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@ Fr i u l i newsPAPER w w w. f r i u l i n e w s . i t 44 Passione per la vela e il mare l'inverno precoce non la frena CON LA BORA A OLTRE 30 NODI È SFIDA CON I KITE DA GRADO A LIGNANO L'inverno è alle porte, ma già domenica 28 ottobre un tempo da lupi, bora scura e freddo pungente sembrava di essere nel pieno della brutta stagione. Ma nonostante ciò una trentina di ardimentosi surfisti hanno sfidato la burrasca e la pioggia su una rotta prolungata di decine di miglia per raggiungere la meta, l'arenile di Lignano Sabbiadoro, prova difficile anche perchè svolta in parte con il vento contrario. Una sfida nata tra amici che è divenuta una gara estrema, in una giornata di maltempo nella quale soltanto l'acqua del mare non aveva, fortunatamente per loro, ancora una temperatura invernale. Ma il vento ha soffiato nel Golfo fino a 40 nodi. Dalla spiaggia di Grado all'arenile di Lignano Sabbiadoro in kitesurf in meno di un'ora e tre quarti. Questo il tempo del vincitore, il lignanese Tucci. Il quale ha stabilito un record di percorrenza delle acque del litorale della Riviera Friulana. Affrontando una rotta difficile, forse tre vol- te più lunga delle 12 miglia che separano l'Isola d'oro da Lignano. Perché con i kitesurf, i surf sui quali i velisti sono trascinati in avanti dalla suggestiva vela a forma di ala, o aquilone, sospesa a una quindicina di metri di distanza, non è possibile navigare con il vento in poppa. ma occorre veleggiare a zig zag. Così come non si può navigare nemmeno contro vento. Che è la situazione che gli impavidi surfisti hanno incontrato nell'accostare all'arenile di Lignano Sabbiadoro, nella zona dell'Hotel Nettuno. Quasi una trentina i partecipanti, che hanno potuto iscrivere sulle loro mute la data del kitesurf sport in ascesa UNISCE DUE DISCIPLINE ACQUATICHE IL SURF E LA VELA NATA NEL 1999 ALLE HAWAII È ORMAI DISCIPLINA DIFFUSA Kitesurfing, kitesurf, kiteboarding tanti nomi per una unica passione, è uno sport relativamente recente, nato nel 1999 nei mari delle isole Hawaii. È lo sport d'acqua che pare si stia diffondendo in maniera velocissima dato che unisce in maniera simbiotica due discipline il surf e la vela. Per questa ragione non servono avere le onde tipiche di determinate zone per praticarlo, basta una specchio di mare dove però tiri un vento da moderato a forte. Insomma l’alto Adriatico è perfetto, così come lo sono le coste del Fvg, da Lignano a Trieste. Questo sport si pratica con un'apposita tavola e un aquilone (kite o ala) manovrato mediante una barra di controllo collegata ad esso da cavi. Per condurre il mezzo oltre alla Sport 28 ottobre 2012 come una tappa storica della propria carriera di appassionati. E proprio gli appassionati del mare, che da due domeniche attendevano invano di prendere il largo per confrontarsi nel 22° Campionato autunnale della Laguna di vela, e che si confronteranno anche nelle festività di inizio novembre, si sono ritrovati numerosi ad accogliere sulla spiaggia di Sabbiadoro gli amici che, su mezzi molto più a rischio delle barche quanto a incolumità personale, hanno voluto vivacizzare una 'tranquilla domenica di burrasca', rinviando l'operazione del rimessaggio delle loro tavole in attesa di una stagione più mite. Il surfing ha dunque posto salde radici nella Riviera Friulana. dopo il successo della 3. Sup Race Lignano, la regata sulle tavole sospinte dalla pagaia, che agli inizi del mese di settembre aveva coinvolto oltre 130 surfisti che avevano remato da Lignano Pineta a Sabbiadoro e ritorno, i primi in poco più di 50' minuti, la specialità necessaria perizia ci vuole agilità e prestanza fisica, unite ad un buon equilibrio. Ma anche se a prima vista potrebbe sembrarlo non è uno sport più pericoloso di altri.
www.friulinews.it Fr i u l i newsPA P E R l’Opinione IL BALCONE IMBANDIERATO DI PALAZZO BELGRADO SEDE DELLA PROVINCIA DI UDINE 45 @ VERSO UN PARTITO FRIULANO? GRANDI MANOVRE POLITICHE LA CRISI EVIDENTE NEL CENTRODESTRA COSTRINGERÀ A NUOVE SCELTE Le forze politiche regionali vanno posizionandosi in vista delle prossime sfide elettorali. Mentre a sinistra nulla sembra muoversi, sul centro destra la crisi evidente di quello che fu il partito di Berlusconi porta a nuove ipotesi di cambio del nome, di distacco dal partito nazionale, di costituzione di una forza politica che si richiami alla autonomia del territorio regionale rispetto ai centri di decisione romani e milanesi. Si pensa in particolare di riprodurre l’operazione che ha avuto successo a Gorizia, e che al dir il vero non è stato il risultato di scelte spontanee del locale Partito della Libertà, ma l’orientamento emerso in seguito alle pressioni della Lega: in quella città il sindaco uscente Romoli si è presentato sotto un simbolo che richiamava nei colori e nella linea grafica quello del Partito della Libertà, ma che assumeva il nome di “Popolo di Gorizia”: esso ebbe successo non è chiaro se per la bravura e la popolarità del sindaco uscente o per il tempestivo cambio del nome. I brutali provvedimenti assunti dal Governo Monti nei confronti delle regioni a statuto speciale in generale e del Friuli Venezia Giulia in particolare spingono segmenti importanti della classe politica regionale soprattutto del centro destra ad assumere atteggiamenti di resistenza se non di opposizione nei confronti del Governo centrale. L’emergere di spinte autonomiste, le azioni di opposizione attraverso i ricorsi alla Corte costituzionale, le forti proteste verso le tendenze centraliste dell’a ttuale governo, spinge il centro destra ad assumere posizioni forti nei confronti dei grandi poteri annidati a Roma e a Milano, con grande scandalo delle forze di sinistra e centriste che rappresentano il più convinto puntello del Governo attuale. Va tuttavia detto che operazioni di “maquillage” g r afico e nominalistico, e la semplice richiesta di autonomia da Roma, o l’a s s u nzione del termine “a u t o n omo” nella denominazione del partito, non consente la creazione di una forza veramente autonomista. E’ necessario che i valori e i principi dell’a u t o n o m ismo vengano declinati in forme concrete e coerenti. Essere autonomisti significa sostenere e applicare in maniera rigorosa il principio di sussidiarietà. Significa operare per ridurre al minimo possibile i legami di dipendenza dai centri di potere economico, culturale, politico esterni al nostro territorio. Significa evitare che le risorse del Friuli vengano sfruttate ed esportate a favore di sistemi economici esterni al Friuli. Significa rafforzare al massimo le istituzioni che svolgono una funzione di coesione e di aggregazione della comunità friulana: la Università del Friuli, le grandi istituzioni culturali friulane, gli enti di collegamento con le comunità friulane nel mondo, le istituzioni economiche, le realtà istituzionali come le Province. Significa valorizzare nella misura massima possibile le risorse proprie del Friuli, da quelle idroelettriche, a quelle turistiche, a quelle umane prodotte dall’e c c e llente sistema scolastico e universitario del Friuli. E soprattutto significa riconoscere il carattere dualistico della nostra Regione, alle cui due componenti deve essere riconosciuto un proprio status di autonomia e di autogoverno. Non si tratta di costituire due distinte regioni, ma di percorrere l’itinerario scelto dal Trentino-Alto Adige: due entità distinte e autonome, una per ciascuna realtà etnica, la tedesca e la ladino-veneta. Nel caso della nostra regione, una realtà istituzionale per la comunità friulana, e una per quella triestina. Non si tratta quindi di nomi, ma soprattutto di contenuti. Valeria Grillo
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