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I Racconti tra realtà e leggenda di Mister X - Patrizio Marozzi

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A: <strong>Mister</strong> x<br />

Cc:<br />

oggetto: I: tema celeste<br />

----- Original Message -----<br />

From: <strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong> <br />

To: <br />

Sent: Tuesday, December 05, 2000 10:11 AM<br />

Subject: R: tema celeste<br />

> Gentile Simona Vendrame si lasci <strong>di</strong>re che Nietsche non ha detto un bel<br />

> niente, se non quello che nella sua persona ha patito, se lei è capace <strong>di</strong><br />

> tanto, cioè <strong>di</strong> percepire l'immenso para<strong>di</strong>gma che at<strong>tra</strong>verso il "gesto" <strong>di</strong> un<br />

> filosofo ha espletato un'intera epoca, non può semplificare, oserei <strong>di</strong>re, in<br />

> modo omologato la figura <strong>di</strong> Nietsche. In ciò che affermo io c'è ben altro,<br />

> ed è una percezione <strong>di</strong> Dio presente attuale, che si esplica in qualcosa <strong>di</strong><br />

> conformato <strong>di</strong> accettato come bene, una con<strong>tra</strong>ffazione, un imbroglio<br />

> irresponsabile. Un tempo chi delinqueva sapeva bene ciò che faceva,<br />

> paradossalmente aveva una struttura etica e su <strong>di</strong> essa poggiava la sua forza<br />

> per delinquere. Attualmente chi delinque cerca la legittimazione; in questa<br />

> espressione nichilistica possiamo vedere qualcosa <strong>di</strong> simile a ciò che<br />

> esprimeva Nietsche. La percezione della morte <strong>di</strong> Dio nell'epoca<br />

> contemporanea è ancora più paradossale - non è più l'uomo che si sostituisce<br />

> a Dio, ma un oggetto. L'uomo sa <strong>di</strong> non poter essere Dio e lo crea fuori da<br />

> sè, ba<strong>di</strong> bene, fuori da sè, non assistiamo a qualcosa <strong>di</strong> proiettivo, ma alla<br />

> nascita <strong>di</strong> un <strong>di</strong>o che è finito nell'utilizzo stesso <strong>di</strong> un oggetto, l'uomo ha<br />

> perso ogni <strong>di</strong>gnità, non deve più confrontarsi con un Dio reale o<br />

> immaginario, ma con l'illusione <strong>di</strong> perfezione <strong>di</strong> un oggetto, il competere<br />

> con<br />

> esso - e se l'uomo compete con ciò che non è più umano e lo considera Dio,<br />

> che valore può avere l'uomo in confronto a ciò: Non è Dio ch'è morto, ma<br />

> l'essere umano.<br />

><br />

> ...I consumi vengono indotti dalla pubblicità, il gusto è<br />

> > influenzato e convogliato dai me<strong>di</strong>a e il mondo dell'arte non è esente da<br />

> > simili pressioni. Chi è "dentro" il sistema, <strong>di</strong>ce lei, non ha nessuna<br />

> > intenzione <strong>di</strong> uscirne, sarebbe s<strong>tra</strong>no il con<strong>tra</strong>rio, rispondo io....<br />

><br />

> Se trovo legittimo il fatto che lei <strong>di</strong>ce <strong>di</strong> cercare dei collaboratori che<br />

> siano onesti intellettualmente e professionali, non può non tenere conto del<br />

> fatto che quello che viene comunemente chiamato arte, attualmente non sia<br />

> null'altro che produzioni <strong>di</strong> merci da vendere, e che il sistema per dare un<br />

> valore alla merce sia conseguenza <strong>di</strong>retta <strong>di</strong> ciò ch'è descritto nella sua<br />

> lettera. L'arte non ha proprio più nulla da <strong>di</strong>re, né da spiegare, l'Arte che<br />

> aveva queste caratteristiche, con un falso forse è finita nel 1917, se non<br />

> ricordo male, con un'opera <strong>di</strong> Duchamp. quello ch'è venuto poi è quello che<br />

> lei ben descrive.<br />

> Sinceramente le <strong>di</strong>co che lei dovrebbe parlare delle opere che ho inviato

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