bosgattia ristampa - Stampa Libera
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aperta, s’infilò pantaloni e stivali, si buttò in testa l’impermeabile,<br />
e andò a lavarsi; l’acqua era quasi tiepida,<br />
ancora.<br />
Il fiume rabbrividiva sotto la pioggia, tutto butterato da<br />
minuscoli crateri, e sussurrava con la vibrazione del cristallo<br />
toccato troppo leggermente per emettere un suono.<br />
Pareva un immenso organo suonato da dita troppo deboli;<br />
i tasti scattavano, accennando un tempo ed un motivo, ma<br />
ne usciva una melodia bianca, sommessa, di una impotenza<br />
toccante.<br />
Le barche c’erano tutte, adesso; e i paletti erano stati ribattuti<br />
di fresco, per timore che l’acqua crescesse. Questa<br />
premura gli fece piacere.<br />
Sentì, in quella, degli stridi acuti, provocanti. Alzò gli<br />
occhi; proprio sulla testa sciami di crocaline dal capino<br />
nero, col becco e le zampe scarlatte, facevano capriole e volteggiavano<br />
come clowns.<br />
Anche i grossi gabbiani marini stavano arrivando a<br />
stormi dal mare. Muovendo appena le lunghe ali, risalivano<br />
le acque con la lentezza dei padroni che passano a controllare<br />
la vigna per la vendemmia, e ora ne spiccano un grappolo,<br />
ora sostano a osservare una vite, o ad assaggiare la<br />
prima uva che dànno gli innesti.<br />
Ogni tanto uno di essi, chiudendo le ali, precipitava<br />
come un sasso, riprendendosi miracolosamente a fior d’acqua<br />
per inseguire ancora la preda sfuggitagli di misura; e<br />
subito un altro ripeteva la manovra con l’elegante indolenza<br />
di un gioco, quasi non avesse per posta la preda quotidiana.<br />
Il professore si fermò sotto la pioggia, a guardarli ricamare<br />
figure contro le rive ed il cielo in una giostra d’abilità<br />
e di destrezza.<br />
Neppure quando il tuffo finiva dentro l’acqua, e il gab-<br />
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biano riemergeva impennandosi con la preda che si dibatteva,<br />
serrata nel becco, si aveva l’impressione di una lotta,<br />
di un avvenimento crudele, di una morte che riscattava la<br />
fame. Soltanto quando lanciarono, allontanandosi, le loro<br />
grida lamentose e rauche, alzandosi a roteare nel cielo, l’elegante<br />
finzione di quelle creature del cielo svanì, ed esse<br />
rivelarono la loro ferocia e la loro avidità, ed il disprezzo<br />
in cui tenevano quanto restava sotto le loro ali e sotto il loro<br />
becco implacabile.<br />
* *<br />
Un fastidioso prurito svegliò Tom, il Tamiso.<br />
– Mannaggia, e cos’è? – brontolò, passandosi la mano<br />
sulla guancia. Sentì con ribrezzo qualcosa di molle e di appiccicoso,<br />
attaccato alla pelle; lo acchiappò con la punta<br />
delle dita e guardò: – Ah, un bisso!<br />
Era un vermiciattolo d’un rosa pallido, delicato come<br />
un corallo: ma viscido e disgustoso lo stesso. Allora soltanto,<br />
compiuta la cattura, Tom si accorse che pioveva.<br />
«Avrei dovuto accorgermene», pensò, quasi rimproverandosi.<br />
Infatti non si sentivano gridare le melesie, le gazze, i<br />
merli, gli ospiti chiassosi di tutte le mattine. Invece, su una<br />
siepe vicina, le cingallegre s’inseguivano da un rametto all’altro<br />
col loro titipù titipù... «Strano!» rifletteva: «quando<br />
piove un po’ gli uccelli del bosco ammutiscono».<br />
Solo gli uccelletti di siepe, come scolari in vacanza, ficcano<br />
il becco dappertutto, e vanno schiamazzando in giro.<br />
Come se, costringendo al silenzio e cacciando i grossi predoni<br />
e l’aristocrazia del bosco, la pioggia spalancasse finalmente<br />
la macchia e la golena ai pettirossi, alle cincie, alle<br />
capinere.<br />
Allora vengono fuori i bissi, come quello che poco fa gli<br />
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