Il MISTERO dI TuTTI I TEMpI HERBERT W. ARMSTRONG

Il mistero d’Israele
Il racconto ispirato della Bibbia dice semplicemente:
«E Abramo se ne andò»! Non vi furono
discussioni con Dio; non vi furono ragionamenti
umani intesi a sostenere che Dio aveva torto; non vi
furono domande inutili del tipo «perché me ne devo
andare?» o «non posso fare come piace a me?» Non si
è trattenuto per dire «ma io vedo le cose così».
«E Abramo se ne andò»: pura e semplice ubbidienza!
Ancora una volta ritroviamo qui il principio della
dualità. Abramo allora si trovava al centro della civiltà di
questo mondo che si stava sviluppando. Si trattava di un
mondo tenuto in ostaggio, che seguiva le orme di Satana.
Dio aveva scelto Abramo come futuro patriarca della Sua
nazione d’Israele, la congregazione o «Chiesa» dell’Antico
testamento. Il principio di dualità è presente in tutta
l’opera di Dio volta a realizzare questo grande scopo
sulla terra per mezzo dell’umanità. Al tempo dell’Antico
testamento esisteva la congregazione fisica d’Israele,
mentre nel Nuovo testamento c’è la Chiesa spirituale di
Dio. Nel testo greco originale del Nuovo testamento il
vocabolo tradotto con Chiesa è ekklesia, che significa «i
chiamati fuori».
Nello stesso modo che l’Israele dell’Antico
testamento fu dunque il precursore fisico, cioè il tipo o
prefigurazione della Chiesa del Nuovo testamento, così,
Dio chiamò il progenitore della nazione d’Israele perché
uscisse dal mondo dominato da Satana. Abramo in
seguito si considerò uno straniero, un ospite temporaneo
e un pellegrino su questa terra. Questo, infatti, non era
il suo mondo: «In fede moriron tutti costoro [compreso
Abramo], senz’aver ricevuto le cose promesse, ma avendole
vedute e salutate da lontano, e avendo confessato
che erano forestieri e pellegrini sulla terra. Poiché quelli
che dicon tali cose dimostrano che cercano una patria
[una diversa civiltà] E se pur si ricordavano di quella
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