bosgattia ristampa - Stampa Libera

La grande rete quadrata affondò senza rumore. Attese
un istante, e ricominciò a tirare. Alla seconda manata, la
fune si inchiodò alle carrucole; gli archi di legno, incurvati
sul fuoco, scricchiolando si vincarono come stecche d’ombrello.
Ivano s’avvoltò la fune intorno al polso e respirò fondo:
– Il rampone!
La sua voce, una voce rotta e strana, che il fratello non
conosceva, turbò Piero: puntò il remo di scatto, e la corrente
rivoltò bruscamente la barca.
Ivano aveva dato subito un po’ di gioco, ma il peso aveva
come ceduto. Un gran vuoto gli s’aprì nel petto, il cuore gli
batté in gola come stesse per schizzargli via. Mondo schifoso,
era scappato, aveva sfondato...
Calò ancora, con precauzione, un palmo di corda: già
scorgeva gli orli della rete...
Ma no! Avvertì la scossa, e gli archi tornarono a piegarsi,
gemendo. Una massa oscura affiorò dentro il cerchio della
rete.
Benedetto da Dio, eccolo, era ancora lì!
Ivano avvolse la fune vorticosamente all’albero, aggraffò
l’arnese che il fratello finalmente gli tendeva e si affacciò
col rampone alzato. Gli occhi bucavano l’oscurità.
Una coda arcuata sventolò fuori dall’acqua; come un
fulmine, il rampone scese sulla bestia e l’infilò. Il pesce
dette uno scatto forsennato, Ivano venne trascinato quasi
fuor della barca. Ma non mollò, s’avvinghiò al sedile con
l’altra mano.
– Piero! Piero! – ansimò.
Sentiva il braccio strapparglisi alla spalla e le dita, avvinghiate
al legno, sfaldarsi con fitte lancinanti ed aprirsi
inesorabilmente.
Piero lasciò andar la barca alla deriva e d’un salto gli fu
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accanto. La schiena rostrata, enorme, raffiorava a tratti; la
coda sbatteva convulsa contro la barca, investendoli con
onde d’acqua tiepida, vischiosa.
Questione di secondi, ormai.
Il ferro era piantato troppo in coda, la bestia perdeva
sangue a fiotti, troppo poco però per indebolirsi subito;
mentre il tormento del gancio nel fianco e nei visceri la faceva
impazzire.
Come un sonnambulo, Piero brandì l’ancoretta appuntita,
con la catena, e si sporse tutto.
La testa aguzza del pesce affiorò. Nel momento in cui il
pesce si rinfilava sott’acqua, Piero menò il colpo selvaggio.
Il ferro spaccò la corazza cartilaginosa e aprì la carne
viva.
E ai fratelli parve di sentire distintamente nella notte il
grido di morte dello storione.
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