Biennale 1976: la terra di mezzo per la terza cultura

1.2 Lo spazio aperto di William James
Altro filosofo importante per la costruzione di questo concetto di comunicazione-fisica, è William
James (1842-1910). La sua influenza non è diretta come quella di Dewey sia perché non si è
interessato in maniera sistematica della questione arte e sia perché si è trovato ad agire agli inizi del
Novecento in un clima più propenso all’influenza letteraria e psicologia. James però, e questo è
testimoniato dai rapporti che aveva con Giovanni Papini, che peraltro cita anche nel suo
Pragmatism del 1907, è un personaggio chiave per il diffondersi della filosofia pragmatista in Italia
agli inizi del secolo. Queste influenze indirette sono comunque molto importanti in quanto lo stesso
Papini nel 1903 inizierà a pubblicare il “Leonardo”, la voce del pragmatismo in Italia, e nel 1913
darà alla stampe una serie di saggi e ricerche dal titolo Sul Pragmatismo. Papini, inoltre,
giustificherà la sua esperienza futurista proprio sulla base della convergenza pragmatismofuturismo.
Questo è un elemento importante perché seguendo il filo della storia possiamo tracciare
una linea, con le dovute eccezioni, che val dal pragmatismo passando per il futurismo fino alle neo
avanguardie degli anni ’50-’60, che proprio dal movimento fondato da Marinetti hanno tratto
diversi spunti. Dunque, l’influenza di James è indiretta ma allo stesso tempo fondamentale per
quegli spunti sulla comunicazione e partecipazione che saranno poi elaborati in chiave estetica da
Dewey. Il concetto di fondo che anima le teorie di James è riassumibile attraverso un suo “slogan”
molto famoso: “The will to believe”, ovvero, la volontà di credere, la credenza che qualcosa possa
cambiare, crearsi o rigenerarsi proprio grazie alla volontà. Proprio una dimostrazione delle
convergenze tra futurismo e pragmatismo e dunque della “propensione” artistica del pragmatismo, è
costituita dal romanzo di Marinetti Mafarka il futurista in cui il re africano Mafarka genera suo
figlio con il solo sforzo della volontà. 8 Il concetto di volontà viene esteso da James ad una praticità,
ancora però non collegata ad una prassi reale, volta alla creazione di uno spazio in cui Dewey lavora
attraverso comunicazione, partecipazione, deviazione ed esperienza, per renderlo artistico ed aperto.
Ai fini di questa nostra ricerca è importante riportare il seguente passo di James tratto dal suo
Pragmatism: “Un pragmatista volta le spalle risolutamente, e una volta per tutte, a una quantità di
abitudini inveterate care ai filosofi di professione. Si lascia alle spalle l’astrazione e
l’inadeguatezza, le soluzioni verbali, le cattive ragioni a priori, i principi inamovibili, i sistemi
chiusi, i pretesi assoluti e le origini. Si volge verso la concretezza e l’adeguatezza, i fatti e le azioni,
e verso la possibilità di agire (power). Il che significa la supremazia della mentalità empirista e la
8 F. T. Marinetti, Mafarka il Futurista, Mondadori, Milano 2009, [I ed. 1910].
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