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Melchiorre Cesarotti e le trasformazioni del paesaggio ... - OpenstarTs

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(tradotto in Italia con il titolo Le notti), pubblicato a Londra da Dods<strong>le</strong>y nel 1743,<br />

che gode di un vasto successo in Europa.<br />

uerini riprende il motivo, tipico di questa poesia sepolcra<strong>le</strong>, <strong>del</strong><strong>le</strong> tombe disposte<br />

sotto l’ombra accogliente di boschetti, dove la natura si mescola al dolore<br />

e al ricordo, già proprio anche di Delil<strong>le</strong>. 92 uesto luogo di pensosità, nel qua<strong>le</strong> si<br />

entra dopo essere usciti da un labirinto, prelude al boschetto funebre di <strong>Cesarotti</strong>,<br />

realizzato un trentennio più tardi. Evocando con dolce tristezza il tema <strong>del</strong>la<br />

morte, il boschetto di Selvaggiano riporta al nuovo gusto preromantico europeo.<br />

Oltre al<strong>le</strong> già citate atmosfere <strong>del</strong>l’Ossian, 93 vi ritroviamo echi <strong>del</strong>l’e<strong>le</strong>gia di Gray,<br />

Sopra un cimitero di campagna (traduzioni cesarottiane pubblicate a Padova rispettivamente<br />

nel 1763 e nel 1772) e <strong>del</strong> Saggio sul bello in cui è presente lo stesso sentimento<br />

<strong>del</strong>la natura che stempera, addolcendolo, il pensiero <strong>del</strong>la morte. Scrive<br />

<strong>Cesarotti</strong> in quest’ultimo:<br />

La mescolanza <strong>del</strong> Bello Mora<strong>le</strong> col sensibi<strong>le</strong> rende questo più interessante. Un boschetto<br />

di alberi ben disposti è bello per sé; ma se questo è di cipressi funebri, ci attacca<br />

di più per la dolce melanconia che sveglia in noi l’idea <strong>del</strong>la caducità umana. La<br />

sensazione divien più viva e profonda, se in mezzo a un circondario di cipressi v’è una<br />

tomba o una memoria d’uomo ce<strong>le</strong>bre o caro. 94<br />

Il giardino di <strong>Cesarotti</strong> sorge lungo <strong>le</strong> rive <strong>del</strong> Bacchiglione, 95 <strong>le</strong> cui acque sono<br />

parte integrante <strong>del</strong>la creazione; soggetto però a piene, nel<strong>le</strong> stagioni piovose il<br />

fiume dà spesso luogo a devastazioni, così che il governo decreta il taglio <strong>del</strong> meandro<br />

(come si può vedere nel catasto napo<strong>le</strong>onico). Il <strong>le</strong>tterato si batte contro<br />

ta<strong>le</strong> intervento che considera vandalico nei confronti <strong>del</strong>la sua proprietà, inviando<br />

una supplica al Dipartimento dei fiumi in cui scrive:<br />

92 Cfr. J. Delil<strong>le</strong>, D Les Jardins, cit., pp. 62-63. Sull’impresa di uerini ad Altichiero cfr.: B. Brunelli,<br />

Un Senatore veneziano e una villa scomparsa, «Le Tre Venezie», 1931, pp. 4-11; F. Haskell, Mecenati e<br />

pittori. Studio sui rapporti tra arte e società italiana nell’età barocca, Firenze, Sansoni, 1966, pp. 559-<br />

564; M. Brusatin, Venezia nel Settecento. Stato, architettura, territorio, Torino, Einaudi, 1980, pp. 128-<br />

129; 138 n.; G. EriCani, La storia e l’utopia nel giardino <strong>del</strong> senatore Querini ad Altichiero, in Piranesi e<br />

la cultura antiquaria. Gli antecedenti e il contesto, Atti <strong>del</strong> Convegno, 14-17 novembre 1979, Roma,<br />

Multigrafica editrice, 1985, pp. 171-194; M. Azzi Visentini, Il giardino veneto tra Sette e Ottocento, cit.,<br />

pp. 113-135; G. pizzaMiglio, Viaggiare in giardino: da Altichiero a Padova, in Il viaggio in Italia. Mo<strong>del</strong>li<br />

stili lingue, Atti <strong>del</strong> Convegno Venezia 3-4 dicembre 1997, a cura di I. Crotti, Napoli, E.S.I., 1999,<br />

pp. 93-104; M. CatuCCi, Nel giardino di Altichiero, «Intersezioni», XX (2000), pp. 367-389; A. Pietrogrande,<br />

Paesaggio e giardino nel Veneto <strong>del</strong> Settecento, in Per un giardino <strong>del</strong>la Terra, cit., pp. 275-294;<br />

Ead., Querini Angelo, in Atlante <strong>del</strong> giardino italiano 1750-1940, cit., pp. 401-403.<br />

93 Sul boschetto funebre di Selvaggiano, centro sentimenta<strong>le</strong> <strong>del</strong> giardino, permeato dalla<br />

struggente malinconia e dalla morbida e<strong>le</strong>gia che <strong>Cesarotti</strong> ha tratto dall’Ossian, cfr. V. Gallo,<br />

<strong>Cesarotti</strong> da Padova a Selvazzano, cit., pp. 58-76.<br />

94 M. <strong>Cesarotti</strong>, Saggio sul Bello, cit., I, p. 376. Per un’analisi dei temi preromantici presenti nel<br />

Saggio sul Bello cfr.: W. Binni, Preromanticismo italiano, Napoli, Edizioni scientifiche italiane, 1947,<br />

pp. 195-197.<br />

95 Per <strong>le</strong> variazioni <strong>del</strong> tracciato <strong>del</strong> Bacchiglione cfr. C. Grandis, Il Bacchiglione in territorio padovano,<br />

in Il Bacchiglione, cit., pp. 184-211.<br />

un’interpretazione veneta <strong>del</strong> nuovo giardino europeo<br />

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