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Urania 0689 -Opzioni - Robert Sheckley.pdf - Autistici/Inventati

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«Comodo, Rip» disse il vocione gioviale del capitano. «Vuoi bere? Lee Pan Hao, il nostro simpatico<br />

cuoco cantonese, ha preparato del cacao energetico che dà sul serio la carica. O preferisci qualche<br />

dolcetto fatto con vera cioccolata marziana?»<br />

«No grazie, capitano, per ora non prendo niente.»<br />

«E allora stravaccati su quella poltrona, e sentiamo un po' cos'hai da dirmi.»<br />

Rip Halliday si stravaccò, ma non senza rispetto. Alla sua età, e col grado che ricopriva, sentiva ancora<br />

gli effetti della disciplina, per quanto i superiori insistessero perché non si facessero distinzioni di gradi e<br />

i rapporti fossero privi di formalità. Era un sistema che funzionava: così gli inferiori, pur sentendosi a loro<br />

agio coi superiori, li rispettavano.<br />

«Bene, signor capitano, stavo...»<br />

«Rip, ti prego, in cabina non sono il signor capitano. Chiamami John.»<br />

«Be', signor John, stavo facendo il solito controllo della banda radio 6B2 con un selettore a zero tanto<br />

per vedere come funzionava. Se ricordate le equazioni di Thalberg-Martin, signore...»<br />

Il capitano sogghignò e sollevò una muscolosa manona rosa. «Gli effetti radio sono il vostro campo,<br />

Rip. Io sono solo un camionista intergalattico. Non sono mai andato oltre le trasformazioni sigma. Quindi<br />

cercate di mettere tutta la faccenda in termini semplici. Che cosa avete captato?»<br />

«Un segnale» rispose prontamente Rip. «Era così forte che per poco non mi ha assordato.»<br />

Il capitano annuì. «Forse non c'è motivo di allarmarsi. Non può essere colpa di qualche stella?»<br />

Halliday scosse la terra. «Non ce ne sono nelle vicinanze.»<br />

«Che si trattasse di una deflessione?»<br />

«Impossibile, data la nostra attuale velocità e le coordinate.»<br />

«Allora forse era un effetto provocato dalla statica, dovuto alla concentrazione di detriti cosmici in<br />

attrito uno contro l'altro?»<br />

«Impossibile, signor John, l'emissione sarebbe stata completamente diversa. E poi quel segnale era<br />

emesso sulla modulazione di frequenza. Il capitano fischiò debolmente.» Nessuna scarica naturale può<br />

esserne stata la causa.<br />

«Infatti, signor John. Quel segnale non può esser stato emesso altro che da esseri intelligenti.»<br />

«Uhm» disse il capitano.<br />

«Non può darsi che ci sia nelle vicinanze qualcuna delle nostre navi?» domandò speranzoso Rip.<br />

Il capitano fece un cenno di diniego. «La nave terrestre più vicina si trova sul lato opposto di Fiona<br />

II.»<br />

Rip fischiò di nuovo debolmente. «Proprio come temevo.»<br />

«Quindi significa che ci siamo messi in contatto con una forma d'intelligenza sconosciuta» disse il<br />

capitano «e che vi ci stiamo avvicinando rapidamente. È la prima volta che l'uomo entra in contatto con<br />

altre creature intelligenti. Sarà bene avvertire Marv Painter che ci occorre una traduzione di quegli<br />

impulsi, e subito.»<br />

Le efelidi di Rip Halliday spiccavano sul pallore improvviso della faccia. «Vado immediatamente, John,<br />

cioè, signor capitano.»<br />

La porta si dilatò per lasciar passare il radiotelegrafista dai capelli rossi. Rimasto solo, il comandante<br />

guardò la stereografia di sua moglie e dei suoi tre figli. Bevve un bicchiere di Gatorade nel silenzio più<br />

assoluto, poi premette il pulsante dell'interfono.<br />

Comunicò all'equipaggio che, fino a prova contraria, avrebbero agito partendo dal presupposto di<br />

essere in contatto con esseri sconosciuti dalle intenzioni altrettanto ignote. Evitò tuttavia di dire che<br />

secondo le equazioni Rand-Orey si prevedeva al 98,7 per cento la probabilità di un contatto ostile. Aveva<br />

ricevuto ordine di non dirlo finché le intenzioni degli esseri sconosciuti non fossero chiare. Prospettare<br />

l'eventualità di un disastro sarebbe servito solo a rendere meno efficiente quella perfetta macchina che<br />

era il suo equipaggio.<br />

L'ingegner Duff McDermott attraversò con passo pesante la passerella più bassa, poi si fermò a<br />

ispezionare per la ventesima volta in un'ora le spie dei propulsori. Gli aghi se ne stavano placidamente<br />

depositati sul verde, come McDermott si aspettava. Ma sapeva di non poter evitare di guardarli, dato<br />

che al momento del contatto mancavano solo 2.0045 ore.<br />

«Che ti sembrano?» chiese Andy Tompkins, l'amico del secondo assistente ingegnere, col pomo<br />

d'adamo ben visibile che danzava sotto una faccia felice e assente.

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