27.05.2013 Views

Melchiorre Cesarotti e le trasformazioni del paesaggio ... - OpenstarTs

Melchiorre Cesarotti e le trasformazioni del paesaggio ... - OpenstarTs

Melchiorre Cesarotti e le trasformazioni del paesaggio ... - OpenstarTs

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

icordare, come molto opportunamente Bruno Basi<strong>le</strong> 15 ha sottolineato, la derivazione<br />

<strong>del</strong> pensiero cesarottiano espresso nell’incompiuto Saggio sul bello, così<br />

intriso di sapori e spunti ing<strong>le</strong>si, dal<strong>le</strong> teorie di Hutcheson: la linea <strong>del</strong>la bel<strong>le</strong>zza<br />

come linea serpentinata, la casualità divina <strong>del</strong><strong>le</strong> bel<strong>le</strong>zze naturali, la ‘disordinata<br />

regolarità’. Sembra un caso, ma non lo è, che alla morte <strong>del</strong> <strong>Cesarotti</strong>, 1808, uscisse<br />

nello stesso anno la prima edizione <strong>del</strong> fondamenta<strong>le</strong> Del Bello di Leopoldo Cicognara,<br />

anche questo tessuto e contrario di molte indicazioni <strong>del</strong> filosofo ing<strong>le</strong>se.<br />

È quindi assai ragionevo<strong>le</strong> dedurre che qualsiasi intervento nella discussione sul<br />

giardino moderno che si svolge in Veneto alla fine <strong>del</strong> Settecento 16 (i cui protagonisti<br />

sono Ippolito Pindemonte, Luigi Mabil, Vincenzo Malacarne sotto la regia<br />

<strong>del</strong> gran <strong>Cesarotti</strong>) è intriso <strong>del</strong>la poetica-po<strong>le</strong>mica sulla natura-giardino e sul<strong>le</strong><br />

conseguenze non solo emozionali e sensoriali <strong>del</strong> nuovo <strong>paesaggio</strong>. I teorici e<br />

ideatori di giardini traggono spunto e interesse da Selvazzano di <strong>Cesarotti</strong>, da<br />

Altichiero di Angelo uerini, dal Terraglio <strong>del</strong>la Teotochi Albrizzi, così come in<br />

Lombardia da Villa Silva a Cinisello Balsamo o dalla Torre dei Picenardi nei pressi<br />

di Cremona, o dalla Villa Lomellini a Pegli fino al progetto <strong>del</strong>la villa Gherardini<br />

vicino a Reggio Emilia.<br />

È soprattutto nel Veneto di secondo Settecento che la fortuna <strong>del</strong> giardino<br />

moderno trova un importante terreno di discussione la cui regia si deve al <strong>Cesarotti</strong><br />

stesso, nella ricezione di un momento cultura<strong>le</strong> che ha invaso l’Europa e<br />

che viene discusso in contemporanea tra Padova e Venezia coinvolgendo in un<br />

amabil rito non solo <strong>le</strong> Accademie ma i salotti <strong>le</strong>tterari, e <strong>le</strong> loro patronesse: prima<br />

fra tutte la saggia Temira che dal suo Terraglio, esempio assai riuscito di una<br />

vocazione al giardino come idea menta<strong>le</strong>, trae <strong>le</strong> fila in una corrispondenza ininterrotta<br />

con i protagonisti di questo non secondario momento, di questo tema<br />

e prob<strong>le</strong>ma. L’ammirazione per il philosophe, per l’uomo di gusto che ha saputo<br />

realizzare in Selvazzano l’esempio italiano <strong>del</strong> giardino dei poeti, è comunemente<br />

diffusa tra gli intel<strong>le</strong>ttuali italiani di quel tempo. Si pensi ai ricordi di Aglaia<br />

Anassillide, quell’Angela Veronese, figlia <strong>del</strong> giardiniere degli Albrizzi assunta al<br />

ruolo inconsueto di poetessa autodidatta che la sorte ha voluto assegnar<strong>le</strong> 17 e che<br />

15 «Non si deve trascurare, in proposito, come dal filosofo [Hutcheson] dipendano gran parte<br />

<strong>del</strong><strong>le</strong> meditazioni estetiche <strong>del</strong> Saggio sul bello di <strong>Melchiorre</strong> <strong>Cesarotti</strong> (“l’essenza <strong>del</strong> bello regolare<br />

dipende dalla combinazione simmetrica <strong>del</strong>l’uniforme col vario”) il cui approdo imprevedibi<strong>le</strong><br />

è rappresentato da una teoria <strong>del</strong>l’architettura <strong>del</strong> <strong>paesaggio</strong>»: b. basi<strong>le</strong>, L’Elisio effimero.<br />

Scrittori in giardino, Bologna, Il Mulino, 1993, p. 119.<br />

16 Cfr. a. pietrogrande, Il dibattito sul giardino all’ing<strong>le</strong>se all’Accademia di Scienze, Lettere e Arti di Padova<br />

1792-98, in «Atti e Memorie <strong>del</strong>l’Accademia Patavina di Scienze, Lettere e Arti», CVII (1994-<br />

95), parte III; Memorie <strong>del</strong>la Classe di Scienze Morali, Lettere e Arti, Padova, Tipografia La Garangola,<br />

1995, pp. 19-38. EAD. Paesaggio e giardino nel Veneto <strong>del</strong> Settecento, in Per un giardino <strong>del</strong>la<br />

Terra, a cura di A. Pietrogrande, Firenze, Leo S. Olschki, 2006, pp. 275-294.<br />

17 E <strong>del</strong>la sorte e destino di un gioco alla moda è ben consapevo<strong>le</strong> il prefatore <strong>del</strong><strong>le</strong> Notizie di<br />

Aglaia che così glossa: «Mi sembra di capire, attraverso <strong>le</strong> testimonianze <strong>del</strong>la Vita, che nei salotti<br />

<strong>del</strong>la Isabella Teotochi Albrizzi e <strong>del</strong>la contessa Spineda i convenuti non accarezzassero<br />

tanto la poetessa quanto il fenomeno di moda, il gioco <strong>del</strong>l’Arcadia giunto al suo limite nel<strong>le</strong><br />

46

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!