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Urania 0689 -Opzioni - Robert Sheckley.pdf - Autistici/Inventati

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Seguì un breve silenzio pieno di disagio.<br />

«Qual è il vostro aspetto?» domandò Mishkin.<br />

«Non lo so. Sono invisibile. Radersi è un problema... Attento!»<br />

Mishkin aveva urtato contro un oggetto invisibile facendosi un bernoccolo sulla fronte. Da quel<br />

momento, camminò più adagio tenendo un braccio teso in avanti.<br />

«Come avete fatto a vedere quell'oggetto invisibile?» domandò.<br />

«Non l'ho visto» disse l'invisibile. «Ho visto solo la targhetta.»<br />

Guardandosi intorno, Mishkin notò diverse targhette di metallo infilate per terra. Portavano delle<br />

scritte incise in caratteri auto-traducenti (come esigono le leggi interstellari) in modo da renderli<br />

comprensibili tanto quanto lo è la grafia inglese per il letterato inglese.<br />

Proprio davanti a lui ce n'era una con la scritta: "Sasso" e poi "Cactus", "Microbus Volkswagen<br />

abbandonato", "Persona Svenuta", "Fico Secco (Albero)", "Miniera dell'Olandese Scomparso" e via<br />

dicendo.<br />

«Sono stati davvero premurosi a mettere tutti questi cartelli» disse Mishkin passando fra "Mucchio di<br />

Spazzatura" e "Ufficio Turistico".<br />

«Oh, li abbiamo messi per motivi puramente egoistici» disse l'invisibile. «Continuavamo a sbattere<br />

contro gli ostacoli invisibili.»<br />

«Ma come mai anche le cose sono diventate invisibili?» domandò Mishkin.<br />

«Per contagio. Per un po' sono visibili, poi, a furia di stare in contatto con noi cominciano a svanire<br />

finché scompaiono del tutto. Per esempio, un bel mattino, il direttore della banca non trova più la sua<br />

banca. Nessuno sa se e quando sono accesi i lampioni stradali. Lattai invisibili fanno il possibile per<br />

consegnare il latte in bottiglie invisibili agli inquilini invisibili delle case invisibili. I risultati sono comicopatetici.<br />

Ne risulta una gran confusione.»<br />

«Per questo avete messo le targhe» disse Mishkin.<br />

«Sì, ma solo fuori città. In città dipingiamo tutto con vernice visibile.»<br />

«E così avete risolto il problema.»<br />

«Non del tutto. Per esempio, dipingere un quadro con vernice visibile non dà il risultato sperato. E<br />

poi ci sono delle persone allergiche alla vernice. Però il difetto più grave sta nel fatto che la vernice<br />

visibile tende a diventare invisibile dopo esser rimasta a lungo a contatto di oggetti invisibili. Noi<br />

cerchiamo di ovviare continuando a ridipingere tutto, e abbiamo diagrammi, piante e statistiche. Ma<br />

non si può sempre arrivare dovunque a tempo, e poi non tutte le vernici visibili danno lo stesso risultato,<br />

certe sono più efficienti, certe meno. Inoltre bisogna tener conto degli effetti della temperatura, delle<br />

fasi della luna e via dicendo. E su altri fattori stiamo ancora indagando.» L'invisibile sospirò. «Cerchiamo<br />

di non lasciarci prendere dalla disperazione e teniamo duro. I nostri scienziati stanno tentando di<br />

trovare il sistema di renderci permanentemente visibili. Qualcuno dice che è un'utopia, ma noi abbiamo<br />

fede. Se altri, come voi per esempio, sono visibili, perché non dovremmo esserlo anche noi?»<br />

«Non avrei mai creduto che potesse esser così» disse Mishkin. «Ero convinto che fosse divertente<br />

essere invisibile.»<br />

«Nemmeno per sogno!» disse l'invisibile: «Essere invisibili è lo stesso che essere ciechi.»<br />

Il deserto cedette il posto al semi-deserto. Mishkin e il robot attraversarono una zona arida e piatta,<br />

superarono vecchie strade abbandonate, incontrarono qualche rado cespuglio sparuto, e qua e là una<br />

casa diroccata.<br />

Dopo aver superato una piccola altura, videro un uomo in frac e cilindro seduto su una valigia di<br />

metallo nero. Davanti all'uomo correva un binario arrugginito che si stendeva per una ventina di metri a<br />

destra e a sinistra.<br />

«Porco Giuda» disse il robot. «Un altro squinternato.»<br />

«Che modo di parlare» lo rimproverò Mishkin avviandosi quindi a salutare lo sconosciuto.<br />

«Era ora che arrivasse qualcuno» disse l'uomo. «Me ne sto qui seduto da due giorni, e non nego che<br />

cominciavo a seccarmi.»<br />

«Cosa state aspettando?» domandò Mishkin.<br />

«Il treno delle 12 e 10 da Yuma» disse lo sconosciuto voltandosi a guardare i binari a destra e a<br />

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