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Biennale 1976: la terra di mezzo per la terza cultura

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dal<strong>la</strong> volontà che sottende al Pa<strong>di</strong>glione, ovvero ricerca <strong>di</strong> rapporti più che <strong>di</strong> linguaggi. Questo<br />

<strong>per</strong>ché il linguaggio è stato lo strumento <strong>di</strong> ricerca <strong>di</strong> tutta <strong>la</strong> storia dell’arte che ora al<strong>la</strong> soglia del<strong>la</strong><br />

sua fine, come andrà a teorizzare Arthur C. Danto un decennio dopo, cerca un nuovo <strong>per</strong>corso<br />

attraverso i rapporti intesi proprio come partecipazione. 21 Le espressioni usate da Crispolti sono del<br />

resto in questa <strong>di</strong>rezione, “risposta comunicativa ad una domanda <strong>di</strong> massa” e “verificabilità<br />

sociale” in<strong>di</strong>cano che <strong>la</strong> strada intrapresa non è più quel<strong>la</strong> del<strong>la</strong> tecnica bensì del<strong>la</strong> tattica.<br />

Applicazione, non norma. La comunicazione <strong>di</strong>venta dunque <strong>la</strong> tattica <strong>per</strong> spiegare l’ambiente<br />

come sociale e <strong>per</strong> far questo è necessaria una deviazione, un detour, un decentramento che è<br />

innanzitutto metodologico. Non pensarsi più come elemento autosufficiente iso<strong>la</strong>to ed inarrivabile<br />

bensì come moltitu<strong>di</strong>ne che solo attraverso <strong>la</strong> comunicazione può trovarsi. Essendo dunque il<br />

Pa<strong>di</strong>glione un <strong>per</strong>corso comunicazionale, così come lo definisce Umberto Santucci responsabile del<br />

settore au<strong>di</strong>ovisivi del Pa<strong>di</strong>glione Italia, il concetto <strong>di</strong> arte <strong>di</strong>venta un concetto <strong>di</strong> o<strong>per</strong>atività<br />

artistica che si sposa con gli specifici del<strong>la</strong> comunicazione stessa. 22 Pertanto nel Pa<strong>di</strong>glione non<br />

sono presenti o<strong>per</strong>e pie<strong>di</strong>stal<strong>la</strong>te-musealizzabili, bensì <strong>la</strong> documentazione e <strong>la</strong> registrazione <strong>di</strong><br />

o<strong>per</strong>azioni artistiche. Il Pa<strong>di</strong>glione si struttura così come <strong>per</strong>corso psicofisico <strong>di</strong>viso in quattro<br />

livelli ognuno dei quali si rive<strong>la</strong> complementare e <strong>di</strong>datticamente utile ad un’autoformazione ed<br />

informazione dello spettatore. La prima stanza è quel<strong>la</strong> de<strong>di</strong>cata al<strong>la</strong> multivisione e dunque ad un<br />

coinvolgimento che potremmo definire, <strong>per</strong> certi versi, ancora estetico. La seconda sa<strong>la</strong> presenta<br />

invece un maggior aspetto comunicativo essendo de<strong>di</strong>cata ai video delle varie o<strong>per</strong>azioni compiute<br />

dagli artisti e rappresentando i cinque aspetti del<strong>la</strong> ricerca inerente al tema specifico. Qui <strong>la</strong><br />

singo<strong>la</strong>rità del<strong>la</strong> visione <strong>per</strong>mette una comunicazione ed un’informazione più accurata e dettagliata.<br />

La <strong>terza</strong> sa<strong>la</strong> prevede una partecipazione più specifica in quanto è de<strong>di</strong>cata alle interviste dei<br />

protagonisti, a film azioni, ad alcuni carousel con ulteriori documenti stampati e fotografici. Infine,<br />

<strong>la</strong> quarta sa<strong>la</strong> presenta materiale video, filmico, fotografico e stampato re<strong>la</strong>tivo ai veri aspetti del<strong>la</strong><br />

sezione Documentazione A<strong>per</strong>ta. Umberto Santucci aveva proposto <strong>per</strong> quest’ultima sa<strong>la</strong> <strong>la</strong><br />

presenza <strong>di</strong> una fotocopiatrice posta al<strong>la</strong> fine del <strong>per</strong>corso <strong>di</strong> modo da poter realmente realizzare<br />

quel<strong>la</strong> fase auto realizzativa <strong>di</strong> coscienza e conoscenza dello spettatore. In questo modo sarebbe<br />

stato lo spettatore a crearsi il proprio catalogo “a<strong>per</strong>to”.<br />

La comunicazione del Pa<strong>di</strong>glione Italia è <strong>per</strong>ò, ma non necessariamente <strong>per</strong> forza <strong>di</strong> cose, molto<br />

<strong>di</strong>versa da quel<strong>la</strong> attuale in quanto usa, come strumento <strong>di</strong> comunicazione, le <strong>per</strong>sone stesse ed i<br />

luoghi in cui s’incontrano. Quello che fa il Pa<strong>di</strong>glione Italia infatti, è mettere in evidenza alcune<br />

21<br />

Per le teorie dantiane riguardo <strong>la</strong> fine del<strong>la</strong> storia (nel’) dell’arte si vedano in partico<strong>la</strong>re, A. C. Danto, La destituzione<br />

filosofica dell’arte, Aesthetica, Palermo 2008, [I ed. 1986]; A. C. Danto, Dopo <strong>la</strong> fine dell’arte. L’arte contemporanea e<br />

il confine del<strong>la</strong> storia, Bruno Mondadori, Mi<strong>la</strong>no 2008, [I ed. 1997].<br />

22<br />

U. Santucci, Il salone italiano inteso come <strong>per</strong>corso comunicazionale, <strong>Biennale</strong> <strong>di</strong> Venezia <strong>1976</strong>,, Archivio Crispolti,<br />

Roma.<br />

13

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