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Biennale 1976: la terra di mezzo per la terza cultura

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Capitolo 3<br />

<strong>Biennale</strong> <strong>1976</strong>: Ambiente come sociale<br />

3.1 Il Pa<strong>di</strong>glione Italia<br />

La partecipazione italiana sul tema comune del<strong>la</strong> <strong>Biennale</strong> <strong>1976</strong>, L’Ambiente, si inserisce come<br />

abbiamo detto in un contesto sociale ed artistico <strong>di</strong> a<strong>per</strong>tura verso, e <strong>di</strong> <strong>la</strong>voro su, l’ambiente. Oltre<br />

alle citate o<strong>per</strong>azioni crispoltiane, non a caso proprio Crispolti sarà l’or<strong>di</strong>natore del<strong>la</strong> sezione<br />

italiana, si sviluppa un mutamento nel rapporto con l’ambiente e con il fare artistico in re<strong>la</strong>zione ad<br />

esso. O<strong>per</strong>azioni come Campo Urbano, realizzata a Como nel 1969 a cura <strong>di</strong> Luciano Caramel, così<br />

come <strong>la</strong> mostra dell’anno precedente Arte Povera + Azioni Povere, tenutasi ad Amalfi e curata da<br />

Germano Ce<strong>la</strong>nt, risentono ancora <strong>di</strong> un certo rapporto in<strong>di</strong>vidualistico e non coo<strong>per</strong>ativo nei<br />

confronti sia del pubblico che dell’ambiente. Inoltre nell’o<strong>per</strong>azione curata da Ce<strong>la</strong>nt è ravvisabile<br />

una pianificata volontà mercantile. Come visto invece le o<strong>per</strong>azioni crispoltiane iniziano ad<br />

interessarsi ad un fare artistico coo<strong>per</strong>ativo in cui il punto centrale <strong>di</strong>venta <strong>la</strong> risposta al<strong>la</strong> nuova<br />

domanda <strong>cultura</strong>le che verte sul<strong>la</strong> necessità <strong>di</strong> una nuova lettura <strong>di</strong> un ambiente, ormai non più<br />

rurale e conta<strong>di</strong>no bensì tecnologico e citta<strong>di</strong>no, che ha sacrificato, in questo suo repentino e<br />

maldestro passaggio, il concetto <strong>di</strong> socialità. Rispondere dunque al<strong>la</strong> nuova domanda sull’essenza <strong>di</strong><br />

questo nuovo ambiente significa rispondere al<strong>la</strong> domanda sull’essenza del<strong>la</strong> nuova socialità.<br />

La <strong>Biennale</strong> del ’76 rientra nel quadriennio <strong>di</strong> presidenza <strong>di</strong> Carlo Ripa <strong>di</strong> Meana (1974-1978)<br />

<strong>per</strong>iodo in cui si cercò <strong>di</strong> adottare un concetto <strong>di</strong> <strong>cultura</strong> inter<strong>di</strong>sciplinare aggregando teatro e<br />

musica, cinema e spettacoli televisivi ed infine arti visive e architettura. Proprio l’architettura nel<br />

1975 sotto <strong>la</strong> <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> Vittorio Gregotti, inaugurò il corso delle sue Biennali. La <strong>Biennale</strong> tornò<br />

nel ’76 dopo un’interruzione <strong>di</strong> quattro anni in quanto nel 1974 l’intera e<strong>di</strong>zione venne de<strong>di</strong>cata al<br />

Cile. Il Pa<strong>di</strong>glione Italia del<strong>la</strong> <strong>Biennale</strong> del <strong>1976</strong> sviluppò dunque il tema Ambiente come sociale in<br />

cui l’elemento portante risultava essere l’informazione intesa dal suo coor<strong>di</strong>natore come “Dialogo<br />

[…] non dominio, partecipazione e non colonizzazione”. 19 L’informazione viene considerata infatti<br />

un momento imprescin<strong>di</strong>bile. Tutto il Pa<strong>di</strong>glione Italia, si presenta così, come un grande atto <strong>di</strong><br />

documentazione, una document-azione che si svolge seguendo determinate linee guida tutte<br />

e<strong>la</strong>borate in re<strong>la</strong>zione all’ambiente. L’importanza dell’informazione è inoltre riba<strong>di</strong>ta da Crispolti<br />

stesso quando afferma che <strong>la</strong> modalità espositiva “sarà […] piuttosto scambio <strong>di</strong> es<strong>per</strong>ienza che non<br />

più o meno terroristica emissione uni<strong>la</strong>terale <strong>di</strong> modelli”. 20 Questo evidenzia, dunque, <strong>la</strong> volontà<br />

partecipativa e costruttiva <strong>di</strong> un’informazione che prende corpo in uno spazio a<strong>per</strong>to reso possibile<br />

19 E. Crispolti, op. cit., p. 295.<br />

20 Ibidem, p. 296.<br />

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