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HAPPY HOUR - La Repubblica

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impegnato anche in politica. Lunga storia. Sembrava avesse<br />

vissuto più a lungo degli altri. Ma un padre immortale quando<br />

lo si rimpiange? Mitologico papà, che quando lo devo<br />

abbracciare, anche oggi, i gomiti mi navigano nell’aria timorosi<br />

per qualche secondo. Sempre.<br />

Quindi, diciamolo, era per responsabilità paterna se dieci<br />

anni fa mi ero trovato lì, dove e quando ammazzarono quell’uomo.<br />

“Il Corietti”, come lo chiamavano in città.<br />

Dopo dieci anni, vedo ancora le porte dell’ascensore che si<br />

aprono a strappi, sferragliando su di noi: io, il procuratore e<br />

tal Agrimi, l’autista, che restiamo immobili aspettando il via,<br />

finché il capo dice, autorevole: scendiamo a piedi. Lo diceva<br />

sempre. Lo disse anche quella volta lì. Nella pigra discesa<br />

delle gambe tra gli scalini, scappava spesso una parola in più,<br />

un chiarimento, un ricordo o il fiato più fine. Una rampa di<br />

scale scioglie la lingua, l’ascensore la irrigidisce. Non so perché.<br />

Deve essere una qualche questione legata al movimento<br />

fisico. Il capo voleva prendere le scale perché aveva voglia di<br />

parlare di cadaveri. Il primo cadavere per un magistrato è faccenda<br />

di cui si parla. Anche il secondo. Un cadavere non è<br />

mai uguale a un altro, e già questo può essere una spinta sufficiente<br />

alla chiacchiera. Il mio defunto è più morto del tuo.<br />

Confronti, sfide. Un cadavere può essere morto meglio di un<br />

altro, per ragioni più consistenti, più valide; non tutte le morti<br />

sono ugualmente interessanti, utili, fertili. I magistrati lo<br />

sanno. Quelli che fanno penale lo sanno. Solo i magistrati che<br />

fanno penale parlano di cadaveri. Tra questi, addirittura, ci<br />

sono alcuni fortunati che possono parlare di autopsie avendovi<br />

assistito; della tecnica, dell’incisione, del pathos dell’osservazione<br />

interna. Possono dire di aver rovesciato il calzino. È<br />

il massimo. Si parla per mesi del proprio primo cadavere, con<br />

dovizia, con metodo; si ragiona del sangue, del muco, dei<br />

frammenti d’ossa sparsi fuori pista. Lo fanno anche gli uditori,<br />

se capita.<br />

Così mi preparavo al mio film. Mi ripetevo: Dario<br />

Argento, se è tutto un frangersi di arterie, altrimenti Brian De<br />

Palma.<br />

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