bosgattia ristampa - Stampa Libera
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Allora gli aeroplani scendevano ululando sopra il ponte<br />
e sulle file di carretti e di camion al passo, e i soldati e la<br />
gente scappavano per la campagna o nei fossi.<br />
Si sentiva il boato delle bombe e le raffiche delle mitragliatrici,<br />
e poi dai camion e dalle carrette s’alzavano fiamme<br />
azzurre e viola, mentre dai fienili un fumo nero e grasso saliva<br />
sul cielo, allargandosi nell’azzurro.<br />
Buoi accosciati sul ciglio, sventrati, con le viscere fuori<br />
sull’erba, cavalli fra le stanghe, sanguinanti, col muso alzato<br />
e gli occhi velati; uomini in uniforme, che sembravano<br />
fantocci di segatura stramazzati in strane pose in mezzo<br />
alla strada; e sciami, sciami di grosse mosche d’un verde<br />
smeraldino, che ronzavano senza requie sulle chiazze<br />
scure, tra la polvere e i cadaveri.<br />
Del Marangòn si ricordavano anche il vecchio zio, Firmino.<br />
Le donne erano scappate a mettere in salvo le bambine,<br />
e lui era rimasto alla prima raffica, irrigidito sulla<br />
sedia, sulla soglia, col petto dentellato dalle pallottole.<br />
Ormai, per loro di casa, eran cose lontane, perse nel passato;<br />
ore sbiadite senza ritorno; mentre nella mente di Marino,<br />
quando si svegliava la notte, c’era un orrore ancor<br />
bruciante, qualcosa di atroce, che nessuno di loro aveva mai<br />
visto o provato. Ne avevano rispetto e timore, di quella sofferenza;<br />
e si rodevano dentro, in famiglia, di averlo ritrovato<br />
così segnato da un male brutto e misterioso, e diventato<br />
un estraneo; a momenti peggio che morto. Come Lazzaro<br />
quand’era risorto ed uscito dalla tomba, aveva detto<br />
il parroco una volta.<br />
Però da un anno a ’sta parte era cambiato. Milena, la figlia<br />
del Pastore, lei di partiti ne aveva, bastava che alzasse<br />
un dito a sceglierselo chi voleva: aveva soldi, era carina e<br />
giovane. Prima, sempre in girondola, passava da un ballo<br />
all’altro, e gli toccava anzi litigare col padre, che, poveretto,<br />
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da quando gli avevan seppellita la moglie, si sentiva solo, e<br />
la voleva accanto per quel poco – diceva – che gli restava<br />
ancora da campare.<br />
In realtà il padre era ancora in gamba, ma era diventato<br />
noioso a vivere isolato, sempre in fondo ad un bosco, pareva<br />
fin geloso della figlia. Ebbene, non s’era andata a<br />
prendere una cotta per il Marangòn, quel pezzo di ragazza!<br />
Roba che si vede solo al cine, ma in paese, a memoria<br />
d’uomo, non si ricordava una storia simile. E c’eran<br />
diversi che speravano ancora che finisse in una bolla di sapone.<br />
Le ragazze, felici in fondo d’averci una concorrente in<br />
meno, e quella poi!, in compagnia gli ridevano dietro e<br />
gliene dicevano d’ogni sorta; i giovanotti, con la Milena<br />
avevan il dente avvelenato dall’invidia, e il fegato grosso.<br />
La storia era cominciata alla fiera del paese, però nessuno<br />
l’aveva mai saputo.<br />
Ce l’avevano trascinato per forza, il Marangòn, per vedere<br />
se si poteva straviare un po’; ma lui girava allocchito<br />
tra i banchetti e attorno al palco della banda, seguendo<br />
passo passo le sorelle, e ondeggiando fra la gente come se<br />
neanche la vedesse.<br />
L’infastidivano i bocia con le raganelle e coi botti. E<br />
quando una castagnola gli scoppiò fra i piedi, venne colto<br />
da un tremito nervoso, incontenibile.<br />
Una delle sorelle l’aveva allora acchiappato e portato di<br />
furia dentro il cortile dell’osteria, perché si riprendesse.<br />
L’osteria era vuota vuota, a quell’ora; il frastuono, gli<br />
scoppi, la musica, le voci giungevano smorzati tra i muri<br />
del cortile. Sotto il pergolato, el Marangòn aveva abbandonato<br />
la testa sul tavolo, contro le braccia incrociate; ogni<br />
tanto lo scuoteva ancora, ma sempre più di rado, quel tremito<br />
convulso. La sorella, come l’ebbe visto più quieto, era<br />
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