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IL DIBATTITO - LietoColle

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L‟inverno pare allora assumere lo statuto di una sorta di tempo della coscienza lirica, al centro del<br />

quale il soggetto si trova a parlare. A partire dal primo pezzo agostano, infatti, che rappresenta un<br />

interno borghese dove, del tutto incongruamente, «il gelo filtra dai vetri troppo teneri», 27 è un<br />

mondo frequentemente gelido a fare da sfondo alla progressione poematica, e ad accompagnare il<br />

locutore nel suo percorso testuale. Una fenomenologia del gelo che va dalla stupefacente nevicata<br />

del secondo pezzo, dove le coordinate temporali rivelano la loro natura del tutto psichica<br />

all‟alba primaverile [...]<br />

il silenzio è assoluto, segnali d‟uccelli,<br />

è già così tardi?, all‟improvviso<br />

nevica 28<br />

17.8.1981<br />

al fiammingo ma irrequieto quadretto famigliare tardoestivo, nel quale l‟isotopia del freddo<br />

smaschera, impietosamente, il fondo sadomasochistico delle relazioni sentimentali:<br />

lei ha preso aghi e fili<br />

con movimenti amorosi delle dita<br />

ripara le mie lane per l‟inverno<br />

io mi sento umiliato e penso che per dispetto<br />

voglio morire di freddo.<br />

Scrivo queste parole mentre lei cuce<br />

da quale regione di venti gelidi arrivano?<br />

da quale piega del mio cervello velenosa?<br />

arrivano queste fiale di odio, mi chiedo<br />

28.8.1981 29<br />

Meno sorprendenti le figurazioni del freddo apparse nei pezzi di datazione autunnale e invernale: a<br />

partire dall‟ossimorico (e pasoliniano? 30 ) «Ottobre [...] rovente», 31 nel quale, dopo il tramonto, «il<br />

gelo tagliente mi ammonisce», 32 e dove la presenza del ghiaccio rimanda all‟immaginario<br />

surrealista («Là dove era Firenze / un lago così blu stende il suo dominio / che le anatre planano sul<br />

ghiaccio» 33 ), l‟invincibile processo di raggelamento, che stringe i fenomeni nella sua morsa, viene<br />

esplicitamente tematizzato dal locutore:<br />

Lacerazioni, queste sono le finestre<br />

spalancate dell‟autunno improvviso,<br />

si capisce che la partita è ingiocabile,<br />

la prossima mossa è il gelo.<br />

Ha un senso occuparsi di stagioni?<br />

La risposta sta qui, sulla carta,<br />

finché resisto al loro ciclo<br />

io scrivo.<br />

26.10.1981 34<br />

Come dicevo, queste numerose immagini del gelo non mi sembrano riconducibili a<br />

un‟interpretazione simbolica univoca. Interpretazione, peraltro, quasi mai necessaria, stante – con<br />

27<br />

Ivi, p. 413. Corsivo mio.<br />

28<br />

Ibidem.<br />

29<br />

Ivi, p. 417. Corsivi miei.<br />

30<br />

Mi riferisco ovviamente all‟«autunnale / maggio» delle Ceneri di Gramsci: cfr. PIER PAOLO PASOLINI, Le poesie,<br />

Garzanti, Milano 1976 2 , p. 67.<br />

31<br />

ANTONIO PORTA, Come può un poeta essere amato?, cit., p. 423.<br />

32 Ibidem.<br />

33 Ibidem.<br />

34 Ibidem. Corsivo mio.<br />

35

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