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Urania 0689 -Opzioni - Robert Sheckley.pdf - Autistici/Inventati

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in modo che fossero rivolti in direzioni diverse e li collegò al radar e al computer. Poi prese le carte e le<br />

aprì a ventaglio davanti a ciascuno degli specchi. Inserì alcune informazioni nel computer e rimase in<br />

attesa finché il radar non cominciò a emettere il suo acuto bipbip.<br />

A questo punto, tirò fuori dalla valigia un vecchio tavolino pieghevole e lo sistemò davanti agli<br />

spettatori, distribuendovi poi sopra le carte.<br />

«Notate come eviti di toccarle» disse. «Così non potrete accusarmi di aver influito sulla vostra scelta.<br />

E adesso, prego, vogliate per favore mescolarle accuratamente e sceglierne una. Non fatemela vedere,<br />

ma ricordatevela bene.»<br />

Mishkin e il robot fecero quanto era stato detto. Mishkin mescolò tre volte, e il robot ventisette in<br />

modo che le carte si confondessero ben bene. Poi ne scelsero una.<br />

«Guardatela attentamente. Imprimetevela nella memoria. E adesso rimettetela nel mazzo e tornate<br />

a mescolare.»<br />

Mishkin tornò a mescolare tre volte e il robot ventisette. (Il robot sarebbe stato un ottimo<br />

smazzatore di canasta e infatti gli era stato offerto quell'impiego redditizio al North Miami Beach<br />

Community Center).<br />

«Ora» riprese il prestigiatore «moltiplicate per sette il numero della carta, tenendo presente che<br />

tutte le figure valgono undici. Se il risultato è pari aggiungete undici, se è dispari sottraete due. Ricavate<br />

la radice quadrata del nuovo numero così ottenuto fino ai millesimi. Prendete l'ultima cifra, aggiungete<br />

nove tenendo presente che se la vostra carta era di un seme nero il numero è immaginario, se di seme<br />

rosso il numero è reale. Sommate al numero ottenuto qualsiasi numero reale da uno a diciannove.<br />

Fatto?»<br />

«Sì, è facile» disse il robot.<br />

«Qual è il risultato?»<br />

«Ottantasette.»<br />

Il prestigiatore inserì l'informazione nel computer, che cominciò a sputare carta ed esaminò la<br />

risposta.<br />

«La vostra carta era il fante di quadri.»<br />

«Esatto» rispose il robot, e Mishkin si affrettò a confermare.<br />

«Tutti sono capaci di fare i giochi con le carte» disse il robot.<br />

«Ma io non sono tutti. Né l'ho mai sostenuto» replicò il mago.<br />

«Scommetto che adesso ci farete vedere il trucco della donna segata in due.»<br />

«Come prossimo numero segherò in due una donna» annunciò il prestigiatore.<br />

«Questo sì che dev'essere bello» disse Mishkin.<br />

«Lo fa con gli specchi» disse il robot.<br />

Anni dopo, Mishkin ricordò la faccia del mago: una lunga faccia americana, rosa e bianca e gessosa,<br />

su ossa candide e dure. I suoi occhi azzurri erano specchi che riflettevano un paesaggio irredento; e<br />

quando gli specchi diventavano finestre, mostravano un paesaggio interiore identico all'esterno.<br />

Era una faccia speranzosamente rivolta verso i sogni, ma irrevocabilmente forgiata dagli incubi.<br />

Infine, la faccia era sicuramente più memorabile degli atti realizzati dal suo proprietario.<br />

L'artista frugò nella valigia e tirò fuori una donna bruna dagli occhi viola con indosso un abito di<br />

Piaget e una borsetta di Vuitton. La donna strizzò l'occhio a Mishkin e disse: «A me piace provare tutto<br />

almeno una volta.»<br />

«Lo dice sempre» osservò il prestigiatore. «Non capisce che provare una cosa una volta vuol dire<br />

prendere l'abitudine.»<br />

Anni dopo, la giovane donna disse a un'amica: «Ero un po' matta a quei tempi. Pensa che mi sono<br />

perfino fatta segare in due da un prestigiatore. Cosa ne dici?»<br />

L'uomo prese una sega elettrica rotante dalla valigia e cercò di farla funzionare, ma invano. Allora<br />

estrasse dalla valigia una spina elettrica, l'infilò nella sega e questa si mise in funzione.<br />

«Uno di quei soliti trucchi da avanspettacolo?» domandò l'amica.<br />

«Trucco un corno! Quel matto di un prestigiatore, il Grande Thermos o Dermos, non ricordo, faceva

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