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IL DIBATTITO - LietoColle

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L’ALBERO ALATO DI ANTONIO PORTA<br />

RICERCA ESTETICA E PENSIERO CRITICO RESISTENTE<br />

QUALE SOGGETTO E QUALE VERITÀ<br />

Ci sono due versanti di senso o di modi di sentire e vivere il fare arte e poesia, che articolano la<br />

storia della letteratura italiana, dalle sue radici originarie – petrarchesca e dantesca – agli sviluppi e<br />

forme dei secoli successivi. Possiamo cogliere in essi due divergenti accentuazioni. Ma gli accenti<br />

contano. Al pari di un piccolo iniziale cambio di direzione che poi conduce a punti di arrivo molto<br />

diversi.<br />

Un primo modo pone l‟accento sul creatore solitario e sul valore del colloquio interno<br />

intrasoggettivo, che può però arrivare ad annebbiare, o perfino negare, valore e possibilità del<br />

colloquio esterno intersoggettivo. Senza il quale è difficile evitare monadi appagate da circuiti<br />

autoreferenziali, illusioni salvifiche o chiusure estetizzanti di una bellezza sottovetro, tendente a<br />

termini assoluti, spirituali e astratti, fuori dal ventre della storia e da un concreto cammino<br />

antropologico di seguir virtude e conoscenza. Un cammino in cui la poesia dona aria e ali alle<br />

gambe di altri esseri umani, che possono regalare gioie di condivisione o ferire e dare calci, ma<br />

sono la sola misura per chi vuole accadere nel mondo.<br />

Verità smarrita da narcisismi e arroganze (hybris) di specchi unici di sé, dimentichi che nessuno,<br />

nemmeno Dio, può evitare di incarnarsi in altri specchi e gambe. Approcci certamente coerenti con<br />

le linee prevalse nella cultura occidentale, in cui – dal platonismo all‟idealismo, come nel pensiero<br />

giudaico-cristiano – il processo conoscitivo è inserito in tutta una serie di doppi: tra un esterno<br />

(sconosciuto) e un interno (fonte di verità), tra corpo e anima, carne e spirito ecc.. Ne sono derivate<br />

le due culture (speculativo-scientifica e letteraria) e crescenti separatezze tra i vari ambiti, ognuno<br />

dei quali convinto di scrivere la Verità assoluta.<br />

L‟altro modo di vivere l‟operatività creativa del singolo, non separa il valore del suo fare dal farsi<br />

del soggetto nelle relazioni del contesto storicosociale, e lo pone quale nodo sincronico di segni di<br />

ripresa della totalità soggettiva nella sua pluralità di piani e rami di albero alato. Ossimoro di<br />

complessità, limiti e potenzialità, della nostra identità. Che, nella successione diacronica di<br />

contraddizioni e scambi biologici tra unità e totalità, accumula esperienze e senso di sé, perdite e<br />

moti alati della capacità di immaginare un oltre, senza il quale non si darebbe, semplicemente, né<br />

arte né cultura né storia umana.<br />

È una concezione materialistica che, nel bicentenario della nascita di Darwin e dopo gli ultimi<br />

secoli di scoperte – dalla meccanica quantistica, alla ricerca biologica, alle neuroscienze –, ha delle<br />

ragioni per dire che energia, pensiero, mente, spirito, anima, sono anch‟essi materia e nomi di una<br />

unità vitale inscindibile in continua metamorfosi. Fuori da atti di fede e dogmatismi (laici o<br />

religiosi), la verità è un percorso mai terminato dalla totalità esperienziale del soggetto. Una<br />

concezione rimasta minoritaria, sia nelle intuizioni più antiche – come il relativismo agnostico di<br />

Protagora o i clinamen di Epicuro 1 – che nelle ricerche moderne; una visione che impone alla<br />

cultura laica sfide continue, sul piano etico e delle idee.<br />

Antonio Porta si è costantemente misurato con tali sfide, riguardanti sia “la questione del<br />

soggetto” 2 , sia le categorie mentali di realtà e verità: “La verità non esiste”, affermava, distinguendo<br />

“con la fenomenologia di Luciano Anceschi, tra vero e verità, intendendo il primo quale punto di<br />

interazione tra il soggetto e l‟esperienza, un punto fermo che però non è definitivo come la verità” 3 .<br />

<strong>IL</strong> MESTIERE DEL POETA<br />

Proseguiamo con altre prese di posizione e testimonianze di Porta, già richiamate in alcuni miei<br />

scritti critici. Tra questi, nella nota introduttiva a La casa sospesa 4 ricordavo:<br />

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