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Vicende storiche della lingua di Roma

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66 Vittorio Formentin<br />

copiavano: sarà però lecito controdedurne almeno la localizzazione romana dell’estensore<br />

(o degli estensori) <strong>di</strong> quelle cedole, ed è una conclusione che, in vista<br />

<strong>della</strong> questione che si <strong>di</strong>scuterà nel prossimo paragrafo, sarà opportuno tenere ben<br />

ferma.<br />

Vi è infatti un tratto <strong>della</strong> <strong>lingua</strong> del registro che parrebbe contrad<strong>di</strong>re l’ipotesi<br />

<strong>di</strong> una localizzazione romana degli scriventi: l’innalzamento metafonetico delle<br />

vocali me<strong>di</strong>oalte, la cui pertinenza alla grammatica del romanesco antico, pur affermata<br />

in passato da stu<strong>di</strong>osi autorevoli come Clemente Merlo e Francesco A.<br />

Ugolini, oggi, dopo la fondamentale monografia <strong>di</strong> Ernst, è perlopiù negata dalla<br />

comunità scientifica 93 . La ragione principale <strong>di</strong> una tale opinione è da ricercarsi<br />

nell’esiguità e nell’ambivalenza delle pretese attestazioni del fenomeno, ricavate<br />

da testi magari anche me<strong>di</strong>evali ma pervenutici in tra<strong>di</strong>zione tarda non sempre<br />

linguisticamente affidabile e spesso per <strong>di</strong> più sospettabili <strong>di</strong> mostrare un vocalismo<br />

piuttosto latineggiante che metafonetico (connutto 94 , iuveni, munno, pilo,<br />

simplici, vitro ecc.) o da testi <strong>di</strong>alettologicamente ipercaratterizzati come avviene<br />

(o può avvenire) nella più tarda produzione <strong>di</strong>alettale riflessa, dal Burchiello al<br />

Castelletti: tutte caratteristiche che non si possono certo attribuire alla documentazione<br />

offerta dal registro del Cenci.<br />

4.45. Innalzamento metafonetico delle vocali me<strong>di</strong>oalte<br />

Occorre <strong>di</strong>re subito che il fenomeno è indotto soltanto da -Ī ed è limitato elettivamente<br />

a pronomi, nomi e aggettivi i cui referenti occupano una posizione gerarchica<br />

elevata nella scala <strong>di</strong> animatezza, definitezza e in<strong>di</strong>viduazione:<br />

a) Pronomi <strong>di</strong>mostrativi [+personale]<br />

(ε) quili che colsono le saiectole 94v (altri esempi <strong>di</strong> quili: 97r, 99r).<br />

b) Nomina agentis in -tore<br />

(β) So(n)no li lavoraturi xxxxvij 4r quinquies (altri esempi <strong>di</strong> lavoraturi: 4v<br />

quinquies, 5r ter ecc.); Quello che portà l’acqua alli muraturi cum uno somaro 10r<br />

(altri esempi <strong>di</strong> muraturi: 10v, 11r, 11v ecc.); Mastri seccaturi ij 19r bis;<br />

(γ) Tuti li lavoraturi 80r; Mast(ri) m(ur)aturi ij ovvero iiij 50r bis e in tutte<br />

lettere Mastri muraturi xj 69r (altri esempi <strong>di</strong> m(ur)aturi e muraturi: 63r, 63v, 64r<br />

ecc.) 95 .<br />

93 Si veda Merlo (1929, 47; 1931, 78-9), Ugolini (1932, 429; 1982, 42-3 ecc.; 1983, 5), Ernst<br />

(1970, 53-8), Serianni (1984, 274), D’Achille (1987, 84), Macciocca (2000, 203 e 214) e da ultimo<br />

P. Trifone (2008, 28).<br />

94 Esempi <strong>di</strong> (con)nutto e co(n)ducto ‘condotto’ sono anche nel nostro registro (v. il § 4.26).<br />

95 Appena occorre <strong>di</strong>re che i rispettivi singolari escono regolarmente in -tore: (β) lavoratore 13r,

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