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Biennale 1976: la terra di mezzo per la terza cultura

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Capitolo 2<br />

Territorio sociale, tessuto sociale<br />

2.1 Enrico Crispolti e <strong>la</strong> partecipazione sociale<br />

La formazione <strong>di</strong> un luogo me<strong>di</strong>ale a<strong>per</strong>to basato sul<strong>la</strong> comunicazione, non può, come si è detto,<br />

prescindere dalle <strong>per</strong>sone. Concepire infatti il territorio sociale come tessuto sta ad in<strong>di</strong>care, già<br />

nel<strong>la</strong> sua terminologia, lo spostamento d’attenzione dal<strong>la</strong> sfera tecnica a quel<strong>la</strong> umana. Questo<br />

spazio me<strong>di</strong>ale, questo territorio sociale, deve infatti essere abitato. In questa <strong>di</strong>rezione, a metà tra il<br />

censimento e <strong>la</strong> ripopo<strong>la</strong>zione, si muovono le o<strong>per</strong>azioni curate da Enrico Crispolti. Attraverso<br />

eventi come Vol<strong>terra</strong> ’73, Napoli Situazione ’75, fino al<strong>la</strong> <strong>Biennale</strong> del ’76, passando <strong>per</strong><br />

O<strong>per</strong>azione Roma eterna, il critico romano delinea i termini e <strong>la</strong> metodologia <strong>di</strong> un’o<strong>per</strong>atività volta<br />

al<strong>la</strong> sollecitazione d’autocoscienza che serve a rispondere ad una domanda estetica precisa rivoltagli<br />

da una società ormai concretamente massificata. Da una parte, <strong>la</strong> sollecitazione d’autocoscienza<br />

o<strong>per</strong>ativa sembra, <strong>per</strong> certi versi, il giusto approdo delle ricerche dell’Internazionale Situazionista,<br />

che trovano proprio grazie a questo concetto <strong>di</strong> o<strong>per</strong>atività uno sbocco concreto al loro settarismo.<br />

La metodologia crispoltiana è a mio avviso, fortemente pragmatista in quanto ricerca un concetto <strong>di</strong><br />

verificabilità, in questo caso nel sociale, e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> riproducibilità, mettendo così in parallelo le sue<br />

azioni con le teorie dei filosofi pragmatisti americani. La novità (<strong>di</strong>versità-partico<strong>la</strong>rità) <strong>di</strong> questa<br />

metodologia consiste nel<strong>la</strong> sua volontà <strong>di</strong> formazione concreta come si evince dall’aggettivo<br />

“o<strong>per</strong>ativa” che sta ad in<strong>di</strong>care proprio <strong>la</strong> <strong>di</strong>rezione che deve prendere lo spontaneismo <strong>per</strong> non<br />

rimanere effimero e sommario. In tutto questo processo è fondamentale il ruolo delle istituzioni <strong>per</strong><br />

“sollecitare una domanda <strong>di</strong> definizione <strong>di</strong> prospettive e <strong>di</strong> istituzionalizzazione” 10 che porti così<br />

al<strong>la</strong> creazione <strong>di</strong> una partecipazione che lo stesso Crispolti definisce democratica. Proprio questa<br />

volontà istituzionalizzatrice rientra nel concetto pragmatista <strong>di</strong> verificabilità in quanto rappresenta<br />

un risultato e, proprio come in un es<strong>per</strong>imento, si agisce limitando e restringendo il campo d’azione<br />

<strong>per</strong> poter creare un campione, un numero 0 riproducibile all’infinito. Pertanto l’azione sociale non è<br />

una s<strong>per</strong>duta azione nel<strong>la</strong> socialità del mondo, bensì un’azione in una picco<strong>la</strong> e concreta parte <strong>di</strong><br />

esso, che servirà poi da esempio <strong>per</strong> costruire un concetto <strong>di</strong> socialità espansa. Proprio riguardo a<br />

questo Crispolti scrive: “Una verifica che dovrà avvenire entro una concreta porzione <strong>di</strong> realtà <strong>di</strong><br />

base, <strong>per</strong>ché l’agire nel sociale è tanto più efficace in quanto è più partico<strong>la</strong>re e definitivo, come<br />

“re<strong>per</strong>to minimo” (come lo chiama Riccardo Dalisi) <strong>di</strong> partecipazione”. 11<br />

10<br />

E. Crispolti, Arti visive e partecipazione sociale. Da Vol<strong>terra</strong> 73 al<strong>la</strong> <strong>Biennale</strong> <strong>1976</strong>, De Donato, Bari 1977, p. 35.<br />

11<br />

Loc. cit.<br />

8

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