HAPPY HOUR - La Repubblica

Cicatrizzava in croste grigie. Foglie ovunque, forse venivano
da lontano, ché non vedevo alberi. Forse più in là, alla fine
della strada, c’erano alberi e vento. Il poliziotto che piantonava
l’ingresso mi fece un cenno di cortesia. Qualche curioso
allungava il mento verso di me, e per questo rientrai subito
nella tana. Non prima però di aver dato una sbirciata al grande
portone della Curia, lì a sinistra. Ancora chiuso.
Gigantesca bocca serrata da ciclope che ha già concluso il
pasto. Nessun movimento intorno. Sazietà. Feci cucù un paio
di volte; neppure io riuscivo a star fermo. Giusto per fare,
così.
Dentro, intanto, si andava evidenziando una precisa necessità:
rintracciare la proprietaria del negozio. Che era una
donna l’avevamo accertato quasi subito. Dov’era? A quell’ora
sarebbe dovuta essere in negozio. Chi si occupava delle
vendite? Come mai non c’era ancora nessuno? Ammesso che
si vendesse davvero qualcosa in quel posto scuro; ammesso
che qualcuno davvero volesse informarsi circa l’arte di essere
Dio.
Ora, non è che io sia un tipo ansioso, né un perfezionista,
ma in quel momento si era oggettivamente in una bolla d’inerzia.
L’avrebbe intuito chiunque al mio posto. Non potevo
sapere se tra i doveri di un magistrato ci fosse anche quello di
far scoppiare certe bolle con una qualche puntuta iniziativa.
No, non lo sapevo. Fingevo di saper cosa fare, ma non lo
sapevo. Ietta, giustamente, faceva il suo mestiere, il medico
legale faceva il suo mestiere, i caramba facevano il loro
mestiere, pure il cadavere faceva il morto, restando immobile
davanti a noi. Dall’insieme cosmico dei mestieri all’opera
dipendeva il mio coinvolgimento nell’indagine. Ecco, più o
meno così, per un praticante.
Gli elementi per ricostruire il fatto dovevano pur essere da
qualche parte. Chissà dove. Il tempo passava invano. Nessuna
notizia circa lo stato delle porte, né delle luci. Si dice che i
primi momenti siano fondamentali in un’indagine. Bene,
quelli se ne andavano via. Ma non era colpa mia. In fondo, mi
era richiesto solo d’imparare. Facile. Mi misi accanto al capo,
spalla a spalla. Per imparare. Più gli stavo vicino, più avrei
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