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Urania 0689 -Opzioni - Robert Sheckley.pdf - Autistici/Inventati

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sinistra. «Ma al giorno d'oggi i treni non sono mai in orario.»<br />

«Io credo che quel treno non esista più» disse Mishkin.<br />

«Non me ne meraviglierei» rispose l'altro. «Ma ripensandoci mi sembra improbabile. Non posso<br />

certo andare a piedi. Il treno arriverà. Ho visto accadere cose strane. Anche a me capitano cose strane.<br />

Immagino che sappiate chi sono.»<br />

«Temo proprio di no» disse Mishkin.<br />

«Siete davvero ignorante, sono famosissimo. In questa manifestazione sono Ronsard il Magnifico, il<br />

più grande prestigiatore del mondo.»<br />

«Tutte balle» borbottò il robot. «Non lasciatevi ingannare dalle apparenze» disse Ronsard.<br />

«C'è un motivo per cui oggi sono costretto a fare il treno-stop, e aspetto treni inesistenti in posti<br />

assurdi. Il Karma ci avvince tutti, vero? Ma poi succede sempre qualcosa. Vi interesserebbe assistere a<br />

qualche magia?»<br />

«Moltissimo» disse Mishkin.<br />

«Tutti trucchi» borbottò il robot.<br />

Ronsard ignorò l'ottusa macchina. «Come primo numero farò il gioco del coniglio.»<br />

«Io l'ho già visto» disse il robot.<br />

«Io no» ribatté Mishkin. «Quindi fammi il piacere di star zitto.»<br />

Il robot si scostò di un passo e incrociò le braccia. Sulla sua faccia di metallo aleggiava un sorriso<br />

scettico, e tutto il suo corpo angoloso spirava incredulità. Mishkin invece si mise a sedere con le mani<br />

strette sulle ginocchia, proteso in avanti, interessatissimo. Bastava il suo atteggiamento per capire che<br />

non chiedeva altro che di essere sbalordito.<br />

Ronsard aprì la valigia e ne trasse un complicato quadro di comandi, due batterie da automobile, un<br />

groviglio di fili, tre circuiti stampati, una bottiglia piena di un liquido denso e un piccolo tachimetro.<br />

Inserì i fili in un interruttore rosso e nero attaccato alla testa del suo cilindro, e li collegò ai vari oggetti.<br />

Poi prese un "tester" e controllò che tutto fosse a posto. Infine si rivolse a Mishkin con un inchino.<br />

«Osservate, caro signore, questo cappello» disse togliendosi il cilindro. «Come vedete, è vuoto.»<br />

Il robot sbadigliò.<br />

«E adesso, prego, attenzione» disse il prestigiatore. Prese dalla borsa un fazzoletto di seta bianca e lo<br />

stese sopra il cappello. Poi fece dei gesti con la destra dicendo contemporaneamente: «Rje-Sgampo<br />

Rimpoche-hi Lan Mchig Rinpoche Hi Hrenwa Zhes Bya-wa Bszhugs-so.» E diede un calcio al quadro dei<br />

comandi col tallone destro.<br />

Seguì un crepitio di scintille accompagnato da un lungo sibilo. Gli aghi degli strumenti scattarono, poi<br />

tornarono sulla posizione normale.<br />

Il prestigiatore tolse il fazzoletto che copriva il cappello ed estrasse da questo un coniglio vivo.<br />

Depose a terra la bestiola e fece un inchino.<br />

Mishkin applaudì.<br />

«È un gioco di specchi» commentò ironico il robot.<br />

Il coniglio cercò di rientrare nel cappello, ma il prestigiatore lo cacciò via.<br />

«Tutti i prestigiatori tirano fuori i conigli dal cappello» disse il robot.<br />

«È un numero che si fa per scaldare l'ambiente» spiegò l'artista. «Non c'è niente di soprannaturale in<br />

quello che faccio. Si tratta di illusioni, che sono poi apparenze create da un'accurata preparazione, con la<br />

complicità di una certa bravura e dell'equipaggiamento adatto. Tutto qui.»<br />

«Ma cos'è di preciso un'illusione?» domandò Mishkin.<br />

«Tutti i fenomeni possono essere considerati illusioni» disse il prestigiatore. «E adesso farò un gioco<br />

con le carte. Non sbadigliate, signore. (Questo era rivolto al robot). So che sembra una cosa da niente,<br />

ma gli effetti scenici sono stati preparati con cura in modo da intensificare e moltiplicare i risultati. I<br />

giochi con le carte sono divertenti, anche se non fantastici o meravigliosi, e fanno aumentare l'interesse<br />

prima dei numeri più importanti della serata (cioè del pomeriggio). Ecco qua dunque...» Il prestigiatore<br />

prese un mazzo di carte dalla valigia. «Questo è un mazzo di comuni carte da gioco. Ora ve lo<br />

consegnerò in modo che possiate esaminarlo con vostro comodo. Constaterete che il mazzo è ancora<br />

sigillato come quando è uscito dalla fabbrica, e che non è in alcun modo segnato.»<br />

Porse il mazzo a Mishkin che aprì l'involucro ed esaminò le carte. Anche il robot le esaminò. Nel<br />

frattempo, l'illusionista aveva riaperto la valigia e ne aveva estratto tre specchi parabolici posati su un<br />

treppiede, un computer a batteria con relative batterie e un piccolo schermo radar. Sistemò gli specchi

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