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ciato da Corsi -. I media hanno un forte<br />

ascendente sui minori e non si può fare<br />

della tv una “balia elettronica”, come<br />

metteva in guardia Giovanni Paolo II.<br />

Quando un bambino inizia la prima classe<br />

della Scuola Primaria, ha già visto<br />

5.000 ore di televisione. Ha un suo bagaglio<br />

mentale che gli crea certamente una<br />

distorsione della realtà. A fronte di 1.800<br />

ore di scuola, un ragazzo di Scuola Secondaria<br />

di primo grado, ne segue 1.500<br />

di tv. Su una base di 75/80 anni di vita,<br />

noi trascorriamo 12 anni davanti alla televisione<br />

e ciò crea un enorme vuoto mentale.<br />

Per questo occorre un uso intelligente<br />

dei media, in particolar modo della<br />

televisione, potente strumento di comunicazione,<br />

che non va demonizzato, ma<br />

gestito con efficacia».<br />

Altro campanello d’allarme è stato<br />

lanciato da Angelo Scelzo, Sottosegretario<br />

del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni<br />

Sociali e giornalista di lungo<br />

corso, il cui intervento è stato incentrato<br />

sulla necessità di restituire ai bambini<br />

i ritmi naturali della loro crescita,<br />

ricreando una nuova stagione educativa<br />

che tenga conto della verità, dell’essenziale,<br />

della sobrietà e della semplicità.<br />

Scelzo ha sottolineato come il titolo di<br />

questo convegno richiami il tema della<br />

Giornata Mondiale delle Comunicazioni<br />

Sociali 2007, “I bambini e i media: una<br />

sfida per l’educazione” e, accogliendo<br />

l’invito di Papa Benedetto XVI, che, nella<br />

sua prima Enciclica, ha richiamato l’<br />

attenzione dei credenti su una verità fondamentale<br />

della nostra fede: Dio è amore,<br />

ha auspicato che gli odierni comunicatori<br />

ripartano dall’essenziale, dalla<br />

base, dal fatto di credere che i bambini<br />

sono più importanti della comunicazione<br />

in sé. «Oggigiorno, purtroppo - ha concluso<br />

Scelzo -, con la complicità di tut-<br />

ta la società, la virtualità dei media di<br />

massa sta ammazzando la verità della comunicazione».<br />

Le conclusione sono state affidate a<br />

Lorenzo del Boca, Presidente dell’Ordine<br />

Nazionale dei Giornalisti. Novarese<br />

di nascita, giornalista professionista dal<br />

1980, vanta una lunga carriera ne “La<br />

Stampa” e “Stampa Sera”.<br />

Del Boca ha sottolineato come i giornalisti,<br />

nel fare informazione, spesso tengono<br />

conto più della quantità che della<br />

qualità delle notizie, dando spazio a temi<br />

che procurano audience e trasformano il<br />

mondo in spettacolo. «Il giornalismo - ha<br />

insistito il giornalista - deve essere sottratto<br />

al campo in cui opera oggi e tornare<br />

ad essere oggettivamente serio. Bisogna<br />

essere consapevoli che con questa professione<br />

si può fare un bene o un male<br />

immenso. Bisogna essere terzi, ma non<br />

indifferenti, obiettivi, ma non disinteressati,<br />

non solo farsi leggere, ma farsi credere».<br />

Accompagnati da docenti e dirigenti<br />

scolastici, erano presenti in sala moltissimi<br />

giovani delle scuole cittadine pompeiane<br />

che, consapevoli di essere i protagonisti<br />

indiscussi di questa mattinata,<br />

hanno applaudito con fragore i passaggi<br />

più significativi degli interventi dei relatori.<br />

n di DARIA GENTILE<br />

IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 28 –<br />

ANNO 123 - N. 1 - 2007 [28]<br />

I Fratelli delle Scuole Cristiane da cent’anni a Pompei<br />

nell’opera più prestigiosa del beato Bartolo Longo<br />

non ho mai potuto togliermi<br />

“Io<br />

dalla mente il pensiero e dal cuore<br />

il desiderio di vedere qui, alla<br />

direzione dell’Ospizio per i figli dei carcerati,<br />

i Fratelli delle Scuole Cristiane.<br />

E ne ho avuto ragione perché il tempo e<br />

l’esperienza mi hanno sempre meglio fatto<br />

intendere il bene che sarebbe effetto<br />

della loro presenza e delle loro cure”.<br />

Così scriveva Bartolo Longo il 19<br />

febbraio 1894 quando, dopo lunghe trattative<br />

con i Superiori dei Fratelli e richieste<br />

reiterate, doveva arrendersi momentaneamente<br />

alla impossibilità di avere<br />

a Pompei una comunità di questi<br />

religiosi educatori che tanto stimava.<br />

Ma non era l’ultima parola. La convinzione<br />

e la costanza di Bartolo Longo<br />

alla fine avranno la meglio.<br />

Il 1° ottobre 1907, infatti, dopo l’intervento<br />

della Delegazione Pontificia<br />

e l’interessamento personale del papa<br />

Pio X, dieci Fratelli inizieranno ufficialmente<br />

il loro apostolato nell’importante<br />

struttura educativa creata dalla carità<br />

e dall’intraprendenza sociale del beato<br />

Bartolo Longo.<br />

Fino al 1926, anno di morte del Fondatore,<br />

si instaura tra questi e gli educatori<br />

da lui voluti a Pompei, una sintonia<br />

profonda dal punto di vista spirituale e<br />

pedagogico. Già nel 1908, sul “Il Rosario<br />

e la Nuova Pompei”, Bartolo Lon-<br />

go scriveva: “Il metodo educativo dei<br />

Carissimi Fratelli delle Scuole Cristiane,<br />

i quali attualmente con arte pedagogica<br />

ammirabile e con zelo esemplare<br />

curano l’educazione della mente e del<br />

cuore dei nostri cari fanciulli e giovanetti<br />

Figli dei Carcerati, è tutto fermezza<br />

e bontà”.<br />

Il momento simbolico più alto di<br />

questa sintonia e collaborazione si ebbe<br />

il 14 maggio 1919 quando, durante<br />

una solenne cerimonia nel teatro dell’Istituto,<br />

l’allora Direttore Fratel Francesco<br />

Tranquilli consegnò a Bartolo Lon-<br />

go il diploma di “Affiliazione” all’Istituto<br />

dei Fratelli affermando: “I legami<br />

di affetto e di riconoscenza che ci uniscono<br />

a Lei, Sig. Commendatore, non<br />

potevano avere conferma più solenne<br />

di quella che oggi per mio mezzo Le<br />

porge l’Istituto dei Fratelli delle Scuole<br />

Cristiane. L’On.mo Fratello Superiore<br />

Generale, aderendo ai desideri di tutti<br />

noi, lo ammette nella nostra Famiglia<br />

religiosa...”.<br />

La sintonia con le intenzioni di promozione<br />

umana e spirituale di tanti ragazzi<br />

che si trovavano in difficoltà di ogni<br />

genere che Bartolo Longo aveva<br />

posto alla base della sua opera, è continuata<br />

fedelmente fino ad oggi.<br />

Cento anni di storia non si possono<br />

riassumere in poche battute, ma la vitalità<br />

dell’Istituto Bartolo Longo, malgrado<br />

i cambiamenti epocali cui ha dovuto<br />

far fronte in questo secolo e in<br />

particolare negli ultimi anni, sta lì a dimostrare<br />

che l’intuizione originaria del<br />

suo Fondatore era stata ben meditata e<br />

profeticamente valida.<br />

Dal 3 febbraio 2007, con il Convegno<br />

sul Centenario, prenderà il via una<br />

serie di manifestazioni culturali e artistiche<br />

che saranno dedicate a rivivere<br />

questa ricca esperienza e a sottolineare<br />

un così importante traguardo.<br />

n di MARIO PRESCIUTTINI<br />

Il cortile interno del monumentale istituto per i “figli dei carcerati”. In alto, il monumento dove il Fondatore di Pompei affida ai Fratelli delle<br />

Scuole Cristiane, impersonati da Fr. Adriano Celentano, i ragazzi da educare (opera di Romano Cosci, 2000).<br />

IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 29 –<br />

ANNO 123 - N. 1 - 2007 [29]

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