megalopoli living furto con remake diavolo vattene! - Urban

HOT HIT
Le più scaricate a fine
agosto da i Tunes
Music Store − Italia
1. THE WHITE STRIPES
Seven nation army
“Poo, po-po-po-po-poooo, poo”.
2. GNARLS BARKLEY
Crazy
“Maybe I’m crazy. Maybe you’re
crazy. Maybe we’re crazy. Probably”.
3. JULIETA VENEGAS
Me voy
“Adios me despido de ti y me voy”.
4. U2 & MARY J. BLIGE
One
“Well we hurt each other, then we
do it again”.
5. SHAKIRA & WYCLEF JEAN
Hips don’t lie
“Como se llama, bonita, mi casa, su
casa, Shakira, Shakira”.
6. BEBE
Malo
“Malo, malo, malo eres. No se daña
a quien se quiere, no. Tonto, tonto,
tonto eres. No te pienses mejor que
las mujeres”.
7. LIGABUE
Happy hour
“Dicono che i sogni sono tutti gra-
tis, ma son quasi tutti quanti usati.
Copriti per bene che non ti conviene
il mondo qui”.
8. SERGIO MENDES & BLACK
EYED PEAS
Mas que nada
“Um samba como este tão legal,
voce não vai querer que eu chegue
no final”.
9. BOB SINCLAR
World, hold on (Children of the
sky)
“Sing it loud, sing it proud, every-
body, yeah yeah yeah yeah, oooh”.
10. TIZIANO FERRO
Stop! Dimentica
“Ti prego non fermarti proprio
adesso perché dopo non si può”.
56 URBAN
MUSICA
DI PAOLO MADEDDU
TUTTO HA ORIGINE E
FINISCE NEL FANGO
GLASTONBURY – THE MOVIE
The Glastonbury Society
Al centro di tutto, il fango. È
strano a dirsi, ma è lui il protagonista
annunciato del Festival
di Glastonbury, l’evento rock
più famoso d’Europa. Ogni anno
la gente fa il biglietto mesi
prima di conoscere le star in
cartellone, che puntualmente
sono le più importanti in circolazione:
l’unica cosa che si
sa per certo è che l’altrettanto
puntuale pioggia inglese indurrà
migliaia di giovani a regalarsi
una full immersion nel torbido
ma curativo elemento. Salvo
che a volte, come quest’anno,
il proprietario del terreno si
conceda un anno di maggese,
e rimandi tutti all’anno successivo.
Gli orfani di “Glasto”, ormai
noto anche in Italia per la
debordante quantità di grandi
nomi e allettanti promesse
della musica, hanno però l’occasione
di consolarsi col dvd
che ne racchiude lo spirito e
diverse esibizioni storiche.
Glastonbury ha infatti la capacità
di chiamare, per lo show
finale, il gruppo o l’artista più
rappresentativo del momento,
quello per il quale c’è un’attesa
realmente febbrile. In questo
senso, nel film girato da Julien
Temple, il regista de La grande
truffa del rock’n’roll e Absolute
beginners, spiccano le esibizioni
di Radiohead, Prodigy e
Coldplay, dapprima intimiditi
dalla massa oceanica di gente,
poi capaci di quello che
la stampa britannica chiama
“vincere Glastonbury”, quasi si
trattasse dell’altrettanto prestigiosa
Coppa d’Inghilterra.
FROM THE BIG APPLE
TO THE BIG EASY
Rhino
Al centro di tutto, il fango. Il
pantano che ha sopraffatto
New Orleans, una delle culle
della musica americana, dopo
la ferocia dell’uragano Katrina.
Ma dal momento che il fango è
anche, fatalmente, un elemento
vitale, ecco che dal fango è
nato un nuovo impulso a scoprire
l’importanza della città
della Louisiana per la musica,
a partire dal particolarissimo
timbro “speziato” impresso a
tutti i generi di qui transitati:
folk, jazz, blues, rock, tutti
rimescolati in una strana salsa
un po’ francese un po’ africana.
Principale espressione di
tale impulso, il concerto che
nel 2005 un nutrito contingente
di artisti ha tenuto al
Madison Square Garden di
New York per raccogliere fondi
a favore delle vittime del disastro.
Questo doppio dvd, i cui
proventi verranno a loro volta
devoluti agli alluvionati, raccoglie
i momenti migliori dello
show. Tra i presenti, Simon &
Garfunkel, Lenny Kravitz (che
non sta nella pelle davanti
all’opportunità di un omaggio
sia a New Orleans sia ai Led
Zeppelin, in When the levee
breaks), Diana Krall, Elton
John, Ry Cooder, i Neville
Brothers, Dave Matthews.
Particolarmente toccante il
momento in cui Paul Simon e
Art Garfunkel uniscono il canto
a quello di Aaron Neville, voce
principale di New Orleans, per
Bridge over troubled water.
Quanto mai appropriata.
SOTTOFONDO
IN CORO: ABBASSO LA SQUOLA
La pacchia è finita!
Spazio ai cantori delle
palpitazioni scolastiche
Si torna a scuola, come
ripetono estatici gli ipermercati
che già da luglio hanno
riempito interi reparti di
Smemorande, evidenziatori
in offerta speciale e pile di
quaderni con le facce dei divi,
utili per ricordare che la vita
è gentile con chi a scuola non
era una cima, tipo Fabri Fibra
che spiega: “Ho fatto sempre
scena muta perché pensavo
chissà la prof come lo suca”
(variazione sul Puttana la maestra
di Francesco Tricarico). Più
torbido il rapporto tra allieve
e insegnante maschio: un po’
meno se il prof è Vecchioni,
un po’ di più se è Sting, che
all’esperienza dedicò Don’t
stand so close to me. È chiaro
che l’istituzione scolastica
sia un luogo emozionale, e
come tale ispira cascate di
canzoni. Un filone è quello del
rancore puro, la fantasia di
sterminio che trova in I don’t
like Mondays dei Boomtown
Rats la più celebre espressione
(“La lezione di oggi è: come si
muore”. Chissà se i due fessi
della Columbine High School la
conoscevano). Un altro, quello
dell’esaltazione dell’indisciplinato,
cara all’hard rock (Van
Halen, Hot for teacher, o gli
AC/DC che anche nel look da
scolaretti carogna dimostravano
di saper bene a che pubbli-
co rivolgersi). Poi c’è il filone
depressivo, all’apice in School
dei Nirvana: “Sei di nuovo al
liceo. Sei di nuovo una nullità”.
Ma la scuola è soprattutto teatro
dei più agghiaccianti drammi
sentimentali, e in materia la
cattedra spetta ad Antonello
Venditti, massimo cantore delle
palpitazioni scolastiche, autore
della traumatica strofa “Ditemi,
chi non si è mai innamorato
di quella del primo banco, la
più carina, la più cretina…
cretino tu”. Già, perché lei,
come diceva il testo originale,
“la dava a tutti, meno che a te”
– aaaargh. Ma alla fine del tunnel
di frustrazioni, c’è sempre
un momento esaltante, come
dice Alice Cooper: “All’inizio
avevo un pubblico di ragazzi,
e un giorno ho pensato, qual
è la più grande emozione che
un teenager possa provare? Il
primo orgasmo? No, di più: la
scuola è finita!”. Coraggio, son
solo dieci mesi.
• Alice Cooper, School’s out
• Police, Don’t stand so close
to me
• Antonello Venditti,
Compagno di scuola
• Ramones, Rock’n’roll high
school
• Pink Floyd, Another brick in
the wall
• Supertramp, School
• Vasco Rossi, Albachiara
• Laura Pausini, La solitudine
• Edoardo Bennato, In fila
per tre
• Madness, Baggy trousers
PEACHES
Impeach my bush
Xl
WHO: Merrill Nisker, tipa
38enne che pensa solo, esclusivamente,
costantemente al
sesso. Molto più di voi. No,
davvero: non è impossibile.
WHERE: Viene dal Canada, ma
risiede da anni a Berlino, dove
si è fatta notare per il linguaggio
colorito e per uno dei pochi
look inediti nel mondo del
rock, quello da donna barbuta
– sempre piaciuta.
WHY: Perché è un disco lucido,
aggressivo, sintetico, divertente.
In effetti, condivide alcune
caratteristiche con i più diffusi
vibratori.
WHAT: “Voglio accendere
qualcosa nella gente, non
voglio fare semplicemente musica
porno. Voglio che la gente
vada in fondo ai propri misteri
sessuali”.
WHEN: Quando vi state palesemente
annoiando.
GUILLEMOTS
Through the window pane
Polydor
WHO: Quartetto che prende il
nome dall’uria, uccello acquatico
con le ali molto corte che
depone uova a forma di pera.
WHERE: Da Birmingham, ma
nella band ci sono due brasiliani.
WHY: Perché hanno quel non
so che degli U2 quando erano
melodrammatici, o i Manic
Street Preachers quando erano
melodrammatici, o i Muse
quando sono melodrammatici.
Qualora non lo aveste capito,
sono bravini, ma tendenzialmente
melodrammatici.
WHAT: “Nel gruppo abbiamo
tutti un debole per i cappelli.
Per me è stato difficile perché
porto gli occhiali, e cappelli
e occhiali non vanno molto
d’accordo”. (Fyfe Dangerfield,
cantante)
WHEN: Quando siete molto
stanchi.
BOB DYLAN
Modern times
Columbia
WHO: 65enne profeta da
tutti definito “il menestrello di
Duluth”. Come se tutti sapessero
dov’è Duluth.
WHERE: Duluth è in Minnesota,
un posto tipo Terni. Quando
aveva 6 anni i suoi si sono
trasferiti, ed è diventato il menestrello
di Duluth quando non
era più a Duluth.
WHY: Perché erano 5 anni che
non faceva dischi. E poi, per
realizzare il disco più nasale
del mondo. E il più vecchio. La
prima metà pare incisa nel ’65,
la seconda nel ’74. Ma non è
male.
WHAT: “Una volta mi interessavano
i problemi del mondo. Poi
sono cambiato”.
WHEN: Strano, ma è un disco
da sottofondo. I brani hanno
una durata implacabile e ripetono
le stesse 2, 3 battute finché
non potete più farne a meno.
CURSIVE
Happy hollow
Saddle Creek / Self
WHO: Quattro tipi del Nebraska
con la faccia e il carisma di quelli
a cui nessuno, a scuola, voleva
stare seduto vicino.
WHERE: Dove li trovate? Molto
probabilmente da nessuna parte.
Chiedeteli al negoziante di
fiducia e vi dirà “Li abbiamo finiti”.
Mente: non li ha mai ordinati,
e magari pensa che nessuno
potrebbe comprare i dischi di
questi disadattati.
WHY: Perché fanno il più melodioso
casino ascoltabile in giro.
WHAT: “Essere agnostici non è
una posizione debole, la considero
al contrario una posizione
socratica, una zona franca ideologica”.
(Ted Stevens, chitarrista)
WHEN: Quando il rap vi ha
rotto, il punk vi ha rotto, il metal
vi ha rotto, i delicatini vi hanno
rotto, gli elettronici vi hanno
rotto. Questa roba non vi ha ancora
rotto: è il suo turno.
NELLY FURTADO
Loose
Geffen
WHO: Trentenne portoghese.
La dimostrazione che non
sono tutti lenti e dolenti come
il fado. O come Manuel Rui
Costa.
WHERE: Inaspettatamente,
al numero uno in America.
Perlomeno mentre chiudiamo
il giornale.
WHY: Per dimostrare che
si può fare musica pop non
imbecille e prevedibile come
quella delle sue colleghe angloamericane.
WHAT: “Cerco di non tirarmela
troppo e di non esagerare con
vestiti e video, perché la gente
annusa i pacchi ben confezionati
a un miglio di distanza.
Non è l’immagine che fa comprare
un’ora di musica”.
WHEN: La mattina quando vi
lavate la faccia. Contribuirà a
rendere la vostra pelle tonica,
elastica, plastica, entusiastica.
LAPSUS RIMA
20m2
Macrorec
WHO: Maurizio Baruffaldi e
Luca Sormani. Che devono aver
fatto scegliere il nome del gruppo
ai propri nemici.
WHERE: Dove li trovate? Molto
probabilmente da nessuna
parte. Chiedeteli al negoziante
di fiducia e vi dirà “Devono
arrivare”. Mente: non li ha mai
ordinati, e magari pensa che il
giornale che ve li consiglia abbia
in redazione dei disadattati.
WHY: Perché se è rap – e non
abbiamo ancora deciso se lo è
– ha una sua originalità. I testi
sono intriganti e la cadenza non
vi devasta i santissimi. Quindi
forse non è rap.
WHAT: “Ringraziamo quelli che
troveranno godibile anche solo
una di queste tracce. E tutti gli
altri, se sapranno tacere”.
WHEN: In autobus, accanto al
finestrino, così guardate fuori
con lo sguardo perso e ispirato.
AUDIOSLAVE
Revelations
Epic
WHO: Supergruppo composto
dagli ex componenti dei Rage
Against The Machine – tra
i quali l’autorevole chitarrista
Tom Morello – più Chris
Cornell, ex Soundgarden.
WHERE: Stanno presumibilmente
tra i 120 e i 130
decibel, sicuramente sopra la
piallatrice elettrica (110) e il
martello pneumatico (120), nei
dintorni del gran premio di F1
(125), appena sotto la soglia
del dolore (130).
WHY: Per gettare un ponte
tra punk e hard-rock, guadagnandosi
il rezpekt dei fan di
entrambi i generi.
WHAT: “Attualmente sono
comproprietario di un ristorante
a Parigi. Se me lo avessero
detto 20 anni fa, non ci avrei
mai creduto”. (Chris Cornell)
WHEN: Quando vi girano le
scatole.
DUELS
The bright lights and
what I should have learned
V2
WHO: Cinque debuttanti di
Leeds.
WHERE: Stranamente, non
li si trova sulle copertine dei
giornali musicali inglesi indicati
come nuovi Beatles. In effetti,
solo nel mese di luglio c’era
già un’altra ventina di nuovi
Beatles.
WHY: Per sentire più mellotron
che in tutta i dischi di Genesis e
Yes messi assieme – e non è un
disco di progressive rock.
WHAT: “Essendo imparentati
litigavamo un sacco da giovani.
Ora lo facciamo senza far
casino. È un equilibrio fatto di
occhiate assassine e subdole
allusioni”. (Jon, cantante)
WHEN: Nelle prime giornate
grigie di settembre, rimpiangendo
quando a luglio facevate
gli spocchiosi e dicevate che faceva
caldo, e che palle l’estate.
CONCERTI
MOGWAI
6 settembre
Bologna – Estragon
7 settembre
Ostia Antica – Teatro Romano
CARMEN CONSOLI
9 settembre
Milano – MazdaPalace
PEARL JAM
14 settembre
Bologna – Palamalaguti
16 settembre
Verona – Arena
17 settembre
Milano – DatchForum
19 settembre
Torino – PalaIsozaki
PORCUPINE TREE AND
PAATOS
18 settembre
Roma – Teatro Tendastrisce
19 settembre
Milano – Rolling Stone
THE LONG BLONDES
THE VEILS
20 settembre
Roma – Circolo degli Artisti
THE RAPTURE
24 settembre
Milano – Rolling Stone
LACUNA COIL
24 settembre
Roma – Palacisalfa
25 settembre
Firenze – Auditorium Flog
26 settembre
Milano – Alcatraz
GURU
27 settembre
Milano – Alcatraz
28 settembre
Nonantola – Vox
INFADELS
27 settembre
Milano – Rainbow
Info concerti:
www.liveinitaly.com
www.barleyarts.com
www.indipendente.com
www.clearchannel.it
URBAN 57