nb - Il Poligrafo
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cataloghi di mostre e musei<br />
Oltre il Paesaggio, catalogo della mostra (Pieve<br />
di Soligo - TV, Villa Brandolini - Centro<br />
Culturale Fabbri, 15 febbraio - 19 aprile 2009),<br />
a cura di Dino Marangon e Luigi Perissinotto,<br />
schede di Michele Beraldo, Franca Bizzotto<br />
e Dino Marangon, Treviso, Canova,<br />
2009, 8°, pp. 199, ill., s.i.p.<br />
La settecentesca dimora Brandolini è la<br />
splendida cornice che ospita la prima mostra<br />
di un ambizioso progetto promosso e<br />
organizzato dal Comune di Pieve di Soligo<br />
e dalla Regione del Veneto, sotto la curatela<br />
di Dino Marangon. <strong>Il</strong> progetto intitolato<br />
“Possibile Paesaggio” prevede una serie di<br />
appuntamenti che affrontano l’ancestrale<br />
relazione fra uomo e natura attraverso artisti<br />
che hanno vissuto o lavorato nelle terre<br />
venete in un arco di tempo compreso fra la<br />
seconda metà del Novecento e i giorni nostri.<br />
Oltre il Paesaggio rappresenta l’inizio<br />
della suddetta rassegna. Gli autori vengono<br />
presentati delineando brevemente i tratti<br />
salienti della loro ricerca artistica e contemporaneamente<br />
proponendo delle similituini<br />
o convergenze nell’affrontare il tema del<br />
paesaggio. Sono riuniti in diverse categorie<br />
caratterizzate da differenti peculiarità nell’affrontare<br />
la materia: Tra desiderio di immediatezza,<br />
poesia contemplazione, Virgilio<br />
Guidi, Spazialismo e dintorni, Materie, segni,<br />
simboli per un rinnovamento immaginativo,<br />
Nuove percezioni e nuove realtà, Nuovi media,<br />
Oltre l’analisi della pittura, Tra alchimia e<br />
contemplazione e Site specific. Si crea in questo<br />
modo un percorso che affascina e coinvolge<br />
il lettore accompagnandolo nella lettura<br />
delle opere, offrendo un diverso punto<br />
di vista con cui guardare le celebri composizioni<br />
di Tancredi, Vedova o Biasi. Le parole<br />
del curatore Marangon palesano l’oculata<br />
scelta degli artisti uniti dalla «condivisione<br />
di quello che potrebbe essere definito l’assioma<br />
del moderno: la convinzione che dipingere,<br />
o comunque creare nell’ambito<br />
della visualità, non significa più riprodurre<br />
quello che appare usualmente, bensì far vedere<br />
ciò che altrimenti non si vedrebbe, mirando<br />
al superamento di ogni consueta referenzialità<br />
esterna».<br />
<strong>Il</strong> libro si apprezza anche per il carattere<br />
scientifico dato dalle schede tecniche delle<br />
opere e dalle accurate biografie degli artisti<br />
in appendice: Renato Birolli, Afro, Giuseppe<br />
Santomaso, Emilio Vedova, Giulio Turcato,<br />
Léon Gischia, Giovanni Korompay, Virgilio<br />
Guidi, Mario Deluigi, Vinicio Vianello,<br />
Tancredi, Edmondo Bacci, Gino Morandis,<br />
Antonio Giulio Ambrosini, Luciano Gaspari,<br />
Bruna Gasparini, William Congdon,<br />
Ferruccio Bortoluzzi, Saverio Rampin, Riccardo<br />
Licata, Gino Silvestri, Oddino Guarnieri,<br />
Bruno Blenner, Nino Memo, Alberto<br />
Biasi, Sara Campesan, Franco Costalonga,<br />
42 notiziariobibliografico59<br />
Raoul Schultz, Gea D’Este, Germano Olivotto,<br />
Fabrizio Plessi, Guido Sartorelli, Anselmo<br />
Anselmi, Claudio Ambrosini, Michele<br />
Sambin, Paolo Fassetta, Luigi Viola, Mauro<br />
Sambo, Ennio Finzi, Paolo Patelli, Pope,<br />
Maurizio Cosua, Franco Ruaro, Claudia<br />
Steiner e Enrico Miniato. | Viviana Cattelan |<br />
<br />
Una fantastica ossessione. L’archivio Italo<br />
Zannier nella collezione della Fondazione<br />
di Venezia, catalogo della mostra (Milano,<br />
16 gen naio - 1 marzo 2009), a cura di Denis<br />
Curti, Milano, Fondazione Forma per la Fotografia<br />
- Venezia, Marsilio, 2009, 4°, pp. 200,<br />
ill., e 22,00.<br />
Italo Zannier conosce la fotografia tout court.<br />
Oltre ad aver svolto l’attività di docente di<br />
Storia e tecnica della fotografia in varie università,<br />
tra cui il Dams di Bologna, la Cattolica<br />
di Milano e lo IUAV di Venezia, è autore<br />
di manuali e appasionanti dissertazioni<br />
sulla materia, curatore di numerose rassegne<br />
internazionali e riviste, collezionista e<br />
fotografo. Dopo una lunga carriera consacrata<br />
alla divulgazione di questa arte, Zannier<br />
ha coerentemente scelto di affidare<br />
alla Fondazione di Venezia il suo archivio<br />
“di lavoro”, che conta oltre 1200 fotografie<br />
d’artista e una raccolta di 12.000 titoli accolti<br />
presso la biblioteca dell’Università<br />
IUAV di Venezia. La peculiarità di questa<br />
collezione sta nella definizione dello stesso<br />
Zannier ovvero raccolta “di lavoro” o “di<br />
appoggio didattico” per poter conoscere<br />
quanto più possibile sulle infinite interpretazioni<br />
della fotografia. Denis Curti ha curato<br />
la scelta delle opere presenti in questo<br />
catalogo, edito in occasione di una mostra<br />
tenutasi negli spazi milanesi di Forma -<br />
Centro Internazionale di Fotografia. Lo<br />
sfoglio permette di tracciare una breve storia<br />
della fo-tografia per immagini, qui suddivisa<br />
per sezioni storico-critiche introdotte<br />
da un breve commento. L’esordio della fotografia<br />
– «quando ancora si sperimentavano<br />
modalità per rendere perenne l’immagine»<br />
– con splendidi dagherrotipi, tra i<br />
quali uno rarissimo di Carlo Naya, stampe<br />
all’albumina e cartes de visit; Gli anni trenta<br />
e quaranta – «Le prime sperimentazioni<br />
per un nuovo linguaggio fotografico slegato<br />
dal pittoricismo di carattere romantico»<br />
– come le solarizzazioni e i fotogrammi di<br />
Luigi Veronesi o i suggestivi ritratti di Mario<br />
Castagneri; <strong>Il</strong> neorealismo del dopoguerra,<br />
caratterizzato dalla formazione di gruppi<br />
in cui si associano fotografi che condividono<br />
idee cuturali, con sezioni dedicate a<br />
La Gondola, La Bussola, <strong>Il</strong> Misa, <strong>Il</strong> Gruppo<br />
Friulano per una Nuova Fotografia costituito<br />
dallo stesso Zannier. Gli anni cinquanta<br />
e sessanta – «La fotografia diventa un sismografo<br />
dei sentimenti» – esemplati da<br />
Tazio Secchiaroli e Nino Migliori. In Una<br />
sperimentazione continua si raccolgono alcune<br />
delle tecniche e dei materiali innovativi<br />
che si andavano sperimentando come<br />
le stenopeiche di Paolo Gioli, le “esposizioni<br />
in tempo reale” di Franco Vaccari o<br />
le affascinanti off camera di Nino Migliori.<br />
Per una storia estetica include fra gli altri<br />
Luigi Ghirri, Franco Fontana, Mimmo Jodice<br />
e Gabriele Basilico. Suggestivo il titolo<br />
l’ultimo capitolo: Zannier allo specchio. Non<br />
si tratta di autoritratti bensì dell’autore fotografato<br />
da altri artisti, ai quali egli riconosce<br />
di aver catturato non solo la sua l’immagine<br />
esteriore ma anche qualcosa di intimo e di<br />
rappresentativo della sua personalità.<br />
<strong>Il</strong> benemerito e meticoloso lavoro di catalogazione<br />
(oltre 1.000 fotografi) affrontato<br />
dalla Fondazione di Venezia ha previsto,<br />
come racconta Paola Romano, che ogni<br />
scheda sia accompagnata da una nota dello<br />
stesso Zannier in cui racconta la storia di<br />
quella immagine, vale a dire le ragioni e le<br />
modalità con cui è entrata a far parte della<br />
raccolta. In questo modo si conserveranno<br />
anche la memoria e le ragioni del collezionista.<br />
In calce al breve ma commovente<br />
saggio di presentazione di Zannier un post<br />
scriptum aiuta il lettore a comprendere l’unicità<br />
di questo studioso: «Ho iniziato a<br />
comporre un’altra biblioteca di fotografia,<br />
con la stessa ambizione e passione, con la<br />
stessa speranza di una seconda vita, lunga e<br />
operosa, per raggiungere in altri dieci anni<br />
una galleria per lo meno di 5000 volumi».<br />
| Viviana Cattelan |<br />
<br />
Dieci Fotografi d’oro, catalogo della mostra<br />
(Padova, Galleria Civica Cavour, Museo Diocesano,<br />
4 aprile - 24 maggio 2009), a cura di<br />
Enrico Gusella, Italo Zannier, Padova, <strong>Il</strong> <strong>Poligrafo</strong>,<br />
2009, 8°, pp. 137, ill., e 30,00.<br />
<strong>Il</strong> volume che accompagna la mostra Dieci<br />
fotografi d’oro, inclusa nel nutrito programma<br />
di eventi della quinta edizione di “Aprile<br />
Fotografia”, è un bellissimo invito alla riscoperta<br />
della fotografia italiana, a centosettant’anni<br />
dalla nascita di un’arte da troppo<br />
tempo considerata poco più che “carta straccia”,<br />
come stigmatizza Italo Zannier nel saggio<br />
introduttivo, facendo proprie le incisive<br />
parole pronunciate da Daniela Palazzoli nel<br />
1979, in occasione delle manifestazioni per<br />
la fotografia promosse dall’Unesco tra Firenze<br />
e Venezia.