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Biennale 1976: la terra di mezzo per la terza cultura

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cosmesi. Come può dunque <strong>la</strong> s<strong>cultura</strong>, che ora più che mai è pensata al <strong>di</strong> fuori <strong>di</strong> un pie<strong>di</strong>stallo ed<br />

inserita in un contesto urbano sempre più assuefatto alle immagini anche <strong>di</strong> tipo architettonico,<br />

riuscire a riscrivere i parametri del suo specifico? La risposta che i tre artisti danno all’interno del<br />

Pa<strong>di</strong>glione è quel<strong>la</strong> dell’evidenza. Ovvero <strong>la</strong> s<strong>cultura</strong>, come un meccanismo filosofico derid<strong>di</strong>ano,<br />

deve scomporre le false strutture <strong>la</strong>sciando <strong>la</strong> presenza del<strong>la</strong> sua scrittura. La s<strong>cultura</strong>, infatti,<br />

<strong>di</strong>venta come scrive Staccioli, “strumento <strong>di</strong> coinvolgimento e rilevamento critico, richiamo e<br />

in<strong>di</strong>cazione del<strong>la</strong> con<strong>di</strong>zione esistenziale presente, occasione <strong>di</strong> una <strong>di</strong>scussione pubblica,<br />

collettiva” 27 e <strong>per</strong> far questo deve accettare innanzitutto il suo essere che è fortemente caratterizzato<br />

dal<strong>la</strong> presenza nello spazio, fungendo da segno e da scrittura indecostruibile, come <strong>la</strong> giustizia <strong>per</strong><br />

Deridda, <strong>di</strong>venendo continuo richiamo ad una verità che, nel <strong>1976</strong>, si afferma attraverso una<br />

verificabilità sociale.<br />

Riappropriazione urbana in<strong>di</strong>viduale.<br />

Questa seconda sezione presenta una più marcata influenza situazionista e si delinea attraverso una<br />

riappropriazione in<strong>di</strong>viduale del contesto urbano <strong>di</strong> tipo episo<strong>di</strong>co e partico<strong>la</strong>re. Il concetto <strong>di</strong> deriva<br />

urbana <strong>di</strong> matrice situazionista si pone come uno smarrimento conoscitivo del dato urbano. 28 La<br />

deriva, che richiama il concetto <strong>di</strong> deviazione estetica, rappresenta infatti una metodologia dello<br />

smascheramento dei sistemi costrittivi urbanistici attraverso il loro aggiramento. In questa sezione<br />

sono presenti Ugo La Pietra, il Gruppo Salerno 1975, Fabio De Sanctis e il Gruppo <strong>di</strong><br />

Coor<strong>di</strong>namento. Lo stesso Crispolti segna<strong>la</strong> l’influenza situazionista presente in questa o<strong>per</strong>azione.<br />

Il concetto <strong>di</strong> deriva urbana rappresenta all’interno dell’Internazionale Situazionsta lo strumento<br />

del<strong>la</strong> psicogeografia ovvero dello “stu<strong>di</strong>o degli effetti precisi che l’ambiente geografico,<br />

coscientemente or<strong>di</strong>nato o no, esercita <strong>di</strong>rettamente sul comportamento effettivo degli in<strong>di</strong>vidui”. 29<br />

Proprio questo senso <strong>di</strong> costrizione si evince dalle parole <strong>di</strong> La Pietra, De Sanctis e dal Gruppo <strong>di</strong><br />

Coor<strong>di</strong>namento, mentre il Gruppo Salerno 1975 opta <strong>per</strong> un’azione <strong>di</strong> rieducazione visiva. Il<br />

concetto che sottende l’o<strong>per</strong>azione <strong>di</strong> deriva, molto marcata in De Sanctis, è quello che lo spazio<br />

non deve essere inteso come un concetto quantitativo bensì come un concetto qualitativo. Così<br />

l’o<strong>per</strong>azione <strong>di</strong> De Sanctis, <strong>di</strong> cui viene proposta <strong>la</strong> documentazione, consiste in un’azione motoria,<br />

27<br />

M. Staccioli, in, Ambiente come sociale, La <strong>Biennale</strong> <strong>1976</strong>, catalogo dell’esposizione presso i Giar<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Castello, 18<br />

luglio-10 ottobre, <strong>1976</strong>, p. 9.<br />

28<br />

Su questo concetto e più in generale sul<strong>la</strong> “critica del<strong>la</strong> vita quoti<strong>di</strong>ana” si veda, M. Ban<strong>di</strong>ni, L’estetico e il politico.<br />

Da Cobra all’Internazionale Situazionista 1948/1957, Costa & No<strong>la</strong>n, Ancona-Mi<strong>la</strong>no 1999, [I ed. 1977]. In partico<strong>la</strong>re<br />

si veda il paragrafo, I contatti con Lefebvre e il gruppo Socialisme ou Barbarie, pp. 41-52.<br />

29<br />

M. Pernio<strong>la</strong>, I Situazionisti. Il movimento che ha profetizzato <strong>la</strong> “Società dello Spettacolo”, Castelvecchi, Roma<br />

2004, p. 16.<br />

16

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