Urania 0689 -Opzioni - Robert Sheckley.pdf - Autistici/Inventati
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«Fa' con comodo.»<br />
«Ho pensato» disse il robot. «Noi robot SPER siamo famosi per la velocità delle nostre reazioni<br />
sinattiche.»<br />
«Complimenti. E cos'hai concluso?»<br />
«Dopo un'attenta valutazione delle prove disponibili, credo che la tua ipotesi sia la più probabile. Mi<br />
hanno spedito sul pianeta sbagliato. E questo, naturalmente, ci pone un problema.»<br />
«Che dobbiamo risolvere.»<br />
«Ovvio. Ma prima permettimi di avvertirti che si sta avvicinando una creatura di carattere e appetiti<br />
sconosciuti.»<br />
Mishkin annuì stancamente. Gli eventi si succedevano troppo in fretta, e lui aveva bisogno di tempo<br />
per fare dei piani. Se voleva salvare la pelle doveva pensare, anche a costo della vita.<br />
Il robot era programmato per Darbis IV. Mishkin era programmato per la Terra. E tutti e due si<br />
trovavano su Harmonia come due ciechi in un labirinto. Secondo Mishkin, la cosa migliore da fare era<br />
tornare nel magazzino. Da lì potevano mettersi in comunicazione con la Terra e aspettare che spedissero<br />
su Harmonia un robot adatto, o il pezzo di ricambio, o tutti e due. Ma ci sarebbero voluti mesi, forse<br />
anni, e il pezzo di ricambio che gli serviva era solo a qualche chilometro da lì.<br />
Pure, la soluzione migliore era sempre tornare indietro.<br />
Ma poi Mishkin si ritrovò a pensare ai conquistadores del Nuovo Mondo, che si aprivano la strada<br />
attraverso la giungla, affrontando l'ignoto e soggiogandolo. Era forse da meno di loro? L'ignoto era forse<br />
radicalmente cambiato dai tempi in cui i fenici varcarono le Colonne d'Ercole?<br />
Non avrebbe più avuto il coraggio di guardarsi in faccia se avesse voltato le spalle e si fosse<br />
comportato da meno di Annone, Cortez, Pizarro e tutti quegli altri mentecatti.<br />
D'altra parte, se fosse andato avanti e lo avessero ammazzato, cosa gliene sarebbe importato della<br />
stima di sé? Nessuno l'avrebbe saputo, poi.<br />
Scoprì che quello che voleva era andare avanti, senza però doverci rimettere la pelle.<br />
Era un problema interessante, su cui valeva la pena di pensare a lungo. Qualche settimana di<br />
meditazione gli avrebbe suggerito la via da seguire risparmiandogli...<br />
«La creatura si avvicina rapidamente» disse il robot.<br />
«E allora? Spara.»<br />
«Forse è innocua.»<br />
«Prima spara, poi vedremo se è innocua.»<br />
«Non tutte le circostanze pericolose si possono superare sparando» disse il robot.<br />
«Se fossimo sulla Terra.»<br />
«E non su Darbis IV» disse il robot. «Forse il miglior stratagemma consiste nel restare immobili.»<br />
«Bisognerebbe sapere se questo pianeta somiglia alla Terra o a Darbis IV.»<br />
«Se lo sapessimo saremmo a cavallo» affermò il robot.<br />
La nuova minaccia si presentava sotto la forma di un verme lungo sei metri, color arancione, con<br />
strisce nere su ciascun segmento del corpo. In cima, aveva cinque teste. Ogni testa aveva un solo occhio<br />
sfaccettato e una bocca grande, sdentata, verde e bavosa.<br />
«Troppo grande per non essere pericoloso» mormorò Mishkin.<br />
«Su Darbis non è così» gli disse il robot. «Lassù più son grandi più sono miti. È da quelli piccoli che<br />
bisogna guardarsi.»<br />
«Secondo te cosa dovremmo fare?»<br />
«Non lo so» disse il robot.<br />
Il verme era arrivato a meno di tre metri da loro. Le bocche si aprirono.<br />
«Spara!» disse Mishkin.<br />
Il robot prese la mira e sparò contro il torace che il verme teneva sollevato da terra. Qualcuna delle<br />
teste strinse l'occhio con aria seccata. Tutto qui. Il robot prese di nuovo la mira, ma Mishkin lo dissuase<br />
dicendo: «È inutile sparare. Cosa possiamo fare?»<br />
«Rimanere immobili.»<br />
«Ma va' al diavolo! Io me la dò a gambe.»<br />
«Non c'è tempo. Sta' fermo!»<br />
Mishkin si costrinse a immobilizzarsi mentre le teste del verme si avvicinavano. Stringendo forte gli<br />
occhi, ascoltò la seguente conversazione.