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@ Fr i u l i newsPAPER w w w. f r i u l i n e w s . i t 34 Cultura ALLA LUCE L’IMPERO ASSIRO GRANDI SCOPERTE DEI RICERCATORI FRIULANI IN MISSIONE IN IRAQ N E LL’AMBITO DELLA PRIMA CAMPAGNA DEL “PROGETTO TERRA DI NINIVE” IraqIl cuore dell’impero Assiro, che dominò l’antica Mesopotamia nel I millennio a.C., si svela alla missione archeologica dell’Università di Udine nell’Iraq settentrionale (Regione del Kurdistan iracheno). La prima campa- il cuore dell’Impero Assiro gna di ricerca, infatti, ha portato alla scoperta di 239 siti archeologici finora sconosciuti di epoca compresa tra il IX millennio a.C. e il periodo medievale e ottomano. Ma tra le più significative vestigia che hanno visto la luce segnaliamo i cinque acquedotti dell’VIII e VII secolo a.C. con la serie di grandi canali irrigui a essi collegati, una vasta necropoli del XIX-XVIII secolo a.C. e di bassorilievi rupestri del VII secolo a.C. La missione ha inoltre iniziato il lavoro preliminare alla realizzazione di un grande parco archeologico-ambientale la cui creazione è stata chiesta all’Ateneo friulano dall’Unesco, che ne supervisionerà la realizzazione. Ma illustriamo la recente impresa. La missione. Quella promossa dall’Università di Udine è la prima ricerca archeologica intensiva, sistematica e interdisciplinare condotta su larga scala nella “Terra di Ninive” e rientra in un progetto coordinato dall’Ateneo friulano e finanziato dalla Regione, Provincia di Udine e dal Ministero degli Affari esteri. Gli scavi sono concentrati in un’area della Mesopotamia settentrionale di 2900 chilometri quadrati, a cavallo fra le province di Ninive (Mosul) e Dohuk ovvero, nell’e n t r o t e rra della grande capitale dell’Impero assiro del I millennio a.C (750 ettari di superficie con una popolazione di circa 20 mila abitanti). Alla prima campagna, durata da luglio a ottobre, ha partecipato un team composto da una trentina di ricercatori fra docenti, studenti, specializzandi e dottorandi delle università di Udine, Venezia e Verona, nonché specialisti provenienti da altri atenei del Nord Italia e dall’Istituto per le Tecnologie applicate ai Beni culturali del Cnr di Roma. Gli obiettivi. Le finalità più importanti delle ricerche appena concluse, mirano alla ricostruzione geoar- cheologica e topografica dell’imponente, e ancora poco conosciuto, sistema idraulico costruito fra VIII e VII sec. a.C. dal sovrano assiro Sennacherib (705-681 a.C.) per portare l’acqua a Ninive. Ma alla fine, un’intensa ricognizione del grande territorio compreso fra la valle del Tigri e il Monte Maqloub ha permesso di scoprire 239 nuovi siti archeologici databili fra la preistoria più antica (Epipaleolitico e Neolitico – 16 mila a.C. circa) e l’epoca islamica (inizio del XX secolo d.C.) suggerendo che i momenti di maggior insediamento nella regione corrispondono alla metà del III millennio a.C. e al periodo neo-assiro (IX-VII secolo a.C.), quando nell’entroterra di Ninive esi- stevano più di cento insediamenti fra città fortificate, villaggi e fattorie, dispersi in un territorio irrigato in maniera intensiva da canali e acquedotti del sistema idraulico di Sennacherib. I bassorilievi. Le ricognizioni del sistema idraulico, inoltre, costituito da grandi canali tagliati nella roccia o scavati nella terra dagli ingegneri assiri, hanno permesso di scoprire non soltanto i cinque nuovi acquedotti costruiti con blocchi di pietra perfettamente lavorati, individuando il percorso compiuto dal canale accanto l’odierno villaggio di Faideh, ma anche bassorilievi rupestri quasi completamente sepolti da detriti secolari (di essi erano noti solo tre e rappresentavano una processione con le principali divinità del pantheon assiro). Al proposito l’U n iversità di Udine è ottimista e conta di scoprirne molti altri durante la prossima campagna, in collaborazione con il direttore delle Antichità di Dohuk, Hassan Qasim. La necropoli. La missione udinese ha anche scoperto un’estesa necropoli a inumazione del periodo paleo-assiro (XIX-XVIII sec. a.C.) nel sito di Tell Gomel (V millennio a.C.), lungo il fiume Gomel nella pianura ai piedi del Monte Maqloub. La necropoli è costituita da una serie di ricche tombe a camera costruite con mattoni cotti e struttura ad arco. L’i ndagine archeologica di Tell Gomel ha documentato l’esistenza di un’o c c u p a z i one ininterrotta del sito che va dal periodo Calcolitico all’epoca ottomana (circa 5000 a.C. – XX secolo d.C.). Continua...
www.friulinews.it Fr i u l i newsPA P E R Cultura ...segue L’area si estende su una superficie di circa 16 ettari, ha l’acropoli che domina da un’altezza di circa 40 metri e una vasta città bassa circondata da una pianura dove, il grande studioso inglese Sir Aurel Stein, nel suo Limes Report (1938-1939) collocò il campo di battaglia di Gaugamela, che nel 331 a.C. vide Alessandro Magno sconfiggere Dario III, aprendo così la strada alla definitiva conquista dell’impero persiano. Il parco archeologico. Obiettivo dell’Università di Udine è creare un parco archeologico per tutelare e musealizzare il paesaggio storico della “Terra di Ninive” fra Paleolitico ed epoca islamica, rendendolo così fruibile al pubblico; Al centro ci sarà il sistema idraulico di Sennacherib con i suoi monumenti La prima edizione del Premio “Tito Maniacco”, bandito dall’associazione culturale “La Rinascita” di Udine, assieme al Centro Ernesto Balducci di Zugliano e Adastra cultura, si è conclusa con i seguenti vincitori, raccolti nell’antologia del Premio: “Nella lotta fra te e il mondo”. Primo premio ex aequo a F abio Franzin di Motta di Livenza per la raccolta “Lengua: sequeri, passaman” (Lingua: preghiere, dote), scritta nel dialetto veneto-trevigiano dell’Opitergino-mottense. Con quest’opera, si legge nel verbale della Giuria, attraverso un raffinato e sapiente uso dei dialetto, l’autore ricompone e rievoca una stagione di e i grandi rilievi rupestri di Maltai, Faideh, Shiru Maliktha e Khinis. Si è proposto, inoltre, di inserire il sistema idraulico assiro e dell’intero paesaggio culturale ad esso connesso nella “World Heritage List” dell’Unesco creando così un sistema informativo geografico da pubblicare su web e accessibile a tutti. Questi scopi s’integrano strettamente con la ricostruzione geo e bioarcheologica dell’ambiente naturale antico e della sua evoluzione come conseguenza di fluttuazioni climatiche globali e dell’impatto antropico. «Le scoperte fatte fino a oggi - spiega Daniele Morandi Bonacossi, professore di Archeologia del Vicino Oriente antico all’Università di Udine - sono andate ben oltre le più ottimistiche aspettative». La copertina dell’antologia piena identificazione del rapporto uomo-natura, in un passato ancor vivo. Primo premio ex aequo a Francesco Indrigo di San Vito al Tagliamento per la rac- Reperti colta “La bancia da li’ peraulis piardudis” (La panchina delle parole perdute) scritta nel friulano natìo di Cesarolo di San Michele al Tagliamento (Venezia). Sulla “panchina delle parole perdute” si ritrovano, con grande efficacia stilistica e piena padronanza del friulano, storie ed immagini di vittime (i giovani partigiani impiccati, i migranti senza nome dispersi tra le onde, i minatori rosi dalla malattia). Egualmente tesa e lacerante è la realtà del presente auscultata, registrata, ricostruita. Secondo premio a Ivan Fedeli di Ornago (Monza Brianza) per la raccolta “Quaderno dei vivi”. Attraverso le calibrate sequenze del poemetto si sgranano le immagini della vita di 35 @ NELLA LOTTA FRA TE E IL MONDO PREMIO TITO MANIACCO: UN’ANTOLOGIA RACCOGLIE I VINCITORI. VINCITORI: FABIO FRANZIN, FRANCESCO INDRIGO, IVAN FDELI, MARIA FANIN I PARTECIPANTI, 150, PROVENIVANO DA TUTTO IL TERRITORIO NAZIONALE una periferia milanese. Sono i giorni grigi senza fine scanditi da stanchi riti. La sequenza dei giorni di novembre si dipana così in modo efficace tra speranza e disillusione, scommessa e ripetizione. Terzo premio a Maria Fanin per la raccolta “La vecje ferade” (La vecchia ferrovia) scritta nel friulano della Bassa. Segnalazioni a Massimiliano Damaggio residente ad Atene (Carme non dà pane), Renato Cieol di San Vito al Tagliamento (La stìmpa e la stàmpa), Silvio Ornella di Zoppola (Solstissi d’unvier), F e r n a ndo Gerometta di Vito d’Asio (Intingi nel buio), Gianfranco Ronga di Roma (Mio padre è un uomo).
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