Urania 0689 -Opzioni - Robert Sheckley.pdf - Autistici/Inventati
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tardi.»<br />
L'uomo grasso mormorò qualche parola di condoglianza.<br />
Ahlid lo ringraziò e disse: «In questa città si impara a vivere a tu per tu con la Morte. La Morte è<br />
presente ovunque, al mondo, e a tempo debito si porta via tutti: ma nelle altre città è molto meno<br />
evidente. Altrove, la Morte fa il suo solito giro negli ospedali, fa una corsa sulle autostrade, gira per la<br />
città alla ricerca di chi ha bisogno di lei, e in genere si comporta come un onesto cittadino. Tanto per<br />
tenersi in forma, combina qualche sorpresa di tanto in tanto, ma in generale esegue il suo lavoro<br />
secondo le norme e non tenta di infrangere le speranze e le ragionevoli attese degli uomini seri e<br />
rispettabili.<br />
«Ma qui ad Arachnis, la Morte si comporta in modo molto diverso. Forse risente del sole implacabile<br />
e della terra acquitrinosa, così si spiega il suo modo di agire lunatico, strano e capriccioso. Ma<br />
qualunque siano le cause, qui la Morte è ovunque e arriva inattesa, provando gusto a cogliere di<br />
sorpresa, a girare per tutti i quartieri della città, senza nemmeno rispettare le moschee e gli altri luoghi<br />
dove l'uomo pensa di essere relativamente al sicuro. Qui la Morte non è più un rispettabile cittadino. È<br />
un drammaturgo da due soldi».<br />
«Vogliate scusarmi» disse l'uomo grasso. «Devo essermi appisolato. Il caldo... di cosa stavate<br />
parlando?»<br />
«Mi avete chiesto di mia figlia» disse Ahlid. «Ha diciassette anni. Forse vi farebbe piacere vederla.»<br />
«Estasiato, veramente estasiato» mormorò l'uomo grasso.<br />
Ahlid lo scortò attraverso corridoi bui, su per una rampa di scale, e poi lungo una galleria le cui<br />
strette finestre a feritoia guardavano in un patio con una fontana. Si fermarono davanti a una porta.<br />
Ahlid bussò, ed entrarono.<br />
La stanza era vividamente illuminata. Il pavimento era di marmo nero a righe bianche. Le righe si<br />
incrociavano e tornavano a incrociarsi a intervalli irregolari come un groviglio di rami. Al centro sedeva<br />
una fanciulla dal viso severo, con gli occhi scuri, vestita di bianco, intenta a un ricamo. Il ricamo era mal<br />
eseguito, caotico.<br />
«È docile» disse Ahlid.<br />
La ragazza non sollevò lo sguardo. Si guardava la punta della lingua come se si stesse concentrando<br />
sulla sua forma. Il ricamo che la attraversava era davvero povero e confuso.<br />
L'uomo grasso si fregò gli occhi. Si alzò a sedere con uno sforzo. Era di nuovo nel salone di Ahlid,<br />
sopra i cuscini di broccato. Ahlid stava scrivendo su un libro mastro. Davanti all'uomo grasso era posata<br />
una tazza di succo di frutta consumato a metà.<br />
«Scusatemi» disse l'uomo grasso. «Non mi sento bene. Forse sarebbe meglio che parlassimo<br />
d'affari.»<br />
«Come volete» disse Ahlid.<br />
«Sono venuto qui» disse l'uomo grasso «per combinare, col vostro aiuto e a un prezzo<br />
reciprocamente conveniente, la... Mi è stato affidato un oggetto di scarso valore intrinseco ma<br />
indispensabile all'uomo che... Voglio spedire un certo pezzo di motore in un certo posto, e conto di<br />
potere... cioè che voi possiate farlo... Non riesco a esprimermi bene. Vorrei poter effettuare...»<br />
«Amico mio» disse Ahlid «non vi pare giunto il momento di parlare seriamente?»<br />
«Sì? Posso assicurarvi...»<br />
«Non è venuto il momento di parlare del poco tempo che vi resta?» domandò Ahlid.<br />
L'uomo grasso riuscì a sorridere.<br />
«Certo, non mi sento bene. Ma nessuno può sapere...»<br />
«Vi prego» disse Ahlid. «Amico mio, mio benefattore, sono dolente di dirvi che avete la peste.»<br />
«La peste? Non siate ridicolo. Ammetto di star poco bene. Mi farò visitare.»<br />
«Ho già chiamato il mio medico» disse Ahlid. «Ma conosco bene i sintomi. Tutti, ad Arachnis, li<br />
conosciamo, perché la peste fa parte della nostra vita.»<br />
«È incredibile» disse l'uomo grasso in tono incredulo.<br />
«Perché dovrei ingannarvi?» rispose Ahlid. «Ve lo dico perché ne sono sicuro. Dovete proprio<br />
sprecare il vostro tempo prezioso per contraddirmi?»<br />
L'uomo grasso tacque a lungo. Poi disse con voce atona: «Sbarcando, ho capito di essere gravemente