scarica il pdf - Soluzioni per Lavori Pubblici
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STRADE<br />
Sv<strong>il</strong>uppo di una tecnologia<br />
fotocatalitica d'avanguardia<br />
<strong>per</strong> i manti in<br />
conglomerato bituminoso<br />
DOTT. ING. LORETTA VENTURINI<br />
Scopo della ricerca è stato quello di<br />
sv<strong>il</strong>uppare un trattamento su<strong>per</strong>ficiale<br />
fotocatalitico d'avanguardia <strong>per</strong> manti<br />
in conglomerato bituminoso, che<br />
possa <strong>per</strong>mettere: di abbattere la<br />
concentrazione degli inquinanti atmosferici;<br />
di garantire l'aderenza pneumatico<br />
- pavimentazione, quindi di<br />
garantire la sicurezza stradale; di<br />
mantenere le caratteristiche funzionali<br />
e fisico - meccaniche della pavimentazione<br />
originaria (<strong>per</strong> esempio:<br />
portanza, <strong>per</strong>meab<strong>il</strong>ità e colore).<br />
I capisaldi della ricerca sono: la tipologia<br />
della su<strong>per</strong>ficie da trattare che è<br />
in conglomerato bituminoso; la peggior<br />
situazione d'inquinamento atmosferico<br />
ovvero quando si è in assenza<br />
di pioggia e di vento; le macchine<br />
di verifica (analizzatore e camera climatica)<br />
e <strong>il</strong> protocollo di prove da<br />
seguire (assenza di una normativa<br />
dedicata) che devono avere sufficiente<br />
sensib<strong>il</strong>ità <strong>per</strong> poter verificare la<br />
differenza tra vari prodotti.<br />
La s<strong>per</strong>imentazione è iniziata nel<br />
gennaio 2006 quando <strong>il</strong> quadro normativo<br />
italiano non presentava ancora<br />
norme specifiche <strong>per</strong> questa tipologia<br />
di prove. Quindi, tenendo in<br />
considerazione i capisaldi sopra<br />
riportati, si è progettata una camera<br />
climatica che <strong>per</strong>mette di verificare<br />
provini dalle dimensioni di una carota,<br />
sino a placche di 50 cm x 70 cm,<br />
e si è st<strong>il</strong>ato un apposito protocollo di<br />
prova (protocollo Bacchi). Dopo la<br />
fase di approccio, che ha compreso<br />
tutta una serie di prove di taratura,<br />
nel dicembre del 2007 è entrata in<br />
vigore la norma UNI 11247 (Determinazione<br />
della attività di degradazione<br />
di ossidi di azoto in aria da<br />
parte di materiali inorganici fotocatali-<br />
tici) che si riferisce ai materiali fotocatalitici<br />
inorganici. In funzione della<br />
nuova normativa, si è proceduto<br />
all'apporto di alcune migliorie alla<br />
camera climatica ed al protocollo<br />
Bacchi, comunque tenendo in considerazione<br />
che: <strong>il</strong> prodotto deve essere<br />
posato su conglomerato bituminoso,<br />
<strong>il</strong> cui legante ha origini organiche;<br />
la porosità su<strong>per</strong>ficiale di una pavimentazione<br />
in conglomerato bituminoso<br />
è maggiore rispetto ad una<br />
su<strong>per</strong>ficie in ceramica o in calcestruzzo;<br />
la velocità del vento deve essere<br />
pari a quella di "calma di vento"; <strong>il</strong><br />
rapporto "su<strong>per</strong>ficie trattata e volume<br />
della camera" deve rispecchiare la<br />
realtà stradale; la situazione atmosferica<br />
dal punto di vista dell'inquinamento,<br />
delle tem<strong>per</strong>ature, dell'umidità<br />
e del vento; le caratteristiche degli<br />
analizzatori di NOx in commercio.<br />
Pertanto, si è provveduto ad eseguire<br />
<strong>il</strong> confronto tra <strong>il</strong> protocollo della<br />
norma UNI 11247 e quello "Bacchi".<br />
Quest'ultimo è risultato più sensib<strong>il</strong>e<br />
[Grafico 1] ed adatto <strong>per</strong> soddisfare<br />
le esigenze intrinseche della ricerca<br />
in esame.<br />
Il protocollo Bacchi prevede <strong>il</strong><br />
seguente iter procedurale: 1) esecuzione<br />
prove sul biossido di titanio<br />
puro, <strong>per</strong> la verifica della relativa<br />
capacità fotocatalitica; 2) analisi delle<br />
materie prime con particolare riferimento<br />
all'impatto visivo, ambientale e<br />
sulla salute; 3) miscelazione delle<br />
materie prime e del biossido di titanio<br />
<strong>per</strong> la formulazione dei prodotti;<br />
4) esecuzione prove sulle miscele <strong>per</strong><br />
la determinazione della capacità fotocatalitica;<br />
5) realizzazione di campi<br />
prove, sia di piccole dimensioni (100<br />
cm x 100 cm), sia di grandi dimensioni<br />
(interi ritratti stradali); 6) analisi dei<br />
campi prove (capacità fotocatalitica<br />
su carote, impatto visivo, adesione,<br />
scivolosità e durata nel tempo).<br />
La mole di lavoro sv<strong>il</strong>uppata è la<br />
seguente: <strong>il</strong> gas inquinante ut<strong>il</strong>izzato<br />
è di 1.020 litri ovvero 153 m 3 ; i provini<br />
analizzati in laboratorio sono stati<br />
circa 2.000; i campi prova di dimensioni<br />
ridotte di 100 cm x 100 cm sono<br />
pari a 75; i campi prova di grandi<br />
dimensioni sono pari a 9; i progetti<br />
p<strong>il</strong>ota in atto sono 5.<br />
Dall'analisi di tutti i risultati ottenuti si<br />
può asserire che: non tutti i biossidi di<br />
titanio presentano adeguata capacità<br />
fotocatalitica, anche a parità di struttura<br />
cristallina; prodotti fotocatalitici,<br />
anche se realizzati con un biossido di<br />
titanio attivo, non sempre presentano<br />
adeguata capacità fotocatalitica <strong>per</strong>ché<br />
le diverse materie prime miscelate<br />
tra loro possono inibire l'azione<br />
fotocatalitica; non tutti i prodotti fotocatalitici<br />
sono idonei <strong>per</strong> uso stradale,<br />
con particolare riferimento alla pavimentazione<br />
in conglomerato bituminoso.<br />
Ad esempio, nel grafico 2 si<br />
riportano alcuni risultati: 1) in verde<br />
ed in giallo sono riportati due differenti<br />
biossidi di titanio: <strong>il</strong> primo non presenta<br />
capacità fotocatalitica, <strong>il</strong> secondo<br />
presenta un abbattimento pari al<br />
94% secondo <strong>il</strong> "protocollo Bacchi";<br />
64 <strong>Lavori</strong> <strong>Pubblici</strong> n. 36 gennaio - febbraio 2009