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IL IV CONVEGNO NAZIONALE DELLA CHIESA ITALIANA<br />

Oltre duemilasettecento persone, tra<br />

Cardinali, Vescovi, sacerdoti, religiose<br />

e religiosi, laici e ben settecento<br />

operatori della comunicazione hanno<br />

dato vita all’assise della Chiesa italiana,<br />

celebratosi a Verona, dal 16 al 20 ottobre,<br />

sul tema: “Testimoni di Gesù risorto<br />

speranza del mondo”.<br />

«Siamo qui perchè siamo ancora in<br />

grado di sperare per tutti!» ha detto nell’omelia,<br />

durante la cerimonia di apertura,<br />

svoltasi nella suggestiva cornice dell’Arena<br />

scaligera, dominata dalle foto dei<br />

santi italiani e dei testimoni scelti dalle<br />

diocesi, tra le quali anche il nostro beato<br />

Bartolo Longo, il Pastore della Chiesa veronese,<br />

Mons. Flavio Roberto Carraro.<br />

È toccato al Cardinale Dionigi Tettamanzi,<br />

Arcivescovo di Milano e presiden-<br />

n di LORETA SOMMA e ROSARIO ALFANO<br />

Missione, comunione<br />

e corresponsabilità:<br />

tre parole chiave<br />

per la comunità cristiana<br />

te del Comitato preparatorio, aprire i lavori<br />

del convegno con una prolusione<br />

sentita e molto concreta.<br />

Ha parlato di missione, di corresponsabilità<br />

e di comunione ed ha poi ammonito<br />

i cattolici: «Non si dà testimonianza<br />

cristiana al di fuori o contro la comunione<br />

ecclesiale. Dobbiamo uscire - ha proseguito<br />

il Pastore della Chiesa ambrosiana<br />

- dal nostro cammino troppe volte angusto,<br />

stolto e sterile. Occorre maggiore<br />

comunione missionaria tra i fedeli per testimoniare<br />

Gesù Risorto, speranza del<br />

mondo».<br />

Il Cardinal Tettamanzi si è, poi, soffermato<br />

sul ruolo dei laici nella Chiesa:<br />

«È ora che la splendida teoria sul laicato<br />

espressa dal Concilio diventi una diffusa<br />

prassi ecclesiale. La strada è stata aperta<br />

Benedetto XVI pronuncia il suo discorso al Convegno di Verona. A fianco, il Vescovo locale, Mons.<br />

Flavio Roberto Carraro. In alto, la galleria fotografica dedicata ai santi testimoni della Chiesa italiana.<br />

Nella pagina a fianco: in alto, il Cardinale Dionigi Tettamanzi, Presidente del Comitato preparatorio;<br />

in basso, i delegati pompeiani a Verona con il Vescovo, Mons. Carlo Liberati.<br />

dal Concilio, ma ora va accelerata», ha<br />

concluso il porporato lombardo.<br />

Quest’evento ecclesiale, introdotto dalle<br />

relazioni di: don Franco Giulio Brambilla,<br />

docente di Cristologia e Antropologia<br />

teologica e preside della Facoltà<br />

Teologica dell’Italia Settentrionale; Paola<br />

Bignardi, direttrice di “Scuola Italiana<br />

Moderna” e coordinatore nazionale di<br />

ReteInOpera; Lorenzo Ornaghi, professore<br />

ordinario di Scienza politica e rettore<br />

magnifico dell’Università Cattolica del<br />

Sacro Cuore e Savino Pezzotta, presidente<br />

della Fondazione “Ezio Tarantelli”, si<br />

colloca a metà del primo decennio del Terzo<br />

Millennio e si propone di dare nuovo<br />

impulso allo slancio missionario scaturito<br />

dal Grande Giubileo del 2000, di compiere<br />

una prima verifica del cammino pastorale<br />

svolto in questo decennio e di essere<br />

occasione di ripresa e di rilancio verso<br />

gli impegni che ancora ci attendono.<br />

Nel corso del convegno, con il coordinamento<br />

degli esperti: Raffaella Iafrate, professore<br />

associato di Psicologia dei gruppi<br />

e di comunità nell’Università Cattolica<br />

del Sacro Cuore; Adriano Fabris, professore<br />

ordinario di Filosofia morale e direttore<br />

del Master in comunicazione pubblica<br />

e politica nell’Università di Pisa; Augusto<br />

Sabatini, giudice e presidente vicario<br />

del Tribunale per i Minori di Reggio<br />

Calabria; Costantino Esposito, professore<br />

ordinario di Storia della filosofia nell’Università<br />

di Bari; e Luca Diotallevi,<br />

professore associato di Sociologia nell’Università<br />

di Roma Tre, sono state approfondite<br />

alcune dimensioni antropologiche<br />

particolarmente bisognose di speranza.<br />

La vita affettiva, che è l’ambito della<br />

dimora interiore del testimone. Le relazioni<br />

affettive vanno recuperate e, per superare<br />

una serie di problematiche del no-<br />

IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 4 –<br />

ANNO 123 - N. 1 - 2007 [4]<br />

stro tempo, devono poggiare solidamente<br />

sulla speranza e non devono vivere solo<br />

lo spazio effimero dell’oggi. Altro ambito<br />

affrontato è stato il lavoro e la festa.<br />

Il primo non deve diventare il punto centrale<br />

della vita dell’uomo e non deve cancellare<br />

il significato della “festa cristiana”,<br />

che non deve essere confusa con il<br />

riposo. La festa è tempo di ringraziamento<br />

e non tempo “vuoto”.<br />

Per quanto riguarda le forme di fragilità<br />

umana, si è detto che esse devono<br />

essere accolte e non nascoste o cancellate<br />

dalle tecnologie. L’accoglienza è “l’arma<br />

segreta” del testimone, rimanda ad un<br />

“oltre”, che non appartiene alla dimensione<br />

“nascosta” del nostro tempo e si esprime<br />

con: accoglienza della vita, cura<br />

dei malati, soccorso del povero, ospitalità<br />

dell’abbandonato, visita al carcerato,<br />

assistenza all’incurabile, protezione dell’anziano.<br />

A proposito della tradizione, intesa<br />

come ciò che trasmette il patrimonio culturale,<br />

e cioè i mezzi di comunicazione,<br />

la scuola, l’università, si è sottolineato che<br />

in questi ambiti è in gioco la formazione<br />

intellettuale e morale delle giovani generazioni.<br />

La cittadinanza è l’ambito che esprime<br />

l’appartenenza ad una determinata società<br />

ed è messo in discussione dai processi<br />

di globalizzazione che tendono ad<br />

una “cittadinanza mondiale”. In esso devono<br />

radicarsi i principi di sussidiarietà e<br />

di solidarietà per poter superare i problemi<br />

della fame, della povertà, della giustizia<br />

economica e dell’ambiente.<br />

Durante il Convegno hanno dato il<br />

proprio contributo anche esponenti della<br />

cultura europea come: Andrea Riccardi,<br />

professore ordinario di Storia contemporanea<br />

nell’Università di Roma Tre;<br />

Le testimonianze dei nostri delegati<br />

all’assise ecclesiale di Verona<br />

La delegazione di Pompei, presieduta<br />

dal Vescovo, Mons. Carlo Liberati, e<br />

formata da don Sebastiano Bifulco, delegato<br />

diocesano, Rosario Alfano, Regina<br />

D’Amora, Giusy Di Martino e Assunta<br />

Schettino, ha partecipato attivamente ai<br />

lavori assembleari ed a quelli di ambito,<br />

offrendo il proprio contributo alla discussione<br />

ed acquisendo informazioni, esperienze<br />

e testimonianze da trasmettere alla<br />

comunità ecclesiale pompeiana.<br />

Ecco le impressioni che ci hanno fatto<br />

pervenire: «Una bella esperienza di<br />

Chiesa, della sua vitalità nelle sue varie<br />

componenti. Tutto è stato interessante e<br />

fortemente stimolante per la crescita personale<br />

e per le indicazioni offerte per il<br />

cammino futuro delle nostre chiese. Siamo<br />

tornati arricchiti e desiderosi di intensificare<br />

il nostro impegno a servizio della<br />

nostra Chiesa perché possa crescere nella<br />

fedeltà al Risorto. Proprio la forte presenza<br />

laicale è l’elemento che ci ha impressionato<br />

a Verona a partire dai 16 “testimoni”<br />

della Chiesa in Italia, scelti dai<br />

Vescovi italiani quali modelli concreti di laici<br />

chiamati alla santità nel proprio ambito<br />

di vita.<br />

A questo proposito, vogliamo segnalare<br />

un passo del discorso del Papa a Verona,<br />

nel quale Benedetto XVI evidenzia<br />

tutta la forza della risurrezione di Cristo:<br />

“Essa (la risurrezione) - dice il Pontefice -<br />

non è affatto un semplice ritorno alla no-<br />

stra vita terrena; è invece la più grande<br />

‘mutazione’ mai accaduta, il salto decisivo<br />

verso una dimensione di vita profondamente<br />

nuova, l’ingresso in un ordine decisamente<br />

diverso, che riguarda anzitutto<br />

Gesù di Nazareth, ma con Lui anche noi,<br />

tutta la famiglia umana, la storia e l’intero<br />

universo: per questo la risurrezione di Cristo<br />

è il centro della predicazione e della<br />

testimonianza cristiana, dall’inizio alla fine<br />

dei tempi”. Poi, indicando che è l’amore<br />

la ‘cifra di questo mistero’, continua così:<br />

“Egli (il Risorto) era una cosa sola con<br />

la Vita indistruttibile e pertanto poteva donare<br />

la vita proprio lasciandosi uccidere,<br />

ma non poteva soccombere definitivamente<br />

alla morte (...) La sua risurrezione<br />

è stata dunque come un’esplosione di luce,<br />

un’esplosione dell’amore che scioglie<br />

le catene del peccato e della morte. Essa<br />

ha inaugurato una nuova dimensione della<br />

vita e della realtà, dalla quale emerge<br />

un mondo nuovo, che penetra continuamente<br />

nel nostro mondo, lo trasforma e lo<br />

attira a sé”.<br />

L’esperienza positiva riportata da Verona<br />

ci permette di poter affermare che in<br />

questa Chiesa italiana il laicato è protagonista<br />

in una maniera forse non sempre<br />

eclatante, ma indubbiamente efficace e<br />

tutto ha contribuito a rafforzare in noi tale<br />

convinzione: dalle relazioni ai momenti di<br />

preghiera, dal discorso del Papa alla condivisione<br />

con i partecipanti al Convegno.<br />

IL ROSARIO E LA NUOVA POMPEI – 5 –<br />

ANNO 123 - N. 1 - 2007 [5]

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