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Melchiorre Cesarotti e le trasformazioni del paesaggio ... - OpenstarTs

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Satis beatus unicis Sabinis.<br />

Te, Cantor Venosino,<br />

Rendea pago e beato il tuo Sabino:<br />

Me Selvaggiano amato<br />

Rende al paro di Te pago e beato:<br />

Ma in ciò di te ben più beato io sono,<br />

Che non l’ebb’io da un Mecenate in dono. 105<br />

Barbieri ammira Selvaggiano per i piaceri a cui induce la contemplazione <strong>del</strong>la<br />

natura e, per la realizzazione <strong>del</strong> suo Tauriliano, la vil<strong>le</strong>tta di Torreglia alta,<br />

sul versante est dei colli Euganei, egli prende a mo<strong>del</strong>lo il rifugio agreste <strong>del</strong><br />

maestro. 106 Ciò però non gli impedisce di criticare gli eccessi <strong>del</strong> giardino di<br />

<strong>Cesarotti</strong>, troppo ingombro, a suo dire, di iscrizioni: «Ma dove <strong>le</strong> Iscrizioni ti<br />

fermano ad ogni tratto, forza è che l’animo, per soverchio attendere, si distragga<br />

[...] e questa mania che parrebbe dover cadere soltanto in ingegni volgari,<br />

ha potuto travolgerne qualcheduno de’ più sublimi; siccome veduto avete nel<br />

Selvagiano <strong>del</strong> buon <strong>Cesarotti</strong>». 107<br />

Un’altra parte costitutiva <strong>del</strong> comp<strong>le</strong>sso cesarottiano – strettamente col<strong>le</strong>gata<br />

alla vita e al gusto <strong>del</strong> suo progettista che però non riesce a portarla a termine,<br />

nella sua comp<strong>le</strong>tezza, prima <strong>del</strong>la morte – sorgeva accanto alla facciata a sud <strong>del</strong><br />

casino. Si tratta di un piccolo ambiente verde in cui è ospitata una lapide in onore<br />

di Napo<strong>le</strong>one. uesto giardinetto appartato e raccolto è il persona<strong>le</strong> Bosco Parrasio<br />

di <strong>Cesarotti</strong> che, con <strong>le</strong> lapidi sistemate tra gli allori, ricrea l’atmosfera <strong>del</strong><br />

luogo di riunione estiva degli Arcadi romani. 108 L’esperienza arcadica di <strong>Cesarotti</strong><br />

culmina nel 1785 quando, invitato dal Custode genera<strong>le</strong> <strong>del</strong>l’Accademia romana<br />

Giovacchino Pizzi, si decide a intraprendere l’unico viaggio <strong>del</strong>la sua vita fuori dal<br />

Veneto. A Roma, festeggiato dagli Arcadi suoi corrispondenti, ricevuto il nome di<br />

Meronte Larisseo, <strong>le</strong>gge il Saggio sulla filosofia <strong>del</strong> gusto all’Arcadia di Roma, scritto<br />

per l’occasione e stampato a Roma nel 1785, mentre il suo ritratto viene collocato<br />

nel Serbatoio, accanto a quello di Metastasio. 109<br />

105 G. Barbieri, Selvaggiano o Iscrizioni e abbellimenti <strong>le</strong>tterarj collocati nella villa <strong>del</strong>l’ab. <strong>Cesarotti</strong>,<br />

in Opere <strong>del</strong>l’abate <strong>Melchiorre</strong> <strong>Cesarotti</strong>, cit., 307. L’autore vi riporta per esteso tutte <strong>le</strong> iscrizioni<br />

esistenti a Selvaggiano.<br />

106 Sul ritiro campestre di Barbieri cfr.: A. Pietrogrande, I giardini di Reitia. Storia e tipologie dei<br />

giardini <strong>del</strong> Parco dei Colli Euganei, Parco Regiona<strong>le</strong> dei Colli Euganei, Este (Padova), 1998, pp. 59-<br />

61; ead., Giuseppe Barbieri e il ‘Tauriliano’, «Padova e il suo territorio», LXXXIII (2000), pp. 22-24.<br />

107 G. Barbieri, Veglie Tauriliane, in Opere, Padova, Crescini, 1821, p. 39.<br />

108 G. Barbieri, Selvaggiano, cit., p. 306.<br />

109 Cfr. G. Rosini, A Selvaggiano villa <strong>del</strong>l’abate <strong>Cesarotti</strong>. Ode, in Parnaso degli Italiani viventi, Pisa,<br />

Niccolò Capurro, 1818, p. 92; l’autore, che ha avuto la cura tipografica <strong>del</strong>l’edizione pisana <strong>del</strong><strong>le</strong><br />

Opere di <strong>Cesarotti</strong>, dedica quest’ode a Selvaggiano, considerandolo come un bosco sacro al<strong>le</strong><br />

muse; G. Barbieri, Memorie, cit., p. XLVIII; G. Marzot, <strong>Melchiorre</strong> <strong>Cesarotti</strong>, in, Letteratura italiana. I<br />

Minori, Milano, Marzorati, 1961, III, p. 2130.<br />

un’interpretazione veneta <strong>del</strong> nuovo giardino europeo<br />

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