solo quando le<br />

palpebre sono completamente aperte<br />

1) Malformazioni<br />

2) Flogosi<br />

a. sclera blu: ereditaria, lascia trasparire le membrane sottostanti, che appaiono blu. In questo<br />

quadro si può associare estrema fragilità ossea e sordità (Sindrome Van der Hoeve)<br />

b. melanosi: macchie violastro/brunacee della porzione anteriore, che traspaiono attraverso la<br />

congiuntiva bulbare.<br />

a. episclerite: flogosi del tessuto episclerale e degli strati più superficiali della sclera<br />

b. sclerite: forma più profonda di flogosi, si può avere in corso di<br />

- TBC<br />

- reumatismo cronico<br />

- iperuricemia<br />

3) Processi degenerativi<br />

a. placca ialina senile: si forma appena anteriormente al muscolo retto mediale, non implica una<br />

condizione patologica.<br />

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Pupille<br />

Devono apparire rotonde, uguali (isocoria) e di dimensioni uguali; Vanno osservate in un ambiente non troppo<br />

luminoso o buio.<br />

• sfintere dell’iride ⇒ fibre para-s dai nn. mesencefalici di Edingher Westphal<br />

(tramite il III ed il ganglio ciliare)<br />

⇒ ipertono vagale = miosi (↓∅).<br />

Può quindi essere dovuto a farmaci eccitanti il parasimpatico (ACh,<br />

Pilocarpina, muscarina) o inibenti il simpatico.<br />

• dilatatore dell’iride ⇒ ff. simpatiche dal ganglio cervicale superiore (pirenoforo nel<br />

centro cilio spinale di Budge del muscolo dorsale)<br />

⇒ ipertono simpatico = midriasi (↑∅ > 5mm).<br />

1) uniformità di forma: le pupille devono essere uguali<br />

Quindi può essere dovuto a eccitanti del simpatico (cocaina, anfetamine, NE)<br />

o farmaci bloccanti del para-s (atropina, scopolamina)<br />

a. aniscoria: variazione unilaterale di ∅, segno di irritazione / lesione delle vie deputate alla<br />

motilità pupillare<br />

b. isociclìa pupillare: dovrebbero presentare la stessa regolarità di contorno<br />

c. pupilla a goccia / irregolare<br />

- lesioni infiammatorie dell’iride<br />

- tabe dorsale<br />

- paralisi progressiva<br />

- alterazioni congenite<br />

d. pupilla ovale: talvolta secondaria a traumi, emorragie intracraniche.. va quindi segnalata.<br />

Generalmente torna normale una volta che la P intracranica si normalizzi<br />

2) S. di Claude Bernard Horner<br />

E’ una lesione distruttiva del simpatico cervicale, da cui si ha…<br />

a. anisocoria con miosi monolaterale<br />

b. ptosi palpebrale<br />

c. enoftalmo (deficit del m.di müller)<br />

d. arrossamento della metà controlaterale del viso<br />

3) S. di Parafour Depetit<br />

Indica sempre un danno del simpatico cervicale, ma in questo caso di tipo flogistico, ragion per cui è<br />

frequente in patologie mediastiniche / dell’apice polmonare (tumori di pancost 9 )<br />

a. anisocoria con midriasi (∅↑)<br />

b. sollevamento della palpebra superiore<br />

c. esoftalmo<br />

d. pallore dell’emi faccia corrispondente<br />

4) Pupillotonia o Reazione Pupillare Tonica<br />

Se la reazione alla luce è abolita con la comune metodica, ma evocabile, seppure con una reazione<br />

molto lenta, in adatte condizione (prova in camera oscura).<br />

5) Hippus<br />

ritmico alternarsi di contrazione e dilatazione della pupilla: alcuni lo considerano collegato alla sclerosi<br />

multipla o a tumori cerebrali, ma può anche non sottendere particolari patologie.<br />

9 Sindrome di Pancost = Bernard Horner + Nevralgia cervico brachiale + Turbe vasomotorie dell’arto superiore<br />

Giuseppe Marini: <strong>Semeiotica</strong> <strong>Fabris</strong> (a.a. 2009 / 2010) 40


6) Riflessi Pupillari<br />

a. alla luce: si osserva in una stanza scarsamente illuminata, e si illumina l’occhio con la<br />

pila-penna, aspettandosi la conseguente miosi (∅↓), che deve essere anche della<br />

pupilla controlaterale, benché protetta dalla fonte di luce (semplicemente ponendo di<br />

mezzo la mano). Ovviamente se il riflesso è abolito, ci sono problemi alle vie ottiche<br />

(retina, nucleo oculomotore, nervo ottico..)<br />

⇒ fen. di Argyll Robertson (iporiflessività alla luce): diabete & sifilide<br />

b. di accomodazione: per provocarlo si invita il paziente ad osservare un oggetto lontano dal punto<br />

d’osservazione, e successivamente un oggetto posto in vicinanza (anche il<br />

proprio dito), passando da una situazione all’altra si dovrebbe osservare<br />

ancora miosi.<br />

c. alla convergenza: le pupille divengono miotiche (∅↓) seguendo l’avvicinarsi del dito<br />

dell’osservatore alla punta del naso.<br />

7) Miosi (∅↓) Bilaterale Rigida<br />

a. ipertensione endocranica con sofferenza del ponte<br />

b. nell’intossicazione da fenotiazine (farmaci neurolettici)<br />

c. intossicazione da oppiacei (eroina, mofina), risolvibile con collirio al<br />

Naloxone<br />

d. avvelenamento da esteri fosforici<br />

e. muscarina (amanita muscaria)<br />

8) Mitriasi (∅↑) Bilaterale Rigida<br />

a. danno mesencefalico grave (sofferenza anossica dei centri nervosi, durante il collasso<br />

cardiocircolatorio con sincope p.es)<br />

b. intossicazione da barbiturici<br />

c. intossicazione da atropina (parasimpatico litico)<br />

d. intossicazione da amfetamine / cocaina (pro adenergici)<br />

9) Mitriasi (∅↑)Unilaterale Rigida<br />

a. lesione dell’oculomotore (III)<br />

b. P intracranica ↑<br />

c. trauma cranico con ematoma<br />

d. compressione del tronco encefalico (tumore o aneurisma)<br />

Uveiti<br />

Ricordiamo che l’uvea (cioè la tonaca vascolare) è composta da iride, corpo ciliare e coroide, ragion per cui<br />

affezioni di queste aree possono definirsi uveiti (dominio specialistico):<br />

1) Uveite anteriore<br />

a. irite (ovviamente interessa l’iride)<br />

b. ciclite (interessa solo il corpo ciliare)<br />

c. iridociclite<br />

2) Uveite posteriore (coroidite)<br />

3) Uveite diffuse<br />

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Cianosi<br />

E’ un segno importante (lo si vede infatti), in quanto si accompagna a varie situazioni dell’apparato<br />

respiratorio, cardiocircolatorio, il distretto vascolare…<br />

s’intende una colorazione bluastra della cute e delle mucose visibili dovute ad una riduzione di Hb che deve<br />

superare il valore di 5g/100ml. E’ quindi la quantità assoluta e non relativa che dona il colorito bluastro,<br />

motivo per cui nei soggetti anemici è difficile avere una cianosi, al contrario di un soggetto poliglobulico che<br />

più facilmente va incontro a cianosi (con tutta l’Hb che ha, è facile che almeno 5g/100ml non siano saturi…)<br />

Diciamo che la cianosi può essere o meno collegata ad ipossiemia; La pseudo cianosi è dovuta alla deposizione<br />

di sostanze estranee, pigmenti, e non alla presenza di Hb insatura.<br />

• argento (colore grigio azzurro)<br />

• oro (auriasi)<br />

• arsenico (melanosi da arsenico)<br />

condizioni che possono influire<br />

1) pigmentazione della cute (persone di colore o ittero)<br />

2) stato dei capillari cutanei<br />

a. vasodilatazione facilita e viceversa<br />

3) spessore della cute: dove sottile è più osservabile<br />

a. letto ungueale<br />

b. lobo dell’orecchio<br />

c. labbra<br />

§<br />

Tipi di Cianosi<br />

Centrale<br />

PO2↓ ⇒ Hb ridotta ↑. Sempre generalizzata, in rapporto con l’ipossiemia<br />

- difettosa ossigenazione polmonare<br />

a. rapporto V/Q<br />

b. alterazioni alveolo-capillari<br />

- shunt arterovenosi / comunicazione interatriale<br />

a. cardiopatie congenite cianogene<br />

b. fistole polmonari<br />

- Hb alterata con alterata affinità con l’O2<br />

- Hb TOT↑ (predisponente): p.es un soggetto con insufficienza respiratoria tende ad essere<br />

poliglobulico, quindi ci sarà una certa facilità alla cianosi. P.es nell’enfisema;<br />

complice è l’EPO.<br />

Periferica<br />

Estrazione tissutale di O2↑; può essere sia generalizzata che localizzata, ed è collegata ad un rallentamento<br />

della circolazione:<br />

1) generalizzato<br />

a. sindromi da bassa portata<br />

b. stasi venosa nel grande circolo<br />

2) distrettuale: collegata ad una ostruzione arteriosa (iperemia passiva)<br />

a. embolia<br />

b. trombosi<br />

c. vasospasmo arteriolare<br />

Giuseppe Marini: <strong>Semeiotica</strong> <strong>Fabris</strong> (a.a. 2009 / 2010) 42


Mista<br />

Meccanismi in parte centrali ed in parte periferici<br />

1) ICC<br />

a. componente centrale: difettosa ossigenazione del sangue arterioso per la compromissione degli<br />

scambi alveolo capillari dovuti all’edema interstiziale<br />

b. componente periferica: dovuta alla riduzione della portata cardiaca ed all’ostacolato ritorno<br />

venoso<br />

2) poliglobulia<br />

a. componente centrale: tanta Hb, impossibile da ossigenare tutta<br />

b. componente periferica: l’aumentata viscosità data dall’aumento dell’ematocrito porta a<br />

rallentamento del circolo e depauperazione<br />

Diminuzione di Affinità<br />

§<br />

fattori che influenzano l’affinità per l’O2<br />

1) pH↓: il prelievo si fa dal settore arterioso, richiedendo quindi un’emogas analisi, che dà delle riposte, tra<br />

cui il pH (ma anche PO2, PCO2, e il livello di Carbonati), che dà quindi info anche sullo stato<br />

compensato o meno dell’acidosi / alcalosi<br />

2) PCO2↑<br />

3) Temperatura ↑<br />

4) DPG ↑<br />

5) Anemia<br />

6) Soggiorno ad Alta Quota<br />

Aumento d’Affinità<br />

oltre alle condizioni inverse di cui sopra…<br />

1) Hb fetale<br />

2) carbossi Hb ↑<br />

3) metaemoglobina eritrocitaria ↑<br />

Sindromi Piramidali<br />

Una cosa che si valuta con una certa frequenza sono insulti di tipo emorragico o ischemico (ictus).<br />

Anche qui ci sono vari gradi di classificazione, gradazione… che sono però di competenza clinica neurologica,<br />

per quanto riguarda invece l’esame obiettivo neurologico, si partirà dal sensorio, al muscolare, al test della<br />

funzionalità del cervelletto, dei nervi cranici…<br />

Andando a valutare un paziente con ictus si tratta in genere di una lesione importante di uno dei due emisferi, che<br />

se coinvolge la via piramidale provocherà riduzione di motilità / forza nell’emisoma controlaterale.<br />

Nb: ripassa anatomia del sistema piramidale.<br />

Paralisi Flaccida (sindrome piramidale deficitaria)<br />

1) faccia<br />

• commisura labiale abbassata dal lato offeso (paralisi del faciale di tipo centrale, con integrità<br />

del faciale superiore)<br />

• lingua (se sporta) devia dal lato paralizzato<br />

• deviazione coniugata della testa e degli occhi (“il malato guarda l’emisfero cerebrale leso”)<br />

2) Arto Superiore: sono interessati più spesso faccia ed arto inferiore..<br />

• predominanza paralitica di muscoli estensori e supinatori<br />

⇒ la mano cade in flessione e giace in pronazione<br />

• a braccia orizzontali in avanti, quelle del lato paralizzato tendono a cadere prima, e le mani<br />

tendono ad essere semiflesse.<br />

Giuseppe Marini: <strong>Semeiotica</strong> <strong>Fabris</strong> (a.a. 2009 / 2010) 43


3) Arto Inferiore<br />

• in extrarotazione<br />

• piede in estensione plantare<br />

due manovre semeiologiche:<br />

1. Prova di Mingazzini: eseguibile sia agli arti inferiori che superiori; Consiste nel verificare la capacità di mantenere una<br />

data posizione per 30 secondi senza cedimenti (improvvisi o graduali che siano), testando la<br />

funzionalità di cingolo scapolare (arto superiore) o ileo psoas ed estensori (arto inferiore).<br />

- arto superiore: si chiede al soggetto di mantenere le braccia (da seduto o in piedi)<br />

ad occhi chiusi a 90° con il tronco, (45° se allettato) con dita ben<br />

estese ed allargate<br />

- arto inferiore: paziente supino, cosce flesse su bacino a 90°, gambe flesse su<br />

coscia a 90°<br />

2. Prova di Barrè: Paziente bocconi sul lettino, cosce lievemente divaricate e gambe flesse ad anglo retto sulle cosce. In<br />

caso di lesione si verifica una lenta caduta dell’arto. Esplora la forza del bicipite femorale, del<br />

semitendinoso e del semimembranoso.<br />

Paralisi Spastica (sindrome piramidale irritativa)<br />

In opposizione a quella flaccida o deficitaria, la paralisi spastica compare poco tempo dopo (mesi-giorni), e si<br />

caratterizza per un ipertono muscolare.<br />

1) zone indenni (per lo più)<br />

a. faccia: impossibile capire di che lato è la paralisi all’ispezione<br />

b. tronco: l’addome risulta trattabile<br />

2) arti inferiori: prevale l’ipertono estensorio<br />

3) arti superiori: prevale l’ipertono flessorio<br />

4) riflessi<br />

a. muscolo tendinei: esagerati<br />

b. cutanei: inibiti<br />

Esame Neurologico<br />

<br />

Linguaggio<br />

1) dis/a-fasia: se il paziente ha difficoltà a formulare con frasi o parole esatte il pensiero che si vuole<br />

esprimere, anche con una normale capacità di articolazione. Si tratta dell’emisfero<br />

dominante, e si ha in genere anche disgrafia, disfasia ricettiva (non si capiscono le parole),<br />

dislessia (non le si leggono), afasia di Broca (linguaggio lento e poco fluente: manca la<br />

formazione del’engramma linguistico da trasmettere ad M1) o di Wernike (linguaggio<br />

fluente ma manca la composizione linguistico grammaticale)<br />

2) disartria: sono alterate la pronuncia, l’articolazione, ma il contenuto è corretto.<br />

Lesioni meccaniche, o dei nervi motori<br />

3) afonia: pur parlando produce suoni con alterata tonalità o addirittura bisbigliati. Problemi di corde vocali<br />

e/o laringe. In genere si ha difficoltà a tossire, ma non ha nulla a che vedere con disartrie/disfasie..<br />

4) disfonia<br />

5) mutismo: il paziente è cosciente ma non si sforza di parlare o ad emettere suoni;<br />

- psicologico<br />

- lesioni della parete anteriore del III ventricolo ed altre strutture…<br />

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sistema motorio / sensitivo<br />

Tono muscolare<br />

Grado di tensione presente nel muscolo a riposo, rilevabile alla palpazione. Ovviamente dipende dal riflesso di<br />

stiramento, e non è coscientemente sopprimibile. Si valutano…<br />

1) postura: del tronco (a riposo), la postura anche del capo e del collo, nonché degli arti. Ciascun<br />

atteggiamento va confrontato con la parte controlaterale del corpo. Il paziente va osservato da<br />

seduto, in piedi, in marcia, osservando la reazione indotta dal peso degli arti..<br />

2) resistenza passiva alla mobilizzazione: si muove passivamente l’arto saggiando la resistenza, per quanto<br />

minima dell’arto. Si può anche provare a sollevare e lasciare cadere il braccio, o<br />

anche la gamba. Questo va fatto a paziente supino<br />

manovra di Jendrassik: si pone il paziente seduto, gambe a penzoloni; gli si chiede di guardare<br />

il soffitto, agganciando a capo iperesteso le due mani ed esercitando la massima forza. In questo<br />

modo si libereranno gli arti inferiori. Da eseguire in pazienti non collaborativi o che non riescono<br />

a rilassarsi<br />

3) prova del ballottamento: provare movimenti rapidi passivi, alternati e molto rapidi. Si osserva la facilità<br />

e l’ampiezza con cui si avverte il movimento<br />

4) prova della spinta: se il soggetto in piedi subisce una spinta dall’avanti in dietro a livello del tronco si<br />

rileva un contrazione del tibiale anteriore, che tende ad opporsi alla direzione della<br />

spinta. Nell’ipotonia la contrazione appare con un certo ritardo rispetto al lato<br />

controlaterale.<br />

Si valuteranno quindi eventualmente stati di..<br />

normotonia<br />

ipertonia piramidale o spasticità (sindrome irritativa): molto più facile da valutare. E’ una lesione<br />

del primo motoneurone, cioè delle vie piramidali. Si nota il riflesso<br />

del coltello a serramanico. Sarà ovviamente un’ipertonia flessoria a<br />

livello degli arti superiori ed estensoria degli arti inferiori, con piede<br />

equino ed andatura falciante.<br />

rigidità o ipertonia extrapiramidale, ha caratteristiche plastiche: se si forza un cambiamento di<br />

posizione poi questa viene mantenuta. Deriva da un egual ipertono di<br />

agonisti ed antagonisti.<br />

ipotonia: semeiologicamente è il più difficoltoso da definire, specie se presente come fenomeno<br />

sfumato.. i muscoli sono flaccidi, gli arti pendenti; si ha una ridotta resistenza ai movimenti<br />

passivi. Si ha la difficoltà a mantenere la posizione di un arto, che potrà facilmente<br />

spostarsi… In questa situazione si hanno riflessi tendinei diminuiti / assenti<br />

a. interruzioni di archi riflessi<br />

b. patologie cerebellari<br />

c. shock spinale<br />

Forza muscolare<br />

Generalmente si valuta l’esame globale, quello segmentario ha pertinenza neurologica, ed esula dall’esame<br />

obiettivo generale. Sicuramente in caso p.es di ictus, la riduzione della forza muscolare emerge chiaramente.<br />

1) segno di Mingazzini: cfr. sopra<br />

2) segno della Pronazione (o Mingazzini sensibilizzato): stessa manovra ma con mano rivolta verso l’alto..<br />

Diciamo che i muscoli supinatori fanno parte di una serie di muscoli<br />

primariamente colpiti, e quindi ci sarà una tendenza alla pronazione, con<br />

mantenimento della mano un po’ più bassa.<br />

3) segno della mano cava: si dispone il malato con gli avambracci a c.a 90° (a L), palme in avanti e dita<br />

divaricate con forza: in caso di patologia l’adduzione del pollice provoca<br />

l’incavarsi del palmo, perché il pollice e l’eminenza tenar sono portati in avanti<br />

ed in dentro.<br />

Giuseppe Marini: <strong>Semeiotica</strong> <strong>Fabris</strong> (a.a. 2009 / 2010) 45


4) segno di Mingazzini agli arti inferiori: cfr sopra<br />

5) segno di Barrè: cfr. sopra<br />

Trofismo muscolare<br />

Deve tener conto delle caratteristiche dell’individuo (variazioni individuali, sesso, età, lavoro, sport,<br />

nutrizione…); è legato all’integrità dell’unità neuromuscolare. Alla denervazione infatti si ha la riduzione di<br />

volume delle fibre (80% di riduzione in 90gg). Se la lesione è monolaterale ovviamente si potrà apprezzare la<br />

differenza ai due lati del corpo.<br />

1) risposta miotonica: chiudendo con forza un pugno p.es non si ha la capacità poi di rilasciarlo<br />

immediatamente all’ordine volontario. Quindi è la persistenza della contrazione.<br />

2) fascicolazioni: possono essere benigne, sono contrazioni spontanee incontrollabili, irregolari e brevi di<br />

fibre appartenenti alla stessa unità motoria. Sono evidenti soprattutto in zone con poco<br />

tessuto adiposo, ed in genere felicitabili con la percussione del ventre muscolare. Sono<br />

danni al motoneurone periferico.<br />

ipotrofia / atrofia: riduzione più o meno intensa della massa muscolare precedentemente esistente e<br />

può regredire anche fino all’atrofia. La distribuzione dell’ipotrofia è informativa<br />

sulla lesione: se è riferita all’area innervata da un solo nervo o se è generalizzata<br />

(denutrizione)<br />

ipertrofia: aumento di volume, non patologico (anzi..)<br />

pseudo ipertrofia: patologico; si ha un aumento del volume muscolare che dà l’idea di atleticità,<br />

anche se poi la forza è ridotta.<br />

Riflessi<br />

Possono essere fisiologici (presente in ogni soggetto normale), ed in questo caso potranno essere profondi (fusi<br />

neuromuscolari 10 ) o superficiali (multisinaptici e polisegmentali).<br />

1) masseterino o mandibolare: è del trigemino: si applica un leggero corpo di martelletto o sul dito posto<br />

sul mento del paziente o su un abbassalingua posto sull’arcata dentaria<br />

inferiore. La contrazione del massetere determina una chiusura della bocca<br />

2) bicipitale: si percuote il pollice dell’esaminatore posto sul tendine del muscolo bicipite alla piega del<br />

gomito, a braccio lievemente flesso. In condizione normali si ottiene un impulso alla flessione.<br />

L’arto dev’essere rilassato, possibilmente appoggiato al corpo.<br />

3) tricipitale: si percuote subito sopra l’olecrano ad arto semiflesso.<br />

4) supinatore / stilo radiale: si percuote sempre ad arto semiflesso in posizione<br />

intermedia tra supinazione e pronazione; braccio lasciato<br />

appoggiare alla gamba, e si ricerca sull’apofisi stiloide del<br />

radio: si ottiene un impulso alla flessione (avambraccio su<br />

braccio).<br />

5) pronatore / stilo ulnare: mantenendo la stessa posizione di cui sopra si percuote<br />

sull’apofisi stiloide dell’ulna…<br />

6) rotuleo: si provoca percuotendo immediatamente al di sotto della rotula a paziente<br />

seduto… il più famoso e di soddisfazione<br />

7) achilleo: percuotendo il tendine d’Achille mentre il paziente si trova in ginocchio sul<br />

letto in modo che i piedi sporgano dalla sponda, oppure in posizione supina con l’arto inferiore<br />

semiflesso e tenendo, con la mano libera, il piede in stato di flessione. In condizioni normali si<br />

ottiene l’estensione del piede sulla gamba.<br />

8) corneale: si stimola la cornea latero medialmente con cotone e paziente che guardi dal lato opposto si<br />

ottiene contrazione dell’orbicolare delle palpebre con ammiccamento<br />

10 riflessi miotatici da stiramento, o osteoperiostei o tendinei…sono: monosinaptici, fanno riferimento ad uno specifico<br />

segmento midollare<br />

Giuseppe Marini: <strong>Semeiotica</strong> <strong>Fabris</strong> (a.a. 2009 / 2010) 46


9) faringeo: stimolando la parete posteriore della faringe con un abbassalingua si ottiene la contrazione dei<br />

muscoli faringei<br />

10) addominale (superiore medio e inferiore): a soggetto rilasciato con i mm addominali completamente<br />

rilassati, l’esaminatore striscia con una punta smussa obliquamente dall’esterno all’interno<br />

o dall’interno all’esterno sulla cute dell’addome. Sono spesso assenti in sclerosi multipla<br />

(precoce) e lesioni piramidali.<br />

11) cremasterico: strisciando una punta smussa sulla cute dell’interno coscia vicino all’origine dell’arto si<br />

ottiene un sollevamento del testicolo per contrazione del cremastere.<br />

12) anale: stimolando con un punta smussa la cute perianale e si ottiene una contrazione dello sfintere esterno<br />

13) bulbo cavernoso: stimolando la p.te anteriore del pene o pungendo lievemente il glande si ottiene la<br />

contrazione del bulbo cavernoso<br />

14) cutaneo plantare: (≠Babinski): con la stimolazione con punta smussa della cute della porzione centrale<br />

della pianta delle dita si ottiene la flessione plantare.<br />

Chiaramente nella patologia saranno riscontrabili situazioni di…<br />

iperriflessia<br />

iporiflessia<br />

riflessi patologici: non sono normalmente presenti, quelli che seguono provocano tutti l’estensione<br />

delle dita del piede:<br />

a. Babinski: si ricordi (come per il riflesso fisiologico) di seguire nella stimolazione<br />

della pianta lo schema di cui a lato (imm.)<br />

b. segno di Oppenheim: si provoca strisciando lungo il margine anteriore della tibia il<br />

pollice l’indice, facendoli scorrere dal ginocchio verso il piede<br />

seguendo la cresta tibiale<br />

c. segno di Gordon: si stringono con forza le masse muscolari dei gastrocnemi<br />

d. segno di Schaeffer: pizzicando tra indice e pollice il tendine d’Achille.<br />

Sensibilità<br />

L’obbiettivo è valutare eventuali alterazioni, ricercando quadri noti, ovviamente..<br />

1) sensibilità superficiale esterocettiva: viene valutata anche nell’E.O. generale;<br />

a. dolorifica: si utilizza come stimolo la punta dell’ago del martelletto. Ci possono essere<br />

alterazioni della sensibilità che il paziente riferisce, che vanno valutate con parti<br />

del corpo presumibilmente normali.<br />

Si richiede al paziente di dichiarare se sente qualcosa, se discrimina tra dito e<br />

spillo, p.es… Lo stimolo va valutato in diverse aree (14): faccia, spalle, p.te<br />

esterna/interna dell’avambraccio, pollice / mignolo, torace, addome, p.te anteriore delle<br />

cosce, superficie lat/med delle gambe, dorso del piede, mignolo, natiche. Si può<br />

confrontare con un atlante dei dermatomeri segmentari sensitivi.<br />

b. tattile: con dito o batuffolo di cotone, negli stessi punti. In questo contesto rientra anche la<br />

capacità discriminativa tra dito e spillo<br />

c. termica: raramente indagata. Tutto sommato è informativo quanto la sensibilità dolorifica.<br />

Essendo quest’ultima più rapida e facile, viene in genere preferita.<br />

2) sensibilità profonda<br />

a. batiestesica o statoestesica: si pone il braccio del paziente in una cera posizione, lo si sposta, e si<br />

chiede di riportare il braccio nella stessa posizione, portando anche il<br />

controlaterale nella stessa posizione. Si può alternativamente<br />

chiedere di toccare i due indici, sempre ad occhi chiusi.<br />

b. chinestesica: si afferra il dito di un piede e lo si estende o flette, vedendo se il paziente riconosce<br />

l’azione eseguita, e chiedendo di imitare il movimento con l’altro piede<br />

Giuseppe Marini: <strong>Semeiotica</strong> <strong>Fabris</strong> (a.a. 2009 / 2010) 47


c. vibratoria o pallestesia: assicurandosi che paziente non possa sentire, si utilizza un diapason<br />

sulle prominenze ossee, il paziente deve ovviamente avvertire lo<br />

stimolo. E’ la prima che si perde nel diabete e con l’età.<br />

d. dolorifica: affondando con decisione i pollici in muscoli e/o tendini.<br />

3) discriminazione spaziale (tattile e dolorifica): si utilizza il compasso di weber. Ovviamente sarà<br />

massima nei polpastrelli (1-3 mm), aumentando nel torace e in altre aree<br />

ovviamente. La capacità discriminativa dipende dall’integrità della sensibilità<br />

tattile superficiale, e generalmente un’alterazione di una capacità discriminativa<br />

è l’espressione di un danno alto, a livello di lobo parietale.<br />

4) stereognosia: capacità di individuare un oggetto familiare palpato con le mani<br />

5) grafestesia: la capacità di riconoscere p.es una lettera tracciata con una punta smussa sulla cute: è la<br />

capacità di riconoscere ad occhi chiusi in quale direzione si sposta un oggetto<br />

smusso sulla cute.<br />

Le variazioni che si ricercano sono:<br />

disestesia: si riferisce a sensazioni sgradevoli della sensibilità, è un termine generico che si riferisce<br />

ad una serie di dolori causati da stimoli o spontanei: sensazioni di scossa elettrica,<br />

urenti, di spillo, di corpi estranei, vetri, avvertiti sempre nel territorio di innervazione di<br />

un nervo o di una/più radici.<br />

iperestesia: aumentata sensibilità ad uno stimolo. Si traduce in una soglia alterata nei confronti di<br />

stimoli tattili termici, dolorifici… Diciamo che la sensazione è abnorme rispetto<br />

all’intensità dello stimolo stesso.<br />

parestesie: sensazioni abnormi, spontanee o evocate, usualmente riferite come sensazioni di<br />

formicolio, puntura di spillo, costrizione o fasciatura, di acqua che scorre, intorpidimento<br />

o addormentamento.<br />

algesia<br />

iperalgesia: una forma di iperestesia collegata col dolore<br />

allodinia: dolore a stimoli inusuali, come p.es il polpastrello di un dito<br />

prurito: sensazione anomala fastidiosa attenuata dal grattamento, quindi diverso dalla parestesia,<br />

dove non c’è l’associazione al grattamento come metodo risolutivo. In questo caso si pensa<br />

più che ad una lesione neurologica, a lesioni dermatologiche o sistemiche che possano<br />

generare prurito, come nell’ittero ostruttivo.<br />

<br />

Esame dei nn. cranici<br />

Si vanno anche a questo livello a ricercare eventuali alterazioni. Spesso sono di dominio specialistico.<br />

olfattivo (I)<br />

Si utilizzano normalmente delle fiale con odori familiari, partendo da sostanze poco irritanti, leggere, per<br />

assicurare una corretta percezioni. Si valuta la capacità a prima di una e poi dell’altra narice. Riniti, tabacco..<br />

invalidano il test, ovviamente, e va considerata la diminuzione di sensibilità con l’età.<br />

anosmia: incapacità di sentire gli odori, può derivare da traumi o lesioni delle vie olfattive.<br />

ottico (II)<br />

Dominio prettamente specialistico.<br />

oculomotori (III, IV, VI)<br />

Si valuta il movimento verso i punti cardinali dello spazio. Questo si associa all’esame obiettivo dell’occhio<br />

(risposta alla luce, accomodazione..); Ricordiamo interazioni con cefalea (riduzione di motilità) ed ipertensione<br />

intracranica, che colpisce il VI in particolare<br />

Giuseppe Marini: <strong>Semeiotica</strong> <strong>Fabris</strong> (a.a. 2009 / 2010) 48


trigemino (V)<br />

--<br />

1) funzione motoria:<br />

a. massetere & temporale: si fanno serrare fermamente i denti.<br />

b. pteroidei: si valutano chiedendo al paziente di lateralizzare la mandibola.<br />

c. riflessi: già visti: si evoca il corneale (nella sua parte sensitiva) e il masseterino<br />

2) funzione sensitiva: a livello di cute e mucose delle zone di innervazione del trigemino.<br />

deviazioni della mascella<br />

fascicolazioni<br />

atrofia<br />

tono del viso simmetrico<br />

faciale (VII)<br />

Innerva i mimici, ma trasporta anche fibre del SNA a ghiandole nasali e salivari, inoltre fornisce sensibilità<br />

gustativa ai 2/3 anteriori della lingua; ovviamente sappiamo come le due componenti motoria e sensitiva siano<br />

divise.<br />

1) funzione motoria: si valuta tramite<br />

a. asimmetrie di volto e rima palpebrale in condizioni di stasi, e anche dinamicamente:<br />

- chiudere gli occhi e resistere al tentativo dell’esaminatore di riaprirli<br />

- corrugare la fronte<br />

- sollevare le sopracciglia<br />

- sorridere<br />

- mostrare i denti<br />

- fischiare & gonfiare le guance<br />

b. tic, movimenti insoliti<br />

c. disartrie: problemi di pronuncia<br />

d. riflessi<br />

Per quanto riguarda la patologia…<br />

- Orbicolare: percussione sul margine esterno del margine sopraorbitario sopra al<br />

margine dell’orbita ⇒ chiusura degli occhi<br />

- Orbicolare della bocca: percussione sul labbro superiore o sul lato del naso<br />

⇒ contrazione del quadrato del labbro superiore e del<br />

muscolo canino omolaterali<br />

segno di Chvostek: spasmo o contrazione tetanica crampiforme dei mm facciali omolaterali che<br />

compare percuotendo l’emergenze del n. faciale anteriormente all’orecchio<br />

a. tetania<br />

b. aumenti dell’irritabilità riflessa (demenza o alterazioni del tratto piramidale)<br />

2) funzione gustativa (condivisa col IX): ricordiamo che mentre salato, dolce ed acido sono di competenza<br />

della zona di innervazione del VII, l’amaro essendo posizionato posteriormente rientra<br />

più nella sfera del IX.<br />

Giuseppe Marini: <strong>Semeiotica</strong> <strong>Fabris</strong> (a.a. 2009 / 2010) 49


acustico (VIII)<br />

Si trovano due sistemi di fibre in un unico tronco nervoso: il nervo cocleare e il vestibolare. Fanno riferimento a<br />

distinti sensori, ovviamente. Il nervo cocleare è ovviamente collegato all’udito<br />

1) funzione uditiva: si verificano dall’otorinolaringoiatra tramite test uditivi. Si possono però eseguire dei<br />

test di screening, anche se un po’ grossolani..<br />

a. voce sussurrata: cercare di parlare piano a 30-40cm di distanza dall0orecchio tenendo tappato<br />

l’altro<br />

b. ticchettio: dell’orologio, può essere utile a testare la capacità di rilevare frequenze alte<br />

Ci sono quindi tre test che possono essere indicativi anche sull’origine della sordità: di trasmissione<br />

(Tr) o Neurosensoriale (Nrs). Il concetto è che se il deficit è di trasmissione, facendo transitare il suono<br />

per via ossea raggiungerà indipendentemente la coclea, mentre per via aerea dovrà passare per il sistema<br />

di trasmissione…<br />

c. test di Weber: mettere la base del diapason vibrante sul vertice della testa, controllando che il<br />

paziente non lo senta lateralizzato. (teatralizzazione del suono).<br />

- Tr: lateralizzazione del suono all’orecchio sordo<br />

- Nrs: lateralizzazione all’orecchio meno malato<br />

d. test di Rinne: diapason sul processo mastoideo, e contare il tempo fin quando il paziente non<br />

sente più il suono confrontandolo con il tempo a 2-3 cm dell’orecchio (via aerea)<br />

- Tr: tempo trasmissione ossea uditiva ≥ tempo trasmissione aerea<br />

- Nrs: tempo trasmissione aerea uditiva ≥ doppio del tempo di trasmissione ossea<br />

e. test di Schwabach: è il confronto con il tempo per cui l’esaminatore sente il suono (ovviamente<br />

non si devono avere deficit uditivi nell’esaminatore) trasmesso per via ossea<br />

- Tr: il paziente sente più a lungo dell’esaminatore<br />

- Nrs: l’esaminatore sente più a lungo del paziente<br />

2) funzione vestibolare: può essere utile in particolare la presenza di nistagmo, in genere se vestibolare si<br />

tratta di una componente laterale, mentre quello che origina dal tronco cerebrale è<br />

verticale. Per eseguire questo controllo si chiede al paziente di tenere lo sguardo fisso<br />

a 45°: gli occhi scivolano lentamente verso il centro e poi scattano verso la posizione<br />

iniziale.<br />

glossofaringeo (IX)<br />

In genere è associato nei processi patologici, al vago, spesso indistintamente.<br />

1) funzione motoria: le fibre motorie sono dirette allo stilo faringeo<br />

a. osservazione del faringe: invitando il paziente a dire “A”<br />

b. deglutizione: si fa deglutire un sorso d’acqua, non si deve osservare il passaggio di acqua<br />

attraverso il naso una volta che il rinofaringe è stato isolato dal palato molle<br />

c. voce: valutare carattere e qualità<br />

d. riflessi: faringeo, già visto..<br />

disfagia per i solidi<br />

paralisi: si può notare lo spostamento dei tessuti molli del faringe verso li lato sano.<br />

2) funzione gustativa: come per il VII paio<br />

Giuseppe Marini: <strong>Semeiotica</strong> <strong>Fabris</strong> (a.a. 2009 / 2010) 50


Vago (X)<br />

1) funzione motoria: sempre implicata con la deglutizione, fonazione… vd.sopra<br />

2) funzione parasimpatica: è il più importante nervo parasimpatico del corpo, in questo contesto è<br />

possibile evocare alcuni riflessi..<br />

Accessorio Spinale (XI)<br />

E’ solo motorio:<br />

a. oculo cardiaco: la pressione dei globi oculari e la respirazione possono provocare un<br />

rallentamento del cuore. Di fronte ad una tachiaritmia la cosa non funziona.<br />

b. del vomito = riflesso faringeo<br />

c. della tosse: stimolando la mucosa del faringe, laringe, trachea o albero bronchiale. Si può<br />

stimolare anche la membrana timpanica<br />

d. nasale/dello starnuto: stimolazione della mucosa nasale<br />

e. del Seno Carotideo: con un dito, a livello della biforcazione del vago: bradicardia<br />

1) sternocleido mastoideo<br />

Ricordiamo che il vago è il sistema parasimpatico più importante<br />

dell’organismo:<br />

- cuore (azione inotropa negativa)<br />

- bronchi (contrazione mm. lisci della trachea, bronchi e bronchioli)<br />

- sistema digerente (stimola le secrezioni, la peristalsi, determina il rilassamento degli<br />

sfinteri della parte superiore del canale alimentare, stimola fegato e<br />

cistifellea ed inibisce le surrenali)<br />

a. ispezione e palpazione mentre il paziente ruota il capo contro resistenza<br />

b. contrazione riflessa: percuotendo sull’origine clavicolare<br />

2) Trapezio: semplicemente si valuta la forza del paziente nel contrastare l’abbassamento della spalla da<br />

parte dell’esaminatore<br />

Ipoglosso (XII)<br />

Controlla i muscoli della lingua ovviamente..<br />

1) Ispezione della lingua a riposo: si ricercano eventuali…<br />

fascicolazioni<br />

asimmetrie ⇒ nella paralisi la lingua è deviata dal lato affetto<br />

ipotrofie ⇒ sempre nella paralisi c’è ipotrofia del lato affetto<br />

2) prove di motilità<br />

- estrarre e retrarre<br />

- curvare ai lati<br />

- curvare in alto e in basso<br />

3) forza: si valuta chiedendo di spingere contro la guancia e contrastando da fuori<br />

4) ascolto della voce: nessuna difficoltà nella pronuncia dei suoni linguali (l,t,d,n)<br />

Giuseppe Marini: <strong>Semeiotica</strong> <strong>Fabris</strong> (a.a. 2009 / 2010) 51


Esame cerebellare<br />

Ovviamente il cervelletto controlla equilibrio e coordinazione, ragion per cui la semeiotica mette in risalto<br />

questi due aspetti. Come in altri casi, osservare anche solo che il paziente si siede o si alza, che postura mantiene,<br />

qual è l’andatura, movimenti semplici a soprattutto osservare se nei movimenti c’è armonia.<br />

La semeiologia, in quest’ambito, tende a indagare diversi tipi di coordinazione…<br />

Equilibrio e Marcia<br />

1) Test di Romberg: DD con patologie propriocettive: si invita il paziente a stare fermo in piedi a occhi<br />

prima aperti e poi chiusi:<br />

2) Test della spinta (già visto)<br />

deficit propriocettivo: il paziente con la vista compensa e mantiene l’equilibrio, cadendo<br />

con gli occhi chiusi. Test positivo<br />

deficit cerebellare: il paziente oscilla e cade già ad occhi aperti. Test negativo<br />

3) Posizione eretta su un piede solo: normale un lieve ondeggiamento, si deve resistere almeno 5 secondi<br />

4) Saltello su un solo piede: parimenti, deve riuscire ad eseguirlo per almeno 5 secondi<br />

5) Sinergia Muscolare: cioè la capacità di aggiustare il livello di contrazione dei vari muscoli che<br />

compartecipano al movimento. Si verifica chiedendo il soggetto di inarcare<br />

indietro il busto: il pz. cerebellare non riesce a coordinare la flessione sinergica<br />

degli arti inferiori e tende a cadere indietro<br />

6) Andatura: osservare il paziente mentre avanza a piedi scalzi lungo l’ambulatorio o il corridoio: notare<br />

la sequenza attesa del passo e i corrispondenti movimenti delle braccia. Si possono<br />

osservare, da questo punto di vista…<br />

atassia cerebellare: tipica andatura dell’ubriaco: a zig zag, con brusche pulsioni laterali e braccia a<br />

bilanciere. Romberg negativo<br />

atassia tabetica (turbe della sensibilità profonda): se ne delineano diversi tipi<br />

a. lesioni dei cordoni posteriori:<br />

• brusco lancio in avanti delle gambe e ricaduta sul tallone<br />

• assiduo controllo della vista sul movimento<br />

• Romberg positivo<br />

b. lesioni midollari: l’atassia si associa a turbe piramidali<br />

c. lesioni cerebrali / talamiche: atassia della marcia, con turbe della sensibilità<br />

profonda ⇒ “atassia cerebrale”, vd. sotto.<br />

atassia per turbe labirintiche:<br />

• Romberg positivo con lateropulsione: perdita di equilibrio sempre dallo<br />

stesso lato<br />

• marcia sempre deviata da quel lato<br />

atassia “cerebrale”: riguarda lesioni frontali, callose o parietali:<br />

• tendenza a lateropulsione e retropulsione sia in marcia che in stasi<br />

Coordinazione segmentaria / degli arti<br />

1) Prove per la dismetria: ovvero l’incapacità di regolare intensità o durata dell’attività motoria in<br />

rapporto allo scopo da raggiungere<br />

arto superiore<br />

a. prova indice - naso / naso mento / indice orecchio<br />

b. prova della prensione: se si invita il paziente a prendere un bicchiere a metà<br />

pieno d’acqua e a portarlo alle labbra per bere si potrà osservare no solo la<br />

dismetria, ma anche l’ipermetria, la scomposizione del movimento, il<br />

tremore intenzionale, per cui talora alcuni pazienti non sono neppure in<br />

grado di bere, malgrado l’impiego delle mani.<br />

Giuseppe Marini: <strong>Semeiotica</strong> <strong>Fabris</strong> (a.a. 2009 / 2010) 52


arto inferiore<br />

a. prova calcagno - ginocchio / tibia strisciata<br />

b. prova dito esaminatore - alluce paziente: il primo cambierà di posizione di<br />

volta in volta.<br />

dismetria<br />

ipermetria<br />

braditeleocinesia: il fermarsi prima del target<br />

2) Asinergia segmentale o piccola asinergia di Babinski: diciamo che quello che succede è che il<br />

movimento può essere scomposto in movimenti parziali, in tempi diversi, per difetto di<br />

sinergia tra i diversi movimenti che compongono l’atto nel suo insieme. In questa forma di<br />

asinergia in particolare si possono eseguire tre test:<br />

1. soggetto seduto, viene invitato a toccare con la punta del piede un oggetto posto a<br />

c.a 50 cm dal suolo poco distante dal ginocchio: il soggetto non riesce a<br />

compiere la simultanea flessione di coscia e gamba.<br />

2. soggetto disteso a braccia conserte, è invitato a mettersi seduto senza ausilio delle<br />

braccia. Il soggetto non riesce a sollevarsi e invece solleva smodatamente gli arti<br />

inferiori<br />

3. nelle prove calcagno ginocchio il soggetta va a scomporre nettamente il<br />

movimento.<br />

Nb: in lesioni emilaterali questo avviene da un solo lato.<br />

3) Diadococinesia: esplora la capacità di eseguire movimenti rapidi ed alternativi.<br />

1. prova di pronazione - supinazione delle mani: pz. seduto, mani sulle ginocchia,<br />

movimenti di prono supinazione alternati e rapidi.<br />

2. prova delle marionette: braccia addotte, avambracci flessi su braccia palme in<br />

avanti: di nuovo movimenti di prono supinazione alteranti rapidi.<br />

Nb: la lesione unilaterale è particolarmente informativa.<br />

4) Coordinazione: le turbe della coordinazione sono evidenziate bene dalla scrittura. Invitando a tracciare<br />

linee orizzontali tra due limiti verticali, molte linee oltrepasseranno o non raggiungeranno<br />

il limite verticale e la linea sarà intercisa:<br />

5) Segno di Kernig: flessione involontaria del ginocchio quando l’esaminatore tenta di flettere la coscia a<br />

livello dell’anca, mentre la gamba è in estensione. Quando positivo non c’è solo la<br />

flessione, ma anche dolore e reale limitazione dell’estensione.<br />

6) Segno di Brudzinski: portando la testa verso il petto, s’incontra la resistenza del pz. che flette le gambe<br />

con un significato antalgico.<br />

7) Segno di Lasegue: si tenta di flettere la coscia sull’anca con la gamba in estensione. E’ positivo se c’è<br />

dolore e resistenza al movimento.<br />

8) Rigidità Nucale: è il segno chiave di irritazione meningea, è caratterizzato da rigidità e spasmo dei<br />

mm. del collo, con dolore ai tentativi di movimento volontario. C’è anche<br />

resistenza al movimento passivo.<br />

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Sistema Muscolo Scheletrico<br />

Quando si esegue l’esame obiettivo si prendono in considerazione, come si è visto, tutti i vari apparati, che sono<br />

solo didatticamente divisi; Questo comporta che le varie componenti andranno a sovrapporsi, e così anche<br />

nell’apparato muscolo scheletrico.<br />

Ovviamente all’osservazione si individueranno le asimmetrie, le anormalità muscolari, articolari…<br />

Quello che si andrà a valutare, soprattutto, saranno le principali articolazioni, e le principali menomazioni,<br />

alterazioni che si possono avere a carico dei vari distretti.<br />

Ispezione<br />

<br />

articolazione temporo mandibolare (ATM)<br />

1) localizzare l’ATM: con la punta delle dita poste giusto anteriormente al trago<br />

2) segni patologici: uno schiocco o uno scatto possono essere eventi comuni, ma non…<br />

dolore<br />

tumefazioni<br />

crepitii<br />

3) motilità si valuta in ogni senso: portando avanti/indietro il mento, spostando latero lateralmente,<br />

aprendo e chiudendo la bocca.<br />

1) simmetria delle pliche cutanee<br />

2) verificare i principali muscoli<br />

3) motilità: come da figura<br />

dolorabilità<br />

<br />

Colonna cervicale<br />

simmetria (uguale tonicità) ⇒ che la testa non ciondoli, ma sia centrale, retta.<br />

<br />

Colonna vertebrale<br />

1) localizzare punti di repere precisi, in particolare<br />

• processi spinali di C7 e T1<br />

• scapole<br />

• creste iliache<br />

• mm. paravertebrali<br />

2) valutare l’asse della colonna:<br />

a. testa centrata su solco gluteo<br />

b. simmetria dei punti di repere↑<br />

c. allineamento col tronco di ginocchia e piedi<br />

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Palpazione<br />

Motilità<br />

3) valutare le curvature ed eventuali variazioni patologiche:<br />

lordosi<br />

spondilolistesi: scivolamento in avanti di L5<br />

malformazioni del bacino<br />

lussazione congenita dell’anca<br />

miopatie: dove si ha lo spostamento in avanti del tronco sul bacino.<br />

obesità marcata<br />

Nb: osservando da dietro che la zona lombare, nell’inversione della concavità,<br />

rimanga piatta<br />

Cifosi: può essere parziale se interessa solo alcune vertebre, oppure totale se è<br />

generalizzata al rachide. Provoca una riduzione della statura.<br />

ipotonia muscolare<br />

rachitismo<br />

osteoporosi post menopausale / senile<br />

processi patologici delle vertebre: dal morbo di Pott, alle osteomieliti,<br />

mielomi, metastasi carcinomatose.<br />

Scoliosi: è un’incurvatura laterale del rachide, che potrà essere destra o sinistra e<br />

interessare o meno tutta la colonna (segmentale). Oltre all’incurvamento più<br />

visibile, ce ne sarà un altro, contrario, per ristabilire l’equilibrio, riportando il<br />

centro di gravità sulla linea mediana.<br />

Tipicamente coesiste con la cifosi, generando cifoscoliosi. Nell’ottica dello<br />

sviluppo può generare..<br />

⇒ riduzione della statura<br />

⇒ deformità costali<br />

⇒ appiattimento antero posteriore del bacino<br />

⇒ alterazioni scheletriche cranio facciali: atrofia ossea dal lato della<br />

concavità<br />

1) palpare i paravertebrali lungo i processi spinali<br />

2) dolorabilità spinale: percuotendo prima con il dito poi col lato ulnare della mano i processi spinosi<br />

Giuseppe Marini: <strong>Semeiotica</strong> <strong>Fabris</strong> (a.a. 2009 / 2010) 55


SPALLE<br />

Spalle<br />

ispezione • Ispezionare il profilo delle spalle, il cingolo della spalla, le clavicole, le<br />

•scapole Ispezionare ed i muscoli il profilo della delle regione spalle, il cingolo della spalla, le clavicole, le<br />

1) profilo scapole ed i muscoli della regione<br />

• Sospettare una LUSSAZIONE quando il profilo della spalla è asimmetrico<br />

2) cingolo: clavicole, • Sospettare scapole una e muscoli LUSSAZIONE<br />

ed una spalla presenta UNA della CONCAVITA’ regione quando il profilo della spalla è asimmetrico<br />

NEL PROFILO<br />

ed una spalla presenta UNA CONCAVITA’ NEL PROFILO<br />

• Osservare lussazioni: alla profilo ricerca della di spalla una SCAPOLA asimmetrico; ALATA si nota subito<br />

• Osservare alla ricerca di una SCAPOLA ALATA una una sporgenza sporgenza verso verso<br />

l’esterno scapola della alata: scapola, una sporgenza che che indica indica verso una l’esterno una lesione lesione della del scapola del nervo nervo del ⇒ lesione muscolo del muscolo m.dentato<br />

serrato anteriore anteriore, anterioreo<br />

alterazioni congenite…<br />

Palpazione<br />

Motilità<br />

• articolazioni sterno clavicolari<br />

• articolazioni acromio clavicolari<br />

• clavicole<br />

• scapole<br />

• processi coracoidei<br />

• grandi trocanteri (omero)<br />

• solchi bicipitali<br />

• tutti i muscoli della regione<br />

SPALLE<br />

A quelle di cui sopra va aggiunto il sollevamento delle spalle, grazie al quale si valuta anche l’integrità del XII.<br />

Giuseppe Marini: <strong>Semeiotica</strong> <strong>Fabris</strong> (a.a. 2009 / 2010) 56


Ispezione<br />

Controllare l’angolo cubitale, normalmente tra 10 e 15°<br />

Palpazione<br />

cubito valgo: > 15°<br />

1) superficie estensoria dell’ulna<br />

2) condili<br />

3) olecrano<br />

4) solchi dell’olecrano<br />

Si potranno individuare reperti quali:<br />

Motilità<br />

cubito varo: angolo invertito<br />

<br />

Gomito<br />

ispessimenti della membrana sinoviale<br />

noduli sottocutanei: sono tipici segni di artrite (soprattutto a livello della superficie<br />

estensoria dell’ulna)<br />

tumefazioni molli, fluttuanti: segni di tendiniti<br />

dolorabilità: potrà essere tipico segno di tendiniti o epicondiliti<br />

all’epicondilo laterale, lungo i solchi dell’olecrano e gli<br />

epicondioli<br />

alla pronazione / supinazione del gomito<br />

<br />

Mano<br />

Ispezione<br />

1) aspetti dorsali e palmari della mano (profilo, posizione, forma, numero, completezza delle dita)<br />

2) superficie palmare: devono esserci<br />

a. concavità centrale<br />

b. eminenza tenar (a livello del pollice)<br />

c. eminenza ipotenar (a livello del mignolo, più piccola)<br />

deformazioni tipiche dell’artrite reumatoide<br />

dita a cigno o ad asola<br />

dita deviate verso il lato ulnare<br />

Giuseppe Marini: <strong>Semeiotica</strong> <strong>Fabris</strong> (a.a. 2009 / 2010) 57


Palpazione<br />

1) articolazioni metacarpo falangee ⇒ eseguibile con due pollici<br />

2) articolazioni inter falangee<br />

3) polso e doccia radio carpale ⇒ come in figura<br />

Quello che si deve percepire sono articolazioni lisce, esenti da<br />

Patologia<br />

Motilità<br />

tumefazioni<br />

noduli<br />

sporgenze<br />

dolorabilità<br />

1) processi osteoartritici ⇒ si notano noduli, in genere duri e non dolenti, 2mm < ∅ < 3mm o circondanti<br />

tutta l’articolazione. Assumono diversi nomi in base a dove si localizzano:<br />

a. noduli di Heberden ⇒ art. interfalangee distali<br />

b. noduli di Bochard ⇒ art. interfalangee prossimali<br />

2) tunnel carpale ⇒ segno di Tinel positivo: si percuote con un dito<br />

e/o con col martelletto il nervo mediano nel<br />

suo punto di passaggio nel tunnel carpale,<br />

evocando una sensazione di formicolio in caso<br />

di presenza di patologia del tunnel.<br />

1) toccare con il pollice<br />

a. la punta di tutte le dita<br />

b. la base del mignolo<br />

2) allungare e riunire le dita<br />

3) come da immagini…<br />

La valutazione della forza si esegue facendo mantenere flessione ed estensione del gomito contro una forza<br />

contraria (polso) e facendo stringere le dita dell’esaminatore (dita)<br />

Giuseppe Marini: <strong>Semeiotica</strong> <strong>Fabris</strong> (a.a. 2009 / 2010) 58


Osservazione<br />

<br />

Anca<br />

1) simmetria: tramite la verifica di punti di repere<br />

• grande trocantere<br />

• cresta iliaca<br />

2) numero/altezza di pliche glutee<br />

Palpazione<br />

Della pelvi: a paziente supino alla ricerca di<br />

instabilità<br />

dolorabilità<br />

crepitii<br />

Motilità<br />

Nb: dopo l’abduzione va eseguita anche l’adduzione, alzando passivamente l’altra gamba per permettere il<br />

movimento completo.<br />

in più…<br />

infrarotazione: dopo la flessione del ginocchio, portarlo verso l’altra gamba: 40°<br />

extrarotazione: l’opposto: 45°<br />

La forza viene testata ponendo resistenza durante l’adduzione o abduzione, oppure nel mantenimento in<br />

flessione/estensione del ginocchio.<br />

Giuseppe Marini: <strong>Semeiotica</strong> <strong>Fabris</strong> (a.a. 2009 / 2010) 59


Test di Thomas<br />

Si utilizza per rilevare contratture in flessione dell’anca, che<br />

possono venir mascherate dalla lordosi.<br />

Per eliminarla, a paziente supino, si fa aderire il dorso al<br />

piano rigido, quindi si flette completamente la coscia<br />

controlaterale: se c’è la contrattura l’altra gamba non riesce a<br />

stare adesa al piano.<br />

Segno di Trendelenburg<br />

Svela un’eventuale lussazione dell’anca, laddove quando si è<br />

solo in appoggio sulla gamba dal lato lussato l’arto cede e si ha<br />

la caduta del bacino controlaterale.<br />

<br />

Ginocchio<br />

Ispezione<br />

Come al solito si ispeziona sia in posizione flessa che estesa, ricercando punti di repere:<br />

1) tuberosità tibiali (faccia anteriore della tibia, è il culmine del margine anteriore)<br />

2) condili della tibia mediale, laterale<br />

3) epicondili del femore: mediale / laterale (stanno sopra i condili)<br />

4) tubercolo adduttore (femore: al di sopra dell’epicondilo mediale)<br />

5) rotula: a ginocchio esteso, notare le concavità naturali (ai lati e superiormente)<br />

6) angolo cubitale: identica dinamica del gomito, con<br />

ginocchio valgo<br />

ginocchio varo<br />

7) spazio popliteo<br />

dolorabilità<br />

tumefazioni<br />

Palpazione<br />

8) iper estensione su carico: debolezza del quadricipite<br />

1) normale aspetto: l’articolazione deve presentarsi liscia e compatta, vanno individuati:<br />

a. rotula<br />

b. tasca sovra rotulea<br />

c. cuscinetto adiposo infrarotuleo<br />

Sotto il profilo patologico si possono trovare…<br />

dolore<br />

paludosità<br />

crepitii<br />

noduli<br />

idrato nella capsula: tecnica del ballottamento: si<br />

porta la mano sinistra dalla coscia alla zona<br />

soprarotulea, con la destra si prova a indurre il<br />

“ballottamento” della rotula contro il femore<br />

dando degli impulsi sulla rotula con l’indice<br />

dell’altra mano.<br />

Giuseppe Marini: <strong>Semeiotica</strong> <strong>Fabris</strong> (a.a. 2009 / 2010) 60


Motilità<br />

<br />

Piedi e Caviglie<br />

Ispezione<br />

Vanno osservati sia sotto carico che non, in particolare a livello dei…<br />

1) punti di repere<br />

a. malleoli (mediale / laterale) ⇒ lisci e arrotondati, normalmente<br />

b. calcagni (sporgenti)<br />

c. tendini d’Achille<br />

d. articolazioni metatarsico falangee (sporgono)<br />

2) angoli con cui le estremità si rapportano:<br />

a. valgismo fisiologico: lievissima angolazione all’esterno tra gli assi longitudinali di gamba e<br />

retro piede.<br />

piede varo / valgo: patologica variazione del normale allineamento del piede<br />

b. scaricamento peso: dev’essere su una linea immaginaria tra III e IV dito del piede e la p.te<br />

mediale del calcagno. Questo può essere modificato da<br />

varismo / valgismo del piede<br />

dolore<br />

traumi<br />

c. piano sagittale l’angolo tra gli assi longitudinali di piede e gamba ⇒ 90° aperto<br />

piede equino > 90°<br />

piede talo < 90°<br />

d. allineamento avampiede-retropiede sul piano<br />

orizzontale (imm. )<br />

e. intra / extra rotazioni del piede<br />

piede supinato<br />

piede pronato<br />

3) volta plantare longitudinale mediale presente<br />

cavismo<br />

piattismo<br />

Giuseppe Marini: <strong>Semeiotica</strong> <strong>Fabris</strong> (a.a. 2009 / 2010) 61


Palpazione<br />

4) normale forma / allineamento delle dita; Ci possono essere deformazioni quali:<br />

dita a martello: iperestensione dell’art. metatarso falangea & flessione<br />

dell’articolazione prossimale del dito<br />

dito ad artiglio: iperestensione dell’art. metetarso flangea & flessione falangi<br />

prossimale e distale dell’alluce<br />

alluce valgo: deviazione laterale dell’alluce che può sovrapporsi col secondo dito: si<br />

può generare borsite dolente nel punto di pressione.<br />

1) tendine d’Achille<br />

2) superficie della caviglia anteriore<br />

3) avampiede & articolazioni metatarso falange ⇒ pollice e dita di entrambi le mani.<br />

Patologia<br />

Sono importanti i segni di Gotta / tofo (raro): sono da riferirsi all’articolazione<br />

metatarso falangea dell’alluce:<br />

termotatto↑<br />

arrossamento<br />

tumefazione<br />

dolorabilità<br />

Motilità<br />

a. come da immagini, in più…<br />

b. piegabilità / estensibilità delle dita<br />

Forza<br />

Come sempre il paziente deve saper mantenere determinate posizioni contro la forza dell’esaminatore<br />

1) flessione dorsale / plantare ⇒ mm. della caviglia<br />

2) adduzione / abduzione caviglia<br />

3) flessione / estensione dell’alluce<br />

Giuseppe Marini: <strong>Semeiotica</strong> <strong>Fabris</strong> (a.a. 2009 / 2010) 62


Nota<br />

Questa è una raccolta di appunti, sintesi di materiale preso da diversissime fonti e rielaborato; come tale non è<br />

impassibile di errori, ANZI. Quindi inviterei a :<br />

1. non prendere tutto quello che c’è scritto per oro colato<br />

2. contattarmi se c’è qualcosa di sbagliato all’indirizzo<br />

Ci sono delle immagini tratte dalle slide dei professori, quindi come non spargete in giro le slide, non fatelo nemmeno<br />

con questi appunti ! E non condivideteli senza la password che c’è per tutte le slide su Appuntimed !<br />

theshire88@gmail.com<br />

Grazie a tutti e buono studio !!<br />

Giuseppe Marini: <strong>Semeiotica</strong> <strong>Fabris</strong> (a.a. 2009 / 2010) 63

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