nb - Il Poligrafo
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cataloghi di mostre e musei<br />
immagini tratte da<br />
<strong>Il</strong> piacere del collezionista... (in alto)<br />
I santi dei Remondini (in basso)<br />
40 notiziariobibliografico59<br />
Museo Remondini. Guida, Cittadella (PD),<br />
Comune di Bassano del Grappa - Biblos<br />
Edizioni, 2007, 8°, pp. 63, ill., e 10,00.<br />
Nel 1849 Giambattista Remondini, ultimo<br />
erede dell’omonima casa editrice attiva a<br />
Bassano fin dalla metà del XVII secolo, dona<br />
alla città, ben lieta di accoglierla, la preziosa<br />
e imponente raccolta “di stampe, comprese<br />
anche quelle in Cornice”.<br />
La collocazione museografica dei materiali<br />
– libri, corrispondenza, stampe popolari,<br />
carte decorate, xilografie e acqueforti – acquisisce<br />
fin da subito la priorità negli impegni<br />
dell’amministrazione, grazie anche all’interessamento<br />
del direttore dell’Istituto<br />
civico, Giambattista Baseggio, legato al donatore<br />
da vincoli familiari. Al primo piano<br />
del Convento di San Francesco, che allora<br />
ospitava la civica Biblioteca, vengono allestite<br />
due stanze attigue, l’una dedicata agli incisori<br />
bassanesi formatisi nella calcografia<br />
remondiniana, l’altra alla collezione storica<br />
di opere dal XV al XVIII secolo, che costituiscono<br />
una tra le più notevoli raccolte di arte<br />
grafica antica dell’Italia settentrionale.<br />
Tale sistemazione rimane immutata per<br />
molti anni: le operazioni di riallestimento<br />
iniziano nel 1937, sotto la direzione di Paolo<br />
Maria Tua, e si concludono nel 1939.<br />
Alcuni locali del piano terreno vengono riservati<br />
alla sezione bassanese, alle carte decorate<br />
e alle stampe “popolaresche”. Come<br />
sottolinea Giuliana Ericani nel saggio introduttivo<br />
al volume (Vicende museografiche<br />
della raccolta Remondini. Dal lascito al<br />
Museo), la scelta di esporre in quell’occasione<br />
anche materiali per lo più divulgativi,<br />
privi pertanto di un elevato valore artistico,<br />
risponde alla rivalutazione e allo studio<br />
delle immagini popolari stampate, promossi<br />
fin dai primi del Novecento e condotti<br />
ancora in quegli anni. Nell’ultimo trentennio,<br />
l’esigenza di preservare le delicatissime<br />
opere su carta ha precluso l’esposizione<br />
al pubblico delle stesse. <strong>Il</strong> nuovo Museo<br />
allestito in Palazzo Sturm, cui è dedicata<br />
la presente guida, restituisce pertanto<br />
alla città un patrimonio di inestimabile valore,<br />
favorendone nel contempo la conoscenza<br />
e lo studio.<br />
<strong>Il</strong> volume propone altresì un indispensabile<br />
approfondimento sui fondatori della celebre<br />
stamperia con il testo di Mario Infelise<br />
(I Remondini), mentre Alberto Milano offre<br />
un excursus su tipologie e iconografie della<br />
produzione remondiniana (Le stampe dei<br />
Remondini: dalle ventole al mondo alla rovescia).<br />
A Giuliana Ericani è affidata l’analisi<br />
della collezione (La collezione Remondini) e<br />
a Mauro Fantinato lo studio delle carte decorate,<br />
di cui i Remondini erano tra i più rinomati<br />
produttori (Le carte decorate Remondini.<br />
Tecniche, storia e caratteristiche di pro-<br />
duzione). Renata Del Sal ripercorre infine le<br />
vicende legate all’attività tipografica dei Remondini,<br />
attività che, superati i vincoli corporativi<br />
imposti dalla Dominante, riuscì in<br />
meno di un secolo a eguagliare il successo<br />
del settore calcografico. | Clara Pagnacco |<br />
<br />
I Santi dei Remondini, catalogo della mostra<br />
(Bassano del Grappa, Palazzo Sturm, Museo<br />
Remondini, 16 settembre 2007 - 20 gennaio<br />
2008), a cura di Giuliana Ericani, Cittadella<br />
(PD), Comune di Bassano del Grappa - Biblos<br />
Edizioni, 2007, 8°, pp. 47, ill., euro 8,00.<br />
La mostra, cui è dedicato il presente catalogo,<br />
si inserisce nell’articolato progetto di valorizzazione<br />
delle raccolte remondiniane<br />
avviato con il recente allestimento del Museo<br />
in Palazzo Sturm. La tipologia delle<br />
opere afferenti all’ampia collezione – libri,<br />
corrispondenza, stampe popolari, carte decorate,<br />
xilografie e acqueforti – richiede<br />
l’osservanza di condizioni conservative che<br />
impediscono l’esposizione permanente dei<br />
materiali al pubblico. <strong>Il</strong> Museo Remondini<br />
prevede pertanto la periodica rotazione dei<br />
pezzi e un programma di mostre temporanee<br />
volte all’approfondimento di alcuni<br />
temi ricorrenti nella vastissima produzione<br />
della stamperia bassanese. Tra questi, le<br />
immagini popolari raffiguranti i santi, che<br />
godettero di particolare fortuna commerciale<br />
e conobbero una capillare diffusione in<br />
tutto il territorio europeo e non solo. Come<br />
evidenzia Ericani nel saggio introduttivo al<br />
catalogo (I Santi dei Remondini. Genesi e modelli),<br />
tale fortuna non ha però trovato riscontro<br />
nelle analisi critiche dedicate alle<br />
creazioni remondiniane, che hanno relegato<br />
a sottocategoria tematica la produzione<br />
dei cosiddetti “santini”. Al tempo della fondazione<br />
della ditta, intorno alla metà del<br />
XVII secolo, la tradizione delle immagini sacre<br />
su carta risultava ben consolidata: è documentata<br />
già a partire dalla prima metà<br />
del Quattrocento e trova, nel secolo seguente,<br />
un eccezionale promotore nella Controriforma<br />
cattolica, che utilizza tali opere quali<br />
agili ed efficaci mezzi di trasmissione del<br />
messaggio ai fedeli, raggiungendo anche gli<br />
strati più poveri della popolazione. Lo spirito<br />
imprenditoriale dei Remondini si esplica<br />
proprio nella scelta, afferma Alberto Milano<br />
nel suo testo (L’“assortimento vastissimo” di<br />
stampe sacre), di “costruire un’offerta di<br />
stampe che potesse toccare la più ampia<br />
clientela possibile, dal punto di vista geografico<br />
ma anche nel tempo”. Per attuare<br />
l’ambizioso programma, Remondini agì su<br />
tre fronti: rese accessibili a più fruitori, ab