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4 Primo Piano
L’appello per il Madagascar
popolo in debito di democrazia
INTERVISTA ALLA CANDIDATA PREMIER SARAHA GEORGET RABEHARISOA
Il Madagascar nell'immaginario
collettivo è
un luogo esotico e caratterizzato
da una natura rigogliosa,
viene considerata
geo-politicamente un'area
marginale, ma in realtà è stata
teatro di pesanti ingerenze
straniere che ne hanno in
parte determinato l'instabilità
soprattutto negli ultimi anni,
questo ha determinato un
impoverimento complessivo
del Paese e un pesante depauperamento
delle sue risorse
naturali, una de-forestazione
selvaggia al quele è
seguito un dissesto idrogelogico
severo. Insomma una
devastazione che rischia di
diventare irreversibile se non
vi avvia una inversione di tendenza.
Una inversione di tendenza
che forse dall'anno
prossimo potrà avviarsi se
davvero la situazione politico
governativa potrà modificare
l'attuale regime. La storia più
recente del madagscar, vede
infatti l'inizio di una grave crisi
politica nel 2009 quando
la capitale Antananarivo fu
teatro di scontri in cui rimasero
uccise oltre 170 persone.
I dimostranti erano capeggiati
da Andry Rajoelina,
ex sindaco della città, che
mobilitò I propri sostenitori
per chiedere le dimissioni
dell'allora Presidente Ravalomanana,
accusato di governare
in modo autocratico.
Ravalomanana fu costretto
all’esilio il 17 Marzo dopo
aver perso il supporto delle
forze militari. Il 21 Marzo fu
istituito un governo di transizione
guidato da Rajoelina.
Nonostante gli impegni presi
da questo per celebrare le
elezioni presidenziali entro
due anni, la maggior parte
della comunità internaziona-
La candidata premier Saraha Georget Rabeharisoa
le non ha riconosciuto il nuovo
governo perchè installatosi
con la forza, da quel momento
è iniziato un isolamento
internazionale che fra
l'altro ha ulteriormente indebolito
le già precarie istituzioni
malgasce consentendo
il proliferare di ogni genere di
traffici illeciti ed un ulteriore
impoverimento della popolazione
oggi fra le più povere al
mondo nonostante le ricchezze
naturali del paese. É
la storia che purtroppo accompagna
molte realtà uscite
dal colonialismo che hanno
visto politiche di rapina da
parte delle multinazionali.
Successivamente all'insediamento
di Rajoelina, nell'agosto
2009 i maggiori partiti
Malgasci siglarono una accordo
per un governo di transizione
con elezioni nell’arco
di 15 mesi, ma alla fine del
mese ci fu rottura tra le parti,
e il paese conobbe nuovi disordini.
Nel dicembre Rajoelina
non partecipò ai nuovi negoziati
tenuti in Mozambico e
stabilì la data delle elezioni
per il 20 marzo 2010. In realtà
le elezioni sono state rimandate
più volte. La nuova
data è fissata per maggio
2013. Nel frattempo il paese
continua a vivere un clima di
instabilità soggetto a continui
cambiamenti. Nell’evoluzione
politica del Madagascar
occorre tenere conto
dell’atteggiamento della comunità
internazionale che
non è unanime: la SADC
(Comunità di Sviluppo
dell’Africa del Sud) appoggia
l’ex Presidente Ravalomanana,
in esilio in Sudafrica; la
Francia sembra appoggiare
il processo di transizione
condotto da Rajoelina, mentre
gli Stati Uniti, che in un
primo momento erano contrari
al Presidente della Transizione
hanno adottato le linea
del prudenza e sono
“sensibili” alla linea politica
del Partito “Hasin’i Madagasikara”.
La leader di questo partito
Saraha Georget Rabeharisoa,
che gli osservatori danno
per probabile vincente
nelle prossime elezioni, è approdata
anche in Friuli per
partecipare ad un convegno.
L'abbiamo incontrata per
una intervista. Fisico esile,
modi gentili e soprattutto occhi
penetranti che lasciano
trasparire, prima ancora delle
parole, una vivace intelligenza,
chiarezza d'animo e
quella sincerità non verbale
che è alla base di qualsiasi
comunicazione. Tutti fattori
che possono fare la differenza
fra un leader democratico
e un semplice politico, magari
uno dei tanti che calpestano
il palcoscenico della
politica globale.
Presidente Rabeharisoa
in considerazione dei
numerosi rinvii del passato
si terranno davvero le
elezioni nel maggiò del
prossimo anno?
Lo spero proprio Non credo
perchè è un anno che
stiamo lavorando per avere
l'attenzione internazionale e
abbiamo garanzie che le nazioni
unite vigileranno, anche
il mio viaggio in europa è finalizzato
a questo. Prima di
arrivare in Friuli sono stata al
parlamento europeo per
chiedere che anche la comunità
europea si faccia garante
assieme all'onu che l'8
maggio 2013, questa la data
fissata le elezioni si svolgano
per arrivare ad una transizione
democratica. Abbiamo
chiesto vigilanza sulle elezioni
attraverso la commissione
nazionale elettorale.
(continua a pag 6)