L’AGGETTIVO NELLE ALTRE VARIANTI Ricordiamo che anche per gli aggettivi vale ciò che dicemmo a proposito <strong>del</strong>la formazione <strong>del</strong> plurale dei sostantivi, perciò gli aggettivi uscenti in U in logudorese e nuorese formano il plurale in OS: bellu, bellos; mannu, mannos; ecc. Ricordiamo anche che alla terminazione <strong>campidanese</strong> I corrisponde nelle altre varianti l’uscita in E: durci / durke; forti / forte; ecc. In nuorese ci sono pochi aggettivi terminanti in - OI: ballalloi (imbecille), cacoi (pauroso). E’ caratteristico <strong>del</strong>la lingua sarda (ma in <strong>campidanese</strong> molto meno che nelle altre varietà) il caso di aggettivi composti, costituiti da un sostantivo e da un aggettivo: pilicanu (dai capelli bianchi), murribiancu (dal muso bianco), conkimacu (testa matta), ecc. Come si può notare, la vocale finale <strong>del</strong> sostantivo componente diventa I , secondo un’usanza propria già <strong>del</strong> latino. ESERCIZIO Volgere nelle altre varianti le seguenti parole campidanesi: boxis craras, cuaddus fortis, minestra callenti, òmini dèbili, pipius mandronis, ogus serraus. 19
CAPITOLO QUARTO GLI ALTERATI Si chiamano alterati quei nomi ai quali l’aggiunta di un suffisso ha parzialmente modificato il significato originario. Il più <strong>del</strong>le volte esprimono un nostro modo di vedere più che il modo in cui l’essere è veramente. Si dividono in diminutivi e/o vezzeggiativi, accrescitivi e dispregiativi. Gli accrescitivi sono in <strong>sardo</strong> piuttosto rari, mentre enormemente diffusi sono i diminutivi (specialmente nel linguaggio familiare) che spesso hanno anche un significato ironico o dispregiativo; sarà il senso <strong>del</strong>la frase ad individuare la loro funzione nel contesto. ACCRESCITIVO L’unico accrescitivo esistente è - ONI. Si aggiunge più a sostantivi che ad aggettivi ed il sostantivo che ne deriva è sempre maschile, anche se quello primitivo è di genere femminile: conca (testa) conconi (fig. cervellone) ; cambu (gambo), camboni (fig. schiappa); marra (zappa) , marroni (zappone); trudda (cucchiaio di legno), truddoni (fig. grassone) ; ecc. Come si vede, spesso dà un senso figurato al sostantivo derivato, mentre per indicare l’idea esatta <strong>del</strong>l’accrescimento si preferisce mettere dopo il nome un avverbio o un aggettivo (o tutti e due assieme quando si vuole rafforzare il concetto): una conca manna (un testone), un’òmini grussu (un omaccione), una domu manna meda (una casa grandissima), ecc. DISPREGIATIVO Anche i dispregiativi sono molto rari. Possono avere qualche volta un significato peggiorativo solo i suffissi: - ASTU e - ATZU, usati spesso indifferentemente: poeta, poetastu (poeta, poetastro, poetucolo), dotori, dotoratzu (dottore, dottorucolo); ecc. Quasi sempre i sostantivi e gli aggettivi ottenuti con l’aggiunta dei suffissi - ONI, - ASTU, - ATZU sono solo apparentemente dei nomi alterati, indicando in realtà (specie - ASTU e ATZU) una tendenza: asulatzu ad esempio non è dispregiativo ma significa "tendente all’azzurro", così grogastu, arrubiastu, maladiatzu, ecc. DIMINUTIVI E VEZZEGGIATIVI Ogni suffisso diminutivo può essere contemporaneamente anche un suffisso vezzeggiativo. Ecco i principali suffissi: - EDDU: è il diminutivo per antonomasia (lo dimostra il termine deddu, con cui si indica il bambino molto piccolo) ed il più frequente insieme a - IXEDDU. Si aggiunge generalmente a sostantivi con più di due sillabe. - Esempi: Antoni, Antoneddu (Antonio, Antonello); piticu, pitikeddu (piccolo, piccolino); matucu, matukeddu (grande, grandicello); màriga, marighedda (brocca, brocchetta); Juanna, Juannedda (Giovanna, Giovannina); arrùbiu, arrubieddu (rosso, rossetto); natzioni, natzionedda (nazione, piccola nazione); pòpulu, populeddu (popolo, popolino); partidu, partideddu (partito, partitino), ecc. NOTA 1: Ecco alcuni nomi che prendono il suffisso - EDDU sebbene bisillabi: procu, proceddu (porco, porchetto) mentre prokixeddu ha più un significato vezzeggiativo che diminutivo; crobi, crobedda (corba, corbello); cuba, cubeddu (tino, tinello); cria, crieddu (toppa, serrame); conca, conkedda (testa, testina); ecc. 20