megalopoli living furto con remake diavolo vattene! - Urban

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PRIMA&DOPO ITEM 02-55230797 Nel quadrilatero postindustriale della creatività nato attorno allo Ied e ai Magazzini Generali, tra mattoni e putrelle è spuntato anche questo loftbar con tanto di giardino arredato da godere finché il tempo regge. Dj set il mercoledì sera con lounge, bossanova e reggae, e aperitivo a 7 euro che può arrivare con una fetta di quiche, o con una tartare: decide lo chef, per invogliare a rimanere anche a cena. Via Pompeo Leoni, 5 Chiuso domenica SKUISITO 02-70638397 A due passi dal Politecnico ma frequentato da una fauna ben più che universitaria: è il nuovo lounge bar (con area ristorante) sorto sulle ceneri della storica pizzeria Masaniello. Tavolini e divanetti chic sul fronte marciapiede (out of traffic per fortuna), bancone illuminato, schermi al plasma e mitici sgabelli colorati della Colico Design all’interno. Tra le 18 e le 21 cocktail Skuisito (limone, rum scuro, pompelmo e mela verde) e molti altri, a 5,50 euro con buffet freddo e caldo. Via Pacini, 18 Chiuso domenica SUGAR LOUNGE 02-36569068 Isola vincente anche all’happy hour: un capannone industriale dipinto di rosso fuoco con tanto di terrazza arredata con tavolini, sedie e mega-ombrelloni bianchi in stile bordopiscina, dove il cocktail (tra le 18.30 e le 22) costa 7 euro, piattini di food compreso (pizze, focacce, olive ascolane e dintorni). Poi, quando la fame monta si scende e si ordinano le pizze targate biologiche: bianche, rosse, di mare o alle specialità. Via Alserio, 9 Chiuso lunedì 62 URBAN MANGIARE & BERE MILANO DI MIRTA OREGNA IL MEDITERRANEO HA BAGNATO ANCHE L'ISOLA Nasce nel cuore dell’Isola Osteria al Nove, nuova trattoria shabby-chic Un altro coniglio esce dal cilindro magico dell’Isola, un coniglio bello, grosso (110 coperti) e furbetto, perché tra i grattacieli e le case con ringhiera a vista che popolano l’entroterra della Stazione Garibaldi, futura città della Moda, questo coniglio vi strizza l’occhio con un giardino interno, con tanto di banano dalle ampie fronde, fontana con ninfee e tartarughe, salice piangente appena piantato ed erbetta fresca fresca di stagione (…e scusate se è poco!). È una trattoria, di quelle chic, come nascono oggi, che vogliono sembrare semplici ma alla fine sotto sotto sono elegantone (e si fanno pagare), battezzata Osteria al Nove, dal civico dove ha fissato dimora, abitando gli spazi dello storico ristorante con bocciofila Il Calessino. Tre i soci (una scenografa da set cine-televisivi, Rita, una direttrice di produzioni video, Paola, e un fotografo, Bruno) che, pur non venendo dal settore ristorazione, ma equipaggiati di buoni contatti, decidono di aprire quel locale che avrebbero sempre voluto trovare a Milano; due i cuochi (Simone Mameli e Alessio Fratus) votati alla cucina “globale”, ovvero mediterranea di casa nostra con qualche guizzo esotico (note di zenzero, punte di curry verde, giusto per fare un paio di esempi), diversi gli artisti che hanno partecipato alla decorazione interna del locale, la cui regia è stata comunque interamente nelle mani di Rita. Infine, tre le sale interne, a cui si aggiungono la veranda sul giardino e il pergolato, tutte ristrutturate all’insegna del recupero d’architetto: boiserie verde salvia, infissi rosso rubino e lanterne bianche, tavoli quadrati simil-osteria qualcuno con la superficie in legno, altri con quella in marmo, e ancora sedie decapate o mordenzate a piacere, in ordine sparso. A completare l’atmosfera shabby-chic di questa osteria fanno la loro comparsa candele al tavolo, un imponente lampadario a più braccia e un paio di cactus che danno il benvenuto all’ingresso, oltre ai menu scritti, rigorosamente, a mano. La scelta dei piatti spazia dalle alici in carpione al riso venere con dadolata di tonno fresco scottata al tortino di ricotta aromatizzata alle erbe (pesce di mare in netta prevalenza, ma in cucina vogliono introdurre una volta a regime più che prodotti dop quelli del commercio equo-solidale), mentre per il vino ci si deve limitare a una trentina di etichette, tra bianchi (in maggioranza) e rossi, oltre al vino della casa, bien sûr, segno distintivo di un’osteria, chic o shabby che sia. Il conto finale non è salato, e neanche regalato, si aggira sui 15 euro a pranzo, 35 a cena, ma non applica nessun supplemento ai tavoli con vista sul banano (ovviamente da preferire). OSTERIA AL NOVE via Thaon di Revel, 9 tel. 02-6684935 chiuso domenica SENZA PERDERE IL TRENO! Snack equo-solidale alla Stazione Garibaldi Un treno da prendere al volo, per pendolare casa-ufficio e viceversa, quel terribile buco allo stomaco che non vi fa vedere più dalla fame, e la voglia di essere alternativi: tutto questo alla stazione Garibaldi è realtà, perché nel bel mezzo dell’estate, quando molti di voi già avevano preso il volo per i lidi vacanzieri, ha inaugurato l’ultima Bottega Altromercato in partnership con la coope- rativa Chico Mendes, uno spazio di 190 metri quadri dedito al commercio equo e solidale, con particolare attenzione a food, snack, bibite e dintorni. Scendete al mezzanino della metro e troverete, per esempio, un frigo che contiene, freschissimi, birra chiara di riso e scura di quinoa (1,70 euro); tè freddo alla pesca, limone o tè verde (80 centesimi); vino siciliano dal ragusano (Insolia e Frappato); succo tropicale e bibite gassate da bere a garganella come il dolce Guaranito e il disse- tante (provare per credere) e agrumato Tererito, a base di erba mate. Per chi vuole sgranocchiare c’è un solidale imbarazzo della scelta: dai cracker di grano o farro alle barrette di sesamo o noci (40 centesimi); dal cioccolato medicano allo zenzero ai biscotti con cocco o tè verde, dal cioccolato bianco con anacardi caramellati (e qui le calorie salgono, ma non i prezzi: 80 centesimi per tavoletta), fino ai Guiro, biscotti tipo Ringo, al miele con ripieno di crema di cacao. Questo mese poi la grande novità è costituita dalle banane dell’Ecuador, “a lotta integrata”, ovvero biologiche anche se non al 100% (meglio di niente, no?). E se vi viene in mente che il frigo di casa piange, no problem! Prendetevi un pacco di pasta di quinoa e un sugo pronto tra quelli in vendita, e saltate sul vostro treno: la serata è risolta... in modo solidale. BOTTEGA DEL MONDO ALTROMERCATO Stazione Porta Garibaldi tel. 02-29003540 chiuso domenica Sandra Franchino NEL PIATTO L'ISOLA DEL CUORE Con tanta nostalgia delle vacanze, Sicilia e Sardegna, ovviamente, ma anche la Piccola Ischia TRATTORIA TRINACRIA 02-4238250 Palermitano-trapanese. I Floridia (Antonio e Fulvia), proprietari del ristorante inaugurato nel settembre 1999 a poche saracinesche di distanza dal Cinema Mexico, sono di origini modicane, ma hanno vissuto sempre nel trapanese e la loro cuoca è palermitana… I figli poi (Simone e Davide, entrambi in sala) sono nati e cresciuti a Milano e hanno perso l’accento di casa. Ma una cosa è certa: il locale è siciliano al cento per cento, come il menu (finalmente tradotto, perché prima ci voleva il vocabolario per capire che cosa ordinare) e pure la carta dei vini (che include persino un Nero d’Avola fatto in Toscana e un Müller Thurgau prodotto in Sicilia, niente male anche se poco profumato). Con una spesa di 30/35 euro, mangerete a lume di candela, circondati da sobrie boiserie in legno scuro, strafogandovi con scaccia, caponata di melanzane, pasta con le sarde, arrosto di tunnino (tonno) o sicci (seppie) con cioccolato modicano e crema di patate, ma tenetevi dello spazio per i dolci impanatigghi di Don Puglisi, i cui proventi finiscono per intero in beneficenza: un piacere doppio. Via Savona, 57 Aperto solo la sera. Chiuso domenica RISTORANTE EOLIE 02-72004022 Messinese-eoliano. Stefania Barzini ha appena scritto un appetitoso libro (A tavola con gli dei, Guido Tommasi Editore) su memorie e ricette delle isole eoliane, che ti mette la voglia, ma Milano è fortunata e vanta il suo Ristorante Eolie: dopo il fallimentare intervallo indiano, un anno fa ha riaperto in pompa magna, mantenendo del passato i soli muri portanti. Oggi lo gestiscono Nuccio e Maria Catania, che gli hanno conferito un aspetto barocco da Gattopardo: moquette damascata, tovagliati in fiandra lunghi fino a terra e un’apparecchiatura da grandi occasioni. In linea con questa ricchezza, menu e prezzi: il primo ora ridotto (si fa per dire) a una cinquantina di portate tendenzialmente messinesi, il secondo che sale a 40/45 euro senza contare i vini (siciliani e non) dal ricarico non indifferente. Tra i cavalli di battaglia le reginette Salina con pesto eoliano alle mandorle e fritturina di pesce di Mazara e i tagliolini Alicudi al nero di seppia, o un secondo come pesce stocco alla messinese o filetto agli agrumi di Sicilia. Due ulteriori annotazioni: cannoli fatti in casa e proverbiale ospitalità sicula. Piazza Mentana, 8/10 Chiuso sabato a pranzo LA CALA DUE 02-7388730 Sardo. Doveva essere una costola de La Cala 1, in via Montenero, poi qualcosa non ha funzionato bene, e la costola si è staccata, mantenendo il nome ma vivendo di vita propria. Se ne occupano e la seguono come un figlio Saverio, in sala, e Franco, in cucina, ma non aspettatevi un ambiente modaiolo e di tendenza: qui vince la qualità e, trattandosi di pesce, questa è una buona notizia. Due salette sobrie per una cinquantina di coperti, tre acquari, quadri che riproducono il mare alle pareti e aria condizionata fanno da contorno a un menu tendenzialmente sardo, piacevole e onesto. Si assaggiano Fregula con frutti di mare, ravioloni Culurgiones con ripieno di ricotta e menta, spaghetti con bottarga di muggine (un classico), coda di rospo o rombo con sugo di olive e Vernaccia e, per finire, dolcissime seadas fritte al miele (terribilmente caloriche, ma imperdibili). Su ordinazione vi fanno anche il porceddu, ma molti (senza offesa per la Sardegna) preferiscono il piatto del momento: il crudo di pesce. Premio sorriso e gentilezza, ormai rari in città. Via Mameli, 7 Chiuso sabato mattina e domenica PICCOLA ISCHIA 02-2047613 Napoletano. Un vero condensato di stereotipi di napoletanità: c’è il ballatoio con i panni stesi, un manichino di Totò in versione “Vota Antonio” che sembra uscito dal museo delle cere, la tabella della smorfia e un Apecar a trompe-l’oeil, e poi qua e là cornetti e scritte che non lasciano adito a dubbi. Ma soprattutto qui c’è la pizza, da ordinare small, medium o large, come più vi piace (ovviamente morbida con il bordo leggermente alto): il vero banco di prova resta la Margherita, ma vi potete sbizzarrire con condimenti come la Sfiziosa (pomodoro, mozzarella, panna, fontina e zola), Ischitana della casa (provola, pomodoro fresco, rucola e grana) o la classicissima Napoli (con origano e acciughe). Per iniziare ci sono le sfiziosità (crocchette, arancini, fiori di zucca), se è l’ora di pranzo o il dopo-cinema scegliete i panini al forno, ripienissimi in più modi, quanto al dolce vi dovete accontentare di fagotti alla nutella, gelati e affogati, ma ricordatevi di prenotare, perché i prezzi sono contenutissimi e il locale è sempre pieno di amici e habitué che (beati loro) hanno il tavolo assicurato. Via G.B. Morgagni, 7 Chiuso mercoledì, sabato e domenica a pranzo VISTA SCALA CON APPETITO Tutte le news del Trussardi alla Scala Si chiama Mototsugu Hayashi (per i colleghi “Motu”), ha compiuto da poco 31 anni e il suo biglietto da visita recita scritto a lettere cubitali ‘sommelier’, accanto al piccolo levriero simbolo grafico della Maison Trussardi. Motu, infatti, segue con dedizione nipponica la carta dei vini del rinato ristorante “Trussardi alla Scala” e spiega che, per aiutare il cliente nella scelta, si è optato per una sorta di cantina scaffalata a vista che mette in mostra tutte o quasi le 450 etichette proposte. Ma questa non è l’unica no- vità: innanzitutto l’ambiente, completamente ristrutturato, una sala da 65 coperti distribuiti lungo il perimetro vetrato con vista su piazza della Scala e lungo quello interno decorato da lievi farfalle che con l’autunno prenderanno il volo (leggi: verranno sostituite); poi, una cucina a vista nella quale nove cuochi ballano attorno a un iper-tecnologico piano cottura a induzione e soprattutto, qui sta la grande novità, lo chef, Andrea Berton che, forte di scuola Marchesi, oggi crea, inventa, rielabora, innova ma ci tiene a fare in modo che i sapori restino distinti e rico- noscibili. Ecco allora il risotto giallo con le animelle croccanti, bene all’onda (un cavallo di battaglia) e quello bianco alla Parmigiana con riga di tartufo nero, o la milanese di vitello a cubi, che dimostrano come lui sia la star del locale. Un solo problemuccio: il conto, che è di 55 euro per il fantasioso piatto unico del pranzo (quattro portate su un unico vassoio) e tocca gli 85 con il menu degustazione della sera. Per chi può… TRUSSARDI ALLA SCALA RISTORANTE piazza della Scala, 5 tel. 02-8068821 chiuso sabato a pranzo e domenica ROSSO&BIANCO A_Mi Bar: wine and more alla Bicocca Che ci fa un lounge restaurant e wine bar dal design in stile newyorchese e la cantina fornita in quel della Bicocca? Non è il primo, né sarà l’ultimo perché l’area ex Pirelli- Arcimboldi a cui ha messo mano lo studio Gregotti sta emergendo a più non posso, anche in tema di locali. I due giovani che hanno aperto A_Mi Bar non sono nuovi del mestiere, ma hanno voluto fare le cose sul serio in materia di Bacco, affidandosi ai consigli dell’Enologo (alias Govanni Consonni della quasi omonima enoteca) che per loro ha studiato una carta ad hoc. Ci scoprirete nomi noti come piccole case produttrici che propongono vere rarità: ecco allora il Bricco Maiolica Rolando 2004, uno Chardonnay fumé piemontese con uve Sauvigon, affinato in barrique, amatissimo dalle donzelle, un Fiano di Avellino del 2005, cantine Urciolo, modaiolo e godereccio. Prezzi accettabili, se non ordinate un Sassicaia o un Ornellaia del 2002 (quelli ci sono per i professori dell’Università…), e una piccola scelta al calice, ma se vi sedete a tavola non sarà difficile tirare il collo alla bottiglia, anche perché il menu è invitante e spazia dai cannoncini di magro con indivia stufata al burro di Casera, fino all’agnello con pane alle erbe e verdurine di stagione. Una prima fase estiva di rodaggio si è già conclusa e ora si decolla con degustazioni guidate e serate aromaterapiche in cui un tecno-macchinario spruzzerà nell’aria essenze di assenzio, vino e altri odori. Un rimedio contro l’etilometro o un incitamento al vizio? A_MI BAR via P. e A. Pirelli, 14 tel. 02-6427499 chiuso lunedì sera, sabato e domenica a pranzo URBAN 63
PRIMA&DOPO BAR BANCHI VECCHI 06-68801170 Tanti cocktail e aperitivi preparati da Marco e Nando e perfino vini in mescita, insieme però al caffè speciale della Moretta con panna e cioccolato fondente, perché qui prima c’era un’antica latteria. Al bancone vige la regola dell’abbondanza e della varietà e spesso spiluccando qua e là si invade anche la strada, dove si rimane a fare salotto. Via dei Banchi Vecchi, 6 Sempre aperto GALLERIA SANTA CECILIA 06-58334365 Galleria fotografica, libreria, un po’ salotto, un po’ caffè o sala da tè, la galleria Santa Cecilia ha fatto della piazza e delle stradine intorno (a raffica hanno aperto tutta una serie di locali lì vicino) uno degli angoli più vivaci di Trastevere. Molto belle le mostre curate da Danilo, interessanti i volumi, fotografia ma non solo, e ottimi gli aperitivi al bancone. Musica lounge in sottofondo. Serata di punta il giovedì quando l’aperitivo diventa a tema con buffet etnico marocchino, indiano e orientale. Piazza Santa Cecilia, 16 Sempre aperto MODO 06-6867452 Locale tutto giocato sul bianco e nero nella zona calda, anzi caldissima di piazza del Fico. Superfici scure lucidissime per il lungo bancone, pianoforte nero a coda e molti divani, soprattutto nell’ampio privé sul fondo. La musica, spesso live, la sceglie una divertente e divertita proprietaria dai capelli rossissimi, Cristina, che ama il jazz ma lo contamina con incursioni in altri territori. Interminabile la lista di cocktail, long e short drink. Vicolo del Fico, 3 Sempre aperto 64 URBAN MANGIARE & BERE ROMA DI LAURA RUGGIERI LUNGOTEVERE IL FITNESS PUÒ ESSERE UN PRETESTO Oltre che correre e sudare, sul fiume si mangia anche Cittadella del fitness e del wellness appena fuori dai circuiti metropolitani, il Salaria Sport Village ha aperto da qualche mese sulle ceneri di uno storico circolo romano. Qui, al suo interno, a due passi dall’ansa più larga e navigabile del Tevere, tra pini secolari e circondato da un bel prato, c’è il River Café. I tavoli poggiati su una larga pedana di legno guardano non a caso verso il fiume e toccano quasi i bordi dell’immensa piscina (lunga 50 metri) a sfioro. Insomma, il posto giusto se Roma ancora non riuscite a sentirvela addosso e vi sta un po’ stretta dopo le vacanze. Perché il River Café possono frequentarlo tutti, soci e non soci, palestrati impenitenti o pigri a oltranza. L’aperitivo della domenica è una sorta di cena a buffet con una selezione di pizze diverse, cous cous, fritti, tante verdure, frittate, formaggi, salumi. Si prende al bancone dell’open bar su bei divani in vimini e cuscinoni bianchi, con candele sparse in giro e musica chili out al prezzo fisso di 15 euro. A tavola, spendendo sui 30 euro, trovate molti prodotti che arrivano da un’azienda umbra: carni, formaggi, vino, olio, tutto biologico. In menu, oltre alle pizze, un bel giro di antipasti che potrebbero distogliervi dal resto, ma voi resistete e allenatevi… perché in arrivo ci sono le casarecce con guanciale, pomodoro piccadilly e olive taggiasche o il cartoccio di cavatelli ai frutti mare. Buona scelta di carni alla griglia e pesce cucinati anche con una certa fantasia, vedi la sorpresa di mare in crosta di sfoglia. Qualche sforzo in più forse andrebbe fatto sui dolci ma, si sa, per i veri sportivi non sono proprio un toccasana, molti li temono, altri li hanno proprio messi al bando. Voi no, però… RIVER CAFÉ – Salaria Sport Village via S. Gaggio, 5 tel. 06-8887361 chiuso lunedì LA GASTROBOUTIQUE È FEMMINA Al Femme è sinuoso anche il divano Un locale boutique, anzi una boutique enologica, come la definisce Federico Giannini, uno dei soci di Femme. Tre sale, dove predominano bianco puro, rosa antico e oro, di cui è completamente rivestita la seconda, quella per dj set e aria da disco. A terra, resina color oro e argento. Lungo tutto il locale corre un sinuoso divano, come fosse un’onda, tanto bello quanto scomodo. Sembra fatto apposta per non sedersi, e così è. Questo è un posto dove cenare in piedi e dove aggirarsi, oltre che tra i piatti, soprattutto tra la gente. Succede tutte le sere dalle 19 alle 23 circa, quando dalla cucina al piano di sotto arrivano lasagne alle verdure, risotto ai fiori di zucca, cannelloni. Poi c’è la pizza bianca calda del mitico fornaio della piazza con mortadella e altre variazioni sul tema. Di piatti potete assaggiarne quanti ne volete: non spenderete più di 10 euro insieme a un vino o a un cocktail, scegliendo tra 60. Quello della casa è la caipiroska al passion fruit, oppure frozen alla mela verde. Il barman è un nome: si tratta di Momo, che di locali se ne intende. Dj resident Faber, alchimista di suoni e sensazioni. Come è Femme. FEMME via del Pellegrino, 14 tel. 06-6864862 chiuso lunedì CHE PIZZA! DACCI UN TAGLIO Rispetto alla tonda classica viene sottovalutata. Un errore! Perché la pizza al taglio ha la sua nobiltà FRONTONI DAL 1921 06-5812436 Questa è la casa della pizza, quella bianca, romana romana. Non parliamo di focaccia, di schiacciata o similari ma dell’unica, inimitabile pizza, morbida e scrocchiarella al tempo stesso, ben oliata, con qualche grano di sale grosso in superficie, tagliata a metà e con un po’ di prosciutto all’interno. Se avete la fortuna di metterci anche i fichi mangerete un capolavoro. Tanti altri gli ingredienti per farcirla, a seconda della fame che si ha: mortadella, salumi, formaggi, verdure, salmone e caprini in abbinamenti insoliti. Al bancone trovate ovviamente anche altre pizze alla pala: rossa, mozzarella, funghi, patate ecc. A 5 euro potete ordinare una selezione di pizze fantasia servite invece a spicchi nel piatto. Altra specialità è la pizza alta farcita con pomodorini di Pantelleria, capperi, olive e basilico. Viale Trastevere, 52 Chiuso domenica sera I fasti della Russia imperiale sotto spirito Un piccolo angolo di Russia nel cuore di Roma? Ora c’è: l’hanno inaugurato a pochi passi da Campo de’ Fiori e piazza Navona due imprenditrici russe, con l’idea di ricreare l’atmosfera magica di un Paese d’altri tempi e rievocare i fasti del periodo zarista. E allora ecco divani e divanetti di velluto rosso, pavimenti a grandi doghe in legno, schienali imponenti, oro e stucchi, qualche lampadario di cristallo. In vetrina ci sono addirittura stivali, colbacchi, corone con pietre e perle, il boccale di vino di uno zar; la pelle di un lupo siberiano è adagiata su una poltrona. In cucina, meglio evitare qualche banalità di casa nostra e buttarsi sui piatti tradizionali dell’est europeo. Buoni l’antipasto Misto di Zar, con salmone e caviale, in abbinamento all’ottimo pane nero appena scaldato e imburrato, la tipica zuppa fredda di verdure ANGELO E SIMONETTA 06-87188853 Qui si parla di un campione, mica uno scherzo: Angelo Jezzi ha conquistato infattti per due anni il titolo mondiale di pizza al taglio, quindi chi varca la soglia del suo “tempio” trova una qualità che va oltre l’eccellenza. Provare per credere. Al timone gli altri due fratelli, Massimo e Gabriele, più nove persone che si dividono tra impasti e forni. Una bella squadra che sforna ben 130 gusti diversi di pizze nell’anno. Ai funghi porcini e ricotta, alle melanzane grigliate e scamorza di bufala, alla zucca gialla. Definizione esatta “pizza a taglio alla romana”, croccante e soffice al tempo stesso grazie all’utilizzo di un mix di farine diverse e a una lievitazione lunghissima. Su tavolette di legno di faggio vi vengono serviti piccoli assaggi di tanti tipi, come un mosaico da godersi seduti in panchina fuori o sugli sgabelloni. Via Nomentana, 581 Sempre aperto Okroshka. Il Dolce Mosca, a base di fragole e cioccolato fuso, insolito. Il consiglio per lo chef è di continuare a osare, come già fa il bravissimo barman PierGiorgio con i cocktail, oltre 100. Tra i suoi cavalli di battaglia, il Cremlino e l’istituzionale Putin-ka, ideato in ZI FENIZIA 06-6896976 Se non avete mai provato la pizza ripiena di falafel o altre specialità kosher veniteci pure da molto lontano nel ghetto, perché davvero merita. Molte le specialità tra cui scegliere: pizza con la concia (e cioè zucchine fritte e marinate in aceto), tra le più buone, pizza con indivia e aliciotti, o quella con pomodorini pachino e alici. Un classico romano è la pizza con le patate che viene sfornata in continuazione. E a proposito di specialità ebraiche c’è n’è un’altra tradizionalissima che non sembrerebbe proprio assomigliare a una pizza, eppure si chiama così. Trattasi di un dolce che in tutta Roma troverete solo da Boccione, proprio di fronte a Zi Fenizia, pasticceria rimasta come un secolo fa. Sono mostaccioli di pasta dolce cotti in forno con uvetta, canditi e pinoli. Da leccarsi i baffi! Via Santa Maria del Pianto, 64 Chiuso venerdì pomeriggio e sabato onore del Presidente russo Putin. Ottimo il Mosca Night con rum scuro, black vodka, limone e menta. Una sosta al bancone la meritano anche solo le vodke, più di 15 tipi diversi, da sorseggiare davanti agli schermi dove potrebbe anche capitare di imbattersi in film storici quali VESUVIO 06-5405634 Di pizze napoletane al piatto Roma ormai è invasa, ma in tema di pizze al taglio fatte a regola d’arte c’è ancora spazio per crescere. Ecco però Vesuvio, un piccolo locale decisamente vernacolare, dall’atmosfera piacevole e dai sapori partenopei doc. La pizza Totò e Peppino è “’na poesia”. E che dire di quella con melanzane alla parmigiana? Semplicemente favolosa. Poi la tricolore, lunga un metro, a tre strisce bianco, rosso e verde, rigorosamente con mozzarella di bufala. La Vesuvio, alici, pachino e molto peperoncino, il classico del locale. Assolutamente speciali anche i calzoni, i supplì al telefono e le crocchè di patate. Seduti o in piedi deliziatevi guardando le tantissime foto dei migliori film di Totò alle pareti. Via G. Chiabrera, 71 Chiuso domenica mattina e lunedì TUTTI A CORTE DELLO ZAR Le straordinarie avventure degli italiani in Russia. Durante il weekend party con dj-set, concerti e happy hour a 5 euro. ZAR CLUB via dei Cartari, 34-36 tel. 06-6865456 chiuso lunedì © Giuseppe Voci ROSSO&BIANCO Tra tartine e bollicine, momenti di puro piacere Un indirizzo classico del bere bene a San Lorenzo, in un ambiente contemporaneo che mixa pareti di mattoni a vista e volte a botte con acciaio e vetro. Tante le etichette di qualità, scelte spaziando sull’intero territorio nazionale anche se il Lazio predomina. Da L’Olivella alle Cantine San Marco, Cantina Sant’Andrea, Paolo e Noemia d’Amico, per citarne alcuni. Quindi molti vitigni autoctoni e tante piccole realtà emergenti. In mescita, che cambia ogni due settimane, una selezione media di otto vini rossi e otto bianchi, in genere sei tra passiti e moscati, tre fra le bollicine. In abbinamento dal “laboratorio gastronomico” escono prelibatezze. Selezioni di salumi: capocollo dei Monti Aurunci, salame rusticano, sopressa padovana, ciauscolo marchigiano, finocchiona di cinta senese. E formaggi: testun al barolo, trittico di Scanno, malga della Val Venosta, pecorini d’alpeggio stagionati con miele e spezie, e poi raschera e ovviamente la marzolina degli Aurunci. Tra i piatti caldi, lasagne formaggio caprino e arancia o cannelloni al cinghiale. O il Piatto degli Aurunci, a base di pascotto, un pane nero del frosinate cotto a legna e fatto seccare come una fresella. Mentre si beve e si degusta spesso si incappa nella presentazione di un libro o in una conversazione allargata. E una volta al mese parte un percorso gastronomico fatto di abbinamenti ricercati tra cibo e vini, meditando sull’universo vitivinicolo. ARCO DEGLI AURUNCI via degli Aurunci, 42 tel. 06-4454425 chiuso lunedì URBAN 65
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