IL DIBATTITO - LietoColle
IL DIBATTITO - LietoColle
IL DIBATTITO - LietoColle
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
DIARIO D’INVERNO<br />
ANTONIO PORTA E STEFANO RAIMONDI: VARIAZIONI QUOTIDIANE SUL GELO<br />
Pubblicando Invernale, 1 la suite in dieci movimenti uscita nel 1999, Stefano Raimondi lasciava<br />
affiorare, tra gli armonici della sua peraltro già ben riconoscibile voce lirica, un timbro<br />
inconfondibilmente portiano. Nelle tematiche, nelle tonalità espressive, nelle scelte macrotestuali, la<br />
testualità di Invernale segnala, infatti, la presenza di un modello espressivo riconducibile a Porta, in<br />
particolare del Porta di Come può un poeta essere amato?, il diario in versi contenuto in Invasioni. 2<br />
Nel recente convegno bolognese Antonio Porta: il progetto infinito, la poetessa Jolanda Insana, nel<br />
suo vibrante Ricordo, si rammaricava della rapidità con cui molti, tra i poeti scoperti e incoraggiati<br />
da Porta, abbiano dimenticato, una volta scomparso, il loro mentore. La rampogna non può valere,<br />
però, per Stefano Raimondi: scopo delle mie pagine è, infatti, quello di dimostrare, sulla base dei<br />
testi, la parentela poetica tra i due autori e la profonda sedimentazione, nel repertorio espressivo del<br />
poeta più giovane, degli insegnamenti del più anziano maestro.<br />
ANTONIO PORTA 1: PREMESSA - LA POETICA DELLA COMUNICAZIONE<br />
Nel maggio del 1984 Pier Vincenzo Mengaldo salutava l‟uscita di Invasioni come la dismissione,<br />
da parte di Porta, di «ogni compiacimento ludico e tecnicistico e, soprattutto, ogni superbia della<br />
poesia nei confronti della vita». 3 Invasioni, infatti, costituisce il maturo esito di una netta svolta di<br />
poetica: dalla fine degli anni Settanta, Porta va rimuovendo, dalla sua scrittura lirica,<br />
l‟autoreferenzialità metatestuale del già praticato avanguardismo più oltranzista per affermare,<br />
contro l‟incombente rischio della ripetizione manieristica, una rinnovata comunicatività nei<br />
confronti dei suoi lettori. Non si tratta di una marcia indietro, né di un superamento delle precedenti<br />
poetiche: semplicemente, siamo di fronte a un altro progetto, maturato dall‟inquieto Porta attorno<br />
alla metà degli anni Settanta.<br />
Lungo la sua nuova direzione, ben lontano dall‟approdare alla pacificata «deriva soggettiva e<br />
lirica» 4 imputatagli da Curi, Porta adotta, in Passi passaggi 5 e Invasioni, un responsabile<br />
autobiografismo lirico, come efficace convenzione espressiva. La presenza dell‟io è infatti<br />
necessaria a Porta per impostare, attorno ad essa, un coerente progetto di comunicazione, entro il<br />
quale mantenere la manipolazione critica del linguaggio, già praticata nel periodo avanguardista: il<br />
manufatto testuale, secondo questo progetto, subordina la prevalenza del proprio criticismo<br />
metalinguistico alla rielaborazione linguistico-formale, programmaticamente inesausta, del vissuto.<br />
Si tratta di un mutamento di paradigma espressivo: il poeta prende le distanze dalle ormai regressive<br />
e consolatorie ideologie della metatestualità della poesia e dell‟autonomia del linguaggio e contro di<br />
esse afferma, positivamente, il valore in-formativo e funzionale della parola nei confronti<br />
dell‟esistenza, quest‟ultima avvertita in tutta la sua magmaticità materiale e storica:<br />
Quante volte ho provato una sensazione di profondo benessere nel condividere la preziosa formula heideggeriana<br />
del linguaggio come «casa dell‟essere». Il linguaggio della poesia poteva apparirmi in quei momenti come il più<br />
confortevole (non importa se faticoso nella preparazione) dei modi di abitare il linguaggio, dunque l‟essere. A volte<br />
mi sono provato ad accorciare ancora di più le distanze e mi son detto: l‟essere è il linguaggio... Impraticabile<br />
scorciatoia… Ci ha pensato l‟esperienza della vita a smentirmi clamorosamente, quando ho visto che l‟essere<br />
sconvolgeva, furente, esseri umani, uomini o donne, forse più donne che uomini per le ragioni che sappiamo di<br />
1 STEFANO RAIMONDI, Invernale, Lietocollelibri, Faloppio 1999.<br />
2 ANTONIO PORTA, Invasioni (1980-1983), Mondadori, Milano 1984, ora in ID., Tutte le poesie (1956-1989), a cura di<br />
Niva Lorenzini, Garzanti, Milano 2009.<br />
3 PIER VINCENZO MENGALDO, recensione a Invasioni, «Panorama», 14 maggio 1984. Corsivo mio.<br />
4 FAUSTO CURI, «il verri» e i Novissimi ovvero la Nuova avanguardia, in ID., La poesia italiana del Novecento, Laterza,<br />
Roma-Bari 1999, p. 384.<br />
5 ANTONIO PORTA, Passi passaggi (1976-1979), Mondadori, Milano 1980, ora in ID., Tutte le poesie, cit.<br />
31