megalopoli living furto con remake diavolo vattene! - Urban

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GUIDASETTEMBRE FILM 52 LIBRI 54 DIGITAL LIFE 55 MUSICA 56 LA STAR DEL MESE: The Jean-Michel Basquiat Show. Milano, Triennale, dal 20 settembre 2006 al 21 gennaio 2007. Guarderemo gli 80 dipinti e i 40 disegni, ci caleremo nella NY underground degli anni ’80 e non ci perderemo la proiezione di Downtown 81, interpretato dall’artista stesso. Perché il mito di Basquiat è atterrato a Milano! BUONI E CATTIVI CAPOLAVORO Oh mio Dio! Come ho fatto senza, finora? GRANDE Come, sarebbe già finito!? Ancora! Ancora! BUONO Non ci cambierà la vita, ma funziona VABBÉ Coraggio, consideriamola una prova generale BLEAH! Complimenti! Fare peggio era davvero difficile HA DISEGNATO QUESTO MESE PER URBAN SANDRA FRANCHINO Piano Lesson (For Chiara), 1983 ARTE 59 FOOD: Milano 62 TEATRO 60 Roma Torino 64 66 NIGHTLIFE 61 Veneto Bologna 67 68 Napoli 69 SULLA FRONTIERA TORINO | Malafestival – Ars in mala causa Il teatro che torna alle sue origini sociali, tra devianza e normalità, tra legalità e illegalità, che avvicina la gente con forme di recitazione estreme, ma per questo suggestive e che colpiscono nel profondo. Succede alla quinta edizione di Ars in mala causa, festival internazionale di arti performative che tra i suoi fiori all’occhiello vanta la Candoco Dance Company, prima compagnia di danza e teatro che affianca agli altri ballerini disabili, e Marcel.lí Antúnez Roca, fondatore della Fura dels Baus che presenta in anteprima il suo esplosivo work in progress Membrana. Dal 24 settembre all’8 ottobre Info: www.opusrt.it ZIDANE? OGGETTO D'ARTE Re Zizou ancora sotto i riflettori: in anteprima nazionale, il 28 settembre la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo proietta al Teatro Carignano di Torino il film A 21st Century Portrait di Douglas Gordon e Philippe Parreno dedicato al calciatore francese, che è stato ripreso in contemporanea da 17 telecamere durante una partita tra Real Madrid e Villareal. Sperando che anche il successo cinematografico non gli dia alla testa! www.fondsrr.org roma | Enzimi Dal 19 al 24 settembre torna Enzimi e stavolta scuote gli spazi di San Lorenzo. Tra performance, video, musica e installazioni, gli appuntamenti più attesi sono con il festival Onedotzero, che sbarca direttamente da Londra, con la mostra Another Thing a cura di Studio 14, con il live di Dimlite e il dj set di ZerodB, a suon di hard jazz, electro, bossa e house, al Circolo degli Artisti. www.enzimi.com MILANO | Milano Film Festival Duemila film da 90 paesi, più che un festival un luogo di incontro e scambio, indipendente dalle mode e dalle logiche commerciali, ma dipendente da talento e creatività dei singoli registi. Dove? Al Piccolo Teatro di via Rovello, dal 15 al 24 settembre, festeggiando l’undicesima edizione, con tanto di Borsa Democratica del Cinema e Salon des Refusés per gli esclusi. www.milanofilmfestival.it FIRENZE | Nokia Trends Dopo aver toccato gran parte delle capitali europee Nokia Trends, festival di musica, mobilità e arti multimediali, fa tappa a Firenze per la prima edizione italiana. Il 15 settembre la stazione Leopolda si trasforma nel paradiso dell’elettronica musicale e non. E i maniaci del ritmo balleranno col tango dei Gotan Project e con l’electro di Tiga e Timo Maas. www.nokiatrends.com URBAN 51 Candoco Dance Company
DVD 500! (Cecchi Gori) è un piccolo film uscito in poche sale nel 2002, realizzato con due lire messe insieme tra gli amici e le famiglie degli autori Robbiano, Vignolo e Zingirian, che si sono dati la staffetta a dirigerne i tre atti. Interpretata dal gotha dei comici nostrani (soprattutto genovesi), la storia è delirante nel senso migliore della parola: i capi religiosi di tutto il mondo stanno per incontrarsi alla Spezia, ignari che il Reverendo Jones abbia ingaggiato il killer Omega per farli fuori. Ma Omega è un professionista annoiato che ama crearsi degli ostacoli: così rivela a un mite giovanotto il suo piano… Riuscirà il ragazzo a salvare il mondo correndo alla Spezia nella sua vecchia 500? È vero che presenta qualche lacuna narrativa (dovuta alla mancanza di fondi per girare materialmente un paio di scene), ma le risate grasse abbondano in questo film che, a dispetto del formato, potrebbe essere l’imperatore di youtube.com. Incoraggiante per chiunque voglia entrare nel cinema. IPSE DIXIT – “E ora posso rifarvi i denti!!”. Il Dr William Hurt, ricevendo la laurea ad honorem dalla Philadelphia University (Time, giugno 2006). – “Giornata dura in ufficio!”. Keira Knightley su come sia stato baciare Orlando Bloom e Johnny Depp, alla prima di Pirati dei Caraibi. La maledizione del forziere fantasma. – “Forse una saponetta, ma niente di più. Non sono uno di quei ‘urrà’ che giocano a rugby e che devono portarsi sempre un trofeo a casa”. Ken Loach risponde alla domanda “hai mai rubato qualcosa?” (Empire, luglio 2006). 52 URBAN Pirati dei Caraibi FILM DI SASHA CARNEVALI ESTATE IN BIANCO? ORA INIZIA IL BELLO Se avete patito l’arsura cinematografica della bella stagione, preparatevi all’indigestione Se Nick Hornby pensava di stupire il mondo creando un personaggio come Rob di Alta fedeltà, che ha una top five per ogni argomento, si sbagliava. E chi non le fa? I cinque risotti da isola deserta, i cinque attori inglesi tra i 30 e i 40 anni… il divertimento poi sta tutto nel confrontare le proprie liste con quelle degli amici. Per quanto riguarda i titoli da non perdere quest’autunno, ecco quella di Urban. La stagione inizia col botto (ritardato): Superman Returns e Pirati dei Caraibi. La maledizione del forziere fantasma sono usciti in America con i fuochi d’artificio del 4 di luglio, la data più remunerativa in termini di distribuzione. Da noi arrivano solo a settembre: forse un giorno anche l’Italia avrà una stagione cinematografica estiva. Superman, l’uomo di acciaio al panee-burro che affascina più che altro i bambini, si mette al passo con i colleghi più dark Hulk, X-Men, Spiderman e Batman che recentemente hanno beneficiato dell’occhio di grandi registi come Ang Lee, Bryan Singer, Sam Raimi e Christopher Nolan: recuperato proprio da Singer, sta volando alto, promosso a pieni voti e salutato unanimemente dalla critica anglosassone come il miglior film di intrattenimento popolare dai tempi del Signore degli anelli. Critica che però sperava in qualcosa di più dai Pirati: il primo film era perfetto anche perché nessuno si aspettava tante sorprese e divertimento da un film su dei bucanieri, per di più ispirato a una giostra made in Disney. Questo, il primo dei due sequel (ormai chi non lavora per trilogie è un tapino), sembrerebbe troppo lungo e troppo poco inventivo per tenere testa all’originale; ma come resistere al canto di una sirena come Johnny Depp e il suo immaginifico Jack Sparrow? Attendiamo leccandoci i baffi anche Super Nacho (perché poi tradurre un titolo semplice e più simpatico come Nacho Libre?), in cui Jack Black veste gli attillati panni di un frate-luchador: Jared Hess, autore del cult Napoleon Dynamite, fonde il suo umorismo surreale alla carica di Black e all’universo camp del wrestling messicano. Come dicono gli americani, it’s a win-win situation. Teniamo poi in serbo Miami Vice per una serata ottobrina ruvida e adrenalinica. Via i mocassini morbidi e i completi pastellati dei vecchi Tubbs e Crockett, dentro un Colin Farrell più sexy-tamarro che mai, un Jamie Foxx incazzato e l’occhio meraviglioso di Michael Mann: corre voce che in confronto Collateral fosse un filmino da educande. Disperando di vederlo arrivare, abbiamo comprato il dvd americano, ma non perderemo l’occasione di assaporare Breakfast on Pluto anche sul grande schermo: storia di Patrick “Kitten” Braden, giovane gay che negli anni ’70 si trasferisce da un villaggetto irlandese a Londra, “la città che tutto inghiotte”, mentre infuria il terrorismo repubblicano. Neil Jordan dirige, Cillian Murphy (protagonista anche dell’imperdibile, struggente Il vento che carezza l’erba, Palma d’Oro a Cannes e in sala a novembre) con il suo sweet transvestite si mangia a cucchiaiate ogni scena ed entra spedito al numero uno nella nostra personale top five. Degli attori inglesi tra i 30 e i 40. Che altro? Superman Returns Super Nacho TI ODIO, TI LASCIO, TI… Peyton Reed Il titolo è celebre ormai da un anno e mezzo, visto che è notoriamente questo il set che ha regalato a Jennifer Aniston la consolazione per essere stata mollata al palo da Brad Pitt. Ironico poi che questo film, che parla di una coppia che si separa, abbia suggellato la fine della famigerata carriera da scapolo d’oro di Vince Vaughn, oggi promesso sposo della Aniston. Non c’è molto da dire sulla trama: Brooke e Gary vivono nella casa che hanno comprato insieme, ma la relazione non funziona più per colpa di incomprensioni che sembrano direttamente estrapolate dal best seller di John Gray Gli uomini vengono Marte, le donne da Venere. Finché la casa non si vende, i due convivono forzatamente facendosi ogni sorta di dispetto, pur sperando segretamente di recuperare l’amore perduto. Zuccheroso, poi realistico, poi comico, poi realistico, poi triste, il film è una commedia dolce-amara che funziona a compartimenti stagni: un’epilazione brasiliana usata come si farebbe in un Porky’s lega male con le discussioni, che tutti sperimentiamo, sulle responsabilità reciproche nella vita di coppia. SLEVIN Paul McGuigan Appartenendo questo al genere di film in cui niente è poi quello che sembra, faremmo un danno se vi raccontassimo anche solo un terzo della trama. Fidatevi dunque, e godetevi un buon venerdì sera al cinema: i nomi ci sono tutti (Bruce Willis, Josh Hartnett, Morgan Freeman, Stanley Tucci, Lucy Liu, Danny Aiello e non ultimo Sir Ben Kingsley – che notoriamente si irrigidisce se dimentichi il titolo); la sceneggiatura è tutta un ghirigoro (come le tappezzerie che decorano ogni ambiente: ooh, simbolico!!) ma si segue bene ed è avvincente; e tra le copiose battutine cool, ce ne sono un paio da manuale. Il tutto ricorda “vagamente” Tarantino e soprattutto il suo epigone povero, Guy Ritchie, di cui il regista McGuigan (Gangster N.1) evita comunque le autoindulgenze. Se proprio vi trascineranno a vederlo a dispetto del fatto che detestate i gialloni à la Soliti sospetti, troverete modo di divertirvi riconoscendo il mobilio Ikea (“Hey, le sedie che ho in cucina! Il lampadario del salotto!”) che abbonda sui vari set. Forse hanno risparmiato sulle scenografie per pagarsi il cast stellare? FRIENDS WITH MONEY Nicole Holofcener Olivia (Jennifer Aniston), eterna single, fa la cameriera; Franny (Joan Cusack), madre di famiglia, è così ricca che non sa a chi regalare due milioni di dollari; la scrittrice Christine (Catherine Keener) e la designer Jane (Frances McDormand) sono più che benestanti, ancorché in una fase parecchio nervosa nei loro matrimoni. Le quattro donne sono amiche da tanti anni, ma la disparità economica comincia a far sentire il suo peso. Con una buona dose di paternalismo le tre ricche decidono di fare la carità a quella povera, ma che succede quando compatisci e invidi allo stesso tempo la tua migliore amica? Una commedia adulta, che confronta in modo diretto questioni come dipendenza e libertà dal denaro, sesso & autostima dopo i 40 anni, amministrazione della propria vita quando si è entrati nello stadio in cui gli “obiettivi importanti” sono già stati raggiunti. La Holofcener, che già aveva diretto due buoni film sull’amicizia femminile (Parlando e sparlando, Lovely & Amazing), firma una sceneggiatura snella e intelligente e sceglie un cast dal talento quasi imbarazzante. LE COLLINE HANNO GLI OCCHI Alexandre Aja Non manca niente: la stazione di servizio in mezzo al nulla, l’omino laido che dà consigli improbabili (“Non fate l’unica strada esistente, prendete la scorciatoia che passa tra le colline e che non sta sulla mappa, eh eh”), la famiglia di gonzi che prontamente li segue. I Carter, repubblicani dalla preghiera e dalla pistola facile, si ritrovano così bloccati in mezzo al deserto del New Mexico, facile preda di un clan di cannibali brutti, sporchi, cattivi e mutanti (ironia della sorte: sono deformati a causa degli esperimenti nucleari compiuti nella zona dal molto repubblicano governo americano durante la Guerra fredda). Il giovane regista francese Aja rifà uno dei gore più classici firmato da Wes Crafen nel 1977 e, con il beneplacito del vecchio Wes, alza il volume del sangue che scorre: se vi piace uscire dal cinema con un senso di nausea e vi scocciate quando la macchina da presa è troppo timida per spiare tutto, ma proprio tutto quello che succede, questo è l’horror di fine estate che fa per voi (cioè riservato agli adepti). A parte i banali colpi di tamburo, la colonna sonora è interessante. TUTTO E IL SUO CONTRARIO Banale, scontato... ma se vi prende, vi prende! DOMINO Tony Scott Ricordate la scena all’inizio di Sogni d’oro di Nanni Moretti? Un critico da bar definiva l’ultimo film di Don Siegel “una vera schifezza, pieno di luoghi comuni”; subito dopo un altro lo dichiarava “una vera chicca, tutto giocato sui luoghi comuni”. È vero che le stesse cose si possono dire della stragrande maggioranza dei film, ma mai quanto di Domino. Tony Scott (Top Gun) è un regista di genere che non conosce l’understatement; che non fosse Bresson l’avevamo già capito, ma mai l’abbiamo visto imbarocchirsi come in questo caso: per raccontare la storia romanzata di Domino Harvey (figlia dell’attore inglese Laurence), cacciatrice di taglie nella giungla losangelina e incastrata con i compagni nella classica rapina andata male, si lancia in quello che sembra un trailer di due ore, montato, fotografato, musicato come una parodia di un programma per teen della Mtv generation. Didascalico (letteralmente: ci sono le scritte che ripetono le battute degli attori, che altrimenti riecheggiano un paio di volte in toni metallici), pornografico (non in senso hard, ma per come vengono riprese in continuazione le tumide labbra del trio protagonista Mickey Rourke-Edgar Ramirez-Keira Knightley, che qui coglie l’occasione per mettere le tette al vento), farcito di cliché (l’immaginario sexycool del deserto e della città), omaggi (la pubblicità Levi’s della lavanderia, Point Break) e camei (Tom Waits, Jacqueline Bissett, Christopher Walken), Domino può essere vissuto come un film ridicolo e stancante, ma se ci si abbandona alla sua logica, o meglio estetica, diventa ragionevolmente godibile. PREMIÈRE Il cinema che verrà Non ruberesti una borsa! Non ruberesti un film! Ma la tentazione di vedertelo in mutande, con birra, frittatone di cipolla e rutto libero, senza dover uscire, cercare parcheggio, spendere lo stesso prezzo di un dvd in offerta per due biglietti (o se tieni famiglia, più di quanto costi una new release Disney)… beh, la tentazione è forte. Soprattutto da quando approntarsi un home theatre con tutti i crismi è diventato molto più abbordabile, senza considerare che tra breve avremo accesso al Vod (Video On Demand), in alta definizione, e su schermi che copriranno un’intera parete del nostro salotto. Produttori, distributori ed esercenti lo sanno: andare al cinema non è più “il” modo di vedere un film; è “un” modo, il più scomodo, il più costoso, ma il più spettacolare. Così hanno stretto un patto economico per rammodernare le sale del futuro prossimo. Queste dovranno creare un’emozione speciale, non riproducibile tra le mura domestiche: proietteranno in digitale, spesso in stereo, cioè con due proiettori a destra e due a sinistra che incrociando le immagini creeranno un effetto 3-D. Gli schermi saranno avvolgenti e molto più ampi. Le poltrone reclinabili e climatizzate tremeranno per tuoni, esplosioni e terremoti. Nebbia, profumi, vento invaderanno l’ambiente. In breve, come ci ha detto a Cannes il produttore e socio di Spielberg Jeffrey Katzenberg, “saranno più belle più grandi, pronte a intensificare quell’esperienza di comunione, di contagiosità della risata e della lacrima che si vive solo al cinema”. URBAN 53
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