Urania 0689 -Opzioni - Robert Sheckley.pdf - Autistici/Inventati
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«Bella roba» lo schernì il robot. «Ne vedo un mucchio, io, di cose più avanti. Cristo, tutti vedono<br />
sempre un mucchio di cose più avanti.»<br />
«Quella cosa mi sembra un animale.»<br />
«Cosa c'è di spaventoso?»<br />
La cosa che Mishkin aveva visto era più o meno delle dimensioni di una tigre, ma con la coda più<br />
corta e le zampe più grosse. Aveva il mantello color cioccolata a righe arancioni, e sembrava una<br />
allucinazione bieca, famelica e priva di scrupoli.<br />
«A me pare pericolosa» disse Mishkin.<br />
«Il che dimostra quanto sei ignorante» disse il robot. «Quello è un pachinerta, cioè un erbivoro col<br />
carattere di una mucca, ma più timido.»<br />
«Però i denti...»<br />
«Non lasciarti ingannare dai denti.»<br />
«Imitazione?»<br />
«Esatto. E adesso muoviti.»<br />
Proseguirono lungo la pianura color porpora. Il robot fischiettava "Elmer' Tune" e Mishkin, che lo<br />
seguiva a due passi, canterellava il "Valzer triste".<br />
Il pachinerta si voltò a guardarli con due occhi del colore di sangue di yak coagulato. Sbadigliò<br />
mettendo in mostra incisivi che parevano scimitarre turche. Si stirò facendo risaltare sui fianchi muscoli<br />
forti come viscidi tentacoli di piovra che si agitavano sotto un sottile velo di plastica.<br />
«Sei sicuro che sia erbivoro?» chiese Mishkin.<br />
«Solo erba e soffioni, anche se gradisce qualche rapa.»<br />
«Ha l'aria truce.»<br />
«La natura è capace di mille travestimenti.»<br />
Uomo e robot si avvicinarono all'animale. Il pachinerta tirò indietro le orecchie, irrigidì la coda come<br />
l'indice di un manometro che segna pericolo, e sfoderò gli artigli che parevano i denti della forca del<br />
diavolo. Ruggì, al che parecchi alberi ambulanti si affrettarono a chiudere i rami, estrarre le radici e<br />
andare alla ricerca di una zona più tranquilla.<br />
«La natura esagera» disse Mishkin. «Giurerei che quell'animale sta per attaccarci.»<br />
«La natura esagera» disse il robot. «È nella sua natura.»<br />
Erano a meno di dieci metri dal pachinerta che stava immobile offrendo un'eccellente imitazione di<br />
animale morto in procinto di assalire e uccidere qualsiasi essere umano in vista, e magari anche un robot<br />
o due, tanto per togliersi il gusto.<br />
«Senti» disse Mishkin fermandosi. «C'è qualcosa che non quadra. Secondo me...»<br />
«Tu pensi troppo» disse il robot con voce severa. «Per amor di Dio, cerca di darti un contegno, uomo.<br />
Io sono un robot SPER programmato proprio per questo genere di lavoro, e ti assicuro che quella è una<br />
mucca travestita da tigre...»<br />
Fu allora che il pachinerta si lanciò. Un momento prima se ne stava immobile e un momento dopo<br />
era partito all'attacco con denti e artigli che brillavano come oro nel bagliore color zafferano del sole di<br />
Harmonia e del suo piccolo, opaco e misterioso compagno rosso. La bestia si era avventata con una<br />
magnifica imitazione di carnivoro affamato che non va tanto per il sottile, specie se il bersaglio non pare<br />
pericoloso essendo privo di zanne e artigli.<br />
«Sciò, pachinerta, sciò» disse il robot con tono poco convincente.<br />
«Giù!» gridò Mishkin.<br />
«Grrrrr!» ruggì il pachinerta.<br />
«Tom, stai bene?»<br />
Mishkin sbatté le palpebre. «Sto benissimo.»<br />
«Non sembrerebbe.»<br />
Mishkin ridacchiò: che buffo modo di esprimersi!<br />
«Cosa c'è da ridere?»<br />
«Tu mi fai ridere. Non ti vedo e lo trovo divertente.»<br />
«Bevi questo.»<br />
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