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HAPPY HOUR - La Repubblica

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ma lei avrebbe voluto che lo fosse. Ad ogni buon conto l’ombrello<br />

esisteva: un ombrello affusolato, spazioso e serio. Non<br />

potevamo fare finta di nulla.<br />

Accennammo al cadavere, ma lei pensò a un fatto accaduto<br />

molto tempo prima. Chi è morto? Non vide il corpo.<br />

Perché è morto? Si piegò in due come tagliata all’altezza dei<br />

reni. Ma quando? C’era spazio tra noi e lei, imposto dal suo<br />

naso monolitico, puntuto e scuro come un pastello appena<br />

temperato, incondivisibile; lo spazio che agita l’universo.<br />

Poi le dicemmo che poteva andare, mentre ancora elaborava<br />

il lutto con l’ultima parola rimastale sotto la lingua,<br />

masticando, masticando, ruminava con movimenti circolari e<br />

tormentati della mandibola, come dovesse ingoiare una pillola<br />

contro il mal di cuore. Non le facemmo vedere il cadavere.<br />

E la storia della farmacia? Incredibile quella storia!<br />

L’ombrello e il mal di testa. Qualcosa non mi quadrava. I folli<br />

hanno mal di testa? E se sentono dolore, si decidono a curarlo<br />

in farmacia? Sì, forse, perché no, ma non mi quadrava lo<br />

stesso. Quella bianca vecchina, sdrucita di lana, non era affatto<br />

un punto chiaro. Il gesto dell’acquisto di un’aspirina è un<br />

gesto normale, un gesto banale, ma che in apparenza nulla ha<br />

a che fare con i santi. In qualche modo era deludente e per<br />

questo non voleva convincermi. Ora, l’ingresso plateale della<br />

vecchia nella vicenda, forse il suo farneticare immaginifico,<br />

mi avevano fatto pensare a chissà quali altri miracoli.<br />

D’accordo: mi ero montato la testa.<br />

Per di più la vecchia mi ricordava mia nonna, il che non<br />

era affatto piacevole. Non fisicamente, ma nello spirito, nell’ansia<br />

della lingua. Mi ricordava la madre di mio padre che,<br />

rimasta vedova, si era trasferita a casa nostra. Fornello, corridoio,<br />

poltrona, letto: il circuito obbligato. Quando la vita si<br />

riduce alla semplice geometria di una curva che unisce quattro<br />

punti. Mia nonna era morta a quasi cent’anni, e sì che l’aveva<br />

desiderata la grande torta con i due zeri, sfuggita per<br />

così poco! Avevo convissuto con lei tutta l’adolescenza, fino<br />

a che ero rimasto nella casa dei miei. Senza un capello in<br />

testa, ormai prossima alla morte, con il viso ceruleo schiaccia-<br />

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